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Manuale di Storia della Chitarra Vol.2 - Gianni Nuti


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Ospite Matteo Pesle

Le paventate querele invece mi fanno solamente sorridere, abbiamo un ufficio legale e i nostri collaboratori sono assolutamente tutelati, rimando comunque che legge al concetto di "libertà di critica" ampiamente annunciato in precedenza, invito poi tutti a "smorzare i toni" della discussione: è natale!

 

Quindi, Fabbri, ride di sé stesso e del suo collaboratore, visto che siete stati solo voi due a tirare in ballo eventuali querele....?

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[Picardi , Ill.mo e Magnificentissimo Maestro Zigante!! Con una sola 'c', prego.....

 

Grazie

 

LP

 

P.S. non mi sembra di essermi infilato in un vicolo cieco, come lei afferma, al limite in un tunnel....Non ho nessun pregiudizio, ho letto il Manuale in questione e, come in tutti i lavori di questo tipo, ci sono cose buone e cose meno buone. Oppure già a priori dobbiamo considerarlo un capolavoro, un libro da acquistare 'al buio', come hanno affermato alcune rispettabilissime persone del forum non appena il M°Porqueddu ne ha annunciato l'imminente uscita??

 

Grazie per l'Illustrissimo e Magnificentissimo, ma qui basta anche Frédéric (magari completo di accenti).

 

Non dobbiamo certo considerlaro un capolavoro a priori. Tra l'altro non cerco "capolavori" nei manuali di storia, ma nelle produzioni artistiche. Se Le interessasse sapere se Nuti è capace di capolavori o no, piuttosto si legga il suo romanzo intitolato "Di un crescendo".

Al limite lo posssiamo considerare uno strumento utile o inutile. Io insegno in conservatorio e da quando la riforma ha scorporato i vari settori della nostra disciplina ho sempre tenuto i corsi di Storia della letteratura degli strumenti a corda pizzicata. Lezioni destinate, oltre che per i miei alunni di chitarra, agli alunni dei miei colleghi. In queste condizioni non si può dare nulla per già fatto e quindi bisogna cercare di trovare gli strumenti utili per mettere in condizioni lo strudente di prepararsi adeguatamente e, volendo, di approfondire. L'unica cosa che mi sono domandato leggendo il Manuale è se questo è utile a colmare l'assenza di un libro di testo in italiano sul Novecento.

 

Lei dice di non aver nessun pregiudizio: e allora mi dovrebbe spiegare come definisce le frasi che ha scritto su questo forum. Gliele riporto per comodità di lettura.

Mi sembra un libro un po' troppo sbilanciato e parziale, come si può notare da una lettura dell'indice, che il M° Porqueddu ci ha messo gentilmente a disposizione.

Gangi è stato estromesso a bella insieme a Carfagna (o forse relegati nel XIII capitolo). A Gilardino sono state dedicate ben 14 pagine: forse che si tratta di un'altra agiografia, che accompagna quella apparsa su GuitArt?

Respighi non meritava un capitolo a se', e magari sarebbe stato meglio farne un accenno in un capitolo 'compilativo' come il XIII, magari insieme alla De Rogatis e Company. E' autore di quelle Variazioni per chitarra che lasciano, a mio modesto parere, il tempo che trovano.

Più che un Manuale di Storia della Chitarra del '900, mi sembra una versione 'chiacchierata' di una parte del catalogo della nota casa editrice marchigiana.

Forse l'autore, il prof. Gianni Nuti già noto per una monografia dal titolo 'Gli Studi di Virtuosità e di Trascendenza di Angelo Gilardino' e di cui sarebbe gradito un intervento allo scopo di chiarire le sue scelte, si è fatto un po' prendere la mano e ha trlasciato una parte del '900 chitarristico.

Sinceramente è un manuale che non mi interessa. Molto meglio il secondo volume che acquistai durante i miei studi per il diploma quasi 15 anni fa, scritto da Gilardino, il quale all'epoca non poteva autoincensarsi per ovvi motivi.

Non so perchè, ma il manuale odora fortemente di conflitto di interessi...

…….

