Waller Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Al di là del fine, ci possono essere persone che non si rendono conto dei propri limiti e del proprio livello e tendono a strafare, e questo è già un pochino più frequente. Qualche allievo così in venticinque anni mi è capitato. Sinceramente non so se la norma sia ancora in vigore; so di almeno una persona che a Bologna venne radiata (qualche decennio fa, è vero) per aver suonato senza autorizzazione. Come tutte le norme, può essere usata bene o male, ma non mi sembra affatto, per i motivi spiegati prima, una ingiustizia in sè; e non incoraggerei la tendenza ad iscriversi ad un istituto riservandosi di non accettarne le regole che non ci piacciono. Piero Bonaguri, gli istituti devono ringraziare chi si iscrive............ Ma meglio se tendono a strafare perchè son sicuro che per lei "lo strafare dell'allievo" può essere molto pericoloso !!! Infatti certi strafari degli allievi evidenziano i limiti dell'insegnante Non è affatto un ingiustizia quella norma ma è una diplomatica tirata per il C**o !!! ( e prendi sul ridere l'ultima frase ) Tu ti troveresti bene in un seminario secondo me !!!
Butterfly Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Al di là del fine, ci possono essere persone che non si rendono conto dei propri limiti e del proprio livello e tendono a strafare, e questo è già un pochino più frequente. Qualche allievo così in venticinque anni mi è capitato. Sinceramente non so se la norma sia ancora in vigore; so di almeno una persona che a Bologna venne radiata (qualche decennio fa, è vero) per aver suonato senza autorizzazione. Come tutte le norme, può essere usata bene o male, ma non mi sembra affatto, per i motivi spiegati prima, una ingiustizia in sè; e non incoraggerei la tendenza ad iscriversi ad un istituto riservandosi di non accettarne le regole che non ci piacciono. Questa cosa mi ricorda un divertentissimo film "canterello" con Rita Pavone e Giancarlo Giannini, in cui il protagonista, serissimo docente di musica, indossa ogni sera una parrucca bionda che gli copre gli occhi, per esibirsi in un complesso rock senza essere riconosciuto. Immagino che questa disposizione del Conservatorio sia stata introdotta per ovviare all'impossibilità di applicare la prima regola che dovrebbe vigere in qualunque sistema comunitario, cioè quella del buon senso e dell'etica. Davvero capita che ascoltando un musicista incapace o mediocre, ci si chieda "ma dove ha studiato e chi era il suo maestro?" Non sarebbe piu' utile ribaltere il "problema" sull'allievo, rendendolo consapevole della responsabilità che si assume ogni volta che fa musica in pubblico, non affinchè non faccia sfigurare il suo maestro o la scuola, ma la "M"usica? Piu' seriamente: il "sistema" non dovrebbe mettere in condizione di far esibire allievi preparati e offrire alternative a quelli meno dotati, senza per questo ferirli con un divieto che suona come una bocciatura? Con il nuovo ordinamento, come si conciclia questa regola con i criteri di reclutamento degli allievi? Scusate le tante domande. Comunque anche l'orgoglio di Gippo per qualunque suo allievo che suona in pubblico andrebbe considerato sotto vari aspetti. Al di là del normale "affetto" che lega ogni studente al suo insegnante, se uno suona male, suona male e basta. Però mi suscita già maggiore simpatia. Una cosa che a volte dispiace un po', invece, è vedere in certi programmi dei concerti una specie di "abbandono" delle proprie radici (non so come spiegarmi bene): miscugli di generi, di autori, la ricerca di una piu' veloce popolarità sacrificando la qualità di un repertorio piu' "alto". In questo senso (ma azzardo solo un'ipotesi) forse un insegnante puo' restare deluso se si sfianca per anni per insegnare (ne sparo uno a caso) Villa-Lobos a un allievo e invece alla prima occasione lui si esibisce con "O' sole mio" (magari nemmeno nella trascrizione di Tarrega) Vi saluto che corro a bordare le vele! Butterfly
