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Studio No.10 (Num. Segoviana), Fernando Sor


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ma posso sapere che scopo ha questo studio

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Forse non ne ha! Perchè, ne deve avere per forza?...è una bel brano e basta!! :D

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Forse non ne ha! Perchè, ne deve avere per forza?...è una bel brano e basta!! :D

 

allora perchè dire studio n 10,diamo un titolo a questo brano :lol:

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Forse non ne ha! Perchè, ne deve avere per forza?...è una bel brano e basta!! :D

 

allora perchè dire studio n 10,diamo un titolo a questo brano :lol:

 

 

Si... :D Studio op.31 n.19 - Andante (in La Maggiore)

 

m

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Si... :D Studio op.31 n.19 - Andante (in La Maggiore)

 

m

 

Secondo me non basta. :?

Es: lo studio op.6 n.3 ( 11 Segovia), è uno studio sulle legature. Nessuno mi vieta di cambiare la diteggiatura ed eseguirlo senza legature, giusto? ma allora non sarà più uno studio sulle legature...non sarà nemmeno più uno studio, dal momento che l'oggetto di studio non c'è più, ti pare?

E lo stesso vale per lo studio n.10, se eliminiamo l'elemento che dovremmo studiare, cioè l'alternanza di p e i sui cantini, allora non lo consideriamo più come uno studio :D

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Credo si ponga il problema già affrontato per lo studio n° 1 di HVL. Da un punto di vista squisitamente meccanico si può cogliere il suggerimento e usare p e i, aldilà di questo ogni diteggiatura è possibile, sempre nella funzionalità di suonare correttamente il frammento.

Se il M° Saggese suona tutto lo studio di HVL p-m, credo che, alla fine dei conti, mutatis mutandis, qui si possa fare la stessa cosa.

In fase di studio forse é meglio mettersi in crisi e usare la diteggiatura "più scomoda" o meno usuale, in sede di esecuzione si usa quella che "suona meglio" a seconda del nostro gusto estetico.

Un'ultima cosa: se uno studio é un buono studio, potremmo arrivare a dire che non é uno "studio", poiché l'elemento musicale dovrebbe dominare sopra l'elemento squisitamente "pedagogico", rendendo questo assolutamente secondario.

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Beh, credo di non essere troppo d'accordo con te. Uno studio può essere un buono studio o anche uno studio stupendo, sarà comunque uno studio.

Gli studi rappresentano un genere di composizioni che non hanno nulla da invidiare alle altre, ma che hanno comunque una loro caratteristica.

Così come c'è il tema con variazioni, in cui viene proposto un tema al quale si apportano alcune variazioni, o un rondò che è caratterizzato dalle strofe dopo le quali torna, appunto il ritornello, o una sonata, un minuetto ecc...così il termine "studio" indica quelle composizioni caratterizzate da un particolare accorgimento tecnico.

Ed il fatto che lo scopo sia quello di insegnare a superare l'ostacolo, non vuol dire che si tratta di composizioni di second'ordine anzi, la letteratura chitarristica abbonda di composizioni stupende, che sono proprio degli studi! (es: recuerdos de la alhambra)...

Per quanto riguarda il n.1 di HVL, l'autore ha indicato una diteggiatura ben precisa, ma si presta anche a molte modifiche quindi possiamo diteggiare tutto con pm o con pi, e in tanti altri modi, trasferiremo il motivo di studio ad un altra diteggiatura, ma non lo priveremmo della sua essenzialità, così come ad una scala con im possiamo sostituire mi o am, ecc.

Al n.10 di Sor, se eliminiamo quella diteggiatura (pipi), lo depauperiamo completamente del suo motivo sostanziale in quanto, se lo diteggiamo ad esempio con amiam ( una delle possibili soluzioni), lo trasformeremmo in una sorta di studio su un tremulo a singhiozzo, e ciò non avrebbe senso, perchè se vogliamo studiare il tremulo ci sono ben altri studi più appropriati per cui, non mi sembrerebbe un'incoerenza trovargli anche un nome diverso da studio opera 31 n.19 :D

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Se il M° Saggese suona tutto lo studio di HVL p-m, credo che, alla fine dei conti, mutatis mutandis, qui si possa fare la stessa cosa.

 

 

Nel mio caso, essendo abituato ad usare pollice-indice (o pollice medio) in molte situazioni (es: scale in quartine o duine, tremolo etc..) mi è facile usare quella indicata da Sor.

 

Ad esempio, utilizzo questa diteggiatura per tutte le scale del Concierto de Aranjuez (nel mio caso, vengono più articolate ed automaticamente "staccate" - effetto simile al picado flamenco)

Non uso mai indice-medio in tocco appoggiato per le scale.

 

Ma consiglio di sperimentarne di diverse per questo studio.

 

 

CS

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Mi sembra che l’alternativa sia questa:

 

1) Se si vuole usare gli Studi di Sor per assimilare il suo “sistema” occorre evidentemente seguire scrupolosamente tutte le sue indicazioni. Sor spiega dettagliatamente il suo modo di suonare nel Metodo, dando precise indicazioni che vanno dal tipo di chitarra che preferisce (e bisognerebbe dotarsi allora di uno strumento almeno di dimensioni simili a quello che usava lui) alla posizione dello strumento (ad esempio la paletta molto spostata in avanti rispetto al ponticello, dico velocemente) e delle mani (Sor spiega nel Metodo perché lui preferiva usare solo tre dita della mano destra escludendo normalmente l’anulare); e poi non usare le unghie (Sor tollera che le usi il "Signor Aguado", che però se potesse tornare indietro se le taglierebbe anche lui). L’impiego scrupoloso della sua diteggiatura diventa parte di questo approccio e in esso trova il suo significato completo.

 

2) Altrimenti si fa inevitabilmente una scelta all’interno del lascito didattico di Sor (Metodo e Studi) usando quel che si ritiene valido in base ai propri scopi artistici e tecnici, scartando altro; insomma non si segue in tutto e per tutto Sor, ma si valorizza quel che riteniamo possa darci ancora oggi (e secondo me è tanto) anche se suoniamo uno strumento più grande del suo, usiamo le unghie, adottiamo una posizione della chitarra e delle mani diversa dalla sua.

Che uno studente dei primi corsi possa fare questa operazione di filtro da solo mi sembra altamente improbabile; e allora ci si affida, almeno provvisoriamente, ad un riferimento che normalmente è l’insegnante che si è scelto. Da questo punto di vista la lettura che un gigante moderno della chitarra come Segovia ha fatto degli studi di Sor è (almeno strumentalmente) di valore incalcolabile per entrare anche nel pensiero tecnico di un grande maestro del Novecento (il cui pensiero strumentale e tecnico è molto più vicino al nostro tempo rispetto a quello di Sor, almeno in rapporto a forma dello strumento, impostazione, uso delle dita e delle unghie, ecc.). Anche in questo caso si potrebbe dire che seguire una diteggiatura è collegato ad altri aspetti, ed è in realtà un modo di assimilare un pensiero tecnico e musicale. Personalmente ad un ragazzo consiglierei questo approccio, stimolandolo appena possibile alla verifica personale della sua validità.

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