 

Dico solamente che mi sembra tutto, tranne che un secondo volume dedicato alla storia della chitarra. Vengono passati in rassegna dei compositori, degli esecutori che hanno fatto la storia dello strumentio troviamo ben poche tracce. E' una visione troppo parziale della faccenda. Poteva essere benissimo intitolato: 'La chitarra: compositori del '900'. Forse una scrittura a quattro mani ha portato ad un risultato del genere....

…….

Comunque, tornando all'oggetto del contendere, ribadisco che mi sembra che sia libro un po' disorientante e che avrei mosso gli stessi appunti dopo averlo sfogliato....

Ciò non toglie che lo visionerò allo scopo di approfodirne la conoscenza.

Ma perchè sarebbero esemplari ed emblematici la De Rogatis o Respighi per la chitarra? Per non parlare di Company, Delpriora, Pahissa, tanto per citarne alcuni??

Il manuale non poteva essere intitolato 'Filosofia della chitarra' o in qualche altro modo?? Sa ben poco di manuale di storia della chitarra....non ha un taglio storico, secondo me..

...

...piuttosto bisognerebbe domandarsi il perchè di certe scelte proprio in un Manuale di Storia (in questo caso della Chitarra), che dovrebbe offrire un panorama, una summa e non uno spaccato su un determinato argomento....tutto qui....

 

Sono giudizi basati sulla lettura del manuale questi? O sono pregiudizi che nascono dal suo bagaglio personale? Non lo vede che Lei fa con questi post esattamente ciò di cui Lei accusa gli autori del testo?

 

Bel riassuntino!!! Complimenti!!!

Pensi, ill.mo, che su quei giudizi ci avevo quasi messo un bel pietrone sopra, a lettura avvenuta.

Solo gli imbecilli non cambiano idea!!!

Certo, rimangono dei punti fermi, ma un giudizio può essere rimodellato in seguito alla lettura integrale del testo.....oppure no???

 

Sento un incredibile astio del gigante Zigante nei confronti del nano Picardi....

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[bel riassuntino!!! Complimenti!!!

 

Non è un riassunto. Sono esattamente le Sue parole. Se ne prenda il pieno merito.

Intanto non ha risposto alla mia domanda: se non sono pregiudizi quelli riportati, cosa sono?

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Mi dica, dott. Sorrentino, ha già la querela già pronta sul tavolo del suo avvocato???

 

Gigi,

nel mio intervento non ho assolutamente parlato di querele, si figuri...

Semplicemente, da studioso a studioso, le ho chiesto di evitare insinuazioni offensive e fuori luogo.

Le ho fornito delle valide argomentazioni atte a scardinare i suoi sospetti infondati e lei parla di querela?

Non ha nemmeno l'ardire di controbattermi?

Credo che lei sia un provocatore, vuol farmi dire cose che non penso. Purtroppo con me ha sbagliato persona. Dunque, non riceverà da me nessuna ulteriore risposta, figuriamoci una querela.

Credo abbia ragione il Maestro Zigante nell'invitare tutti a proseguire la discussione sulla base di confronti tematici e musicali.

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[bel riassuntino!!! Complimenti!!!

 

Non è un riassunto. Sono esattamente le Sue parole. Se ne prenda il pieno merito.

Intanto non ha risposto alla mia domanda: se non sono pregiudizi quelli riportati, cosa sono?

 

Leggere sopra, prego!

Le rispondo subito, sua immensità!

Sono dei primi giudizi.....tutto qui!

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Mi dica, dott. Sorrentino, ha già la querela già pronta sul tavolo del suo avvocato???

 

Gigi,

nel mio intervento non ho assolutamente parlato di querele, si figuri...

Semplicemente, da studioso a studioso, le ho chiesto di evitare insinuazioni offensive e fuori luogo.

Le ho fornito delle valide argomentazioni atte a scardinare i suoi sospetti infondati e lei parla di querela?

Non ha nemmeno l'ardire di controbattermi?

Credo che lei sia un provocatore, vuol farmi dire cose che non penso. Purtroppo con me ha sbagliato persona. Dunque, non riceverà da me nessuna ulteriore risposta, figuriamoci una querela.

Credo abbia ragione il Maestro Zigante nell'invitare tutti a proseguire la discussione sulla base di confronti tematici e musicali.

