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Cristiano Porqueddu

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  1. Volevi dire: "Grande.Giove."
  2. Le Nike produrrà davvero le scarpe "autolacci" di Marty McFly? Per chi non sapesse nulla in materia:
  3. E tu pensa che si fa a spinte per poter essere recensiti su un quotidiano con questa tiratura. Magari la recensione la scrive lo stesso "critico". T'immagini? Ecco qualcosa che il dott. Tortora potrebbe recensire: il campionato del mondo di risciacquo del naso. Complesso e musicalmente non banale. http://www.youtube.com/watch?v=p0KvaYem9Yo
  4. perchè non è la questione? io trovo scandaloso che uno debba per forza insegnare per guadagnare con la musica in Italia Scandaloso è un eufemismo. Se vuoi lavorare facendo musica sei costretto a dimenticarti di essere un creativo e devi imparare a sottostare ad una serie di dettami che con la musica hanno nulla a che vedere. Fare cassa. 300 euro da me, 300 da te, 300 dall'altro e così via. Niente di più niente di meno. Nel caso di musicisti - si fa per dire - butti giù una fila di note e poi compri lo spazio dall'editore. Mi perdonerete ma continuo a domandarmi a che cavolo serva un'operazione del genere. [OT] Quei soldi sarebbe meglio investirli con un circuito adwords di google (produce migliaia di clic unici al mese) per reindirizzare ad un proprio ehop gestito autonomamente. Apri un account Paypal, stampi un centinaio di copie con la cover a grammatura lievemente superiore rispetto alle pagine interne in una qualsiasi copisteria (anche online, i costi sono bassissimi) e quando arrivi ad avere un avanzo di 10-15 copie ne ordini altre 100. [/OT]
  5. Io penso che sia proprio questo il problema. L'editore che non fa più l'editore ma che vende spazio invece di scovare buoni scrittori/compositori. Voglio dire, così lo sanno fare tutti, no?
  6. E' la necessità della hit-parade che impazza sul web.
  7. Le Edizioni Bèrben di Ancona pubblicano il capolavoro per chitarra "Fantasia-Sonata" del compositore spagnolo Juan Manén (1883 - 1971). Si tratta dell'ultimo tassello della collana "Andrés Segovia Archive" edita da Angelo Gilardino e pubblicata interamente dalle stesse edizioni Bèrben. Come per tutte le composizioni appartenenti alla collana, è presente il manoscritto della composizione (a cui purtroppo manca l'ultima pagina). Per ordini e informazioni: http://www.berben.it
  8. Il collega Luigi Vedele, - che non è iscritto al Forum Italiano di Chitarra Classica ma ne legge i contenuti - mi ha inviato un suo intervento in merito al tema del Paga & Pubblica. Pubblico per lui questo testo e lo invito ad iscriversi per partecipare attivamente alle discussioni. CP ----------------------------------------------------------------------------- Post di Luigi Vedele Poiché mi pare che si parli nello specifico di Scuole Medie ad indirizzo musicale riporto l’articolo della tabella di valutazione dei titoli artistici che riguarda le pubblicazioni (il punteggio dei titoli artistici è ottenuto in base alla valutazione che un’apposita commissione, formata anche da docenti di conservatorio, attribuisce ai concerti, all’attività di direzione d’orchestra, ai premi nei concorsi, alle pubblicazioni ecc): TABELLA 3 (annessa quale Allegato 3 al D.D.G. 16 marzo 2007) III - TITOLI ARTISTICI (fino ad un massimo di punti 66) e) Composizioni, pubblicazioni, incisioni discografiche, studi e ricerche di carattere musicale, metodologico o relative alla didattica strumentale (per ciascun titolo e fino ad un massimo di punti 6) da punti 0,5 a punti 1. E’ evidente che per quanto uno si possa sbattere per pubblicare saggi, cd e altro non potrà ottenere più di 6 punti su un totale complessivo attribuibile di 66 punti nell’ambito dei titoli artistici (cioè meno del 10%). Un candidato, viceversa, potrà raggiungere il tetto dei 66 punti anche solamente con l’attività concertistica. Ai titoli artistici si aggiungono ovviamente quelli di studio e di servizio prestato. Dicendo che chi ha i soldi va avanti non soltanto si fa un’affermazione qualunquistica, ma si insultano tutti coloro (io sono tra questi) che insegnano in queste scuole. Nella provincia di Sassari posso assicurare che gli insegnanti che lavorano nelle SMIM (di ruolo e precari) sono generalmente preparati e ottimi musicisti e che le posizioni in graduatoria rispecchiano abbastanza fedelmente i valori in campo. Ovviamente ci sono molte cose, nel sistema di valutazione, che andrebbero modificate e migliorate (ad esempio criteri più certi e uniformi) ma questo non autorizza calunnie indiscriminate. Chi ravvisa errori all’atto della formazione/rinnovo di una graduatoria può fare ricorso all’USP (ex provveditorato), ma anche al TAR se necessario e, in casi di gravi negligenze o reati, può sporgere denuncia penale e civile o rivolgersi al giudice del lavoro. Cordialmente Luigi Vedele Fine post -----------------------------------------------------------------------------
  9. Salvo, ho ricevuto una marea di lamentele per questo post. Ho dovuto inoltrare una richiesta di ammonizione. Per favore, leggete il manifesto e attenzione che qualsiasi post di stampo razzista causa il ban a tempo indeterminato.
