Waller Inviato 24 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 24 Aprile 2007 M Gilardino, lei per l'intonazione delle note ha l'orecchio assoluto ??
Angelo Gilardino Inviato 25 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 25 Aprile 2007 M Gilardino, lei per l'intonazione delle note ha l'orecchio assoluto ?? Spero di no (è un intralcio, quando devi scrivere in partitura per strumenti traspositori o leggere con la chitarra usando il capotasto: ti viene l'emicrania), ma temo di si. Da ragazzo, quando procurarmi la musica che ascoltavo nei dischi era molto difficile (per tante ragioni), la "tiravo giù", scrivendola. Lavorando nell'editoria, questa si è rivelata una risorsa preziosa. Un esempio tra tanti: "Alba" di Hans Haug è un pezzo di cui si è perso il manoscritto. Ne ho preparato l'edizione "tirandola giù" dal disco di Segovia. In questo lavoro, c'è chi fa meglio di me: Phillip de Fremery, chitarrista americano, è in grado non solo di tirar giù le note, ma, in un disco di chitarra, riesce a individuare anche le corde su cui le note sono state fatte. Un chitarrista di Milano, Paolo de Lorenzi, tirò giù da un disco di Russell l'"Aire Vasco" di Manjon in un pomeriggio. Biscaldi "tirò giù"la "Serenade" di Lou Harrison (con scordatura della quinta e della sesta corda) in due ore. Un altro "diavolo", in questo, è Lorenzo Micheli. I jazzisti e gli arrangiatori di musica leggera, in questo, fanno polpette dei classici: per loro, ascoltare e ripetere cogliendo a volo tonalità, note e accordi, è normale. Per quanto "accademici", molti musicisti classici, in fatto di capacità propriamente musicali, sono delle talpe. dralig
Waller Inviato 25 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 25 Aprile 2007 M Gilardino, lei per l'intonazione delle note ha l'orecchio assoluto ?? Spero di no (è un intralcio, quando devi scrivere in partitura per strumenti traspositori o leggere con la chitarra usando il capotasto: ti viene l'emicrania), ma temo di si. Da ragazzo, quando procurarmi la musica che ascoltavo nei dischi era molto difficile (per tante ragioni), la "tiravo giù", scrivendola. Lavorando nell'editoria, questa si è rivelata una risorsa preziosa. Un esempio tra tanti: "Alba" di Hans Haug è un pezzo di cui si è perso il manoscritto. Ne ho preparato l'edizione "tirandola giù" dal disco di Segovia. In questo lavoro, c'è chi fa meglio di me: Phillip de Fremery, chitarrista americano, è in grado non solo di tirar giù le note, ma, in un disco di chitarra, riesce a individuare anche le corde su cui le note sono state fatte. Un chitarrista di Milano, Paolo de Lorenzi, tirò giù da un disco di Russell l'"Aire Vasco" di Manjon in un pomeriggio. Biscaldi "tirò giù"la "Serenade" di Lou Harrison (con scordatura della quinta e della sesta corda) in due ore. Un altro "diavolo", in questo, è Lorenzo Micheli. I jazzisti e gli arrangiatori di musica leggera, in questo, fanno polpette dei classici: per loro, ascoltare e ripetere cogliendo a volo tonalità, note e accordi, è normale. Per quanto "accademici", molti musicisti classici, in fatto di capacità propriamente musicali, sono delle talpe. dralig Grazie per la spiegazione
