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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Privatisti ai corsi preaccademici: non ci capisco più nulla.


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Riconoscerà, caro Raffaele, che il suo è un caso che per quanta diffusione possa avere, non si può certamente definire uno standard...è un episodio pittoresco. Inoltre il "colloquio" a cui si faceva riferimento è quello che normalmente si svolge nelle istituzioni estere (o in alcune serie strutture private Italiane), secondo il quale, oltre il curriculum si cerca di capire, soprattutto nel caso di insegnamento a ragazzini in età pre-adolescenziale, se la persona ha le competenze e lo spessore umano per prendersi carico di questa grande responsabilità...invece di sfogliare la cartella degli attestati di fantomatici concerti e la raccolta "Mulino Bianco" dei punti in graduatoria.

Il Suo era un colloquio conclusivo di un percorso già definito, non un elemento decisivo per il reclutamento...difatti il grottesco episodio, per Sua fortuna, non ha precluso la Sua assunzione!

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Riconoscerà, caro Raffaele, che il suo è un caso che per quanta diffusione possa avere, non si può certamente definire uno standard...è un episodio pittoresco. Inoltre il "colloquio" a cui si faceva riferimento è quello che normalmente si svolge nelle istituzioni estere (o in alcune serie strutture private Italiane), secondo il quale, oltre il curriculum si cerca di capire, soprattutto nel caso di insegnamento a ragazzini in età pre-adolescenziale, se la persona ha le competenze e lo spessore umano per prendersi carico di questa grande responsabilità...invece di sfogliare la cartella degli attestati di fantomatici concerti e la raccolta "Mulino Bianco" dei punti in graduatoria.

Il Suo era un colloquio conclusivo di un percorso già definito, non un elemento decisivo per il reclutamento...difatti il grottesco episodio, per Sua fortuna, non ha precluso la Sua assunzione!

 

 

Eugenio, io non posso che ringraziarti di augurarmi buona fortuna,perchè il mio grottesco episodio,non mi ha precluso il posto,grazie. Io, ti leggo da poco nel forum e ti ho visto nelle tue organizzazioni(vedi il concorso),e apprezzo quello che fai,perchè lo fai con coscienza di cose. E sono sicuro che hai capito che il mio intervento era un esempio e basta. A me sinceramente di avere diffusione,non è proprio il mio caso,questo significa che non mi conosci e posso capirlo,non ci siamo mai visti. Pensi davvero che non ho capito il "colloquio" di lavoro?E pensi davvero che ho il posto perchè le gambe della collega brillavano?

ciao Raffaele i.

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Tutti i colleghi dell'indirizzo musicale non ne hanno sicuramente bisogno, ma queste sono le indicazioni ministeriali su cui, noi docenti di questo segmento, dobbiamo/possiamo compiere la "magia".. di costruire un percorso strumentale/musicale:

 

Chitarra:

• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...).

Alla fine del triennio gli allievi dovranno saper eseguire con consapevolezza brani solistici e d'insieme appartenenti a diversi generi, epoche, stili, di difficoltà tecnica adeguata al percorso compiuto.

Il livello minimo che l'allievo dovrà aver acquisito prevede la capacità di eseguire brani solistici nelle tonalità più agevoli, almeno a due voci, anche con semplici cambi di posizioni, contenenti le principali figurazioni ritmiche.

 

 

da quel che potete vedere le interpretazioni potrebbero essere molteplici se non fosse ovviamente che bisogna tenere conto delle altre (importanti) indicazioni generali che operano nel contesto del segmento specifico della scuola secondaria, di cui inserisco il solo link per chi ha voglia/interesse di leggerle.

 

http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dmmusic.html

 

buona giornata

m

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Tutti i colleghi dell'indirizzo musicale non ne hanno sicuramente bisogno, ma queste sono le indicazioni ministeriali su cui, noi docenti di questo segmento, dobbiamo/possiamo compiere la "magia".. di costruire un percorso strumentale/musicale:

 

Chitarra:

• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...).

Alla fine del triennio gli allievi dovranno saper eseguire con consapevolezza brani solistici e d'insieme appartenenti a diversi generi, epoche, stili, di difficoltà tecnica adeguata al percorso compiuto.

