Giorgio Signorile Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 70 Content Count: 612 Reputation: 41 Joined: 10/02/2007 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 12 Settembre 2011 questo è un post molto chiarificatore, scritto con onestà. Si può essere più o meno d'accordo, ma è un modo concreto di pensare e agire
Alfredo Franco Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 84 Content Count: 1188 Reputation: 77 Joined: 03/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 12 Settembre 2011 L'intervento di Matanya è molto interessante. Probabilmente è anche a causa di queste dinamiche se certi editori non si prendono nemmeno la briga di rispondere quando gli scrivi che saresti interessato ad instaurare una collaborazione non episodica...probabilmente non ci credono più...
regondi Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 14 Reputation: 0 Joined: 23/08/2011 Status: Offline Inviato 12 Settembre 2011 Ciò che afferma il M°Ophee contraddice le affermazioni di Dralig. Rileggendo un Fronimo di moti anni fa ho trovato un feroce battibecco tra i due con la musica di Giuliani oggetto del contendere. Anche in quell'occasione il M° Gilardino dava del "John Wayne" a Ophee per il modo suo modo di fare ricerca storica. Ma sul "paga e pubblica" è difficile credere che un editore sappia da solo distinguere se una tal musica vale o non vale, quindi di certo si affida ad esperti. Per me, se no crede in se stesso, si può fare, e poi... diciamo la verità, lo stesso discorso dovrebbe valere per i CD, per gl studi di registrazione, ecc. Chi dei tanti iscritti a questo forum che ha prodotto musica o CD può dire francamente di non aver contribuito alle spese?
Cristiano Porqueddu Inviato 12 Settembre 2011 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 12 Settembre 2011 Chi dei tanti iscritti a questo forum che ha prodotto musica o CD può dire francamente di non aver contribuito alle spese? Parlo per quello che mi riguarda. I costi di registrazione e produzione per i primi 5 CD dell'integrale degli "Studi di Virtuosità e di Trascendenza" di Angelo Gilardino (Michelangeli Editore, la serie di CD distribuiti su Seicorde tra il 2005 e il 2006) sono stati coperti integralmente (e molto generosamente) da tre sponsor: due enti pubblici e una fondazione. Ma è stato un caso limite dove l'unica persona a credere in ciò che stavo combinando era mio padre: l'editore l'aveva definito un "suicidio". Il compositore pensava fossi impazzito. Amici e colleghi reagivano alla notizia con "Tutti e sessanta?!". Nonostante questo, nonostante lo sponsor (anche se tecnicamente è un pagamento all'editore), non mi sento di dire di avere pagato per pubblicare quella serie. Erano costi che non avrei mai potuto sostenere. Da lì in poi non mi risulta avere sborsato un euro per pubblicare qualcosa, anzi, dopo quella fortunata serie accadde l'esatto opposto. Ma sul "paga e pubblica" è difficile credere che un editore sappia da solo distinguere se una tal musica vale o non vale Ma sta scherzando? Un editore deve fare proprio questo. Selezionare, scommettere, investire. Altrimenti, per essere un editore, è sufficiente avere contatti con un paio di tipografie serie, due o tre tecnici audio e aziende che duplicano supporti ottici. Ma questa è rivendita al dettaglio.
regondi Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 14 Reputation: 0 Joined: 23/08/2011 Status: Offline Inviato 12 Settembre 2011 Quindi M° Porqueddu, da quello che afferma non è stato l'editore a scommettere sulla bontà del suo (immagino ottimo) lavoro ma qualcun altro: lei quindi o chi per lei, ha pagato la pubblicazione ed io sono assolutamente d'accordo. In questo modo la sua arte potrà circolare e se diverrà famoso considererà quei soldi spesi come un investimento.
Cristiano Porqueddu Inviato 12 Settembre 2011 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 12 Settembre 2011 Quindi M° Porqueddu, da quello che afferma non è stato l'editore a scommettere sulla bontà del suo (immagino ottimo) lavoro ma qualcun altro Io. lei quindi o chi per lei, ha pagato la pubblicazione ed io sono assolutamente d'accordo. No, non ho pagato di tasca e posso garantirle che, visti i costi, non avrei mai potuto procedere senza il sostegno degli sponsor. Quindi sì, l'editore è stato pagato ma non da me.