Waller Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Al di là del fine, ci possono essere persone che non si rendono conto dei propri limiti e del proprio livello e tendono a strafare, e questo è già un pochino più frequente. Qualche allievo così in venticinque anni mi è capitato. Sinceramente non so se la norma sia ancora in vigore; so di almeno una persona che a Bologna venne radiata (qualche decennio fa, è vero) per aver suonato senza autorizzazione. Come tutte le norme, può essere usata bene o male, ma non mi sembra affatto, per i motivi spiegati prima, una ingiustizia in sè; e non incoraggerei la tendenza ad iscriversi ad un istituto riservandosi di non accettarne le regole che non ci piacciono. Questa cosa mi ricorda un divertentissimo film "canterello" con Rita Pavone e Giancarlo Giannini, in cui il protagonista, serissimo docente di musica, indossa ogni sera una parrucca bionda che gli copre gli occhi, per esibirsi in un complesso rock senza essere riconosciuto. Immagino che questa disposizione del Conservatorio sia stata introdotta per ovviare all'impossibilità di applicare la prima regola che dovrebbe vigere in qualunque sistema comunitario, cioè quella del buon senso dell'etica. Davvero capita che ascoltando un musicista incapace o mediocre, ci si chieda "ma dove ha studiato e chi era il suo maestro?" Non sarebbe piu' utile ribaltere il "problema" sull'allievo, rendendolo consapevole della responsabilità che si assume ogni volta che fa musica in pubblico, non affinchè non faccia sfigurare il suo maestro o la scuola, ma la "M"usica? Piu' seriamente: il "sistema" non dovrebbe mettere in condizione di far esibire allievi preparati e offrire alternative a quelli meno dotati, senza per questo ferirli con un divieto che suona come una bocciatura? Con il nuovo ordinamento, come si conciclia questa regola con i criteri di reclutamento degli allievi? Scusate le tante domande. Comunque anche l'orgoglio di Gippo per qualunque suo allievo che suona in pubblico andrebbe considerato sotto vari aspetti. Al di là del normale "affetto" che lega ogni studente al suo insegnante, se uno suona male, suona male e basta. Però mi suscita già maggiore simpatia. Una cosa che a volte dispiace un po', invece, è vedere in certi programmi dei concerti una specie di "abbandono" delle proprie radici (non so come spiegarmi bene): miscugli di generi, di autori, la ricerca di una piu' veloce popolarità sacrificando la qualità di un repertorio piu' "alto". In questo senso (ma azzardo solo un'ipotesi) forse un insegnante puo' restare deluso se si sfianca per anni per insegnare (ne sparo uno a caso) Villa-Lobos a un allievo e invece alla prima occasione lui si esibisce con "O' sole mio" (magari nemmeno nella trascrizione di Tarrega) Vi saluto che corro a bordare le vele! Butterfly Butterfly, facendo come dici te (non so cosa intendi per repertorio alto ma ho qualche vaga idea e mi attengo a quella), seguirebbero in pochissimi la musica classica !!! Risposta Butterfly : pochi ma buoni
akaros Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 29 Content Count: 657 Reputation: 0 Joined: 21/04/2006 Status: Offline Device: Android Inviato 31 Luglio 2007 Perchè adesso in quanti la seguono?