Il livello minimo che l'allievo dovrà aver acquisito prevede la capacità di eseguire brani solistici nelle tonalità più agevoli, almeno a due voci, anche con semplici cambi di posizioni, contenenti le principali figurazioni ritmiche.

 

 

da quel che potete vedere le interpretazioni potrebbero essere molteplici se non fosse che ovviamente bisogna tenere conto nello specifico, delle altre indicazioni generali che operano nel contesto del segmento specifico della scuola secondaria, di cui inserisco il solo link per chi ha voglia/interesse di leggerle.

 

http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dmmusic.html

 

buona giornata

m

 

Marcello hai colto nel punto del post.

Dobbiamo noi docenti di strumento crearci un programma, proprio come stanno facendo i docenti dei corsi preaccademici e accademici,che porti i nostri discenti al conseguimento della consapevolezza chitarristica.

E da qui che nasce la strada del chitarrista e resta a noi fargliela scegliere nel miglior modo possibile.

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Tutti i colleghi dell'indirizzo musicale non ne hanno sicuramente bisogno, ma queste sono le indicazioni ministeriali su cui, noi docenti di questo segmento, dobbiamo/possiamo compiere la "magia".. di costruire un percorso strumentale/musicale:

 

Chitarra:

• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...).

Alla fine del triennio gli allievi dovranno saper eseguire con consapevolezza brani solistici e d'insieme appartenenti a diversi generi, epoche, stili, di difficoltà tecnica adeguata al percorso compiuto.

Il livello minimo che l'allievo dovrà aver acquisito prevede la capacità di eseguire brani solistici nelle tonalità più agevoli, almeno a due voci, anche con semplici cambi di posizioni, contenenti le principali figurazioni ritmiche.

 

 

da quel che potete vedere le interpretazioni potrebbero essere molteplici se non fosse che ovviamente bisogna tenere conto nello specifico, delle altre indicazioni generali che operano nel contesto del segmento specifico della scuola secondaria, di cui inserisco il solo link per chi ha voglia/interesse di leggerle.

 

http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dmmusic.html

 

buona giornata

m

 

Marcello hai colto nel punto del post.

Dobbiamo noi docenti di strumento crearci un programma, proprio come stanno facendo i docenti dei corsi preaccademici e accademici,che porti i nostri discenti al conseguimento della consapevolezza chitarristica.

E da qui che nasce la strada del chitarrista e resta a noi fargliela scegliere nel miglior modo possibile.

 

 

Si Raffaele, questo si, ma attento, non siamo "ancora" in un Conservatorio.. (non mi fraintendere)..e comunque ogni bravo insegnante ha il suo "programma" modulato sulle indicazioni del decreto (e non). Tutti i miei allievi alla fine del triennio della mia scuola hanno ben chiaro cosa è la chitarra "classica" ti posso assicurare.. ma non è questo il punto..ancora!.

 

Le indicazioni generali estrapolate dal decreto sono" chiarissime", poi se in una classe (e accade spesso) operando con qualità e stimolando gli alunni/allievi si riesce ad andare oltre valorizzando le "eccellenze" non credo sia un problema..ma.."tutti"..dico tutti, devono raggiungere un livello minimo che non è quello necessariamente di accedere ai corsi pre-accademici..sarebbe come se tutti , terminata la scuola secondaria si iscrivessero soltanto al liceo classico (uno a caso)..che non sarebbe male di questi tempi..

 

1. Indicazioni generali.

 

L'insegnamento strumentale costituisce integrazione interdisciplinare ed arricchimento dell'insegnamento obbligatorio dell'educazione musicale nel più ampio quadro delle finalità della scuola media e del progetto complessivo di formazione della persona.

 

Esso concorre, pertanto, alla più consapevole appropriazione del linguaggio musicale, di cui fornisce all'alunno preadolescente una piena conoscenza, integrando i suoi aspetti tecnico pratici con quelli teorici, lessicali, storici e culturali che insieme costituiscono la complessiva valenza dell'educazione musicale; orienta quindi le finalità di quest'ultima anche in funzione di un più adeguato apporto alle specifiche finalità dell'insegnamento strumentale stesso.

