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Ermanno Brignolo

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  1. Ipotizzo... Perché deve essere, in qualche modo, conveniente per qualcuno. Il problema è che lasciando aperta questa doppia possibilità oltre ogni sensato limite temporale, si è - tanto per cambiare - giocato con le carriere degli studenti che ora pagano lo scotto. Era ovvio che prima o poi si sarebbero chiuse le porte del vecchio ordinamento. Ripeto, non sto a discutere sulla bontà della riforma che io non vivo e di cui ho sentito parlare sia bene sia male (spesso, a seconda dello strumento), ma mi riferisco all'applicazione di una legge. E' pur vero che l'Italia era riuscita a ottenere una proroga anche per la rimozione della lira dal mercato, ma che si debba sempre arrivare all'ultimo mi sembra ridicolo. Per di più, se resta vero che una parte di colpa è andata ai dirigenti scolastici o chi per essi quando hanno lasciato aperti corsi destinati all'estinzione, è altrettanto vero che anche gli studenti - che quei corsi li hanno scelti - hanno avuto ben poca lungimiranza, soprattutto quando si sono lasciati guidare da insegnanti (penso ad alcuni insegnanti privati di mia conoscenza e di cui tacerò il nome per decenza) che, non avendo la men che minima idea di come preparare un allievo all'ingresso in conservatorio per il nuovo ordinamento, li hanno mandati allo sbaraglio dicendo loro che "il vecchio era meglio". Io non vedo nulla di male nel porre un termine al vecchio ordinamento, né individuo un male nel sospendere corsi anacronistici. Riprendendo quello che tu dici, è altrove che si dovrebbe indirizzare la protesta.
  2. Abbiate pazienza, ma qualcosa non mi torna... La riforma scolastica cui si allude è del 1999. Quattordici anni fa. Possibile che a distanza di tutto questo tempo ci sia ancora chi si lamenta di questa roba? Il vecchio diploma e il suo relativo corso sono caduti in disuso nel momento in cui è stata attivata la riforma. Da allora, non sarebbe dovuto essere possibile neppure iscriversi a nuovi corsi di vecchio ordinamento (come è avvenuto nelle "altre" università, dove già dal 2000 non c'era scelta: nuovo ordinamento o nuovo ordinamento.). Inoltre, in quattordici anni, di tempo per diplomarsi ce n'è stato, soprattutto sapendo che questo tipo di corso era mandato in estinzione. Lamentarsi di questo dopo tutto il tempo trascorso mi sembra una vigliaccata: si sarebbe potuto sfruttare il tempo concesso in modo molto più proficuo anziché arrivare in ritardo di tre lustri e avanzare ancora delle pretese.
  3. Buona domanda: perché si partecipa ai concorsi, oggi? Io credo che, tolta la curiosità giovanile, ai concorsi oggi partecipino musicisti che, all'inizio della loro carriera, vogliano 1) trovare un modo per farsi conoscere da questo o da quel personaggio presente in giuria, 2) arrotondare le entrate se sono certi di essere tra coloro che quasi certamente arriveranno a premi e 3) per rimpolpare il curriculum con voci che fanno tanta gola a chi scandaglia i titoli per l'attribuzione delle cattedre in scuole di ogni ordine e grado, con le dovute - poche! - eccezioni. Permane, poi, un'idea un po' romantica del concorso che scopra talenti e li lanci in una carriera folgorante e bla bla bla... Non ne vedo da anni. Una domanda ancora migliore, secondo me, potrebbe essere: che cosa può offrire, oggi, la vittoria di un concorso? O - peggio - che cosa fanno, oggi, i vincitori dei concorsi per sfruttare l'offerta del "pacchetto premio"? Ecco, qui le criticità sono tante. Si inizia con la scelta del repertorio, scelta operata da un comitato artistico, o da un direttore artistico... insomma, da qualcuno che, per mezzo di quella scelta, dovrebbe - si spera consapevolmente - indirizzare fin da subito il concorso in modo pressoché inequivocabile. Allo stesso modo, una notevole importanza riveste anche la scelta della giuria, vale a dire di quel manipolo di persone che decreterà in prima persona i parametri di giudizio secondo i quali il concorso avrà - o meno! - un vincitore. Ecco, a questo punto, la palla passa ai concorrenti: selezione dei brani a libera scelta, iscrizione, partecipazione, eliminatoria, semifinale, finale e vittoria... e poi??? I primi premi dei concorsi più importanti sono ghiotti in tre portate: premio in denaro, concerti e contratto discografico. Il primo è venale, quindi non c'è molto da dire, ma sui concerti e sul disco qualche considerazione si può fare, e non posso dire che le mie siano considerazioni felici. La faccio breve: quanti si ricordano dei dischi di - chessò... - Petrit Ceku, che ha registrato per Naxos dopo aver vinto il Pittaluga nel 2007? O Elise Neumann, che ha registrato per Brilliant dopo aver vinto il Barrios appena due anni fa? Vengo al dunque: che cosa fanno questi vincitori per sfruttare una spinta così forte? Hanno delle vele sufficientemente robuste per catturare il vento che soffia loro in poppa?