Marcello Rivelli Inviato 25 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 38 Content Count: 391 Reputation: 88 Joined: 19/12/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 25 Aprile 2007 ... Per quanto "accademici", molti musicisti classici, in fatto di capacità propriamente musicali, sono delle talpe. dralig Verissimo.. una delle cause (a parte ovviamente la propria musicalità innata) è il debole studio di discipline come l'armonia e il contrappunto (tralasciando invece il solfeggio "parlato" che tanto è amato in Italia!! a discapito di quello cantato, molto più..utile) che andrebbero sicuramente fatte in dose più.. massicce...da... "subito"..senza permettere alle dita di correre più veloci del... pensiero e scoprire a posteriori di non riconoscere ad esempio una settima di terza specia a.."orecchio".. perchè non esistono discipline ad esempio come "armonizzare melodie in modo estemporaneo" con il nostro strumento e/o allenarsi a creare un semplice contrappunto a due voci, magari di sola prima e seconda specie..invece di perder tempo (con l'illusione di fare del solfeggio ritmico! o almeno così viene camuffato) a sciorinare elenchi e filastrocche di note a velocità supersoniche senza neanche rendersi conto a che scala eventualmente appartengono?... non posso non pensare che una volta "tecnica" era essere in grado di... "improvvisare" una fuga"..(Bach su tutti, ma quanti "minori" praticavano ciò?) ci siamo persi qualcosa per strada? in nome dell'alta specializzazione? curiosità... m
Marcello Rivelli Inviato 25 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 38 Content Count: 391 Reputation: 88 Joined: 19/12/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 25 Aprile 2007 ... Per quanto "accademici", molti musicisti classici, in fatto di capacità propriamente musicali, sono delle talpe. dralig Verissimo.. una delle cause (a parte ovviamente la propria musicalità innata) è il debole studio di discipline come l'armonia e il contrappunto (tralasciando invece il solfeggio "parlato" che tanto è amato in Italia!! a discapito di quello cantato, molto più..utile) che andrebbero sicuramente fatte in dose più.. massicce...da... "subito"..senza permettere alle dita di correre più veloci del... pensiero e scoprire a posteriori di non riconoscere ad esempio una settima di terza specia a.."orecchio".. perchè non esistono discipline ad esempio come "armonizzare melodie in modo estemporaneo" con il nostro strumento e/o allenarsi a creare un semplice contrappunto a due voci, magari di sola prima e seconda specie..invece di perder tempo (con l'illusione di fare del solfeggio ritmico! o almeno così viene camuffato) a sciorinare elenchi e filastrocche di note a velocità supersoniche senza neanche rendersi conto a che scala eventualmente appartengono?... concordo in massima parte...conoscendo però la dedizione di alcuni musicisti all'arte dell'interpretazione, mi chiedo quanto di quello a cui accenni possa giovare all'interprete professionista...credo sia invece essenziale per la formazione musicale di base Si non si discute, a volte mi faccio prendere la "mano" ..intendo solo dare un significato a ciò che l'interprete "sente" e "percepisce" .. la mia provocazione era rivolta soprattutto al livello base.. appunto... marcello
Alfredo Franco Inviato 25 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 84 Content Count: 1188 Reputation: 77 Joined: 03/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 25 Aprile 2007 Uno dei motivi della scarsa capacità improvvisativa dei musicisti classici è dovuto alla mancanza di musica d'insieme; non è una caso che tale lacuna si manifesti maggiormente negli strumentisti che praticano il pianoforte o la chiatrra...strumenti molto autonomi insomma...viceversa mi è capitato di trovare in violinisti o violoncellisti un'elasticità mentale molto maggiore, imboccata la strada imparano in fretta a muoversi con disinvoltura. Come dite anche voi, in fase di formazione bisognerebbe suonare di tutto e con tutti.
