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Piero Bonaguri

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  1. Per esempio - tra i tantissimi che si potrebbero fare - qualcuna tra le Fantasie facili di Narvàez oppure i Tientos di Alonso Mudarra - che, essendo canonico alla Cattedrale di Sevilla, se ne intendeva. Più facilmente reperibili le Four Sacred Songs di Thomas Robinson, Edition Narciso Yepes; Edizioni Schott GA607
  2. Non sono un tecnico di registrazione, ma ho un po' di esperienza diretta. Assumendo che lo scopo sia una registrazione solistica di chitarra classica, probabilmente il modo più classico e affidabile è quello suggerito da Neuland quando parla di "stereofonia". I due microfoni impiegati, in questo caso, devono essere dello stesso tipo, ed esistono anche supporti per asta fatti in modo che i due microfoni vengano posizionati ad una distanza conveniente tra loro. Se, come mi sembra di aver capito, non c'è una coppia di microfoni uguali, consiglio di sperimentare la tecnica stereo che si chiama Mid-Side recording, che è descritta anche qui: http://www.uaudio.com/webzine/2005/december/text/content4.html In questo modo si può usufruire di una tecnica stereofonica classica anche usando due microfoni diversi, dei quali almeno uno deve poter avere la possibilità di registrare con la polarità chiamata "figura ad otto", mentre l'altro può essere un normale microfono direzionale (cardioide). L'elemento più problematico forse è la mancanza di riverbero dello studio descritto da opocaj, ma sicuramente vale la pena di fare qualche tentativo, il riverbero si può provare ad aggiungerlo dopo. La Mid- Side secondo me dovrebbe prendere un po' più di "ambiente" rispetto alla tecnica dei due microfoni paralleli AB. Auguri
  3. Non c'è da "vedere" in quanto quella di Oggi2000 è una trasmissione di Radio 1 (quella televisiva è quella di TG2, MIZAR). A me , cliccando su "ascolta la puntata del 29 marzo" , si apre una finestra, che è attiva solo se sul pc è installato realplayer 11- se no bisogna installarlo. A quel punto si può ascoltare tutta la puntata, che dura circa un'ora, oppure scegliere con un cursore che cosa ascoltare. Se lo si posiziona verso il nono minuto, lì c'è il breve servizio - 5 minuti circa - su Villa - Lobos.
  4. Ecco il link: http://www.radio.rai.it/radio1/oggi2000/ Bisogna avere realplayer per ascoltare: è la puntata del 29 marzo, e se si va al minuto nono della trasmissione c'è il breve servizio su Villa -Lobos.
  5. Sì, appena possibile, è stata una settimana abbastanza turbinosa tra viaggi e 5 concerti. RAI 2 mi ha appena comunicato che su MIZAR di sabato prossimo rimandano il servizio tv: sarà sempre a notte tarda, ma almeno non c'è di mezzo anche il passaggio all'ora legale.... Che dire? Molto gentile da parte loro - e così me lo vedo anch'io! Sul portale chitarraedintorni è uscito un mio articoletto su questo anno villalobosiano, anno per me decisamente stimolante finora...
  6. Grazie. Purtroppo ero a Bregenz e mi sono perso tutto... spero che la Rai me lo faccia avere;invece la trasmissione su Radio 1 dovrebbero metterla in podcast anche nel sito della trasmissione, Oggi2000.
  7. chi invece volesse anche vedere può guardare domani sera tardi il programma Mizar su Rai 2, c' è un altro servizio sul cd con intervista e qualche ripresa audio live..senza rete
  8. Domenica 29 marzo, alle ore 11.35 di mattina, all'interno della rubrica Oggi2000 di Radio 1 dovrebbe andare in onda un servizio su Villa - Lobos e la sua musica per chitarra, prendendo spunto dal mio recente cd edito da Universal. Il servizio sarà poi ascoltabile, a quanto mi è stato detto, sul sito web della trasmissione.
