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Cristiano Porqueddu

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  1. Questa frase Cristiano significa che la diteggiatura l'hai scritta tenendo presente i lavori precedenti e un certo "stile"Gilardino? Sarebbe una noia mortale, Giorgio. Diteggiatura, agogica, dinamica, interpretazione e tutto quello con cui si può personalizzare una composizione di qualsiasi autore sono elementi importanti, si, ma marginali. Chi interpreta si trasforma in tramite tra la musica e l'ascoltatore e ogni dettaglio tangibile deve potersi perdere. Mi sforzerò di non essere noioso. Per me, è un compositore colui conosce lo strumento, riesce a reinventarlo anche con sole otto battute e a renderlo un'arnese da musica vero e proprio, indipendentemente dalla sua fisicità intesa come idiomaticità che, ahimè, nei compositori contemporanei sembra essere divenuta l'unico totem attorno a cui pregare. Prima di essere frainteso: non reputo l'idiomaticità una caratteristica poco importante - anzi! - ma sostengo da sempre che faccia parte di un'insieme di elementi che concorrono a completare l'opera. E' anche grazie all'idiomaticità che l'interprete deve poter costruire una propria visione basata sulla propria cultura (musicale e non), sensibilità e bravura esecutiva e piegare il brano a ciò che ritiene migliore. Un esempio su tutti lo hai avuto leggendo il mio post sulla Sonata: Gilardino dice che il suo ultimo lavoro è stato scritto pensando al santuario di Lagonegro e nessuno oggi o domani potrà mai sostenere il contrario, ma sa anche bene che la lettura di una composizione del genere non ha luogo, né tempo né spazio e che mentre il sottoscritto la re-inventa sulla cittadina umbra, domani, un altro chitarrista lo assocerà a un testo poetico, un dipinto, un ricordo. Tutto questo per dirti che ogni volta che leggo un lavoro di questo livello costruisco un vero e proprio microcosmo intorno all'aria che trasformo in musica e che l'unico riferimento che ho è l'immagine mentale che si forma dopo la pronuncia dell'incipit di un testo, di un tema o di uno sviluppo motivico particolarmente ardito e che lo 'stile', se esiste, viene a galla da solo. Ma nessun mio intervento è effettuato in base a scelte fatte in passato. Lo stile di Gilardino? Come chiedersi se vi sia logica matematica nella formazione delle nubi, per quanto mi riguarda. La costruzione artistica del compositore vercellese non va verso l'autocelebrazione (lo potrebbe fare in ogni istante) ma verso una continua ed imperterrita interrogazione. Domanda allo strumento, scava nel suo animo scuro, manipola il suono ed esige risposte pronte indipendentemente dalla dalla pasta materica utilizzata per costruire. Ed è un modo di comporre che sublima la musica, la solleva letteralmente dallo strumento e mi ricorda il motivo per cui ho scelto di fare questo lavoro. Non ne ho idea ma ai fini pratici non ha grande importanza conoscere la risposta perchè qualsiasi essa sia l'obiettivo non è il segno o la rappresentazione della musica ma la sua pronuncia. Pensa solo che quando lavoravo alla Quinta Serie di Studi era più il tempo che passavo con la testa tra le mani, i gomiti sul tavolino e la musica sotto il naso che quello a ripulire le legature e perfezionare i salti (anzi, saltacci) di posizione. Che vuoi che m'importasse delle dita? Lì c'erano note e andavano eseguite. A qualsiasi costo. Io non credo che avendo letto moltissima (mi manca molto della musica da camera) musica di Gilardino sia in grado di poter fraseggiare meglio di te una sua nuova composizione. Non si tratta di tempo dedicato o quantità di lavoro ma di dimensione musicale scevra di banalità e superficialità nella quale io, come tantissimi altri interpreti, mi ritrovo.
  2. Si? Dovresti vedere il terzo tempo. Tutto sommato fattibile. Gilardino ha scritto pagine decisamente più difficili sotto il profilo tecnico. non parlo di tecnica...parlo di quelle corde a vuoto...e del senso musicale con cui muoverle... non ci far caso da tempo mi tormenta l'idea dell'apparente semplicità Ho capito. Se può esserti utile, ho ovviato al problema con i raddoppi.
  3. Si? Dovresti vedere il terzo tempo. Tutto sommato fattibile. Gilardino ha scritto pagine decisamente più difficili sotto il profilo tecnico.
  4. Anche in questo caso - come per tutta la musica del compositore vercellese - occorre formare un background per le scelte fondamentali nell'interpretazione ma anche nella scelta della diteggiatura. La sonata è evidentemente ed interamente costruita sulla base di forti sensazioni, immagini e colori della cittadina umbra Assisi che ho avuto la fortuna di conoscere bene in passato. Nel primo tempo "Delle Campane" è inevitabile la ricordanza del festoso suono di tutte le campane alla mattina della partenza di uno dei pellegrinaggi; chi ha percorso l'itinerario tra le due basiliche (San Francesco e Santa Maria degli Angeli) troverà quei colori e quel forte pahos religioso nella Lauda; il terzo tempo, infine, appare quasi come quello che amo definire panorama musicale, ovvero, un'atmosfera fatta di memoria e suono dove l'uno e l'altro elemento si offuscano vicendevolmente e dove sembra quasi che l'osservazione esterna dell'opera da parte del suo compositore sia inerme e priva di presenza fisica.