 

La musica e la sua evoluzione linguistica hanno avuto, e continuano ad avere, nel loro divenire, frequenti momenti di incontro con le discipline letterarie, scientifiche e storiche. L'indirizzo musicale richiede quindi che l'ambito in cui si realizza offra un'adeguata condizione metodologica di interdisciplinarità: l'educazione musicale e la pratica strumentale vengono così posti in costante rapporto con l'insieme dei campi del sapere.

 

La musica viene in tal modo liberata da quell'aspetto di separatezza che l'ha spesso penalizzata e viene resa esplicita la dimensione sociale e culturale dell'evento musicale.

 

Sviluppare l'insegnamento musicale significa fornire agli alunni, destinati a crescere in un mondo fortemente segnato dalla presenza della musica come veicolo di comunicazione, spesso soltanto subita, una maggiore capacità di lettura attiva e critica del reale, una ulteriore possibilità di conoscenza, espressione e coscienza, razionale ed emotiva, di sé.

 

Obiettivo del corso triennale, quindi, una volta fornita una completa e consapevole alfabetizzazione musicale, è porre alcuni traguardi essenziali che dovranno essere da tutti raggiunti. Il rispetto delle finalità generali di carattere orientativo della scuola media non esclude la valorizzazione delle eccellenze.

 

Adeguata attenzione viene riservata a quegli aspetti del far musica, come la pratica corale e strumentale di insieme, che pongono il preadolescente in relazione consapevole e fattiva con altri soggetti.

 

L'autonomia scolastica potrà garantire ulteriori possibilità di approfondimento e sviluppo anche nella prospettiva di rendere l'esperienza musicale funzionale o propedeutica alla prosecuzione degli studi, nonché alla diffusione della cultura musicale nel territorio, in modo da rafforzare il ruolo della scuola come luogo di aggregazione e diffusione di saperi e competenze.

 

 

 

per quanto mi riguarda manca una parola magica nel decreto:

appassionare i ragazzi alla "musica"..

quella è la mia fondamentale preoccupazione..insegnare a suonare soltanto è .. meno difficile..

 

m

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Caro Raffaele

le allusioni che mi ha attribuito non hanno mai sfiorato la mia mente; perchè la presenza della "scosciata" avrebbe dovuto favorire il Suo colloquio!? Non ho mai scritto nè inteso questo, mi sembrava abbastanza chiaro che mi riferivo al peso che il colloquio dovrebbe avere nell'assunzione di un nuovo docente, cosa che non ha avuto (a prescindere dalle circostanze da Lei descritte) nè nel suo nè in quello di nessun altro docente di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, assunto mediante graduatoria di merito, concorso o altro iter nel quale il colloquio finale ha un carattere puramente formale.

La ringrazio in ogni caso dei complimenti per le mie attività, delle quali Lei è stato, anche se non fisicamente, gradito partecipante.

 

In riferimento ai requisiti ministeriali perentoriamente riportati da Marcello Rivelli, senza fare di un'erba un fascio, riporto punto per punto sunti tratti da testimonianze verbali di studenti di chitarra di SMIM (i compagni di classe di mia figlia ad esempio, o alunni che hanno partecipato al concorso regionale "Maria Russo Spena" organizzato dal Comune di Acerra che ho potuto ascoltare ed incontrare) e testimonianze pratiche di ex alunni di queste scuole che hanno proseguito gli studi:

 

• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

- lasciando stare i cambiamenti timbrici e dinamici, molti ragazzi suonano senza conoscere la differenza tra i due tocchi, adottandone quindi sempre uno solo dei 2 e spesso usando la metà delle dita a disposizione della mano destra....

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

- accordo = plettro...brutto da dirsi, ma è così e chi lo nega comincia a vedere la punta del proprio naso...

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

- vedi il discorso sul numero di dita utilizzate...un punto su cui, ho notato anche con i miei allievi, ci sarebbe un bel lavoro da fare per acquisire la giusta padronanza...

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

- un "must"...accordi impropri di 7 maggiore o sostenuti pur di non inserire giri armonici che prevedono la barra...

