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Vorrei ricordare a tutti che l'argomento di questo thread è l'analisi di Invocación Y Danza di Rodrigo!

 

Grazie per la collaborazione, rikit2001.

Non si è ancora capito che più si va OT e meno il thread potrà essere letto da futuri iscritti.

Una battuta potrebbe anche rimanere tale e se ben incastrata far sorridere, ma rispondere ad una battuta con una battuta e poi intervenire ancora sulla battuta e dirne un'altra e poi rispondere ancora e ancora.

Farla finita e tornare all'analisi della composizione?

 

Chiedo venia per aver contribuito all'OT

 

magic guitar

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Sì, infatti, non condivido le sue scelte del repertorio contemporaneo (Boulez, Sciarrino, Nono, Manzoni), ma è una bestia.

Un mio amico, pianista, dice che suonare così la seconda sonata di Boulez è un'impresa non da comuni mortali.

Poi, a parer mio, è il pianista che suona meglio in assoluto Schoenberg, Webern e Berg (Gould è troppo duro).

E' un grandissimo.

Che suoni Nono poco importa.

Nessuno è perfetto.


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caspita

non è quel pianista che insieme a quell'altro collega, tal Abbado, suonano sempre Nono?

degenerati comunisti

 

Degenerati no, ma dogmatici si. La formula gramsciana è ben nota: se non la si pensa come loro, non si finisce in un gulag, ma si viene emarginati culturalmente (Montale: "...e su tutti gli altri, derisione e silenzio"), non si partecipa alle manifestazioni (Festival di Venezia e affini), a Radio Tre si passa per un minuto ogni tre anni, se va bene, non si viene menzionati nei libri di storia della musica, etc. etc.

 

Sa, mi ha fatto una certa impressione leggere, in un Suo recente messaggio, "Nono fu vittima". Ove occorressero informazioni al riguardo, rivolgersi ad Hans Werner Henze.

 

dralig


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Mi sento francamente sollevato.


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"accozzaglia", "pseudo composizioni", "musica che fa .....pieta'!" "ca**ate filosofiche e fonetiche"...questi solo alcuni dei commenti recenti orgogliosamente rivendicati a voce alta da amatori di musica (ben poche le risposte dei musicisti presenti)...e siamo in forum di musica, anno 2007...e mi parla di emarginazione culturale? se questo è il livello oggi, da parte di ragazzi, immagino quale può essere stato allora la sistematica e chirurgica operazione di derisione (da parte dei coltissimi e seri compositori e musicologi figli di Gentile, di Croce e del ventennio) del lavoro a cui si stavano dedicano Nono, Berio, Maderna ...anzi, non lo immagino, lo documento (già postai)... e il verso di Montale ben si presta subito a cambiar di sponda...

ciò giustifica l'emarginazione culturale? ...oggi certamente no...ma in quegli anni, visto che si discuteva spranghe alla mano, credo che sia stata una reazione inevitabile...tu mi deridi, io ti emargino...ma ora ci mettiamo a pesare chi è più stupido tra chi emargina e chi diffama? magra consolazione per una (impossibile credo, ancora) riflessione su quegli anni...

ma come vede la contrapposizione, da parte di chi non desidera andare oltre la dialettica stile anni di piombo, continua...il dogmatismo antirelativista ha preso il posto di quello marxista mentre dall'altra parte vi sono nicchie economiche culturali che campano su estetiche budget oriented e businness plan accuratissimi...

credo sia necessario fare il possibile per andare oltre quella che appare, almeno alla mia generazione, un prezzo troppo alto da pagare anche solo per la preziosità delle esperienze estetiche accumulatesi negli ultimi cinquant'anni...

 

Sulla conclusione - che è quel che importa - siamo d'accordo: bisogna andare oltre. E io ci sono da una quarantina d'anni, oltre. Non intendo, ovviamente, incoraggiare estremismi adolescenziali - peraltro facilmente comprensibili: è tipico dell'età - se non per cogliere, in essi, quel fervore che in seguito, maturando senno e senso critico, può diventare energia positiva: quindi, evito - di massima e con qualche eccezione - di censurare le sparate ideologiche. Anche perché è evidente, in esse, la traccia della predicazione che, nelle classi di composizione dei conservatori, si seguita a fare, talvolta a scapito dell'insegnamento della materia principale.

 

Ritengo tuttavia giusto (e, nel caso di un anziano, doveroso) riferire puntualmente e rigorosamente i fatti, in modo che nulla di ciò che è stato rimanga celato. E ovviamente riferisco i fatti di cui sono stato testimone diretto e talvolta, ahime, protagonista.

 

Penso che la testimonianza sia un dovere civile, prima che di merito specificamente artistico.

 

Ho piena contezza delle ingiurie che si sono levate contro i protagonisti della nuova musica da parte di esponenti del regime, dissolto politicamente ma ancora radicato nelle frange sottoculturali della neonata repubblica. Il fatto è che, al riguardo, non ho nulla da addurre a ciò che si sa da tempo.

 

Una sola nota discorde: i versi di Montale - rivolti a Pier Paolo Pasolini - non sono interpretabili con un salto di sponda: sono quel che sono, si riferiscono a un preciso momento storico-culturale e a situazioni che non erano, e non sono, velate. Se così non fosse, non li avrei citati: le citazioni si fano a proposito, e non per barare.

 

dralig


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P.S. Matarazzo, la versione dell'Hammerklavier che preferisco è quella di Backhaus. E' insuonabile quella sonata, difatti la registrazione del buon Wilhelm è piena di note sbagliate. Però preferisco dieci volte la sua rispetto a quella di Pollini, per esempio.

Senza nulla togliere al pianista italiano che secondo me rimane imbattuto sulla musica del Novecento (Petrushka è una cosa da pazzi!).

Concordo, ma un conto sono note sbagliate in una esecuzione, tenendo presente che in quell'epoca oltretutto non c'era nessuna possibilità di editing, un conto sono le manomissioni "facili" di taluni chitarristi. Non vedo paragoni possibili.

 

Ogni epoca ed ogni regime, sia esso reale o culturale, ha avuto i suoi miti e le sue vittime. Secondo me è ancora troppo presto, come vedo suggerisce anche Fabio, per poter porre in una prospettiva storica quegli anni per molti aspetti ancora recenti.

 

Inoltre vi sono realtà e realtà: vi posso dire che se non era per le attività dell'ARCI, col cavolo che li avremmo visti ad Avellino nei tardi anni settanta musicisti del calibro di Pollini, Abbado, Nono, Berio, Canino, Ballista, il Quartetto Italiano, Giuranna, Asciolla, Chiarappa e via dicendo, tutti notoriamente rossastri che, colmo e sdegno :evil: , sono venuti a suonare persino gratuitamente!

Se penso che l'attuale politica culturale imperante è diventata quella delle veltroniane "notti bianche" e che proprio in questi giorni qui ad Avellino (la provincià, si sa, si sente grande quando imita le grandi città) si stanno spendendo quasi cinquecentomila euro per cinque giorni a base di Bakalov, Piovani, Bregovic e Stelvio Cipriani......

 

L

 

PS: ho sempre apprezzato molto l'esecuzione polliniana dei tre pezzi da Petruska, e ancor di più dell'altra facciata dell'LP con la 7a di Prokofiev. Recentemente ho visto però un video di Weissemberg poco noto (il video, non il pianista). Devo dire che sono rimasto molto colpito, molto.

PS1: Rodrigo non mi scende proprio! :)


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Forse l'estetica e il fenomeno culturale sono elementi tirati in ballo per coprire la povertà musicale di alcune di queste composizioni.


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Io mangiacastagne.

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