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Alfredo Franco

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  1. si Giorgio, come ha detto AG sono le stesse..io sto studiando su entrambe le versioni (per il prossimo concerto dove le eseguirò integralmente) e non ho trovato differenze, infatti escludo soltanto le tre che ho citato perchè non sono..."catalane"...e quindi ne eseguirò 13..ma le diteggiature si...sono identiche e importanti, infatti..per la caratteristica scrittura timbrica che possiedono... marc p.s. La Chanterelle pubblicò anni fa un bel cofanetto contenente l'opera integrale di ML e..così..mi feci un bel regalo...immagino esista ancora...copertina gialla e fascicoli ben stampati...cambia solo l'ordine delle cancion rispetto alla edizione spagnola...ma....il contenuto... Gran bel cofanetto! Giallo fosforescente a parte!
  2. cioè...prendiamo come riferimento stilistico le tavole di Goya e proviamo a seguirne il percorso...nel tratto scarno e disadorno, di un '700 ormai naufragato...dove collocare la scrittura di MCT?...c'è un'affinità elettiva o si tratta di una prima cesura? allora, l'interpretazione di Yamashita, in un certo senso, un poco la bypassa e si ricongiunge alla crudezza originaria?...si potrebbe anche dissertare sul concetto di bel suono, e della sua necessaria mancante legittimità in siffatto contesto...forse?...
  3. Rilancio http://www.wesleyan.edu/dac/coll/grps/goya/goya_intro.html
  4. Cosa ne pensate? Tra corde che friggono e metronomi in preda alle convulsioni risiede l'essenza estetica, graficamente disturbante e cruda, di un'interpretazione sincera con le tavole? (non della legge ma delle umane miserie).
  5. Per quanto ne so, dovrebbero essere 13 per chitarra sola: oltre alle 10 dell'edizione da te citata esistono La pastoreta, El noi de la mare e La presò de Lleida. Dell'altro titolo da te menzionato, invece, non ho notizie. Stefano Grondona, nel booklet del cd Respuesta menziona altri 2 titoli che appaiono nei programmi dei concerti di Llobet: Els segadors e L'emigrant. Al momento, però, non sono ancora stati ritrovate. Esistono poi altre 3 canzoni catalane per orchestra di chitarre: L'annunciaciò e L'hostal de la Peyra, che oltre a La filla del marxant sono contenute nel cd Homenaje.
  6. La netiquette...questa sconosciuta...
  7. A questo punto non converrebbe attenersi a "quella di Llobet"?
  8. Quindi Bartok era un "illuso"... R. F. Bartok non travisò mai i temi che impiegò, così come non lo fece Mosso nelle "Tre canzoni piemontesi" per chitarra: la nuova luce sotto la quale queste melodie popolari furono poste non era certo aliena al loro contesto originario. Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più "originali", la moderna etnomusicologia ha scritto pagine su queston puoi andarle a leggerle. Ma non sta qui il punto, il punto è nel fatto che molti compositori hanno "attinto" al popolare nelle varie epoche passate e presenti e continueranno a farlo a dispetto di tutto e di tutti. Naturalmente i risultati qualitativi non saranno sempre gli stessi e le "Canzoni popolari lucane" di Ciccio Matera (dal cognome evinco che sia lucano ma non so) non saranno qualitativamente certo come le "Canzoni popolari rumene" di Bartok ognuno fa quel che può e quel che sa... R. F. Il concetto di originalità (desumo dal tuo intervento che tu ne stia parlando in un' accezione autoriale), non riguarda la musica popolare; l'idea di "unicum", di atto irripetibile, di creazione originale non fa parte delle strutture delle società tribali, nè, per filiazione, dei modelli di queste travasati nei nuclei sociali che potremmo anche definire popolari, se questo termine non avesse assunto troppe valenze che ne rendono spericolato l'utilizzo. In questo senso, l'etnomusicologia, nel leggere la cultura popolare (ma a questo punto usiamo il sostantivo britannico "popular" e anche la sua contrazione "pop") non fa che ri-usare, ri-adattandoli, i modelli fondanti dell'antropologia novecentesca. Quello che anche io non riesco a capire è come si sia finiti a parlare di Bartòk in un topic sui Queen.