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

- non pervenuto...nel senso che sono veramente pochi quelli che, consapevolmente, fanno un cambio di posizione per fluidificare i passaggi di un fraseggio

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

- 2 dita della mano destra (p,i oppure i,m ma molto spesso solo p...) e quelle della mano sinistra "come mi viene più facile"...

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...)

- ne vogliamo parlare?

 

ripeto che ovviamente il discorso non intende nè affossare la categoria tanto meno sparare a zero sui ragazzi, ma oltre la metà degli studenti hanno queste caratteristiche e la motivazione sta secondo me nelle considerazioni espresse da Giorgio sugli "obiettivi" e le "finalità" di questi corsi, che se il docente non è molto in gamba nella stimolazione di ragazzini che fondamentalmente non sanno ancora se la musica farà parte della propria vita, e se la trovano lì tra le materie curriculari, cioè quelle che bisogna fare per forza, rischia di diventare un percorso finalizzato a quella decina di esibizioni orchestrali pubbliche rivolte essenzialmente ai propri familiari. Negare questa realtà sarebbe ipocrita, tanto quanto non ammettere che ci sono docenti molto molto bravi che riescono ad incuriosire i ragazzi e a dargli non solo i requisiti richiesti ma a volte anche la voglia di proseguire con passione.

Quello su cui vorrei ancora porre l'attenzione è la differenza sostanziale dei requisiti che lo stesso Ministero richiede al termine di un percorso della stessa durata (3 anni) con le stesse ore di lezione; alla fine del primo livello dei corsi Preaccademici sono richiesti ben altri requisiti da ottenere nello stesso tempo, il che lascia intendere che si tratta di 2 percorsi "compatibili" ovvero uno integrativo dell'altro, che potrebbero essere eseguiti anche insieme...Ma allora che senso ha questa riforma? Se il concetto era quello di sostituire i 10 anni del vecchio ordinamento con 3 anni della SMIM 5 del Liceo Musicale e 3 del Triennio di I livello, con la possibilità della specializzazione (per il momento sperimentale) del II livello, invece di istituire gli illegalissimi corsi preaccademici, non sarebbe più intelligente e stimolante, oltre premere per l'apertura di nuovi licie e nuove SMIM, dare una svolta a questi programmi? Rendere questo corso qualcosa di più della ludoteca musicale nella quale in moltissimi casi, e non solo per colpa dei docenti, si trasforma? La possibilità ad esempio, di escludere un ragazzo che non abbia raggiunto gli obiettivi minimi richiesti dopo il primo anno di studio, dall'indirizzo musicale? Abolire l'idiozia dilagante nella stragrande maggioranza delle scuole, di avere la Sezione ad Indirizzo Musicale, cioè una sezione composta da tutti i ragazzi che frequentano il corso dei vari strumenti e distribuire invece gli stessi normalmente nelle varie sezioni? In questo modo, un ragazzo che non mostra nè talento nè volontà di proseguire il percorso strumentale, potrebbe esserne escluso senza essere costretto a cambiare sezione. Se si lavorasse seriamente in questa direzione la SMIM potrebbe essere molto di più di quello che già è, e le famiglie avrebbero la certezza di far affrontare ai propri ragazzi un percorso serio al termine del quale si potrebbero tirare delle somme realistiche e non i soliti "la ragazza è portata...può coninuare gli studi..." ; ed ho dovuto aspettare 3 anni per sapere che mia faglia ha un naturale portamento per la musica o per uno strumento? Io dopo 3 anni vorrei qualcosina in più...

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Caro Raffaele

le allusioni che mi ha attribuito non hanno mai sfiorato la mia mente; perchè la presenza della "scosciata" avrebbe dovuto favorire il Suo colloquio!? Non ho mai scritto nè inteso questo, mi sembrava abbastanza chiaro che mi riferivo al peso che il colloquio dovrebbe avere nell'assunzione di un nuovo docente, cosa che non ha avuto (a prescindere dalle circostanze da Lei descritte) nè nel suo nè in quello di nessun altro docente di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, assunto mediante graduatoria di merito, concorso o altro iter nel quale il colloquio finale ha un carattere puramente formale.

La ringrazio in ogni caso dei complimenti per le mie attività, delle quali Lei è stato, anche se non fisicamente, gradito partecipante.

