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Cristiano Porqueddu

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Tutti i contenuti di Cristiano Porqueddu

  1. Signori, per favore. Vogliamo riportare la discussione sul tema principale?
  2. Questo post dove è stato pubblicato? Non c'è in questo thread.
  3. Nessuno si preoccupa, Luigi. E non è certo una decisione che mi fa felice il fatto che rinunci a partecipare alle discussioni sul Forum. Nelle discussioni non censurate (entro i limiti della decenza) sul web il contraddittorio è ciò che le rende uniche e sane. Qui ci si può confrontare e avere risposte e nessuno censurerà il parere altrui come hai potuto constatare, cosa che accade in molti altri luoghi virtuali. Allontanarsi non è una buona idea ed aiuta nessuno. Sei proprio certo?
  4. ...e meno male che ogni tanto dralig parla pure di Gangi...... Delpriora? Ah, il compositore-chitarrista statunitense presentato nel Manuale di Nuti.... "Presentato" nel manuale di Nuti? Luigi, ti prego, privaci di queste uscite perché ti assicuro che Delpriora è stato "presentato" ai chitarristi da un pezzo. http://en.wikipedia.org/wiki/Mark_Delpriora
  5. [OT] Si, è una delle peculiarità della piattaforma: tra le righe sotto il titolo del thread viene visualizzato anche l'elenco degli utenti connessi al thread in un determinato istante. Spero che la cosa non ti turbi. Detto questo, ritorniamo in-topic. [/OT]
  6. Roberto, mettiamo ordine: ma siamo d'accordo sul fatto che alcune delle opere di quella collana non sono opere originali di Francisco Tárrega? Certo, e lo sapevano all'epoca anche loro,. Qesti brani però erano sempre attribuibili (vuoi come trascrizioni, elaborazioni etc.) al maestro spagnolo, tant'è che erano publicati in Spagna come opere tarreghiane. I maestri romani all'epoca (a torto o ragione) hanno pensato di lasciare l'attribuzione che gli era stata data nulla di più. Il libro non voleva essere un testo dal rigore musicologico (stiamo parlando di quaranta anni fa), ma offrire tutto il materiale allora reperibile su Tarrega in quattro volumi, revisionato e pronto all'utilizzo pratico e in questo ha centrato in pieno l'obiettivo. Roberto Fabbri Ecco, meno male. Iniziavo a domandarmi se qualcuno pensava davvero che Bach (evidentemente in possesso di una De Lorean truccata) avesse copiato da Tárrega. A me non pare che Gilardino abbia tempo e voglia di offendere l'edizione Gangi-Carfagna delle opere di Tarrega; da quel che leggo ha solo affermato e con lui molti altri utenti una cosa molto semplice e sotto gli occhi di tutti: alcune di quelle opere sono delle ricopiature di altre opere e che chi ha raccolto quelle pagine avrebbe dovuto specificare quantomeno la fonte originaria. Ti sembra una cosa così tremenda, assurda e offensiva? L'errore è umano, non si dovrebbe averne paura o vergognarsi di compierlo. Anzi, nel momento in cui viene evidenziato è utile usarlo a proprio vantaggio se non altro per non ripeterlo più.
  7. Roberto, mettiamo ordine: ma siamo d'accordo sul fatto che alcune delle opere di quella collana non sono opere originali di Francisco Tárrega?
  8. [OT] Dalle parti dove vivo, Matanya, non posso certo farti assaggiare la panissa ma in quanto a vino, clima e amicizia posso garantire quantità e qualità illimitate. [/OT]
  9. Grazie per il testo, Fabio. Molto interessante.
  10. Scusi maestro Porqueddu ma lei non si batteva affinchè i chitarristi suonassero la "chitarra" e non trascrizioni? Io non mi batto, Rms! E se lo faccio non lo faccio certo per i chitarristi ma per me medesimo. Io faccio musica, proprio come lei e, proprio come lei, ho gusti e preferenze.
  11. Ci dev'essere un complotto: me l'ha proposto stamattina anche Javier Riba, docente al conservatorio di Córdoba. Non c'è due senza tre: se stanotte mi appare in sogno il maestro Segovia e mi dice di procedere, domattina mi alzo e mi metto al lavoro. dralig Io direi che non è il caso di attendere i sogni.
  12. Nuova luce? Guardi che è tutto chiarissimo. E per molti, per fortuna, lo è da un bel pezzo, Frédéric. Ma, puoi anche non crederci, durante la finale di un concorso internazionale venne fatto notare ad un candidato finalista che Torre Bermeja di Isaac Albéniz non è un brano scritto per chitarra. A questa affermazione la risposta immediata fu "Are you joking?"("Stai scherzando?")