  9. Luciano Berio: http://www.debaser.it/recensionidb/ID_11829/Cathy_Berberian_Beatles_Arias.htm Leo Brouwer: http://www.jpc.de/jpcng/classic/detail/-/lang/en/currency/EUR/trackdetailpage/2/hnum/2992121 R. F. Hai postato due esempi che, secondo me, non hanno nulla in comune, culturalmente, e quindi non possono essere presi in esame nè in riferimento al disco sui Queen nè tra di loro. La riflessione di Berio sulla musica leggera non centra nulla con la musica leggera, anche se può sembrare paradossale, ma il paradosso credo sia del Berio pensiero uno dei cardini poi istituzionalizzati dal criticume postwebrniano. Altrimenti è come dire che la Campbell di Warhol e la Campbell acquistata da Mr. Smith al supermercato sono la stessa lattina.
  10. Credo uno dei modi peggiori per infierire nei confronti della musica rock, sia quello di volerla trasformare in qualcosa di colto, di alto, di pulito, di accademico. Chi conosce il linguaggio (i linguaggi) della musica rock sa perfettamente, o dovrebbe saperlo, che non è la struttura armonica di un brano a farlo bello o brutto, nè la sua linea melodica, molte volte. Se questa musica viene svestita dei codici che la fondano, in primis e su tutti il "sound", non restano molte frecce all'arco. La chitarra elettrica con distorsore non è plusvalore in queste circostanze, possibile che sia così difficile capirlo? Il senso di queste operazioni, per quanto mi riguarda, se letto attraverso una griglia estetica un poco fitta, certo, ma neanche troppo, mostra che il re è nudo. Ps. c'è ancora qualcuno che crede la musica diventi "classica" quando ci sono un po' di archi e qualche legno al posto di un marshall? Per carità, ognuno è libero di credere a ciò che vuole, anche agli asini volanti, come si suol dire.
  11. Mah...il manuale di Schoenberg è forse ostico se letto come manuale...caratteristica che effettivamente non possiede. Credo, in realtà, che si tratti di uno dei più bei libri sulla musica, semplicemente. Penso che un approccio corretto dovrebbe tener presente proprio questo innegabile dato di fatto, in fin dei conti si tratta di una disamina appassionata e approfondita sul senso musicale...direi che va affrontato molto lentamente e riletto assai. Schoenberg, oltretutto, era anche un ottimo scrittore e, citando Calvino (Italo non Jean) e la sua dissertazione sulla bruttezza dei linguaggi tecnici, mi verrebbe da dire: leggetelo perchè è un bel libro.
  12. Vorrei segnalarvi alcuni cd decisamente meritevoli, secondo me, di ripetuti e piacevoli ascolti. Comincio con questo un bell'esempio di come sia ancora possibile dire qualcosa di nuovo e fresco anche muovendosi all'interno di un repertorio ormai decisamente "istituzionalizzato" quale quello qui proposto. Il momento più interessante è probabilmente rappresentato dalla Sonata-Fantasia di Moreno Torroba, un lavoro veramente notevole, lontano da tentazioni bozzettistiche, che direi non sfigura se messo a confronto con lavori come la Fantasia-Sonata di Manen o la Sonata di Josè. Segovia lo lasciò nel baule, credo per motivi di tempo, non certo di qualità della composizione. Grazie a Gilardino per averlo tirato fuori. http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.557596 Altro disco per farsi un'idea più corretta di Llobet, della quantità non così esigua della sua produzione (anche se qui si parla spesso di trascrizioni), nonchè della sua qualità eccelsa. Non so quanti di voi conoscano le sue trascrizioni di de Falla, ad esempio, per una o due chitarre e per chitarra e voce. Parimenti credo siano ancora piuttosto ignorate le sue composizioni e trascrizioni per orchestra di chitarre: splendide nella resa le Canzoni catalane qui presentate! Un disco che secondo me invita a riflettere seriamente sul valore estetico delle trascrizioni storiche. Anche in questo caso pare il materiale esca da un vecchio baule, un plauso quindi a Grondona. http://www.stradivarius.it/scheda.php?ID=801157033660600 Buoni ascolti.