  4. Ah-ah!! Il sound designer si occupa di realizzare "sculture sonore"... ROTFL!!
  5. La SGAE tutela i diritti d'autore dei suoi iscritti in tutto il mondo, come altre società similari. Attenzione, però, a un dettaglio non da poco: le musiche da associare ai video richiedono anche i diritti di sincronizzazione che, alla fine, sono quelli solitamente che rendono di più. Hanno una loro regolamentazione e una loro modulistica da compilare sia per l'autore che concede il diritto, sia all'utilizzatore che inserisce le musiche nel suo video. Non so essere più dettagliato perché non è mai stato mio compito - finora - occuparmi della sincronizzazione, ma è bene informarsi in merito. EB
  6. Allora confido che tu sappia benissimo come "creare" un ottimo diffusore senza bisogno di accontentarti di cosa passa il mercato. E' una conoscenza - quella della componentistica di base e della creazioni di questi marchingegni - che mi manca e che ti invidio, ma so che non ho il tempo per mettermi a curarla, pertanto mi rivolgo al commercio. Buona ricerca ermanno
  7. PS: dimenticavo, se la registrazione è casalinga, anche il microfono a condensatore può essere sostituito con un dinamico (tipo Shure SM57 o simili) con considerevole risparmio economico ma anche una certa riduzione della qualità della ripresa. PPS: il sequencer, una volta preso, va "studiato", e non è sempre così semplice...
  8. Bene o male occorrono quattro cose: 1. Microfono/i. Almeno un mic a condensatore (se non si registra in studio suggerisco un diaframma stretto, da 1/2" o 3/4") posizionato a una ventina di centimetri dalla tavola, diretto sotto al ponticello, con un'inclinazione di una decina di gradi. Se si dispone di un secondo mic, collocarlo con la stessa geometria in direzione del VII tasto. Se si registra dal vivo o in un ambiente "ben educato", posizionare il/i microfono/i a una distanza di circa 50-70 cm dalla chitarra. Ottimi per rapporto qualità/prezzo sono i microfoni RODE NT2-A o gli NT5, mentre poco sopra di prezzo e di ottima qualità sono gli AKG C414 2. Scheda audio. Occorre una scheda audio dotata di convertitori di buona qualità, con phantom per alimentare i microfoni a condensatore. Ottime schede con bus USB sono prodotte da Presonus a prezzi abbordabili e con qualità impressionante. 3. Sequencer. Su un iMac è in dotazione Garage band, che non è il massimo ma per una registrazione casalinga di una chitarra fa il suo dovere. Se si vuol qualcosa di più, occorre rivolgersi a sequencer più evoluti come Cubase (è appena uscita la release 7 che ha caratteristiche impressionanti anche nelle versioni "light"), Logic o ProTools 4. Casse. Per ascoltare le registrazioni occorre una coppia di casse di buona qualità che consentano di valutare i dettagli della ripresa. Tascam e Genelec hanno delle ottime entry level, ma anche Mackie e KRK, pur costando un po' di più, forniscono un ascolto impeccabile. Eventualmente, se si vuole spendere un po' di più, si può valutare l'esigenza di un Pre con due canali per migliorare la risposta dei microfoni, ma se la registrazione è casalinga, è un investimento sprecato. A disposizione. EB
