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Cristiano Porqueddu

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Tutti i contenuti di Cristiano Porqueddu

  1. A me sembra che esageri, ma prendo atto che ti piace Moretti.
  2. Per me è veleno solo tenerla accesa. A meno che non ci sia nel lettore DVD un bel film.
  3. ok, viaggi sulla lunga distanza. morbosa non mi sembra un termine confacente: ci fossero orde di chitarristi attenti ad indagare la letteratura chitarristica che si va formando vivremmo nel migliore dei mondi possibili...giusto per rimembrare Voltaire...in questi tempi mi sembra d'uopo. Lo strumento è il suo repertorio e la chitarra non è Piazzolla o Granados o Albeniz. C'è un immenso universo di composizioni originali, scritte per le sei corde che meritano di essere lette. E mi piace pensare che esistono persone che scrivono per lo strumento che suono. Se la musica è scritta bene, la leggo sempre volentieri. Di sera, dopo cena, con un buon bicchiere di vino della cantina di mio padre.
  4. Mi sembra un paragone azzardato. Questa composizione non ha nulla a che vedere con le due Sonate di Delpriora. beh Cristiano questa volta il brano mi è piaciuto,penso che lo comprero'....ognuno ha i suoi gusti Perchè le è piaciuto?
  5. Mi sembra un paragone azzardato. Questa composizione non ha nulla a che vedere con le due Sonate di Delpriora.
  6. No, Alfredo. Il repertorio dei prossimi CD è chiaro da molto tempo. Sono vittima della mia morbosa curiosità e ricerca di repertorio originale per chitarra. Mi piace leggere musica e per chitarra ce n'è tanta.
  7. Ieri sera ho letto per la prima volta "Tolkien gesture" del compositore irlandese Alan Mearns. A dire la verità - succede raramente ma succede - ero sempre stato un po' titubante a causa dei titoli delle parti (che rimandano al tomo di Toklien). La composizione, una suite di movimenti indipendenti e privi di legami tematici, è composta da Mirkwood Forest (dark, mysterious) (in anteprima in questo messaggio) Queen Galadriel (luminous, harp like) Treebeard (slow, cumbersome) Wraiths (menacing, agitated) Gandalf escapes on the Great Eagle (ad libitum) Dance of Rivendell (lively, mischievous) Le idee sono tutto sommato buone (specie in Queen Galadriel e in Dance of Rivendell) ma gli sviluppi rimangono soffocati se non inesistenti. Peccato perchè la scrittura, anche se non originalissima, è ottima. L'opera è pubblicata da MelBay (http://www.melbay.com/)
  8. http://delpriora.com/ Ecco la "Royal Weeny Musik"
  9. L'argomento di giordario necessita di un thread a parte.
  10. Affatto! Hai pefettamente ragione. L'uso del tapping qui è solo un effetto speciale. Niente da fare. Ottava superiore od omissione.
  11. Ottima idea akaros, grazie. Ma per garantire forza è meglio percuotere il La b sulla 6a con un dito della mano sinistra. Vediamo un po'...
  12. Pur di non portarlo all'ottava superiore l'ho omesso.
  13. Si, è lei. Sono andato avanti nella lettura ed è sorprendente come una tale ricchezza di elementi tematici possano convivere in un'unica composizione. Persino il termine "Sonata" è restrittivo e va interpretato. Gilardino nell'introduzione mette in risalto la complessa stratificazione culturale e l'influenza della musica tardoromantica per pianoforte (Brahms, Liszt, Franck, Busoni) alla base della composizione. Completo aggiungendo un gusto quasi architettonico per il modo di costruire e pesare le scelte. Vedi? (Basta con le scansioni o incappo in guai seri) Peccato che a volte si ripeta un po'.
  14. Sto iniziando la lettura della Sonata III. Ricchissima e stratificata nella ricerca dei materiali e della struttura. Occorre uno studio apposito (6 movimenti e dimensioni notevoli). Ecco l'incipit P.S. Il tuo Avatar è da primo premio. Ogni volta che lo guardo rido da solo come un citrullo davanti allo schermo.
  15. Mi sembra che lei basi la sua preferenza sulla base della quantità e del numero. Il fatto che molti chitarristi (dato tutto da verificare) suoni un brano di repertorio non ha niente a che vedere con la sua qualità.
  16. "L'elogio de la danza" di Leo Brouwer è un po' troppo semplice per un diploma. Perchè non optare per Frank Martin, Giorgio Federico Ghedini, Lennox Berkeley, Fernande Peyrot, Cyril Scott o Albert Roussel?
  17. Benvenuto sul Forum Italiano di Chitarra Classica. Puoi modificare l'avatar dalla pagina del Profilo Personale. Prendi visione del manifesto del forum e buona permanenza.