  10. No, intendevo sulle somme da pagare per avere un posto di lavoro nella scuola pubblica. Mi corregga: Pago per stampare un libro, lo uso nel curriculum e acquisisco punteggio. In buona sostanza, se ho una marea di soldi, divento un docente di primissimo grado. Che fortuna, essere l'allievo di un docente simile. Eppure, sarò pure un pazzo, ma c'è qualcosa che stona e, ripeto, avendo a disposizione - e non saperne che fare - le cifre descritte dall'inchiesta, le userei in modi molto diversi dallo stampare un libro/cd/spartito per i parenti e gli amici.
  11. credo sia prassi consolidata... Sono proprio fuori dal mondo. Devo assolutamente frequentare qualche meeting in più per aggiornarmi su queste pratiche.
  12. Io non ci sputerei sopra. Sulle ingenti somme di denaro da pagare per vedere pubblicato un proprio lavoro? Guardi, neanche io.
  13. Sì. Certo che è il caso. !! Mi mancava, questa, ma non mi sorprende più di tanto. Ho letto di faccende ben peggiori. Mica male però. Listino "500,00 EUR per esecuzione in un concerto pubblico qualsiasi. 1.000,00 EUR per una prima in festival con almeno dieci anni di storia. 2.000,00 EUR per una prima in festival con almeno vent'anni di storia. 3.000,00 EUR per inclusione in CD con tiratura locale-nazionale. 5.000,00 EUR per inclusione in CD con casa discografica internazionale." Tutto pagabile in comode rate. Dici che qualcuno ruba l'idea? A parte gli scherzi, nel tuo caso e considerato il futuro prossimo - molto prossimo - direi proprio che è il caso di insistere. Dacci dentro.
  14. Cioè? Pagano migliaia di euro per avere un posto da fame? Io li investirei in altro.
  15. Che coincidenza. Leggevo proprio stamane dl'inchiesta su Repubblica. E mi è subito venuta in mente la moda del Pagare X Pubblicare in gran voga non solo tra i compositori ma anche degli interpreti. Non è certo colpa dei primi o dei secondi (anche se mi domando a che cosa serva far stampare dietro pagamento) ma della scomparsa di quello che una volta si chiamava "Editore". Quella che il giornalista chiama "Vanity Press" è da vedere come una fobia più che una moda.
  16. Invece di partire da studi di 250 anni fa, io le consiglio di (ri)cominciare da ciò che la circonda con studi semplici ma di autori contemporanei.
  17. ma il problema è tutto qui! Lui è riuscito ad essere figlio del suo tempo rifiutando gran parte delle istanze moderniste che stavano sconvolgendo la musica. In due parole? aveva personalità! Oggi invece ci sono pseudo virtuosi che non desiderano altro che essere fagocitati dal mercato della decadente industria discografica e che suonano quasi sicuramente come vivono: senza idee, senza estetica, anzi, anestetizzati a dovere, dal conformismo più insulso. Quando si dice "lo faccio per mestiere".