 

In riferimento ai requisiti ministeriali perentoriamente riportati da Marcello Rivelli, senza fare di un'erba un fascio, riporto punto per punto sunti tratti da testimonianze verbali di studenti di chitarra di SMIM (i compagni di classe di mia figlia ad esempio, o alunni che hanno partecipato al concorso regionale "Maria Russo Spena" organizzato dal Comune di Acerra che ho potuto ascoltare ed incontrare) e testimonianze pratiche di ex alunni di queste scuole che hanno proseguito gli studi:

 

• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

- lasciando stare i cambiamenti timbrici e dinamici, molti ragazzi suonano senza conoscere la differenza tra i due tocchi, adottandone quindi sempre uno solo dei 2 e spesso usando la metà delle dita a disposizione della mano destra....

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

- accordo = plettro...brutto da dirsi, ma è così e chi lo nega comincia a vedere la punta del proprio naso...

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

- vedi il discorso sul numero di dita utilizzate...un punto su cui, ho notato anche con i miei allievi, ci sarebbe un bel lavoro da fare per acquisire la giusta padronanza...

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

- un "must"...accordi impropri di 7 maggiore o sostenuti pur di non inserire giri armonici che prevedono la barra...

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

- non pervenuto...nel senso che sono veramente pochi quelli che, consapevolmente, fanno un cambio di posizione per fluidificare i passaggi di un fraseggio

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

- 2 dita della mano destra (p,i oppure i,m ma molto spesso solo p...) e quelle della mano sinistra "come mi viene più facile"...

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...)

- ne vogliamo parlare?

 

ripeto che ovviamente il discorso non intende nè affossare la categoria tanto meno sparare a zero sui ragazzi, ma oltre la metà degli studenti hanno queste caratteristiche e la motivazione sta secondo me nelle considerazioni espresse da Giorgio sugli "obiettivi" e le "finalità" di questi corsi, che se il docente non è molto in gamba nella stimolazione di ragazzini che fondamentalmente non sanno ancora se la musica farà parte della propria vita, e se la trovano lì tra le materie curriculari, cioè quelle che bisogna fare per forza, rischia di diventare un percorso finalizzato a quella decina di esibizioni orchestrali pubbliche rivolte essenzialmente ai propri familiari. Negare questa realtà sarebbe ipocrita, tanto quanto non ammettere che ci sono docenti molto molto bravi che riescono ad incuriosire i ragazzi e a dargli non solo i requisiti richiesti ma a volte anche la voglia di proseguire con passione.

Quello su cui vorrei ancora porre l'attenzione è la differenza sostanziale dei requisiti che lo stesso Ministero richiede al termine di un percorso della stessa durata (3 anni) con le stesse ore di lezione; alla fine del primo livello dei corsi Preaccademici sono richiesti ben altri requisiti da ottenere nello stesso tempo, il che lascia intendere che si tratta di 2 percorsi "compatibili" ovvero uno integrativo dell'altro, che potrebbero essere eseguiti anche insieme...Ma allora che senso ha questa riforma? Se il concetto era quello di sostituire i 10 anni del vecchio ordinamento con 3 anni della SMIM 5 del Liceo Musicale e 3 del Triennio di I livello, con la possibilità della specializzazione (per il momento sperimentale) del II livello, invece di istituire gli illegalissimi corsi preaccademici, non sarebbe più intelligente e stimolante, oltre premere per l'apertura di nuovi licie e nuove SMIM, dare una svolta a questi programmi? Rendere questo corso qualcosa di più della ludoteca musicale nella quale in moltissimi casi, e non solo per colpa dei docenti, si trasforma? La possibilità ad esempio, di escludere un ragazzo che non abbia raggiunto gli obiettivi minimi richiesti dopo il primo anno di studio, dall'indirizzo musicale? Abolire l'idiozia dilagante nella stragrande maggioranza delle scuole, di avere la Sezione adi Indirizzo Musicale, cioè una sezione composta da tutti i ragazzi che frequentano il corso dei vari strumenti e distribuire invece gli stessi normalmente nelle varie sezioni? In questo modo, un ragazzo che non mostra nè talento nè volontà di proseguire il percorso strumentale, potrebbe esserne escluso senza essere costretto a cambiare sezione. Se si lavorasse seriamente in questa direzione la SMIM potrebbe essere molto di più di quello che già è, e i ragazzi avrebbero le famiglie avrebbero la certezza di far affrontare ai propri ragazzi un percorso serio al termine del quale si potrebbero tirare delle somme realistiche e non i soliti "la ragazza è portata...può coninuare gli studi..." ; ed ho dovuto aspettare 3 anni per sapere che mia faglia ha un naturale portamento per la musica o per uno strumento? Io dopo 3 anni vorrei qualcosina in più...