  9. Non è solo una questione di costi: le corde hanno una notevole elasticità, e per la natura polimerica del materiale di cui sono fatte, le tolleranze della lavorazione - anche ammettendo una rettifica - non possono certo restare nel campo dei nanometri. Ipotizzando che l'unità di misura (plausibile) del numero considerato "buono" da Segovia nel racconto del maestro Bonaguri sia il decimo di millimetro (15 decimi di millimetro sono 1,5mm, che per una prima corda mi sembra un diametro ragionevole), credo che lo strumento più adatto per prendere la misura dell'uniformità del diametro (tolleranza di cilindricità) sia proprio il calibro: un micrometro o strumenti più sofisticati e con maggiore risoluzione non sarebbero utilizzabili su oggetti - le corde - in cui, oltre alla porosità del materiale, sono rilevanti i fenomeni di strizione o dilatazione del diametro (legge di Hooke e affini). EB
  10. Credo che questa domanda, dopo aver ricevuto la meritata ovazione, richieda anche una risposta, e dubito che la risposta possa allontanarsi molto dalla dilagante superficialità che trasuda, ad esempio, dalla maggior parte dei dischi in commercio. Qui, però, si pone un dilemma successivo... che poi è lo stesso, ma visto da un altro punto di vista: dove - inteso come in chi e in che cosa - individuare la responsabilità di questo approccio "poco scavato"?
  11. Luigi Magistrelli e Massimo Laura hanno registrato per Brilliant Classics l'integrale dei lavori per clarinetto e chitarra di Ferdinand Rebay.
  12. Questo automatismo non funziona. Se fosse così semplice, nessuno resterebbe sorpreso dello spostamento dell'annuncio di un concerto di Fabbri nell'area Off-topic musicali. Ma è evidente che non sia così, o - per approfondire quanto sostenevo precedentemente - che questo non sia conveniente. Le baruffe da rotocalco di chi, vittima di un sistema "snob", urla allo scandalo sventolando - o facendo sventolare - titoli e riconoscimenti fanno molta presa sul popolino catodico, che è il target cui questo tipo di musica si riferisce (ascolto immediato, intelleggibilità estrema, strutture da canzone popolare, armonizzazione scarna e ripetitiva, temi di chiara derivazione pop, assenza di contrappunto...). In quest'ottica, non esiste alcun tipo di argomentazione che possa o voglia essere compresa: qualsiasi tipo di critica negativa, di obiezione o di stroncatura fa sì che chi l'avesse pronunciata venga screditato con uno di questi sistemi: 1. il critico (o chi per esso) evidentemente è un bacchettone completamente chiuso alle nuove aperture della musica classica, è sicuramente arroccato in un accademismo vetusto e non è in grado di aprirsi al presente 2. il tal esperto, il tal altro compositore grammy-awarded, il grande interprete e il famosissimo critico (tutti Maestri, ben inteso: i titoli sono importanti più dei contenuti) si sono espressi in favore di questo tipo di prodotto: loro sì che hanno capito, e loro sono famosi, sono importanti, quindi loro contano di più Ecco, quello che mi sembra patetico è che nel 2012 si faccia ancora affidamento sull'apparenza più che sulla sostanza. Questo era un sistema che veniva fatto funzionare fino a trent'anni fa, quando reperire informazioni era infinitamente più complesso di oggi. Adesso ci vuole poco a fare una rapida ricerca su youtube - dove non ci sono solo i video ufficiali, truccati e bardati a festa dall'autore, ma ci sono anche registrazioni spurie, quantunque autentiche, che mostrano anche il retro delle facciate - e fare qualche paragone: bastano dieci minuti e si smaschera qualsiasi trucco. Non comprendere queste dinamiche - oggi! - non è grave né anacronistico: è solo molto sciocco.