  18. Infatti questo particolare sistema integra una versione Microsoft di qualche improbabile S.O. con le schermate e i suoni (inconfondibili) dei crash cari al sistema di Redmond. Ho visto funzionare un iPad 2 a Luglio e sono rimasto sorpreso soprattutto dalla risposta del sistema. Il biancore lucido (che noia) mi ha lasciato come al solito indifferente ma è innegabile una velocità operativa davvero impressionante. Peccato costi quanto un'intera console con 4 gb di ram, una scheda video di ultima generazione, un HD da 500 GB e una mobo con un dual core. Opterò, quando sarà ora, per il robot verde.
  19. Cristiano Porqueddu

    iBad

  20. Spanish classical guitar player Andres Segovia at the White House. See link for details of this Command performace; http://guitarsofspain.com/Guitar_magazine/32_02.htm
  21. Aggiungo, Alfredo. che esistono soggetti che sono alla ricerca di brani rigorosamente per "chitarra classica" (cit.) da suonare negli stadi.
  22. Un punto di vista che non comprendo: come si fa a sostenere che non sia un vettore di informazione? Un potenziale di milioni di lettori (per non parlare del fatto che se il proprio profilo Facebook è pubblico sono molti di più), un intercambio di dati, un contenitore di contatti praticamente senza fine. Per me - uso la mia esperienza perché è l'unica che posso documentare personalmente - è stata una vera manna. Direi che questa descrizione è davvero riduttiva. Lo sostengo da sempre! Ma non amo fare le classifiche. E' possibile discutere anche su FB proprio come si fa qui ed è possibile inviare post da blogger proprio come si fa su un normale blog. Il problema è invece una valanga di utenti idioti (la stragrande maggioranza?) che usano quella piattaforma per i quiz sul regalo di natale, sul divo preferito e sulla relazione tra nome e durata della vita (o imbecillaggini simili). Qui sono perfettamente d'accordo, ma esiste anche un modo di evitare questa marea di idiozie. Basta un clic. Ne chiedono molti di più Vodafone, TIM, Tre Italia; per non parlare di Sky o la RAI. Sono i dati necessari per aprire un conto corrente, che usiamo per chiedere una carta di credito o per l'invio di un catalogo di libri. Sono i dati che usiamo quando ordiniamo una tastiera e un mouse nuovi o quando, in un negozio di lavastoviglie intendiamo avere una garanzia sul prodotto. Nome, cognome, data di nascita, indirizzo email. Poi una serie di dettagli che possono essere forniti o meno a scelta dell'utente. Non mi pare una richiesta così scandalosa. E' un metodo saggio. Ma dalla mia recente esperienza di cambio operatore mobile ho capito che è tutta una messa in scena e che la privacy è una pagliaccata: ------------------------------------ "Buongiorno, chiamo da Fastweb." "Buongiorno." "Lei ha un cellulare, vero?" "Sì, certo." "E' contento del piano tariffario con Vodafone?" "Sì, lo sono" "Il suo piano, Euro 10 Ricarica è scaduto. Vodafone glielo fa rinnovare?" "No. Anzi, spinge perché lo cambi" [CUT] "Abbiamo dei piani telefonici adatti a lei." "Ah si?" "Lei fa chiamate generalmente brevi e anche dall'estero. Giusto?" "Sì, è vero. Ma lei come lo sa?" "Sono dati che siamo autorizzati ad avere per la commercializzazione dei prodotti..." [CUT] ------------------------------------ Ma sì, ma sì. Come è possibile tracciare IP, eMail, posizioni GPS e quant'altro... Non sono mica sorpreso. Che coincidenza quando navigo su internet che i banner google siano quelli che mi riguardano... Ma perché, non è il sogno di ogni venditore, proporti quello che ti interessa? E per me, non è meglio (finalmente!) bypassare popup dove viene proposto l'allungamento del pene o banner dove mi viene (orrore!) proposto l'acquisto dell'ultimo disco di Max Pezzali? Male! Malissimo! Per quello che può valere, alle persone che conosco, non solo impedisco di pubblicare immagini del sottoscritto senza la mia autorizzazione (cosa che è legalmente fattibile, visto che non sono Obama) ma cancello i "tags" da alberi di natale o auguri di compleanno o cartoline. Se qualcuno pubblica delle sue foto lei se la prende con la piattaforma? Bene, siamo sulla stessa linea. Ma non dico per dire, parlo sul serio. Perché di Dylan e Groucho ho la serie completa, originale dal 1986. Ci mancherebbe. Ho approfittato di questo thread perché la questione mi interessa, ma non sono certo qui a fare l'uomo sandwich con i cartelloni (non ne hanno certo bisogno). Sì, è vero. Ma non accade forse con tutte le azioni che compiamo durante l'arco della giornata? Dire ciò che si pensa è sempre sano, anche quando si sa che è possibile che tra qualche anno la penseremo diversamente. Non sta parlando di "esporsi", vero? Non credo. Ma gli stessi utenti che scrivono un SMS sono più al sicuro? Mi spiace contraddirla ma si sviluppano discussioni di questa portata - e anche maggiore - anche sui profili di utenti che desiderano usare Facebook in maniera intelligente. Certo, non su quelli di chi usa un sistema di comunicazione con 500 milioni di utenti per curare fattorie virtuali.