  13. L'amico Julio non se la prenderà se salvo questa immagine nel mio HD e la custodisco insieme ad altri articoli.
  14. No, nessuna idea. Presumo che una volta pronto e approvato, mancano solo i tempi tecnici di stampa e distribuzione del volume. Il mio lavoro su questo terzo volume finisce qui e passo dunque al quarto volume: Choros n.1, Simple e Valsa-Concerto. Grazie. Te lo domandavo perché nell'ordine annuale di materiale didattico che sto per far inoltrare alla Scuola Civica di Musica intendevo includere questo volume.
  15. ....recensioni minatorie?? Mah!!! Caro Maestro, mi sembra che si sia fissato un po' troppo con 'sta storia dell'analisi dell'indice del suddetto Manuale.....lo stiamo leggendo il libro, non si preoccupi..... Ordunque, ci porti fuori da questo ginepraio, La prego..... lp-gg Preoccuparmi? Non mi sembra proprio il caso! Mi preoccupa di più cercare un nuovo gusto del KiteKat per il mio gatto. Si annoia, il duca, se gli si propone sempre lo stesso. Ginepraio? E' tutto cristallino e scritto sopra questi post in un bel thread ricco di molte informazioni. C'è di buono che l'hanno letto e lo leggeranno in molti. Fissato? Non sono certo io ad aver tratto considerazioni di un volume di oltre 300 pagine da una analisi della fotocopia dell'indice.
  16. Frédéric, hai un'idea della data o del periodo di pubblicazione?
  17. Nonostante non abbia mai comprato un biglietto per una partita di calcio (e mi guardo bene dal farlo), ho la sensazione di osservare utenti seduti in curva nord in una seconda di campionato di terza categoria. Conosco Gianni Nuti da molti anni, il suo spessore culturale in senso lato, la sua preparazione artistica sul Novecento e l'amore per la musica. In più di una occasione ho avuto il piacere di vederlo all'opera (scritti, conferenze, docenza) e non solo non ho dubbi che anche lui non intenda spendere un cent per stare seduto in curva nord ma sono certo che mentre legge queste critiche ed il modo di avanzarle ("dimenticanze" inesistenti, virtuose arrampicate su specchi, analisi di indici in formato PDF, recensioni minatorie) sul suo recente operato si stia domandando se la dicitura "ad uso dei conservatori e delle scuole di musica" identifichi completamente il target dell'opera. Al contrario, ho avuto modo di incontrare Mario Gangi una volta soltanto in una occasione non musicale e conosco la sua persona più da ciò che ha scritto che da un rapporto diretto (penso che questo sia un traguardo importante per un autore). Ho invece avuto modo di scambiare alcune eMail con Carlo Carfagna con il quale abbiamo discusso (ahimé) di stupidaggini da Forum invece che di musica. Voglio sperare che in futuro venga citato per argomenti interessanti e non per beghe da bar e voglio sperare che continui ad intervenire. Detto questo sarebbe estremamente utile leggere il loro punto di vista invece di lagnanze da tifoseria.