 

E' proprio questo che intendo io,il programma lo dobbiamo costruire noi docenti, proprio come fanno i docenti dei conservatori,il programma menzionato del decreto è pieno di attività e resta a noi estrapolarne un programma che si adatti a ragazzini di 10/11 anni.In questo chiamo in causa il corso preaccademico, perchè (con le giuste differenze,ambientazione,scuola,ecc..)illegale o no, ogni conservatorio si è costruito un programma ,noi delle scuola medie Smim, lo abbiamo fatto?I ragazzi delle scuole SMim non hanno mai avuto un programma è questo il grande difetto , secondo me.

Eugenio, per me fare complimenti a persone che agiscono in favore della chitarra,non mi è mai di peso.Anzi.

Appoggio anche il fatto,che le scuole Smim e i Licei ,ce ne debbero stare molte di più, ma che li apre deve capire che esse hanno bisogno di un programma,e non aprirle e basta per cancellare la disoccupazione(che è sempre una cosa positiva).

ciao Raffaele

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Caro Raffaele

le allusioni che mi ha attribuito non hanno mai sfiorato la mia mente; perchè la presenza della "scosciata" avrebbe dovuto favorire il Suo colloquio!? Non ho mai scritto nè inteso questo, mi sembrava abbastanza chiaro che mi riferivo al peso che il colloquio dovrebbe avere nell'assunzione di un nuovo docente, cosa che non ha avuto (a prescindere dalle circostanze da Lei descritte) nè nel suo nè in quello di nessun altro docente di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, assunto mediante graduatoria di merito, concorso o altro iter nel quale il colloquio finale ha un carattere puramente formale.

La ringrazio in ogni caso dei complimenti per le mie attività, delle quali Lei è stato, anche se non fisicamente, gradito partecipante.

 

In riferimento ai requisiti ministeriali perentoriamente riportati da Marcello Rivelli, senza fare di un'erba un fascio, riporto punto per punto sunti tratti da testimonianze verbali di studenti di chitarra di SMIM (i compagni di classe di mia figlia ad esempio, o alunni che hanno partecipato al concorso regionale "Maria Russo Spena" organizzato dal Comune di Acerra che ho potuto ascoltare ed incontrare) e testimonianze pratiche di ex alunni di queste scuole che hanno proseguito gli studi:

 

• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

- lasciando stare i cambiamenti timbrici e dinamici, molti ragazzi suonano senza conoscere la differenza tra i due tocchi, adottandone quindi sempre uno solo dei 2 e spesso usando la metà delle dita a disposizione della mano destra....

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

- accordo = plettro...brutto da dirsi, ma è così e chi lo nega comincia a vedere la punta del proprio naso...

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

- vedi il discorso sul numero di dita utilizzate...un punto su cui, ho notato anche con i miei allievi, ci sarebbe un bel lavoro da fare per acquisire la giusta padronanza...

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

- un "must"...accordi impropri di 7 maggiore o sostenuti pur di non inserire giri armonici che prevedono la barra...

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

- non pervenuto...nel senso che sono veramente pochi quelli che, consapevolmente, fanno un cambio di posizione per fluidificare i passaggi di un fraseggio

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

- 2 dita della mano destra (p,i oppure i,m ma molto spesso solo p...) e quelle della mano sinistra "come mi viene più facile"...

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...)

- ne vogliamo parlare?