  23. Non sono d'accordo. Il concetto di 'solitudine elettronica' di questa rivoluzione informatica è una conseguenza che già a metà degli anni Novanta veniva anticipata. Era insita nella ramificazione dei mestieri, nelle possibilità di scelta e persino nella quantità di riviste disponibili Mi spiego meglio: la suddivisione di Clark (primo, secondo e terzo settore dell'economia) oggi è obsoleto. L'elemento informazione, in un contesto come quello che viviamo (che conosciamo come New Economy) non solo è importante ma fondamentale; pensare di poter scollegare un sistema informativo (cellulari e quindi i suoi prodotti come MMS, SMS, navigazione mobile oppure internet e quindi Facebook, Skype, Chat e via discorrendo) è assurdo. Come pensare di poter essere informati, nel 1940, senza poter comprare un quotidiano o - più forti, allora - un settimanale. Facebook è la semplificazione del Weblog (Blog, in gergo internet), ossia, un diario pubblico di ciò che si vuole condividere con altri. Il punto è proprio questo: pur mettendo da parte il mio ottimismo nei confronti della tecnologia non vedo il motivo per cui avere timore di un sistema di informazione. Mi tolga una curiosità: ha un telefono cellulare? Se sì ha per caso stampato qualche maglietta con il suo numero? ha delle foto di un capodanno dove è finito un po' alticcio con un cappelletto ridicolo e una trombetta? Se sì, ne fa 100 stampe e le consegna ai vicini di casa? La risposta è ovvia ma dovrebbe farci riflettere. L'uso che si fa di un sistema come Internet ha una enorme importanza. Ricorda, qualche anno fa, la crociata contro il termine "Chat"? Era divenuto sinonimo di "Adescamento di minori". Che sciocchezze: uso le chat (i giornalisti del TG1 non sanno che significa "chiacchierare") da quando venne pubblicata la prima versione di ICQ e non mi sono mai ritrovato nei guai. Ricorda, sempre qualche anno fa e sempre per colpa del mezzo televisivo (alla frutta), le accuse lanciate ai videogames? Io uso i videogames da quando mio cugino Roberto mi fece provare Pong nel suo televisore a colori fino alla attuale - fremente, lo ammetto - attesa per Dead Island ma non ho subito traumi, per questo. E potremmo andare avanti ad elencare una serie di costrutti mediatici pronti ad accusare tutto ciò che può distogliere dal tradizionale sistema di comunicazione (leggi barzelletta che avrebbero costretto i bloggers a chiedere l'autorizzazione per scrivere una notizia!!) e - quindi - di controllo della massa. Ma la massa non esiste più. La società demassificata nella quale viviamo ci costringe a vivere soli nelle scelte, nei gusti, nelle preferenze. Solitudine elettronica, appunto, un concetto vecchio di anni che oggi stiamo iniziando a percepire personalmente e nel dettaglio. In soldoni: se voglio condividere le foto del mio compleanno lo faccio. Se non le voglio condividere non lo faccio. Se ho un pensiero contro i cacciatori e lo voglio scrivere, lo scrivo. Altrimenti non lo faccio. Possibile, invece, che ad una innegabile alta percentuale di utenti di questi sistemi manchi un po' di cervello? E' sempre colpa di Facebook, non avere cervello?
  24. I Social Networks, come le eMail, come Internet e persino come l'acqua e il fuoco non sono dannosi. Dipende l'uso che se ne fa. Per quel che mi riguarda, ne faccio un uso esteso (Facebook e Linkedin) con ottimi risultati.
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