  18. Un articolo provocatorio, quello di un giornalista, David Randall (autore del manuale ‘Il giornalista quasi perfetto’) su Internazionale di questa settimana. La sua dichiarazione choc è questa: “non leggo romanzi e narrativa in genere dal 1971 e la cosa non mi manca”. Lo choc non è tanto la frase in s’è, ma il fatto che sia pronunciata da un intellettuale che dichiara di non essersi perso niente, ignorando la mole di narrativa contemporanea pubblicata nel frattempo. E’ meglio leggere la storia, e le interpretazioni degli storici in forma di saggi, che niente hanno a invidiare alle opere di fantasia. L’esempio è eclatante ma secondo me non così peregrino, perchè ci sono moltissimi lettori che preferiscono collezionare esclusivamente saggi, però colpisce il decidere che la narrativa non serva a niente, come scrive Randall, se “non supera i limiti di ciò che è fisicamente possibile e diventa una fantasia rivelatrice o commovente”. E quindi è meglio Mary Poppins che un qualsiasi altro romanzo ‘verosimile’, ambientato ai giorni nostri, sostiene l’autore. Fonte http://www.internazionale.it/home/?p=11659
  19. Ricevo la notizia della pubblicazione del nuovo blog "Peña Guitarristica Tárrega" Estimados amigos, Les presentamos el blog de la Peña Guitarristica Tárrega, una de las sociedades que fue pionera en el culto a la guitarra. http://pgtarrega.blogspot.com/ Con esta iniciativa, queremos recordar a una de las sociedades guitarristicas legendarias, que inició sus actividades finalizada la guerra civil y se disolvió en 1985. Aprovechamos para invitaros al único homenaje que se realizará en Barcelona al ilustre guitarrista Francisco Tárrega en el Centenario de su Fallecimiento. Adjuntamos targetón. Maestro de la Moderna Escuela de Guitarra, vivió sus últimos 20 años en la ciudad condal, y famoso aunque no reconocido por la melodia Nokia Tune tan escuchada, extraido de su obra Gran Vals. Hasta pronto, Cercle Guitarristic a Catalunya http://www.cercleguitarristic.com
  20. Ferndinand Rebay - Oboe and Guitar La major discografica Naxos ha recentemente pubblicato un CD che raccoglie le opere per oboe e chitarra di Ferdinand Rebay Tracklist completa: Rebay, Ferdinand Oboe Sonata in E minor Sanchez, Maria Pilar, oboe Noque, Gonzalo, guitar 1. I. Lebhaft bewegt, doch nicht zu schnell 00:08:21 2. II. Menuett - Trio 00:04:12 3. III. Sehr ruhig, doch nicht schleppend 00:03:44 4. IV. Rondo: Frisch bewegt 00:07:07 Oboe Sonata in C major Sanchez, Maria Pilar, oboe Noque, Gonzalo, guitar 5. I. Allegro moderato 00:09:07 6. II. Langsam und ausdrucksvoll 00:04:00 7. III. Scherzo: Presto - Trio 00:03:22 8. IV. Finale: Rondo: Allegretto grazioso 00:06:22 Bach, Johann Sebastian Rebay, Ferdinand, arranger(s) [show Details] Concerto in the Italian Style in F major, BWV 971, "Italian Concerto": II. Andante (arr. F. Rebay for oboe and guitar) Sanchez, Maria Pilar, oboe Noque, Gonzalo, guitar 9. Concerto in the Italian Style in F major, BWV 971, "Italian Concerto": II. Andante (arr. F. Rebay for oboe and guitar) 00:06:07 Biografia essenziale di Ferdinand Rebay (1880 - 1953) Born in Vienna on 11 June 1880, Rebay studied both the violin and the piano (the latter with his mother, Therese Rebay, who had herself been taught by Anton Bruckner). His father, another Ferdinand Rebay, owned a music shop and was also a partner in the publishing firm Rebay & Robitschek. In 1890, at the age of ten, the young Ferdinand became a chorister at Heiligenkreuz Abbey, where over the next five years he received a thorough musical education and became a solo alto. By the time he joined Joseph Hofmann’s piano class at the Vienna Conservatory (today’s Universität für Musik und darstellende Kunst) in 1901, Rebay had already begun to make a name for himself as a composer of Lieder and choral works. He went on to study composition at the Conservatory with Robert Fuchs (1847–1927), one of the few composers praised by Brahms and who also counted Mahler, Sibelius, Richard Strauss and Korngold among his star pupils. During this period of study with Fuchs, Rebay was awarded a number of prizes, including the Brahms Prize and the Gesellschaft der Musikfreunde’s silver medal. In 1904 he concluded his studies in triumph with his final academic work, Erlkönig, for large orchestra, which Fuchs labelled the finest work to have been produced in his 29 years at the Conservatory. In the same year Rebay became chorus master of the Wiener Chorverein. Some years later, in 1915, he took on the same rôle with the Wiener Schubertbund, remaining in the post until 1920 when he was appointed to teach the piano at the Vienna Music Academy. Following the Nazi Anschluss of Austria in 1938, Rebay lost his job (he was reinstated in 1945) along with his pension, probably because he was thought to have had Jewish origins. He died in Vienna, on 6 December 1953, penniless and unknown. Da questo link http://www.classicsonline.com/catalogue/product1.aspx?pid=914006 è possibile acquistare singolarmente le tracce in formato mp3.
  21. Roberto, la mia precisazione era dovuta in risposta ad un mio ipotetico atteggiamento incoerente (rilevato maldestramente) e ciò che dici oltre a non sorprendermi e rendermi felice non fa che confermare ciò che ho detto. Al di là di questo, voglio farti notare come non è affatto raro l'atteggiamento di chi sentendosi distante da un determinato orientamento musicale (ma direi anche culturale in senso lato), debba obbligatoriamente sentirsi attaccato sotto tutti i punti di vista, persino personali; come se, visti i nostri accesi dibattiti in passato, dovremmo per tutta la vita odiarci a morte o passare per incoerenti perché, in altri ambiti, ci si richiama con civiltà.