Piero Bonaguri Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 35 Content Count: 476 Reputation: 8 Joined: 21/11/2005 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Non capisco il tono polemico di Weller che non conosco essendo "nascosto" dal nickname. Se invece lui ha motivi di contestare il mio insegnamento (visto che io qui compaio con nome e cognome) può dirli esplicitamente. Chiedo troppo? (E perché poi la battuta sul seminario?). In realtà ho affermato più volte anche in questo 3d che è importantissimo stimolare gli allievi a suonare in pubblico - mi sembra che fosse questo il centro della questione - e ho detto che chi non lo fa in una scuola professionale di musica ha un atteggiamento quantomeno incomprensibile. Per quanto mi riguarda poi, oltre alle frequenti esercitazioni di classe i miei allievi sono in genere molto presenti anche alle manifestazioni pubbliche interne ed esterne del conservatorio di Bologna. E' un dato facilmente verificabile, quindi mi spiace essere quasi accomunato ad un atteggiamento vessatorio nel quale non mi riconosco assolutamente. Avevo ricordato che esite o esisteva una norma che vietava agli allievi di conservatorio di svolgere attività pubblica "di nascosto"(non in assoluto, quindi, ma senza che la scuola lo sappia, fregiandosi magari di appartenere ad un istituto che diventa così, oggettivamente, corresponsabile del risultato artistico portato in giro). Continuo a ritenere che questa cosa abbia un senso, anche se può essere usata male e ritengo, con Butterfly, che il normale buon senso dovrebbe evitare di dovere ricorrere al richiamo alle norme o alle sanzioni. Infatti la scuola e l'insegnante sono normalmente i primi, credo, a rallegrarsi di avere allievi in grado di dimostrare una buona preparazione, a qualsiasi livello. Mentre una persona ad un livello esecutivo "impresentabile" non dovrebbe aver particolarmente voglia di esibirsi. E un minimo di fiducia nell'insegnante da parte dell'allievo (in mancanza della quale si va a finire in una incompatibilità didattica che rende tutto inutile) dovrebbe rendere ovvio il fatto di valutare assieme al proprio insegnante tempi e modi di presentarsi in pubblico. Ecco, la famosa norma va a colpire quella mancanza di fiducia che porta a fare la cosa "di nascosto". Non sono certo un giurista, ma non sarei sicuro che una eventuale controversia legale in merito "non avrebbe storia"; e comunque non misembra quello il problema vero. Sulla questione dell'esame di ammissione: in esso vengono valutate le potenzialità dell'allievo che lo rendono idoneo o meno a frequentare un corso di studi, non automaticamente ad esibirsi in pubblico da subito. (nel vecchio ordinamento, tuttora in vigore, poi c'è anche un successivo esame di conferma il cui esito non è a priori scontato). Concludendo mi pare che il punto sia una eventuale preclusione "a priori" verso il fatto che gli allievi suonino - e questo, lo ripeto, mi pare assurdo. Invece mi pare del tutto ragionevole che all'interno di un rapporto didattico, in cui si presuppone un minimo di fiducia reciproca, i tempi e modi delle uscite pubbliche non avvengano "di nascosto", ma siano concordati tra l'allievo e chi ha la responsabilità della sua preparazione. Se queste due cose non ci sono c'è un problema di fondo, e non è questione di norme.
Waller Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Non capisco il tono polemico di Weller che non conosco essendo "nascosto" dal nickname. Se invece lui ha motivi di contestare il mio insegnamento (visto che io qui compaio con nome e cognome) può dirli esplicitamente. Chiedo troppo? (E perché poi la battuta sul seminario?). In realtà ho affermato più volte anche in questo 3d che è importantissimo stimolare gli allievi a suonare in pubblico - mi sembra che fosse questo il centro della questione - e ho detto che chi non lo fa in una scuola professionale di musica ha un atteggiamento quantomeno incomprensibile. Per quanto mi riguarda poi, oltre alle frequenti esercitazioni di classe i miei allievi sono in genere molto presenti anche alle manifestazioni pubbliche interne ed esterne del conservatorio di Bologna. E' un dato facilmente verificabile, quindi mi spiace essere quasi accomunato ad un atteggiamento vessatorio nel quale non mi riconosco assolutamente. Avevo ricordato che esite o esisteva una norma che vietava agli allievi di conservatorio di svolgere attività pubblica "di nascosto"(non in assoluto, quindi, ma senza che la scuola lo sappia, fregiandosi magari di appartenere ad un istituto che diventa così, oggettivamente, corresponsabile del risultato artistico portato in giro). Continuo a ritenere che questa cosa