Angelo Gilardino Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Autore Inviato 12 Settembre 2011 Ciò che afferma il M°Ophee contraddice le affermazioni di Dralig. No, non le contraddice per niente. Matanya afferma che non ha mai pubblicato nulla che non lo convincesse per la sua qualità. Basta questo a dissipare ogni dubbio: l'editore, per prima cosa, deve credere nel valore di quello che stampa. Poi, si possono dare molti casi specifici. Per esempio, esistono delle istituzioni che sovvenzionano la pubblicazione di determinate opere - un noto editore di musica per chitarra ha lavorato per 20 anni grazie ai finanziamenti di un ente statale - e questo indubbiamente facilita le cose, ma è ben diverso dal caso di editori che pubblicano a pagamento senza filtrare le opere e dando alle stampe anche dell'immondizia musicale solo perché gli autori sono disposti ad assumersene l'onere. Matanya - lo so per certo - ha rifiutato composizioni di autori già "famosi" e ha pubblicato opere di autori sconosciuti unicamente in base a un criterio meritocratico, senza ricavarne alcun profitto. Rileggendo un Fronimo di moti anni fa ho trovato un feroce battibecco tra i due con la musica di Giuliani oggetto del contendere. Anche in quell'occasione il M° Gilardino dava del "John Wayne" a Ophee per il modo suo modo di fare ricerca storica. Scusi, che cosa c'entra questo con l'argomento in discussione? A quale scopo citarlo? Ma sul "paga e pubblica" è difficile credere che un editore sappia da solo distinguere se una tal musica vale o non vale, quindi di certo si affida ad esperti. E' difficile crederlo, ed è anche sbagliato: infatti, gli editori - tolti i casi di case editrici rette da una sola persona, che fa tutto da sé - si affidano a dei consulenti, chiamati lettori, i quali hanno il compito di leggere (per l'appunto) le musiche inviate dagli autori e di redigere delle relazioni, nelle quali, contrariamente a quello che si crede, non devono mai indicare se sono favorevoli e contrari alla pubblicazione, ma solo fornire indicazioni precise e dettagliate in riferimento a determinati parametri. Io ho svolto questo lavoro per 40 anni. dralig
Alfredo Franco Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 84 Content Count: 1188 Reputation: 77 Joined: 03/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 12 Settembre 2011 Ma infatti a cosa serve oggi un editore se non a raggiungere un vasto numero di potenziali lettori? A farsi stampare la musica no, perchè quella me la stampo io, e se sono in grado di fare un lavoro graficamente plausibile ottengo anche un risultato migliore di certa roba che è spacciata come "edita da una casa editrice"! Credo che le tecnologie digitali abbiano abbassato i costi anche per gli editori, no? Ma stanno tutti a piangere miseria...
Angelo Gilardino Inviato 12 Settembre 2011 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Autore Inviato 12 Settembre 2011 [ e allora oggi un editore a cosa serve se non è nemmeno in grado di fare della promozione? se mi dovessi in futuro affidare ad un editore che sono certo 1- mi spellerà la metà dei miei diritti, 2 - non mi paga (e non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di farlo perchè ormai va di moda così), 3 - non mi darà anticipi (perchè c'è la crisi), 4- mi darà la miseria sulle copie e pretende di avere come unico dovere di stampare 300 copie (e spesso le dispense che circolano in università sono rilegate e confezionate meglio) per campare e fare il catalogo...se questo è lo stato dell'arte editoriale penso che un compositore debba cominciare a prendere in considerazione seriamente altre strade. Altro che compositore ignorante. Voi editori potete scegliere. Lei può liberamente decidere di non pubblicare un compositore ignorante, ma io come autore non potrò mai ovviare ai suoi impegni tra cui rientra quello della promozione. Altrimenti ogni compositore potrebbe benissimo diventare l'editore di se stesso. Si apre una partita iva fa quattro calcoli spende quelle 100 euro che spenderebbe un editore per la stampa e il resto (se non fa promozione che è l'unico ambito in cui serve la professione dell'editore con il suo bel database di contatti accumulato in anni di esperienza) sono tutte beghe burocratiche. Un editore ha il dovere di fare della promozione per un suo autore, supportandolo presso canali che il compositore spesso (quasi sempre) non è in grado di raggiungere. Questo tipo di editore lo hanno - se non proprio creato, certo alimentato, gli autori fasulli che hanno contratto mutui in banca per finanziare la pubblicazione delle loro opere fasulle. Una riflessione come quella che fa Lei, da parte di un autore giovane, è sicuramente opportuna. Non devono esistere solo gli editori che scelgono gli autori validi, ma anche gli autori validi che scelgono gli editori capaci: tutto il resto - sedicenti autori che ingrassano sedicenti editori - è un inutile trambusto. dralig
Cristiano Porqueddu Inviato 12 Settembre 2011 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 12 Settembre 2011 Questo tipo di editore lo hanno - se non proprio creato, certo alimentato, gli autori fasulli che hanno contratto mutui in banca per finanziare la pubblicazione delle loro opere fasulle. Vero. Ma è anche vero che quelle cifre bastava non accettarle.
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