  13. Anch'io sono sorpreso di tanto interesse: è strano come una persona che abbia definito questo forum come - non ricordo le parole esatte, non vogliatemene - una perdita di tempo che si chiude a riccio su se stessa abbia nel suo staff chi si scalda tanto per il tipo di attenzioni che vengono concesse al suo operato, così come mi sorprende che gli utenti di questo forum, dopo essere stati tacciati di piaggeria - più volte - e di cecità - ancora più volte - continunino a dar vita a baruffe legate all'attività di Fabbri. Lieto che faccia la sua strada e che non senta il bisogno di dimostrare nulla a nessuno: immagino che lui non intenda cambiare - dubito che ne avrebbe motivo - e che questo tipo di atteggiamenti da parte sua - prima, quando era membro attivo del forum - e del suo staff - ora - sia un mezzo pubblicitario abilmente messo in opera. EB
  14. Per aggirare la SIAE, l'unica cosa che puoi fare è eseguire opere di pubblico dominio, altrimenti loro se ne fregano delle finalità del tuo evento, per quanto possano essere alte. Inoltre il costo del permesso sarà inferiore se tu lascerai l'ingresso a offerta libera. Per il resto... non c'è molto da fare: s'ha da pagare. EB
  15. Cari colleghi e amici, condivido con Voi alcune tracce del disco "Cahier des chansons anciennes n. 2", contenente le mie registrazioni dell'omonima opera di Alfredo Franco. I link per l'ascolto gratuito sono: La chanson de l'anel La chanson de l'adieu La chanson de la dame blanche Il disco sarà distribuito da dotGuitar come già il Cahier des chansons anciennes, suonato dal chitarrista Marcello Rivelli. Appena disponibili, inserirò le informazioni per l'acquisto e il download dei brani. Grazie. Ermanno Brignolo
  16. La musica è notevole, e l'interpretazione le rende giustizia. Grazie per la condivisione.
  17. Indubbiamente leggo male, ma in questo io ci leggo: "cosa vuoi mai che ne capiscano i critici? I loro giudizi non sono certo così autorevoli da definire realmente il valore di un lavoro..." Idem per i compositori, in cui si rimarca la presunzione di superiorità, altrimenti detta spocchia. Al di là di questo, il mio discorso è, in realtà. molto più generale. Come dicevo, parlo per esperienza: quando ho scritto parole non entusiastiche su un'uscita discografica che reputavo mediocre mi sono visto recapitare lettere atroci. EB
  18. Sono d'accordo su tutto, in particolare sulla critica alle critiche. Non trovo meschino criticare il critico, trovo meschino screditarlo.
  19. Cercare di essere "i migliori" è un gioco che sta bene nelle scolaresche delle elementari, poi si cresce e si capisce che sarebbe tempo sprecato. Cercare, invece, di essere ogni giorno migliori di noi stessi, di crescere, di migliorarci in ogni aspetto della nostra vita, questo sì che è tempo ben speso. Bisogna, però, essere preparati ad affrontarne le conseguenze: è una cammino impervio da percorrere quasi sempre in completa solitudine, e spesso porta ad essere incompresi o addirittura derisi dagli altri. E alla fine si ritorna a quanto hai sempre sostenuto: ciò che realmente da valore a un percorso è la coerenza che sta alla base. Che questo valore sia solo umano o si traduca anche in qualcosa di diverso (arte, sport, agricoltura, costruzioni edilizie...) è, alla fine, quasi irrilevante: la sua accettazione da parte di terzi sarà solo una conferma in più... ma ce n'è realmente bisogno?