abbia un senso, anche se può essere usata male e ritengo, con Butterfly, che il normale buon senso dovrebbe evitare di dovere ricorrere al richiamo alle norme o alle sanzioni. Infatti la scuola e l'insegnante sono normalmente i primi, credo, a rallegrarsi di avere allievi in grado di dimostrare una buona preparazione, a qualsiasi livello. Mentre una persona ad un livello esecutivo "impresentabile" non dovrebbe aver particolarmente voglia di esibirsi. E un minimo di fiducia nell'insegnante da parte dell'allievo (in mancanza della quale si va a finire in una incompatibilità didattica che rende tutto inutile) dovrebbe rendere ovvio il fatto di valutare assieme al proprio insegnante tempi e modi di presentarsi in pubblico. Ecco, la famosa norma va a colpire quella mancanza di fiducia che porta a fare la cosa "di nascosto". Non sono certo un giurista, ma non sarei sicuro che una eventuale controversia legale in merito "non avrebbe storia"; e comunque non misembra quello il problema vero. Sulla questione dell'esame di ammissione: in esso vengono valutate le potenzialità dell'allievo che lo rendono idoneo o meno a frequentare un corso di studi, non automaticamente ad esibirsi in pubblico da subito. (nel vecchio ordinamento, tuttora in vigore, poi c'è anche un successivo esame di conferma il cui esito non è a priori scontato). Concludendo mi pare che il punto sia una eventuale preclusione "a priori" verso il fatto che gli allievi suonino - e questo, lo ripeto, mi pare assurdo. Invece mi pare del tutto ragionevole che all'interno di un rapporto didattico, in cui si presuppone un minimo di fiducia reciproca, i tempi e modi delle uscite pubbliche non avvengano "di nascosto", ma siano concordati tra l'allievo e chi ha la responsabilità della sua preparazione. Se queste due cose non ci sono c'è un problema di fondo, e non è questione di norme. Le mie polemiche sono perchè mi sembravi daccordo con quella norma di cui hai parlato prima................................................ Per il resto concordo.
Waller Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Perchè adesso in quanti la seguono? miliardi e miliardi
Waller Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 17/11/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Non capisco il tono polemico di Weller che non conosco essendo "nascosto" dal nickname. Se invece lui ha motivi di contestare il mio insegnamento (visto che io qui compaio con nome e cognome) può dirli esplicitamente. Chiedo troppo? (E perché poi la battuta sul seminario?). In realtà ho affermato più volte anche in questo 3d che è importantissimo stimolare gli allievi a suonare in pubblico - mi sembra che fosse questo il centro della questione - e ho detto che chi non lo fa in una scuola professionale di musica ha un atteggiamento quantomeno incomprensibile. Per quanto mi riguarda poi, oltre alle frequenti esercitazioni di classe i miei allievi sono in genere molto presenti anche alle manifestazioni pubbliche interne ed esterne del conservatorio di Bologna. E' un dato facilmente verificabile, quindi mi spiace essere quasi accomunato ad un atteggiamento vessatorio nel quale non mi riconosco assolutamente. Avevo ricordato che esite o esisteva una norma che vietava agli allievi di conservatorio di svolgere attività pubblica "di nascosto"(non in assoluto, quindi, ma senza che la scuola lo sappia, fregiandosi magari di appartenere ad un istituto che diventa così, oggettivamente, corresponsabile del risultato artistico portato in giro). Continuo a ritenere che questa cosa abbia un senso, anche se può essere usata male e ritengo, con Butterfly, che il normale buon senso dovrebbe evitare di dovere ricorrere al richiamo alle norme o alle sanzioni. Infatti la scuola e l'insegnante sono normalmente i primi, credo, a rallegrarsi di avere allievi in grado di dimostrare una buona preparazione, a qualsiasi livello. Mentre una persona ad un livello esecutivo "impresentabile" non dovrebbe aver particolarmente voglia di esibirsi. E un minimo di fiducia nell'insegnante da parte dell'allievo (in mancanza della quale si va a finire in una incompatibilità didattica che rende tutto inutile) dovrebbe rendere ovvio il fatto di valutare assieme al proprio insegnante tempi e modi di presentarsi in pubblico. Ecco, la famosa norma va a colpire quella mancanza di fiducia che porta a fare la cosa "di nascosto". Non sono certo un giurista, ma non sarei sicuro che una eventuale controversia legale in merito "non avrebbe storia"; e comunque non misembra quello il problema vero. Sulla questione dell'esame di ammissione: in esso vengono valutate le potenzialità dell'allievo che lo rendono idoneo o meno a