La cultura che permea il paese nel quale si vive tende ad essere piuttosto pervasiva.
Nel caso dell'Italia, un paese dove la cultura è l'ultima ruota del carro, anche in ambienti che potrebbero fungere da baluardo all'imbarbarimento civile, si assite inevitabilmente ad una mancanza di attenzione sconcertante.
Se Dio dovesse valutare la bontà dei suoi fedeli dal canto che questi gli elevano la domenica al culto (parlo delle chiese di cui faccio parte) non ci sarebbe alcuna speranza di vederne la luce.
Nonostante nell'innario siano presenti le partiture a 4 voci di ciò che si canta, (bellissimi corali), nessuno, se non i musicisti, è in grado di leggerle: gli organisti, poveri loro, devono spesso combattere con una comunità che ad ogni strofa tende a rallentare impietosamente e partendo da un 80-100, si arriva nell'arco di 3 minuti ad un 40-60...ovviamente tutti all'unisono.
E' difficile cantare un contrappunto a quattro voci, allora arrivano quegli orrendi pezzi da parrocchia.