 

Meno male!

Comunque l'allarme querela è scattato quando draliG, a proposito della recensione del II volume (quello dell'88), aveva parlato di 'recensione ai limiti della querela' o qualcosa del genre (dovrei andare a rileggermi il post o come diamine si chiama).

L'ardire di controbatterLa?? Per carità! Non ne sono assolutamente all'altezza!

Comunque mi pare che in questo momento sia proprio Zigante a non voler proseguire la discussione sulla base di confronti tematici e musicali.....

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Ospite Matteo Pesle

l'allarme querela è scattato quando draliG, a proposito della recensione del II volume (quello dell'88), aveva parlato di 'recensione ai limiti della querela' o qualcosa del genre (dovrei andare a rileggermi il post o come diamine si chiama).

 

Ecco la conferma: avete fatto tutto soli.

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Le paventate querele invece mi fanno solamente sorridere, abbiamo un ufficio legale e i nostri collaboratori sono assolutamente tutelati, rimando comunque che legge al concetto di "libertà di critica" ampiamente annunciato in precedenza, invito poi tutti a "smorzare i toni" della discussione: è natale!

 

Quindi, Fabbri, ride di sé stesso e del suo collaboratore, visto che siete stati solo voi due a tirare in ballo eventuali querele....?

 

Caro Matteo a tirare fuori per primi la parole "querela" in questo 3d non siamo stati certo noi, ma se vai a pagina 9 di questo lunghissimo post, troverai che questo "primato" va attribuito a dralig...

 

R. F.

 

E' vero, maestro Fabbri, ma la verità bisogna dirla tutta, perché la restrizione della verità equivale alla menzogna. Io ho ricordato come, in passato, la "Sua" rivista (uso il possessivo secondo la logica che promana dai Suoi scritti) avesse pubblicato una "recensione" sul mio "Manuale di storia della chitarra" nella quale figuravano apprezzamenti del tutto estranei all'esercizio del diritto di critica, e come tali passibili di querela. Lei stesso ha preso le distanze da quello scritto - precisando che apparteneva alla "preistoria" della "Sua" rivista, la cui linea di condotta è poi cambiata da quando il servizio di recensioni è passato sotto il Suo controllo.

 

L'episodio è stato da me ricordato per argomentare come, agli effetti del successo di un libro di storia della chitarra classica, una recensione negativa di "Chitarre" non abbia contato assolutamente nulla, nonostante la sua ferocia: anzi, come sempre avviene, l'aggressione da parte delle persone accecate dall'invidia si tramuta invariabilmente in acquisto di stima per chi è aggredito. L'idea che io possa aver ventilato una minaccia di querela ora è insensata, perché io non sono l'autore del libro di cui si tratta, e perché il suo autore non ha bisogno della mia tutela, né culturale né, tanto meno, legale.

 

dralig

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Dal momento che Lei ha già espresso pubblicamente il suo orientamento sul libro, affidarLe questo incarico significa da parte della rivista dichiare apertamente che la direzione vuole pubblicare una recensione che abbia un certo orientamento (favorevole o sfavorevole che sia.)

Affidare poi l'ìncarico attraverso in messagio su un News Group significa dire chiaramente ai lettori: su questa rivista verrà pubblicata una recensione non favorevole.

 

Al posto Suo, io non acceterei preso dal forte dubbio che l'incarico mi derivi, più che dalla mia autorevolezza in materia e come recensore, dalla mia posizione già pubblicamente espressa, diventando così strumento di una battaglia di parte. Può darsi che Lei non colga questo aspetto oppure che lo viva come un onore.

 

Caro Frédéric, la rivista in questione - forse tu non hai abbastanza anni sulle spalle per ricordartelo, e allora ti aiuto io - circa 20 anni fa fece recensire il mio Manuale di storia della chitarra - quello che ora, nella stessa collana, è stato sostituito dal libro di Nuti - da Griselda Ponce de Leon, che stroncò il libro - quello stesso libro che Luigi "preferisce" - accusandomi di voler demolire la figura di Segovia e minacciando - testuale - di far brillare i coltelli. Nella sua recensione, tra l'altro, erano stati ampiamente travalicati i confini della critica, e c'erano gli estremi della querela. Prevalse la carità cristiana dell'editore del manuale. Nonostante la fiera opposizione di "Chitarre", il libro ebbe sei o sette ristampe, una seconda edizione, e avrebbe dovuto essere ristampato l'anno scorso, se io non lo avessi ritirato perché lo ritenevo superato nei contenuti: superato dai risultati delle mie stesse ricerche. La risposta alla signora de Leon venne dalla famiglia Segovia e dalla Fondazione intitolata al suo nome, che mi chiamarono al ruolo di direttore artistico.