Waller Inviato 25 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 25 Aprile 2007 Uno dei motivi della scarsa capacità improvvisativa dei musicisti classici è dovuto alla mancanza di musica d'insieme; non è una caso che tale lacuna si manifesti maggiormente negli strumentisti che praticano il pianoforte o la chiatrra...strumenti molto autonomi insomma...viceversa mi è capitato di trovare in violinisti o violoncellisti un'elasticità mentale molto maggiore, imboccata la strada imparano in fretta a muoversi con disinvoltura. Come dite anche voi, in fase di formazione bisognerebbe suonare di tutto e con tutti. Franco, non sono molto daccordo, non bisogna generalizzare. Sono arrivato alla conclusione che ad un improvvisazione come si deve, si può arrivare sia essendo classici, sia jazzisti. I classici improvvisano per accordo (di solito) mentre i jazzisti si basano sulla visualizzazione di tutte i tasti della scala sulla chitarra. Colgo l'occasione di chiedere se avete mai sentito parlare di Franco Cerri e cosa ne pensate. Ha ammesso recentemente che non ha avuto una formazione classica. Mi
akaros Inviato 26 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 29 Content Count: 657 Reputation: 0 Joined: 21/04/2006 Status: Offline Device: Android Inviato 26 Aprile 2007 Sono arrivato alla conclusione che ad un improvvisazione come si deve, si può arrivare sia essendo classici, sia jazzisti. su questo siamo d'accordo... I classici improvvisano per accordo (di solito) mentre i jazzisti si basano sulla visualizzazione di tutte i tasti della scala sulla chitarra. I classici, i jazzisti, i rockettari... ma che stai dicendo... quando uno improvvisa improvvisa... Perchè il "classico" improvvisa per accordi e il "jazzista" per scale? dove lo hai scoperto, non è assolutamente così... anche il jazzista ragiona ad accordi e stà sugli accordi quando improvvisa. Ripeto, quando uno improvvisa improvvisa in maniera pertinente al genere musicale che sta suonando. Un chitarrista è un chitarrista, quando suona suona di tutto... Io almeno faccio così. Colgo l'occasione di chiedere se avete mai sentito parlare di Franco Cerri e cosa ne pensate. Ha ammesso recentemente che non ha avuto una formazione classica. Franco Cerri è un grande. Se non ha avuto una formazione classica tanto meglio, lui suona jazz! così non ha perso tempo dietro a cose che non gli servivano. Il jazz si fa sui dischi non sui libri... Prova a chiedere ai grandi e vedrai che ti rispondono, prova a chiedere a Gianni Basso dove stà il jazz... Saluti.
Giorgio Signorile Inviato 26 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 70 Content Count: 612 Reputation: 41 Joined: 10/02/2007 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 26 Aprile 2007 Dopo i recenti dibattiti molto accorati, prendo spunto per proporre un argomento, a carattere generale, su cosa viene considerato bello nell'arte e cosa no.Mi chiedo (e vi chiedo): quali sono le caratteristiche che una composizione o un'interpretazione devono possedere per far si che si abbia di esse una visione più o meno univoca o un giudizio abbastanza unanime (e non parlo solo di chitarra e chitarristi, ovviamente!)? Insomma, quali sono i canoni di bellezza che un opera d'arte o un artista devono possedere; quando si può considerare un' opera d'arte patrimonio dell'umanità; quando la si può considerare addirittura sublime; e la critica a chi spetta? a tutti? ad una cerchia ristretta di esperti? aila gente comune? ... insomma, a chi? E' argomento molto vasto e difficile ma forse proprio per questo molto interessante. Io per primo son curioso di ascoltare. A voi il microfono. Io fra tutte le qualità citate, e con cui in massima parte concordo, vorrei aggiungere anche l'onestà del compositore. Perchè il momento della creazione, se è solo un sedersi al tavolo e sfruttare la materia e la conosenza della stessa non porta da nessuna parte. Potrà essere una meraviglia a livello accademico ma non farà drizzare i peli a nessuno. Se si uniscono sincerità di intenti, impellente voglia di comunicare la propria idea di musica, capacità tecnica, allora l'opera ha un senso e per me è arte, a prescindere che poi mi piaccia o meno. Non so se ci possano essere dei parametri fissi, e forse è bello che non ci siano, perchè in fondo il dubbio e la critica continua sono elementi che fanno vivere l'opera, quanto l'esecuzione stessa...
Vladimir Inviato 26 Aprile 2007 Group: Membri Topic Count: 37 Content Count: 621 Reputation: 1 Joined: 19/12/2005 Status: Offline Device: iPhone Inviato 26 Aprile 2007 Basta vedere le Fughe di Bach confrontate con le Fughe degli allievi usate dagli scrittori dei metodi di contrappunto e fuga (Dubois per esempio). Se si convertono in midi, uno si accorge che Bach, nonostante si prenda più libertà, è musicalmente molto più interessante. Beh, la musica è sublime durante una sbronza colossale (Giorgio, vedi Gian) o mentre si fuma una canna...
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