  9. Io farei la parte inferiore con il pollice e alternerei, per il cantino, i e m oppure i e a, o anche solo a. Come difficoltà ci siamo; ma sconsiglierei quel pezzo come programma d'esame per entrare in conservatorio, tranne nel caso che non ci siano alternative. E' vero che il programma di ammissione è libero (in teoria), ma visto che le uniche trascrizioni contemplate nel programma di studi ministeriale italiano sono quelle da liuto, vihuela, chitarra barocca, e visto che "culturalmente" vengono oggi spesso considerate dai chitarristi qualcosa di inaccettabile (a torto o a ragione, si è già discusso e non ci entro ancora qui) l'impatto rispetto ad una commissione di chitarristi rischia di essere minore di quello che si avrebbe portando qualcosa di contemplato dei programmi d'esame ministeriali italiani. Per stare più sul sicuro io prenderei il programma ministeriale di compimento inferiore (V anno) e porterei qualcosa da lì.
  10. Sono d'accordo. L'idea è di provare a far passare la chitarra come unico bagaglio a mano. E' infatti consentito un solo bagaglio a mano, più alcune altre cose: libri o giornali, ombrello, impermeabile, cappello, borsetta per le signore...quelle borse a tracolla che danno o davano le agenzie viaggio, o cose di simili dimensioni, possono passare, oltre la chitarra - che supera di un po' le dimensioni teoricamente consentite per il bagaglio a mano. Un secondo bagaglio a mano invece, tipo un piccolo trolley, è molto rischioso da proporre alle compagnie aeree.
  11. Cerco sempre di portarla con me; a parte i rischi di rotture, praticamente non rimborsate a meno di non stipulare apposita assicurazione, ci può essere uno smarrimento o ritardo che creerebbe un bel problema quando si viaggia per lavoro e si arriva senza chitarra. Tempo fa usavo chiedere il permesso al check-in, adesso preferisco non farlo e presentarmi direttamente con la chitarra al gate (in quasi nessun aeroporto al mondo il problema si presenta ai controlli di sicurezza prima del gate; devo però dire che proprio l'aeroporto di Forlì in una occasione si è dimostrato particolarmente pignolo). Il vantaggio è che arrivati all'imbarco non è interesse della compagnia ritardare il volo per imbarcare separatamente la chitarra; normalmente al massimo si rischia che la chitarra venga presa in consegna e poi rilasciata all'arrivo sottobordo, evitando comunque i nastri portabagagli, i furgoncini, i facchini eccetera. Ovviamente se l'aereo è veramente troppo piccolo è giusto che la chitarra non entri in cabina, ma il personale di bordo serve anche a valutare queste cose ed in genere dà una mano, perfino sulla compagnie low cost. Meglio comunque essere tra i primi ad imbarcarsi, specie se sul volo ci sono altri avventurosi chitarristi. In genere la custodia morbida rende più facile portarsi lo strumento, ma in caso di rifiuto la chitarra è meno protetta; le custodie grosse da aereo vanno direttamente tra i bagagli in stiva.