  22. Ci saranno molte recensioni, Nicola, non solo una. Alcune saranno scritte da recensori accreditati, altre da meno accreditati ed infine (capita anche per le recensioni sulle musiche e sui CD) da scribacchini della domenica (o mamma, è meglio Domenica con la maiuscola?) presi a casaccio. Per quello che può valere, le leggerò tutte ma solo dopo aver terminato la lettura del Manuale. Tutto il resto, dammi retta, nessuno se lo ricorderà anche se si sbattono i piedi.
  23. Al termine di questo suo post inutile, con l'obiettivo fallito di distrarci dalle le sue capacità medianiche, ripeto la domanda: tutti chi? Sa bene che non esiste nessun tutti. Sa bene (e se non lo sa farebbe bene a prenderne coscienza) che l'unico suo nemico e quello di altri come lei è la pura, semplice ed un po' banale invidia; la palese incapacità di relazionarsi in pace ai miglioramenti delle persone che fanno il suo stesso lavoro ma lo fanno meglio nonchè un disfattismo generale, soprattutto per qualcosa di importante nella letteratura della chitarra che le è spuntato sotto il naso senza che lei ("Chitarrista, Storico della Musica, Fonoreporter, Insegnante di Musica e Programmista Radiofonico" - mi domando come faccia ad essere tutte queste cose insieme ma in qualche modo mi congratulo perchè io non riesco ad esserne neanche una completa) abbia avuto nessun ruolo e non solo: appena le è stata comunicata la nascita di questo oggetto malefico, impuro, figlio di insulsi progetti e sotterfugi lei è riuscito ad effettuare - operazione ancora priva di una spiegazione logica - una attenta analisi dell'indice e dare una serie di ragguagli di rara profondità. Ha persino supposto che il volume, frutto di anni di lavoro e di ricerca, fosse scritto sotto dettatura. Anche non conoscendo Gianni Nuti, ma non si vergogna? Il buon Roberto. Certo. Perchè lei lo reputa una persona malvagia? Non sono d'accordo sulle sue posizioni artistiche, anzi, siamo proprio angli antipodi e sono certo che visto il mio repertorio non mi inviterà mai a suonare nel festival che organizza ma questo cosa c'entra con la discussione? Mi sembra proprio alla frutta, sa? Nel caso non le fosse chiaro le ripeto di nuovo che qui, la sua recensione, avrà tutto lo spazio che vuole alla faccia, invece, delle sue idiozie su "censura preventiva" sbandierate a scopo effettistico. Da ciò che scrive e dal tono lagnante un po' amareggiato sono quasi sicuro che non conosce proprio la barzelletta del tipo che entra in autostrada. E' divertente. La legga, magari le fa bene: Un tipo alla fine della giornata, stanco, sulla sua AudiTT entra in autostrada, accende la radio e si rilassa per godersi il viaggio di rientro a casa. 15 chilomentri, il tempo di sentire due o tre tracce sul suo CD preferito. Sta per inserire il CD quando la trasmissione radio che stava ascoltando si interrompe per un annuncio. "Attenzione! Attenzione! Ci arrivano notizie dall'Autostrada XY!" "Accidenti" pensa "è quella dove mi trovo io adesso!" "Uno squilibrato è appena entrato in autostrada contromano seminando il panico. Segnalate immediatamente qualsiasi veicolo sospetto al 911" Lo speaker fa appena in tempo a terminare di leggere il messaggio che il nostro amico sull'Audi TT sbarra gli occhi: un furgone nero come la pece viaggia sulla sua stessa corsia, contromano! Con riflessi che non sapeva di avere, strattona il volante verso sinistra e evita per un soffio il furgone dello squilibrato che andava contromano. L'adrenalina gli scorre nelle vene ed inizia ad inveire contro il guidatore del furgone. Prende il cellulare e cerca di comporre il 911. Ma alla pressione del tasto 9 gli sbuca contromano un gigantesco camion che strombazza abbagliandolo. Di nuovo, riflessi felini lo salvano ma stavolta il camion gli porta via uno specchietto retrovisore. Il nostro amico è nel panico. Lascia cadere il cellulare e neanche un secondo dopo è costretto a ripetere una nuova manovra miracolosa a 100 orari per evitare una Golf GT rossa. "Uno squilibrato??" urla terrorizzato "Ma qui sono tutti squilibrati!!"