frequentare un corso di studi, non automaticamente ad esibirsi in pubblico da subito. (nel vecchio ordinamento, tuttora in vigore, poi c'è anche un successivo esame di conferma il cui esito non è a priori scontato). Concludendo mi pare che il punto sia una eventuale preclusione "a priori" verso il fatto che gli allievi suonino - e questo, lo ripeto, mi pare assurdo. Invece mi pare del tutto ragionevole che all'interno di un rapporto didattico, in cui si presuppone un minimo di fiducia reciproca, i tempi e modi delle uscite pubbliche non avvengano "di nascosto", ma siano concordati tra l'allievo e chi ha la responsabilità della sua preparazione. Se queste due cose non ci sono c'è un problema di fondo, e non è questione di norme. Le mie polemiche sono perchè mi sembravi daccordo con quella norma di cui hai parlato prima................................................ Per il resto concordo....... abituati alle mie polemiche che sto lavorando per l'"audience"
Butterfly Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Avevo ricordato che esite o esisteva una norma che vietava agli allievi di conservatorio di svolgere attività pubblica "di nascosto"(non in assoluto, quindi, ma senza che la scuola lo sappia, fregiandosi magari di appartenere ad un istituto che diventa così, oggettivamente, corresponsabile del risultato artistico portato in giro). Continuo a ritenere che questa cosa abbia un senso, anche se può essere usata male e ritengo, con Butterfly, che il normale buon senso dovrebbe evitare di dovere ricorrere al richiamo alle norme o alle sanzioni. Infatti la scuola e l'insegnante sono normalmente i primi, credo, a rallegrarsi di avere allievi in grado di dimostrare una buona preparazione, a qualsiasi livello. Mentre una persona ad un livello esecutivo "impresentabile" non dovrebbe aver particolarmente voglia di esibirsi. E un minimo di fiducia nell'insegnante da parte dell'allievo (in mancanza della quale si va a finire in una incompatibilità didattica che rende tutto inutile) dovrebbe rendere ovvio il fatto di valutare assieme al proprio insegnante tempi e modi di presentarsi in pubblico. Ecco, la famosa norma va a colpire quella mancanza di fiducia che porta a fare la cosa "di nascosto".Non sono certo un giurista, ma non sarei sicuro che una eventuale controversia legale in merito "non avrebbe storia"; e comunque non misembra quello il problema vero. Sulla questione dell'esame di ammissione: in esso vengono valutate le potenzialità dell'allievo che lo rendono idoneo o meno a frequentare un corso di studi, non automaticamente ad esibirsi in pubblico da subito. (nel vecchio ordinamento, tuttora in vigore, poi c'è anche un successivo esame di conferma il cui esito non è a priori scontato). Permettimi, Piero, qualche dubbio sulla tu benevola interpretazione della norma citata. La necessità di ottenere un'autorizzazione implica la possibilità che essa venga negata ed è per questo viene sancita in una norma obbligatoria. Posso azzardare un po' di malizia? Quando si fanno le cose "di nascosto" non è perchè talvolta si teme proprio di non riceverlo quel permesso? Non conosco lo specifico, ma so che non sempre quel timore nasce dalla consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato... Forse è da leggere in questo senso la battuta di Waller, al di là dell'infelice idea di rivolgerla a Te. Ci sono ambiti in cui le "autorizzazioni obbligatorie" sono piu' frequenti che in altri e non sempre lo scopo è il bene dell'istituzione o del destinatario della norma, quanto piuttosto una specie di arroccamento ad un incontestabile potere decisionale. Sinceramente mi dispiacerebbe che anche un solo aspirante musicista decidesse di non frequentare una istituzione culturalmente valida perchè non ritiene di volersi assoggettare a una disposizione interna. Su tutto il resto del tuo enunciato, concordo. In un processo formativo il rapporto di fiducia e collaborazione discente-docente è importantissimo, in tutti i contesti. Però è anche importante ragionare con la propria testa: affidarsi, non annullarsi. Ha piu' valore, cioè, l'autorevolezza che non l'autoritarismo. Butterfly
Butterfly Inviato 31 Luglio 2007 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 31 Luglio 2007 Butterfly, facendo come dici te (non so cosa intendi per repertorio alto ma ho qualche vaga idea e mi attengo a quella), seguirebbero in pochissimi la musica classica !!! Risposta Butterfly : pochi ma buoni Waller, io non so cosa intendi tu per quel che intendo io. E' più difficile leggere i tuoi messaggi che fare la versione in prosa di certi passi dell'Iliade... Butterfly
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