  18. va beh,si ,robetta ripetto alle opere del meta' 700 fine 800!comunque si fa quel che si puo',tornare in quel periodo d'oro della chitarra non è pensabile,di Sor e Aguado nn ce ne saranno piu'.Scusami ma io sono tradizionalista Avevo deciso, Francesco, di non risponderle neanche. Definire 'robetta' una sonata di Delpriora e mentre elargisce termini come 'opera geniale' per composizioni che preferirei non citare, non solo le fa perdere punti in modo indelebile (leggono per la maggior parte chitarristi, qui) ma la rendono ridicolo. Non mi piace affatto che un utente del forum venga deriso o isolato a causa della sua poca conoscenza della materia, ma, amico caro, in questo modo sta proprio andando a cercarsela. Metta lo spartito della Sonata n.2 di Mark Delpriora sul suo leggìo e provi a leggerla: si renderà conto che, senza esporsi al di là della seconda pagina, oltre a non esserne in grado di eseguirla non ha conoscenze musicali adeguate per la comprensione del suo significato. Sia gentile: ci privi di questo genere di esternazioni.
  19. Edizioni Bérben di Ancona. (http://www.berben.it)
  20. Dopo un'influenza che mi ha letteralmente immobilizzato per 4 giorni (non esagero se dico che l'ultima volta che sono stato costretto a letto dalla febbre ero ancora un adolescente) ho ripreso a lavorare, anche se pian piano. Tra le altre cose ho terminato la lettura della Sonata n.2 del compositore Newyorkese Mark Delpriora. Ottima scrittura (a tratti un po' prolisso) e brillanti idee. Il lato idiomatico dello strumento non è mai banalizzato e mi hanno incuriosito i modi di costruire in senso lato del compositore americano. Parte sempre da un'idea articolata, mai semplice o scarna, e lo sviluppo è molto dettagliato, come un profondo zoom su un'immagine di enormi dimensioni. Il rondò ne è un esempio. Una sensazione forte è quella di una dimensione ancora da trovare, la mancanza di una caratterizzazione forte che suggellerebbe definitivamente il tutto. Consiglio la lettura a tutti. Scrive proprio bene.
  21. Cosa intendi, Pantera Rosa? La Negra è una piccola composizione di Antonio Lauro che non corrisponde a nessun'altra opera.
  22. E' quello che mi chiedo. Perché si deve imparare qualcosa da una materia, si, parallela, ma differente. A che proposito? Ci sono moltissimi temi e argomenti di studio che dovrebbero essere affrontati con serietà e tra questi mi prenda un colpo se annovero il giro di Do per non sentirmi inadeguato davanti a chi mi chiede di "accompagnare" l'ultima hit del cantantuncolo di turno. Preferisco imparare, prima, a distinguere il surrealismo di Magritte da quello di Dalì. Mi sarà più utile.
  23. Che l'improvvisazione sia una prassi difficile, ricca di sfaccettature e che necessiti di grande preparazione non è messo in dubbio. L'articolo di Michelangeli parla, fin dal titolo, della inadeguatezza (!) di un chitarrista classico nel non saper accompagnare la canzonetta di turno, come se questo fosse uno dei fondamentali difetti del chitarrista. Mi domando se i primi violini di un'orchestra stabile si pongono queste domande o se all'ultimo anno di direzione orchestrale non vi sia una particolare serie di lezioni dedicate all'accompagnamento delle hit-parade degli anni '80. Leggo dappertutto le lagne di chi si lamenta che lo strumento a sei corde non entra nei circuiti più importanti. Si pensa forse che saper accompagnare un gruppo di amici dopo cena sia un elemento cardine della preparazione di un concertista? Ci sono persone e artisti in questo forum che mi possono insegnare che esistono elementi di studio da affrontare (soprattutto non musicali) praticamente infiniti, tutti volti al miglioramento meccanico, esecutivo, interpretativo e culturale. Vogliamo, per favore, concentrarci sulle cose serie e mettere da parte le sciocchezze? Non sono sciocchezze. O perlomeno, si sta generalizzando. Un conto è accompagnare la Locomotiva di Guccini, un conto è improvvisare su Giant Step. Io invece trovo che si sia spostato il discorso centrale dell'Editoriale di Michelangeli - l'importanza di essere in grado di accompagnare canzoni di musica leggera e l'inadeguatezza (si, lo so, sto diventando pedante) di un chitarrista nello scoprirsi incapace di farlo - verso un tema ben più sofisticato che si deve estendere a tutti gli strumenti. Potrò anche sbagliarmi, è indubbio, ma ho tutta la sensazione di vederci benissimo. Pensi davvero che Arturo Benedetti Michelangeli fosse preoccupato dal fatto di non essere in grado di improvvisare ai livelli di Michael Pertucciani? O pensi che Michael Camilo sia alla ricerca della pozione magica per raggiungere la tecnica di un Vladimir Horowitz che interpreta il concerto per pianoforte No. 3, Op. 30 di Sergei Rachmaninoff? Impariamo dai Jazzisti a fare cosa? A fare Jazz? E perchè? E se ci concertassimo, invece, su un repertorio ricco conosciuto per meno di un terzo da poco meno di un terzo dei suoi interpreti?
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