  12. Se non sbaglio, mi decisi a studiare Asturias solo a 26 anni suonati, nel 1984, più o meno quando facevo il mio primo (primo e ultimo, perché la tecnologia stava cambiando) lp, per la Edi-Pan, un lp tutto fatto di pezzi contemporanei scritti apposta per me; fino a quell'età il pezzo non mi piaceva al punto da "perder" tempo a studiarlo e quindi non l'avevo mai studiato, moda o non moda, poi ho cambiato idea e ora lo suono spesso, moda o non moda. In un certo senso sono andato controcorrente sia quando non lo suonavo che dopo...sarà destino... Non lo considero certo un pezzo "strappa applausi" nel senso volgare del termine - in compenso so bene che tanti pezzi considerati "repertorio vero" gli applausi non riescono a strapparli proprio, ed in nessun senso. Sapere che il pezzo è scritto per pianoforte e non per chitarra è importante, perché è un elemento della verità. Che questo fatto sia, a priori, motivo per non suonarlo sulla chitarra è secondo me tutto un altro discorso. A parte che più che di un "a priori" si tratterebbe in questo caso di un "a posteriori" perché quasi da un secolo è una delle cose che - con qualche ragione artistica, credo - si suonano di più sulla chitarra al punto quasi da identificarsi nell'immaginario collettivo con la chitarra come quasi nessun altro pezzo di musica - cioè, volenti o nolenti fa parte del repertorio, se non della chitarra, della stragrande maggioranza se non di tutti i chitarristi - alzi la mano chi non l'ha mai suonato - da un punto di vista squisitamente teorico io considero repertorio della chitarra tutto quello che con la chitarra di fatto si suona e la discriminante mi pare giusto metterla solo sulla qualità artistica del risultato - non credo che, per fare un esempio pianistico, si possa considerare la Ciaccona di Bach trascritta da Busoni come non facente parte del repertorio pianistico, solo perché Bach non l'ha scritta per pianoforte. Personalmente giudico il valore artistico finale, sintetico di una operazione culturale; nel caso della versione chitarristica di Asturias so bene che a questo risultato finale concorre il genio di Albeniz ed in qualche misura anche quello del trascrittore e la natura stessa della chitarra, e perfino il valore dell'interprete; quando il risultato globale è positivo il pezzo può entrare nel repertorio, almeno nel mio: certo, sarà mio scrupolo di giustizia indicare in un programma di sala anche il nome del trascrittore, e ciascuno sarà libero di fare i confronti che vuole tra le varie versioni ed interpretazioni. Ovviamente capisco, o credo di capire, le ragioni di una battaglia in favore della crescita del repertorio originale per chitarra; sono anzi direi in prima linea su questo fronte. Quello che capisco meno è il crearsi di una specie di "politically correct" sul repertorio che poi può frenare, in nome di principi teorici più che di valutazioni di valore artistico da dare caso per caso, l'entusiasmo e la stima nel proprio gusto.Se poi questo portasse un giovane, incontrando il mondo ufficiale della chitarra, a non osare più suonare Bach o Albeniz... beh credo che non gli avremmo fatto un gran favore (io comunque continuo a suonarli tutti e due). Conosco qualche compositore italiano che, pur potendolo fare benissimo ed avendone anche una certa propensione, semplicemente non osa, vivendo in Italia, scrivere in modo modale o tonale perché un certo ambiente della critica italiana lo ha portato a dubitare che questa cosa "vada bene". Un John Addams italiano, per l'ambiente della critica musicale del settore e tutte le conseguenze, molto difficilmente potrebbe venir fuori. Insomma, viva la libertà e giudichiamo il risultato.
  13. Non mi pare che provare a spegnere l'entusiasmo di un giovane per un pezzo così bello sia il servizio migliore che un forum specialistico possa fare. Se tutti dicono che il bianco è nero, dopo un po' a uno che vede bianco comincia a venire il dubbio che forse vede male lui - è un esperimento scientifico già fatto. Se il nostro amico ha sentito Asturias sulla chitarra e si è entusiasmato, vuol dire che ha il gusto di riconoscere la musica bella - facilitato magari dalla immediatezza dell'effetto strumentale, ma questo va benissimo. Che affini questo gusto, senza farsi venire il dubbio su questo - se gli piace Bach e Albeniz è un buon segno, direi. Sarà in compagnia di milioni di altre persone che attraverso il fascino di questa musica fatta alla chitarra si sono sentite attratte verso la chitarra scoprendone il potenziale espressivo, e senza le quali (posto che non ne facciamo parte anche noi) noi non saremmo qui adesso. Come poi un suo gusto evoluto potrà muoversi nel presente, che scelte fare, questo potrà esere il suo contributo, che mi auguro personale e libero, e che tutti aspettiamo - magari anche contributo di giudizio su come certe mode più ideologiche che artistiche possano aver fatto forse più male che bene alla chitarra, chissà...