  5. Angelo Gilardino ha terminato la composizione "Sonata di Lagonegro" per chitarra sola. E' composta da tre tempi: I - Delle Campane II - Lauda in Santa Maria degli Angeli III - Levantina Verrà pubblicata dalle Edizioni Curci.
  6. Piantandola con questo maestro. Cristiano va benissimo.
  7. Le motivazioni le può trovare facendo clic su questi link: Cfr."C'è ben poco da pensare: la sezione a cui si riferisce è un celebre tema de "La Cenerentola" di Gioacchino Rossini e va eseguito tutto staccato, sia bicordi (terze e seste) che pedale di basso." http://www.emusic.com/samples/m3u/song/10958437/14483482.m3u Cfr.E' un tema piuttosto vivace tratto da un'aria della Gazza Ladra. Acceda a questa pagina e faccia clic sull'icona WMA di "Là seduto l'amato Giannetto".
  8. A quella che le consente di arrivare fino in fondo al brano senza preoccupazioni. C'è ben poco da pensare: la sezione a cui si riferisce è un celebre tema de "La Cenerentola" di Gioacchino Rossini e va eseguito tutto staccato, sia bicordi (terze e seste) che pedale di basso. Se proprio vuole intervenire può farlo quando il tema viene ripreso con le seste e il pedale si trasforma in SOL#-LA, tanto per non annoiare. Per nulla! E' un tema piuttosto vivace tratto da un'aria della Gazza Ladra. C'è scritto "Allegro", no? Buon lavoro.
  9. Trovato su Amazon. http://www.amazon.com/exec/obidos/tg/detail/-/078667668X/ref=pd_luc_mri?%5Fencoding=UTF8&m=ATVPDKIKX0DER&v=glance
  10. Studio n.XIII di Napoleon Coste. ... Studio n.XXII di Coste! Secondo la numerazione delle edizioni Chanterelle, reprint delle originali Richault Edition (Paris, 1873 e 1880). Nell'edizione Bèrben, curata da Gilardino (1969), è spostato al n° XXV. Saluti Piero Viti Grazie, Piero. http://www.melbay.com/product.asp?ProductID=ECH1401 Cercherò di procurarmelo. Il volume in mio possesso (Schott) lo riporta come XIII.
  11. Ha tirato in ballo lei l'elemento cardine della vocazione per poter insegnare. Lei lo terrebbe per un altro topic, proceda pure, io, se permette, ne faccio uso. Non lo è di certo ma cerco di evitarlo. Se trova che vi siano troppi Off Topic sul forum può sempre segnalarli ai moderatori. Sugli ingegneri mi trova d'accordo. Ho amici che hanno avuto esperienze raccapriccianti. Generalizzare, specie quando si parla di persone, non è mai una cosa intelligente. E mentre lei ha fatto presente - in modo del tutto legittimo - che spesso ha trovato concertisti troppo preoccupati di sé per insegnare, io le faccio notare che ho trovato spesso insegnanti incapaci di farlo senza essere concertisti e concertisti che con mezz'ora di lezione facevano il lavoro di dieci insegnanti. Tira in ballo le fatine e si giustifica con l'ironia (del tutto assente da quando ha iniziato a scrivere), ma l'ironia non ha nulla da spartire con la banalizzazione.
  12. La mia è una esperienza opposta: ho conosciuto docenti di conservatorio (docenti per vocazione) incapaci di impartire la più elementare lezione e concertisti (concertisti che casualmente insegnano) insegnare magistralmente. Sul discorso della vocazione avrei da ridire, ma rischio di portare il thread Off Topic.
  13. Già. Non solo dal punto di vista legale ma anche morale. Per quanto mi riguarda le lezioni private e la partecipazione a masterclass tenute dal sottoscritto nell'ambito della mia città di residenza sono gratuite per tutti gli allievi iscritti al corso Ordinario di Chitarra della Scuola Civica dove insegno.