  24. La major discografica Naxos ha recentemente pubblicato un CD che raccoglie le opere per oboe e chitarra di Ferdinand Rebay Tracklist completa: Oboe Sonata in E minor Sanchez, Maria Pilar, oboe Noque, Gonzalo, guitar 1. I. Lebhaft bewegt, doch nicht zu schnell 00:08:21 2. II. Menuett - Trio 00:04:12 3. III. Sehr ruhig, doch nicht schleppend 00:03:44 4. IV. Rondo: Frisch bewegt 00:07:07 Oboe Sonata in C major Sanchez, Maria Pilar, oboe Noque, Gonzalo, guitar 5. I. Allegro moderato 00:09:07 6. II. Langsam und ausdrucksvoll 00:04:00 7. III. Scherzo: Presto - Trio 00:03:22 8. IV. Finale: Rondo: Allegretto grazioso 00:06:22 Bach, Johann Sebastian Rebay, Ferdinand, arranger(s) [show Details] Concerto in the Italian Style in F major, BWV 971, "Italian Concerto": II. Andante (arr. F. Rebay for oboe and guitar) Sanchez, Maria Pilar, oboe Noque, Gonzalo, guitar 9. Concerto in the Italian Style in F major, BWV 971, "Italian Concerto": II. Andante (arr. F. Rebay for oboe and guitar) 00:06:07 Dal sito dell'editore: After his death in 1953, the figure of Austrian composer Ferdinand Rebay faded into obscurity, his name associated only with the numerous piano reductions he produced for the publisher Schott. This only changed in recent years when Johann Gaitzsch, his interest in Rebay piqued after guitarist and publisher Simon Wynberg introduced him to the Sonata in E minor for oboe and guitar, published two articles¹ which shed new light on a prolific and talented composer, whose music for and with guitar occupies a unique and outstanding place in that instrument’s repertoire, in terms of both quality and quantity. (Most of the biographical information in these notes is drawn from Gaitzsch’s articles.) Born in Vienna on 11 June 1880, Rebay studied both the violin and the piano (the latter with his mother, Therese Rebay, who had herself been taught by Anton Bruckner). His father, another Ferdinand Rebay, owned a music shop and was also a partner in the publishing firm Rebay & Robitschek. In 1890, at the age of ten, the young Ferdinand became a chorister at Heiligenkreuz Abbey, where over the next five years he received a thorough musical education and became a solo alto. By the time he joined Joseph Hofmann’s piano class at the Vienna Conservatory (today’s Universität für Musik und darstellende Kunst) in 1901, Rebay had already begun to make a name for himself as a composer of Lieder and choral works. He went on to study composition at the Conservatory with Robert Fuchs (1847–1927), one of the few composers praised by Brahms and who also counted Mahler, Sibelius, Richard Strauss and Korngold among his star pupils. During this period of study with Fuchs, Rebay was awarded a number of prizes, including the Brahms Prize and the Gesellschaft der Musikfreunde’s silver medal. In 1904 he concluded his studies in triumph with his final academic work, Erlkönig, for large orchestra, which Fuchs labelled the finest work to have been produced in his 29 years at the Conservatory. In the same year Rebay became chorus master of the Wiener Chorverein. Some years later, in 1915, he took on the same rôle with the Wiener Schubertbund, remaining in the post until 1920 when he was appointed to teach the piano at the Vienna Music Academy. Following the Nazi Anschluss of Austria in 1938, Rebay lost his job (he was reinstated in 1945) along with his pension, probably because he was thought to have had Jewish origins. He died in Vienna, on 6 December 1953, penniless and unknown. Most of Rebay’s vast production survives in manuscript versions held by the Austrian National Library and the library of Heiligenkreuz Abbey. Though he also wrote choral works, symphonies, an operetta, works for piano and piano four hands, and chamber works for various combinations of instruments, it is noteworthy just how many pieces he wrote for the guitar, probably encouraged by his niece, the guitarist Gertha Hammerschmied (1906–85). There are works for solo guitar (including seven sonatas), Lieder and choral works with guitar, and chamber works for two to seven players featuring the instrument. All in all, a veritable treasure trove which has lain undiscovered for years and is only now being brought back into the public domain, thanks to the efforts of Philomele Editions. Rebay’s style would definitely be classed as conservative, bearing in mind the musical revolutions that took place in the first half of the twentieth century. Brahms’s influence is very clear and, employing Classical and even Baroque forms such as the suite, his compositions frequently incorporate elements borrowed from German and Austrian folklore, with occasional touches of Impressionism as well. His guitar music, with its Brahmsian roots (virtually unique