  14. Certamente. Sono stato invitato al prossimo Lake Konstanz Guitar Meeting di Bregenz (27-29 marzo) dove terrei una conferenza - concerto sulla nuova musica italiana per chitarra. Non si tratta di un Festival ma proprio di un convegno di ricerca di studiosi, e mi sembra una bella occasione per conoscere le ricerche di altri e far conoscere le proprie. Del resto suono (a volte spesso) i pezzi che ricevo - scrisse una volta Angelo Gilardino che eseguire il brano è il meno che si possa fare quando un compositore scrive per noi - ed in questo caso la perplessità sul "quando" è dovuta più che altro al concentramento di numerosi titoli ricevuti in pochi giorni ed ai miei programmi, già impostati - magari con altri pezzi contemporanei - nel prossimo futuro. Ho finalmente trovato anche un editore interessato, a condizioni che mi sembrano accettabili; spero di avere notizie pubblicabili, su questo, presto.
  15. No, perché il solvente non si usa, in questo caso, per levare via tutto (cosa che invece si farà ogni 1-2 settimane, strofinando con un batuffolo di cotone imbevuto di solvente), ma semplicemente per modellare il multistrato - evitando, ad esempio, che smalto e foglietti si appiccichino allo stuzzicadenti. Per fare questo basta immergere la punta dello stuzzicadenti nel solvente e poi, con lo stuzzicadenti bagnato di solvente, agire sull'impasto foglietti-smalto.
  16. In questi casi io faccio così: Mi munisco di una confezione di fazzolettini- non per piangere ma per fare il lavoro che segue -, di una boccetta preferibilmente nuova di smalto trasparente ed una confezione preferibilmente nuova di Attak, una di acetone, forbicine da unghie ed un pezzetto di legno, es. uno stuzzicadenti. preparo dei pezzettini di carta (usando la carta dei fazzolettini che è fatta di più strati pressati, isolando un singolo foglietto e tagliandolo con le forbici) di piccole dimensioni ma tali da coprire abbondantemente tutta la frattura. Passo uno strato di smalto sulla frattura e, finché è fresco, gli metto sopra un pezzettino di carta, sistemandolo con lo stuzzicadenti in modo che copra la frattura e pigiandolo in modo che si imbeva di smalto, poi passo un altro strato di smalto sopra. Quando il tutto è asciutto ripeto l'operazione in modo da avere almeno tre- quattro strati. Con lo stuzzicadenti bagnato di solvente modello e presso il multistrato che ho creato - le prime volte si pasticcia un po' ed il solvente è molto utile. Quando è finita posso aggiungere sopra un velo di Attak, avendo cura che non tocchi né l'unghia né la pelle, perché l'Attak è roba tossica. Lascio asciugare il tutto almeno qualche ora (se lo smalto o l'Attak non sono nuovi ci vuole più tempo perché secchino bene) e poi posso suonare; ogni settimana - quindici giorni tolgo via tutto col solvente e ripeto. Me l'anno insegnato più di 30 anni fa e funziona. Se la frattura, diversamente da quella della foto, avviene in un punto in cui l'unghia è già separata dal dito, conviene fare il pezzetto di carta più grande in modo che giri attorno al bordo dell'unghia ed arrivi a coprire la frattura anche dall'altra parte. Si può usare questo sistema quando l'unghia è anche del tutto spezzata, facendo combaciare il pezzo rotto col margine.