  14. Le Edizioni Bérben di Ancona (http://www.berben.it) hanno recentemente pubblicato le nuove edizioni di Canzone Notturna Tenebrae factae sunt Ocram del compositore vercellese Angelo Gilardino. Le edizioni saranno disponibili entro il fine settimana nell'area eShop del sito ufficiale del compositore: http://www.angelogilardino.com Info: www.berben.it
  15. Non intendevo dire che i teatri sono terribili, ma penso che le chiese, per loro stessa concezione tendano a creare un'atmosfera particolare grazie ad una combinazione di acustica e scenografia che secondo me può favorire un' intensità percettiva superiore. Forse é solo il mio modo di sentire, ma penso che, per la chitarra, una chiesa non troppo grande sia un ottimo ambiente. Sul fatto che la combinazione di acustica e scenografia che secondo me può favorire un' intensità percettiva superiore non mi trova d'accordo. Il freddo (in inverno sembrano dei freezer, la scomodità per il pubblico, le difficoltà più banali nella scelta di luci, spesso assenza di un'area di riposo per l'artista/gli artisti e una serie di altri dettagli di minor importanza le rendono per me luoghi affatto ideali (benché sovente mi sia capitato e mi capiterà di suonarvi). Sulla dimensione sonora che la chitarra crea in una chiesa piccola (50/70 posti a sedere, costruzioni severe e scarne con rivestimenti del soffitto in sughero o legno) non posso che darle ragione a tal punto che ho preferito un ambiente simile alle gabbie asettiche e claustrofobiche delle sale di registrazione.
  16. Studio n.XIII di Napoleon Coste. Usa sempre [a] su 1a [m] su 2a nuovamente su 1a per le terze. Per le seste va benissimo [i, a] L'ho in repertorio da anni per i bis.
  17. Scusi bob54, meglio chiarire: non è che in auditorium o in un Teatro la scenografia sia così terribile, anzi. Preferisco di gran lunga avere alle spalle i tendaggi di un palcoscenico che un altare.
  18. Anche, Giordario, ma non solo. Spesso gli auditorium sono disponibili ma solo dietro il pagamento di un affitto e le piccole associazioni/enti organizzatori non sempre possono sobbarcarsi il costo.
  19. Questa perla chiarisce tutto. Buongiorno.
  20. L'anonimato per dare il benvenuto ad un nuovo iscritto è un tipo di anonimato. L'anonimato usato per scopi di critica è solo un modo per nascondersi. Conoscere il suo nome e cognome cambierebbe le cose eccome, soprattutto per Lei. Inutile girarci intorno, The StorySeller: sia Bonaguri che Diodovich (come moltissimi altri iscritti) dicono ciò che pensano utilizzando il proprio nome e cognome anche quando questo significa mettersi in gioco (per dimostrare questo è sufficiente dare un'occhiata all'archivio dei messaggi). Glielo dico sinceramente: a me non interessa che un utente di un forum o una chat scriva dietro un nickname sia che i suoi post siano barzellette sia che i suoi post possano essere parte di tesi di alta filosofia. Quello che Tim Couch - parlamentare del Kentucky - ha ipotizzato ha del ridicolo. Mi interessa, invece, che vi sia il rispetto del lavoro altrui e soprattutto che in una community dedicata alla chitarra classica si parli del suo repertorio, della sua storia e dei suoi interpreti.
  21. Anonimo è il nome che si da a chi non esiste. Discutere di cose importanti con chi non esiste è inutile. E' inutile per te che lo fai, per chi legge, e per il fantomatico interlocutore. Anzi, è dannoso. Il forum ormai è diventato uno strumento che da sempre più spazio a chi voce non ha. E' diventato il nuovo strumento dei poveri, dei senza nome, dei vagabondi. Non mi riconosco più in questo forum. Vi leggerò ancora per pura curiosità infantile. Se richiesto dirò anch'io la mia. Ma la voglia che mi animava all'inizio di questa tua avventura si è persa per strada. Quando saranno ricreate le condizioni giuste ci risentiremo. Sarai sempre il benvenuto.
  22. Dimenticavo. Altro che mulini a vento: le risposte di Piero a questo genere di mentalità è come l'azione di un giardiniere che estirpa un'erbaccia.
  23. E' invece avresti dovuto, caro Piero. Certe farneticazioni non meritano risposta alcuna. Sono disgustato. E queste cose provengono sempre dai soliti ignoti. Ma Cristiano, quando capirai che la vera democrazia non sta nel far dire tutto a tutti ma solo a chi sa ciò che dice e lo fa senza maschere? Gli altri, stiano zitti e imparino ad ascoltare di più. Io in questo forum non ho più voglia di stare. Legittima decisione, Francesco, ma ti prego di riflettere a fondo sulla motivazione. Un anonimo spara a zero (comodo e protetto dal solito nickname) e tu, che metti nome e cognome come me e come la maggior parte degli utenti cosa fai? Pensi di non scrivere più? Sacrosanto e rispettabile, ma non lo condivido. Piero non combatte affatto con i mulini a vento ma con una mentalità che va morendo (il paragone con 'gli altri dipendenti' è l'acme di un discorso senza ne' capo ne' coda) e che se pesata correttamente non ha alcun valore nel campo del nostro lavoro. Non voglio difendere a spada tratta le azioni di tutti gli iscritti ma l'anonimato è un diritto di chi si iscrive soprattutto per dire ciò che si pensa nascondendosi dagli altri. Un po' come la cara/o Emanuela Rosenthal che in passato non faceva che intervenire fuori luogo o altri utenti che intervengono solo in casi di baruffe perchè è l'unico momento in cui possono, con il turpiloquio e le offese, sentirsi in un ambiente che conoscono.
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