  13. Michele l'intenditore?
  14. Un libro bellissimo. (il manuale)
  15. Mi pare sia stato lei a mettere insieme Lorenz e libero arbitrio. La mia puntualizzazione, tuttavia, non era certa rivolta alla sua persona quanto al paese in cui viviamo. Lorenz, comunque, ha scritto dei libri molto piacevoli...almeno quelli che ho letto. Aveva la non comune capacità di rendere fruibili quelle solitamente tediose ricerche scientifiche...
  16. Parlare di libero arbitrio in un paese assoggettato da millenni di dominazione papale è ridicolo.
  17. Ciao Giorgio...si hai ragione, anche con Giuliani si sa dove va a parare...ma non sempre, e specialmente nella musica da camera...e mi fa specie, ma anzichè no, il fatto che ad esempio l'op. 25 ancora circoli in alcune versioni segate di momenti, almeno dal punto di vista timbrico, alquanto inediti nella letteratura del primo ottocento...ma tant'è...ma il fatto è proprio che Giuliani è legittimato ad andare a parare nella misura in cui, forgiando uno stile tutto suo nella scrittura chitarristica, lo reitera senza preoccupazioni di sorta. Cosa che non succede, aimè, nella scrittura di Margola, strumentalmente approssimativa...o meglio direi, poco conscia delle peculiarità dello strumento. Nulla da eccepire dal punto di vista compositivo, ma le due cose, come ben sai, devono necessariamente trovare una sintesi. Insomma, al confronto MCT è un avanguardista spericolato.
  18. Forse perchè le composizioni chitarristiche di Margola non sono altro che un unicum, condivisibile o meno. Che siano 10 o 100 non fa differenza alcuna, tanto si sa in partenza dove sarebbe andato a parare.
  19. per me, 'sto stralcio di intervista, dato l'assortimento degli ospiti, è uno dei vertici del delirio cosmico che governa la società postmoderna. pezzi nuovi? nessuno, sono in "folle".
  20. http://www.youtube.com/watch?v=B2kuIgFI9iw
  21. ecco, questo mi interessa perchè ho cercato in giro ma non ho trovato nulla. è complicata la procedura?
  22. Piace molto anche a me. Valutarlo come un interprete dedito allo sola foga è alquanto restrittivo, perchè sa anche essere molto lirico, e anzi, una delle sue caratteristiche che più apprezzo è la capacità di passare con estrema chiarezza da universi emotivi incalzanti a repentine placide sospensioni. Guarda il finale del primo movimento della Sonata omaggio a Boccherini, come prepara il secondo movimento in quelle ultime battute; in questo senso è esemplare delle capacità di cui dovrebbe disporre sempre un grande interprete.
  23. ...giusta osservazione, infatti ho già diteggiato, studiato e quasi memorizzato il brano... solo che stò "sperimentando", visto anche il poco tempo a disposizione da dedicare allo studio, la via dell'ascolto dei brani sui quali lavoro, sia per avere un riferimento interpretativo, oltre a quello del mio maestro, sia per un aiuto nell'assimilazione degli stessi... ...e devo dire che funziona rossano E' un'idea che non mi convince affatto. La musica classica è tale perchè è musica scritta, se è scritta con cognizione di causa contiene tutto ciò che serve per interpretarla. Come suggerisce Cristiano, è molto più utile ascoltare qualche compositore stilisticamente affine a ciò che si sta studiando, piuttosto che introiettare un modello precostituito che non è il proprio e che rischia di fuorviare il cammino.
  24. e quale sarebbe? io sto ancora aspettando un chitarrista che si prenda la briga di inciderle tutte dandone una lettura convincente. E' molto difficile tenersi al corrente di tutte le registrazioni discografiche dei chitarristi. Ogni giorno vengono prodotti nuovi CD che, non potendosi avvalere della distribuzione delle etichette multinazionali, non di meno esistono e sono anche, non di rado, pregevoli. Internet rende molto più facili le ricerche, e queste, se condotte con pazienza, rivelano delle sorprese. dralig ho capito...mi armerò di pazienza...
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