  17. Negli ultimi giorni ho ricevuto diverse nuove composizioni per chitarra, che spero di potere eseguire quanto prima; intanto vorrei fare conoscere la loro esistenza. Inizio con la prima composizione per chitarra di Davide Anzaghi, già docente di composizione al conservatorio di Milano ed attuale segretario della SIMC, nonché figlio di Luigi Oreste Anzaghi, che pubblicò tanti anni fa diverse opere didattiche per chitarra con Ricordi. Il pezzo si intitola "Kitarama", la scrittura è strutturalista ed assai virtuosistica. Per la verità l'ho ricevuto già da un po' di tempo, ma è in fase di revisione ed ho un appuntamento prossimo con il compositore per lavorarci su. Giovedì scorso ho invece ricevuto il primo pezzo per chitarra di Cesare Augusto Grandi, docente di composizione al conservatorio di Bologna e maestro di tanti, tra i quali Chiara Benati che vinse alcuni anni fa il concorso di composizione del "Fronimo". Il pezzo si intitola "Et Expecto", è scritto benissimo per chitarra, e molto espressivo. Il titolo isola un frammento di una frase del "Credo" in latino, ed è collegato al trepidante clima espressivo del brano. Un giovane compositore bolognese, Luigi Sammarchi, già allievo di Adriano Guarnieri e già segnalatosi anche internazionalmente (vinse un importante concorso di composizione quando era ancora studente in conservatorio) mi sta consegnando la appena ultimata sua opera prima per chitarra, " Mnemosine...lontano sentiero Notturno", brano espressionistico dalla densa trama contrappuntistica e ricco di tensione agogica. Paolo Ugoletti, che ormai non ha bisogno di presentazione, continua la sua collaborazione di cui mi onoro e mi ha da poco inviato un suo setting di un noto inno gregoriano, "Sub Tuum Praesidium". Ancora ispirati al gregoriano i primi due pezzi di un ciclo che sta scrivendo Massimo Iamone, compositore torinese vincitore nel 2008 di un premio di composizione a Reggio Emilia. "Last but not least" il breve pezzo scritto da Alessandro Spazzoli, flautista e studente di composizione di Gilberto Cappelli al conservatorio di Cesena. Il brano, "Nunc Dimittis", è la trascrizione per chitarra, fatta su mia richiesta, di un pezzo corale di sapore alla "Arvo Paert" (per capirci) che mi aveva particolarmente colpito. Siccome , a parte il pezzo di Anzaghi, tutti gli altri mi sono arrivati nel giro di pochissimi giorni (anche se a volte sono frutto di un mio lungo "pressing"...), sono rimasto colpito da questa ventata attualissima di creatività;anche in questi tempi di "crisi" il talento, la stima reciproca, la voglia di lavorare, producono tante notevoli espressioni creative. Mi sembra un bel segnale.
  18. Secondo Movimento della Gran Sonata in La maggiore di Giuliani Entr'Acte di Jacques Ibert Distribucao de Flores Di Heitor Villa -Lobos Aria Antigua di Joaquìn Rodrigo
  19. Anche qua la scelta è grandissima; per non trasformarmi in un catalogo ambulante consiglierei di prenderlo, qualche catalogo, ad esempio quello del GSP di San Francisco o dello Spanish Guitar Centre di Nottingham. Poi a questi signori si possono anche ordinare i pezzi che interessano. Comunque per non fare l'antipatico cito almeno le Ariette, Cavatine e Lieder di Giuliani-tutto reperibile liberamente online googleando(il neologismo è mio): Giuliani free
  20. Il repertorio è vastissimo; tra le prime cose che mi vengono in mente ci sono i due Rondò di Giuliani, le due Sonate, le due Sonatine ed i 4 Rondoncini di Diabelli, il Divertimento di Weber, per non parlare del grande corpus di opere - originali e trascritte -di Carulli. Degna di nota è la nutrita collana Gitarre und Pianoforte della Zimmermann che ha pubblicato anche opere di autori poco noti. Nel catalogo Boije, consultabile online, ci sono diversi pezzi per chitarra e pianoforte scaricabili nelle edizioni d'epoca. Non dimenticherei neanche le deliziose opere di Beethoven per mandolino e clavicembalo, che funzionano abbastanza bene anche suonandole con chitarra e pianoforte.
  21. Riguardo alla formazione musicale generale, meglio rivolgersi ad insegnanti di conservatorio o che comunque abbiano esperienza nel preparare agli esami di conservatorio. Un conto è l'esame di teoria e solfeggio o di armonia in conservatorio, un conto sono esami anche apparentemente simili, come denominazione, in università. Corsi o masterclasses strumentali sono di tipi molto diversi,ma in genere il possesso di titoli non è requisito vincolante per potersi iscrivere - e si può in genere partecipare anche come uditori. Sulle proprie doti un riscontro affidabile è importante per riuscire ad avere prospettive realistiche; ma le doti vengono anche fuori lavorando, e spesso ci vuole un po' di tempo per capirle - anche la tenuta nel tempo e la determinazione e capacità di lavoro fanno parte delle doti. D'accordissimo sul fatto che ci vuole un buon insegnante. Limiti d'età: i nuovi ordinamenti sono di tipo universitario quindi non prevedono un limite massimo d'età, ma minimo: almeno 18 anni ed il possesso di una maturità; certo, c'è un esame di ammissione e bisognerebbe essere già ad un certo livello per affrontarlo (almeno un corso medio del vecchio ordinamento). A Bologna da quest'anno abbiamo un allievo di triennio di chitarra ultraquarantenne. Nel vecchio ordinamento, ancora in vigore accanto al nuovo, il vecchio limite d'età vale ancora, ma come dicevo può essere aggirato se ci sono motivi di capacità adeguati, valutabili a discrezione della commissione.