 

Auguro all'autore del nuovo manuale, per il futuro del suo libro, una bella recensione, come quella che ricevette a suo tempo il mio.

 

dralig

 

...eccolo....

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forse che si tratta di un'altra agiografia, che accompagna quella apparsa su GuitArt?

Gigi

Ciao a tutti.

Con un po' di buona volontà, andando a ritroso, ho letto questo lunghissimo 3D, approfittando di un'ora di intervallo forzato durante un esame.

Non ho possibilità di intervenire sull'argomento principale, essendo ancora in attesa del volume, per cui mi asterrò dal farlo.

 

Vorrei però dire alcune parole su questa mentalità "dietrologica" che, constato, sta permeando sempre più la nostra società, e si affaccia prepotentemente anche su questo forum. Cristiano mi scuserà se vado irrimediabilmente OT, ma già da molti post il discorso si è abbondantemente allargato. Decida lui se spostare questo post in altra sede.

 

Conosco Angelo dal 1980, avendo con lui studiato, da allora e per diversi anni. La stima nei suoi confronti è iniziata ben prima della amicizia, visto che, come ho già scritto tante altre volte, è stata proprio la considerazione verso le cose che scriveva su "Il Fronimo" - e in special modo la sua indipendenza dal segovianesimo imperante allora - a spingermi ad andare a studiare con lui. Analogamente questo è valso anche in seguito per Gianvito Pulzone, direttore di GuitArt.

 

Ma tutto questo varrebbe ben poco e potrebbe anche non avere niente a che vedere con la sua collaborazione con GuitArt.

Una rivista seria, infatti, nello scegliere i propri collaboratori, non può non basarsi sulla valenza di ciò che questi hanno da dire e, in questo caso, scrivere, e la sua linea editoriale si distingue da quella di altre riviste che fanno altre scelte, anche - e per noi soprattutto - per la caratura dei suoi collaboratori.

 

A quanto ne so, Angelo non è né laureato, né diplomato in chitarra, ma questo non gli ha impedito affatto di diventare uno dei personaggi più importanti della storia della chitarra di oggi.

Gli articoli e gli speciali curati da lui per il nostro gruppo editoriale hanno avuto un riscontro positivo molto vicino al 100% dei nostri lettori che, in alcuni casi, ci hanno letteralmente inondato di mail di congratulazioni per la profondità e lo spessore culturale dei suoi testi, ben diversi dai lustrini e dalle "foto con tizio e caio" che vediamo spesso apparire altrove.

 

La sua storia di musicologo-ricercatore, compositore, didatta, ne ha fatto una delle figure, per noi "La figura", più rappresentative della chitarra italiana attualmente nel mondo.

Anche qui, una rivista di chitarra seria non può non tenerne conto ed il minimo che possa fare - oltre che tenerselo ben caro tra i propri collaboratori! - è dedicare uno o più numeri alla "storia" di un personaggio simile. Di qui l'intervista al Maestro vercellese che, per la profondità e l'interesse degli argomenti trattati, si distingue anch'essa da tante altre, e poco importa se non si parla .....delle corde che usa e di quanto tempo studia al giorno :) .

 

Capisco che queste siano logiche difficili da fare intendere a chi vive in un mondo dove ci si affanna per tentare di imporsi con martellamenti pubblicitari a base di ....mila copie vendute, molto spesso approfittandosi dell'ingenuità di un pubblico che non ha nessuna possibilità di avere un riscontro dei dati e delle informazioni forniti ma, non so se dispiacemi per costoro, c'è ancora qualcuno per cui certi valori - cultura, studio, approfondimenti, in parole povere sostanza e non immagine - contano.

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