 

ripeto che ovviamente il discorso non intende nè affossare la categoria tanto meno sparare a zero sui ragazzi, ma oltre la metà degli studenti hanno queste caratteristiche e la motivazione sta secondo me nelle considerazioni espresse da Giorgio sugli "obiettivi" e le "finalità" di questi corsi, che se il docente non è molto in gamba nella stimolazione di ragazzini che fondamentalmente non sanno ancora se la musica farà parte della propria vita, e se la trovano lì tra le materie curriculari, cioè quelle che bisogna fare per forza, rischia di diventare un percorso finalizzato a quella decina di esibizioni orchestrali pubbliche rivolte essenzialmente ai propri familiari. Negare questa realtà sarebbe ipocrita, tanto quanto non ammettere che ci sono docenti molto molto bravi che riescono ad incuriosire i ragazzi e a dargli non solo i requisiti richiesti ma a volte anche la voglia di proseguire con passione.

Quello su cui vorrei ancora porre l'attenzione è la differenza sostanziale dei requisiti che lo stesso Ministero richiede al termine di un percorso della stessa durata (3 anni) con le stesse ore di lezione; alla fine del primo livello dei corsi Preaccademici sono richiesti ben altri requisiti da ottenere nello stesso tempo, il che lascia intendere che si tratta di 2 percorsi "compatibili" ovvero uno integrativo dell'altro, che potrebbero essere eseguiti anche insieme...Ma allora che senso ha questa riforma? Se il concetto era quello di sostituire i 10 anni del vecchio ordinamento con 3 anni della SMIM 5 del Liceo Musicale e 3 del Triennio di I livello, con la possibilità della specializzazione (per il momento sperimentale) del II livello, invece di istituire gli illegalissimi corsi preaccademici, non sarebbe più intelligente e stimolante, oltre premere per l'apertura di nuovi licie e nuove SMIM, dare una svolta a questi programmi? Rendere questo corso qualcosa di più della ludoteca musicale nella quale in moltissimi casi, e non solo per colpa dei docenti, si trasforma? La possibilità ad esempio, di escludere un ragazzo che non abbia raggiunto gli obiettivi minimi richiesti dopo il primo anno di studio, dall'indirizzo musicale? Abolire l'idiozia dilagante nella stragrande maggioranza delle scuole, di avere la Sezione ad Indirizzo Musicale, cioè una sezione composta da tutti i ragazzi che frequentano il corso dei vari strumenti e distribuire invece gli stessi normalmente nelle varie sezioni? In questo modo, un ragazzo che non mostra nè talento nè volontà di proseguire il percorso strumentale, potrebbe esserne escluso senza essere costretto a cambiare sezione. Se si lavorasse seriamente in questa direzione la SMIM potrebbe essere molto di più di quello che già è, e le famiglie avrebbero la certezza di far affrontare ai propri ragazzi un percorso serio al termine del quale si potrebbero tirare delle somme realistiche e non i soliti "la ragazza è portata...può coninuare gli studi..." ; ed ho dovuto aspettare 3 anni per sapere che mia faglia ha un naturale portamento per la musica o per uno strumento? Io dopo 3 anni vorrei qualcosina in più...

 

 

 

Il problema fondamentale, come del resto in ogni struttura per me, che sia scuola secondaria, corsi pre-accademici o Conservatorio resta l'insegnante.

Se lei ha riscontrato quei problemi prof. Silva in merito alla declinazione di quelle essenziali voci del programma ministeriale, dipende esclusivamente dal "docente" in questione.

Non mi è mai accaduto personalmente.. e i miei allievi non sono morti facendo gli studi di Sor, Giuliani Carcassi e altro..spesso muoiono gli insegnanti invece..prima ancora di insegnare..nel senso che gli è già passata la voglia e l'entusiasmo..l'unica cosa a cui spesso sono interessati (non tutti ovviamente, grazie al cielo) è quella cosa che accade ogni mese in un dato giorno..poi..

 

buona giornata

m

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Caro Marcello

mi chiami pure Eugenio, non sono Porfessore...sono solo un insegnante di chitarra.

 

Sarei bugiardo a negare di aver avuto queste tristi esperienze, in altri casi purtroppo ho avuto riscontri molto più deprimenti, di Professori che proponevano ai propri alunni lezioni private a cifre esorbitanti...ma questo, Marcello, condivido con Lei che sia piena responsabilità del docente.