  22. Il limite d'età in conservatorio (teoricamente sarebbe di 15 anni per il primo corso del "vecchio" sistema, tuttora in vigore accanto ai nuovi trienni e bienni) è un ostacolo non insuperabile dal punto di vista burocratico: il direttore, sentita la commissione d'esame, in presenza di particolari doti del candidato può fare eccezioni alla norma; di fatto succede abbastanza spesso per l'esperienza che ne ho io. Esistono poi anche scuole di musica (scuole civiche o private) che possono avere bravissimi insegnanti e garantire, ad un prezzo inferiore a quello della lezione privata, la formazione per quanto riguarda le materie - anche complementari - del corso ordinamentale (solfeggio, storia della musica...). Con i nuovi trienni e bienni (e non dico che sia sempre un bene) in un certo senso l'accesso al conservatorio è facilitato e la questione del limite d'età si rovescia addirittura - non si può avere meno di diciotto anni per entrare al triennio. Non è sempre un bene, dicevo, non per la maggior facilitazione all'accesso, ma perché fare biennio e triennio di strumento potrebbe purtroppo voler dire - a seconda dell'offerta formativa proposta dal singolo conservatorio e del modo concreto in cui funzionano le cose - un percorso di studi strumentalmente molto più annacquato rispetto a quello tradizionale e uguale in tutta Italia, dove è un po' più difficile barare. Se l'esigenza è, come espressa, quella di un lavoro metodico e non di un traguardo professionale credo che con un minimo di doti, a mio parere indispensabili, si possano ottenere notevoli soddisfazioni. Auguri.
  23. Non so, può darsi che intendesse semplicemente avere un pezzo più lungo e che quelle interpolazioni gli piacessero (Segovia usava anche interpolare le "Diferencias por otra parte" di Narvàez nelle "Diferencias sobre Guardame las Vacas", e la versione di Diaz pubblicata da Zanibon è memore di questa prassi). C'è un video dei corsi a Santiago de Compostela in cui un giovane Oscar Ghiglia fa sentire a Segovia la Frescobalda, e poi gli propone una trascrizione della variazione mancante - che pubblicò su "Guitar Review". Nel video Segovia risponde qualcosa come "Hay muchas versiones..." e gli fa sentire qualcuna di quelle che lui interpolava.
  24. Non credo siano altre variazioni: non sono sicuro di parlare dello stesso cd, ma Segovia usava interpolare alle variazioni altri pezzi, presi dai "Cinque Pezzi" di Frescobaldi da lui trascritti (e pubblicati sempre dalla Schott).
  25. Direi che dipende anche dalla velocità del passaggio: in ogni caso fare scivolare il pollice sulle prime due corde dell'arpeggio (quinta e quarta ) non crea problemi, mentre potrebbe crearne la ripetizione del pollice tra l'ultima corda (4) e la prima della ripetizione del modello (5) - nel caso appunto si tratti di un modello da ripetere. Se è così, nel caso l'arpeggio sia molto veloce si può valutare se convenga fare il ritorno tutto con un dito, es. l'anulare, come nell'ultimo tempo del Concerto di Villa - Lobos. Se invece il passaggio non è da eseguire velocissimo si può considerare, sempre per il "ritorno", un'alternativa tipo anulare, indice, anulare, indice sulle corde 1,2,3,4; oppure anulare, indice, medio, indice. Io considerei queste possibilità.
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