  20. "Chi?"... "Chi?"... Nessuno? Lasciamo le cose allo stato brado senza regole e senza confini? Tutti? Cambierebbe poco dal caso precedente, se non che gli interpreti e i compositori - alcuni, almeno - si sentirebbero ancor più che adesso alla mercé di un'entità astratta e idealizzata nota a tutti come "il pubblico"... E' una domanda un po' troppo retorica, ma non impossibile, a patto che si sia d'accordo sull'autorevolezza di chi esprime dei giudizi, autorevolezza che talvolta può generare indifferenza, talaltra può dar vita a discussioni di pagine e pagine sui forum di settore. I critici, in questo caso, hanno ben poco da fare, visto che - parlo per esperienza - quando si permettono di esprimere un parere un po' meno che encomiastico vengono screditati, tacciati di incompetenza e fatti oggetto di richieste ostracistiche nei confronti del loro direttore. I compositori che parlino di composizione... mah, sarebbe tanto ovvio da essere innaturale, almeno nel mondo della chitarra e della composizione ad essa legata (ma, a quanto vedo, nel pianoforte non si naviga in acque tanto migliori... c'è un'orda spaventosa di "Reverie" raccapriccianti tra i neo-compositori neo-melodici neo-tonali neo-improvvisati...), pertanto anche i compositori - personaggi che, più di tanti altri, padroneggiano la materia musicale e pertanto più idonei ad esprimere un parere autorevole - rischiano di vedersi tacciare d'invidia quando non di alterigia. La gogna del giudizio è inevitabile nel momento in cui si esce allo scoperto. Ogni editore prenderà i propri provvedimenti per evitare che sul proprio lavoro fiocchino più pomodori marci che petali di rose. Io non la definirei censura, quanto, piuttosto, selezione all'ingresso. Sappiamo bene quanto ce ne sia bisogno... Detto questo, è sacrosanto che ognuno suoni ciò che gli pare, ma tirare la pietra e nascondere la mano non è segno di grande maturità, a mio avviso: ognuno suoni - o scriva - ciò che preferisce, ma non vada a piangere dalla mamma se qualcun altro, nella sua altrettanto piena libertà, gli dirà che sta suonando - o scrivendo - "musicaccia". Chiedere spiegazioni su un giudizio negativo è più che legittimo, mentre screditare chi lo ha emesso è piuttosto meschino. EB
  21. Per medicina non so, ma in diverse facoltà in cui vige l'obbligo di frequenza, le presenze non vengono rilevate. So per esperienza che è possibilissimo superare (brillantemente, mi permetto di aggiungere) diversi esami nelle facoltà di ingegneria senza recarsi nemmeno una volta a lezione se non per prendere il programma del corso. Per come vengono gestiti gli insegnamenti in alcune università, la frequenza è una chiassosa e confusa perdita di tempo. Anche un privatista, solo che non va in conservatorio ma da uno o più insegnanti privati. Colgo il suo intervento come spunto e mi domando: che cosa spaventa tanto? Che ci siano, fuori dei conservatori, insegnanti in grado di preparare un allievo al diploma in modo altrettanto brillante che un cattedratico di ruolo? Che chi voglia dedicarsi (ahilui) alla professione musicale scelga autonomamente il proprio percorso di studi invece di dover sopportare insegnamenti spesso inutili e mal gestiti? Si crede, con questo, di arginare il problema dell'evasione fiscale legato alle lezioni private che non vengono fatturate? Prima di poter considerare un conservatorio al pari di un'università sarebbe necessario che si iniziasse a pensare alla musica come a una professione e non come un mero passatempo. Quali prospettive professionali ha, oggi, un quindicenne mediamente talentuoso che intenda iscriversi al conservatorio? Quali aspettative? Quali sbocchi? Perché dovrebbe ipotecare il suo futuro a fronte di un'offerta formativa per molti aspetti carente e di una garanzia professionale ridicola e svilente? EB
  22. Scusate, ma... qualcuno ha telefonato alla segreteria del conservatorio di Vibo Valentia per avere delucidazioni?
  23. Leggo stamattina della nuova trovata mediatica per "avvicinare i bambini all'ascolto di Mozart" http://www.corriere.it/spettacoli/12_marzo_22/mozart-pop-rock-dance-macchioni-maffioletti_7a963ea8-73f2-11e1-970a-fabda8494773.shtml Mi perdonerete se nutro qualche perplessità sull abontà dell'operazione. EB
  24. Dear Mr. Beneteau, for the first movement, I used, in this recording, the standard tuning, with the 6th string tuned to E. It is interesting your suggestion to tune the 6th string half a tone lower: I will check it. I'm wondering if the E flat allows the left hand to hold all the positions... I'm curious: I will play it tomorrow. All the best, and thank you: I'm glad that you appreciated my interpretation. ermanno
  25. Come sai, Raffaele, sono centinaia i concerti per chitarra e orchestra del Novecento. E' un repertorio vastissimo. Presto, farò in modo che le migliaia di pagine inascoltate di questo repertorio possano essere registrate e venire alla luce. Presto... molto presto fornirò in questa sede tutti i dettagli. EB
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