in the repertoire) combined with a sophisticated compositional technique, has therefore forged its own highly significant place in the history of the instrument. The works included here constitute Rebay’s entire output for the unusual instrumental combination of oboe and guitar. In addition to their intrinsic high quality, they are particularly notable for their quasi-pianistic treatment of the guitar, taking it far beyond its more usual function as an accompanist. As a result, these pieces are full of dialogue and enlivened by an admirable variety of textures. The E minor Sonata, composed in 1925 and dedicated to Alexander Wunderer, then principal oboist with the Vienna Philharmonic, was first performed on 31 March of the same year in Vienna by its dedicatee and guitarist Hans Schlagradl. Cast in the traditional four movements, it opens with a movement in sonata form (Lebhaft bewegt, doch nicht zu schnell) and of profoundly Germanic character, containing a delightful second subject and a concise development section defined by tonal instability. This is followed by a traditional Menuet and Trio, with some remarkably virtuosic writing for the guitar, full of complex passages in thirds and sixths. The slow movement, headed Sehr ruhig, doch nicht schleppend, is an emotional, cantabile piece in B minor, with a central section whose immobility emphasises the moving lyricism of the recapitulation that brings the movement to a close. The sonata ends with a Rondo in E major. A strong contrast to its martial symbolism (reminiscent of that of Wagner’s Ride of the Valkyries) is provided by a short central section in A flat in which folk-inspired elements prevail. There is a long gap between the E minor Sonata and the Sonata in C major (dated 17 January 1942), and the latter work consequently reflects a more open attitude towards other musical styles on the part of the composer. This sonata includes a number of Impressionistic elements, for example, which bring it a certain contemplative and nostalgic air, as can be heard in the opening movement, an Allegro moderato whose lyrical nature is very different from the martial tone that introduces its counterpart in the E minor Sonata. The slow movement, Langsam und ausdrucksvoll, is placed second here; a delicate piece with a Mediterranean feel, it recalls at times the writing of the Italian composer Mario Castelnuovo-Tedesco, while its central section is pure Brahms. The following Scherzo brings a return to the Germanic features of the earlier sonata, with some brilliant imitative play between the two instruments leading to a trio which, if not explicitly indicated so, nevertheless takes us into the world of the Ländler. To end, Rebay brings us back to the thoughtful nature of the first movement by means of a Rondo whose frequent changes of tempo and character, as well as its unexpected modulations, give it a fragmented aspect not often found in finales. The recording ends with an arrangement for oboe and guitar of the slow movement from Bach’s Italian Concerto. In this insightful adaptation, the pairing call to mind the quintessentially Baroque sonorites of sonatas for oboe and continuo. -Gonzalo Noqué Maggiori informazioni: https://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=9.70073 Leggi la scheda di questo/a novità discografica
  25. Mi permetto di rispondere: il M° Gilardino mi ha affidato l'incarico (che io ho accettato con sommo piacere) di realizzare, mediante sequencing e ricorrendo alle librerie di campioni, un'esecuzione virtuale del concerto. La finalità è quella di consentire, a chi s'accinga a studiare l'opera, di avere un'indicazione d'ascolto (tracce complete) ed una base orchestrale (tracce vuote) su cui esercitarsi in assenza dell'orchestra. Non so ancora se avrò il tempo di suonare fisicamente la parte di chitarra o se anche per essa ricorrerò al campionamento, tuttavia devo dire che, dalle parole del M° Gilardino, mi sembra che la parte solistica sia piuttosto ardua, quindi, pur non avendo ancora io la partitura, prevedo che sia più probabile il ricorso al sequencing anche per essa. Dopo tutto, va tenuto in considerazione che non si tratterebbe di una "prima registrazione", ma di un sussidio per gli interpreti che intendessero studiare il concerto: quindi, tenuto conto della finalità, credo sarebbe da preferisri un'esecuzione non personale qual è quella di un sequencer. EB Ermanno, ho avuto la fortuna di ascoltare questo lavoro dalla voce di un computer e mi congratulo per l'assegnazione dell'incarico. Le comunico finm da ora che se lo riterrà opportuno sarò disponibilissimo per la registrazione di tale brano in qualità di chitarrista in forma umana.
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