 

Non del tutto invece lo è secondo me il risultato ottenuto dalla media degli allievi di SMIM...c'è chi, come abbiamo avuto la fortuna di leggere proprio su questo forum, conclude il proprio percorso con un esame comprensivo di studi contemporanei come quelli d Gilardino, mostrando maturità e crescita sia stilistica che strumentale, chi, diciamocelo onestamente, poco differisce sia strumentalmente che musicalmente dal ragazzino che 3 anni prima acquistava speranzoso lo strumento. Questo è normale? Non credo. Io credo che se lo strumento è una materia curriculare debba avere il suo peso nel percorso che i ragazzi scelgono di seguire, e che se è il caso, debba uscirne fuori. Dovrebbe altresì avere programmi di riferimento più chiari e dettagliati e soprattutto requisiti e competenze da acquisire più stringenti e consistenti in rapporto al periodo di studio di 3 anni.

Mia figlia ha avuto 10 in violino ed ha concluso oggi, che ha 13 anni, il suo percorso acclamata dal suo professore come "la migliore allieva da circa 10 anni a questa parte". Quando si è trovata a fare un concorso a livello regionale (quindi non di elevatissimo livello) sotto mio sprone, si è vista scavalcare dai ragazzini della sua stessa età tanto quanto da bambini sotto i 10 anni, che con un paio d'anni di studio serio alle spalle, mostravano di avere una padronanza ed una maturità sullo strumento assolutamente coerente. Il suo commento, al termine delle audizioni per il violino è stato: "ma se il mio prof. ha detto che io sono la sua migliore allieva da 10 anni a questa parte, a chi ha fatto lezione in precedenza, a delle capre?" ...come già scritto in precedenza "gli allievi non sono stupidi"!

Non posso però dire che sia responsabilità solo del suo professore. Credo che abbia sbagliato, indubbiamente, la sua valutazione riferita probabilmente più alle potenzialità della ragazza che ai risultati effettivamente raggiunti, ma se gli altri ragazzi, rispetto ad un programma non ben definito, alle difficoltà tecniche da superare e al fatto che tutto sommato quelle 2 ore in più a settimana ci vengono gratis, hanno un atteggiamento un pò refrattario anche il professore può trovarsi spaesato, senza poter contare nè su una voce in capitolo seria in consiglio di classe, nè su un programma solido alle spalle, nè su un'Istituzione Ministeriale che gli chieda qualcosa in più...ingiustificabile è chi aspetta il 27 del mese leggendo il giornale e asoltando musica su youtube mentre i ragazzi fanno "salotto", ma come in una squadra di calcio, la Società forte alle spalle fa sempre una bella differenza...

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Ospite Bernardo Gui
• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

- lasciando stare i cambiamenti timbrici e dinamici, molti ragazzi suonano senza conoscere la differenza tra i due tocchi, adottandone quindi sempre uno solo dei 2 e spesso usando la metà delle dita a disposizione della mano destra....

• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

- accordo = plettro...brutto da dirsi, ma è così e chi lo nega comincia a vedere la punta del proprio naso...

• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

- vedi il discorso sul numero di dita utilizzate...un punto su cui, ho notato anche con i miei allievi, ci sarebbe un bel lavoro da fare per acquisire la giusta padronanza...

• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barree;

- un "must"...accordi impropri di 7 maggiore o sostenuti pur di non inserire giri armonici che prevedono la barra...

• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

- non pervenuto...nel senso che sono veramente pochi quelli che, consapevolmente, fanno un cambio di posizione per fluidificare i passaggi di un fraseggio

• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

- 2 dita della mano destra (p,i oppure i,m ma molto spesso solo p...) e quelle della mano sinistra "come mi viene più facile"...

• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento (pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legatistaccati, ecc...)

- ne vogliamo parlare?

 

 

Lo dico perché altrimenti poi qualcuno pensa che noi prof degli Indirizzi Musicali si sia dei deficienti che fanno suonare De André: dalle mie parti la media dei ragazzini in terza non è affatto così avvilente, anzi. Non sto parlando di eccellenze sporadiche, ma - ripeto - della media.

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