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Certo che no, ma è il discorso estremo: non dico di far sedere il pubblico per terra ma tra quello che dici e fare in modo che coloro che si lamentano perchè il programma è 'noioso' o perchè non 'c'è nulla di nuovo' (riferendosi, ovviamente, non alle scelte di repertorio - non sanno neanche cosa sia - ma al fatto che devono star zitti e cercare di ascoltare e capire) abbiano un diversivo o svago durante una interpretazione (o lettura, o recita) per il solo fatto che questo non è abbastanza 'spettacolare' ce ne passa.

 

La mia riflessione dava per scontati il valore dell'interprete e la qualità del contenuto, senza che nessuno abbia titolo a dichiararne la presunta noiosità. Non sono in discussione l'interprete, gli autori o gli strumenti, ma certe scelte organizzative e di allestimento..

 

L’ho notato anche in altri concerti di solisti: sale fredde o troppo calde, piccole o inadeguatamente grandi, foglietti ciclostilati con il programma, scarsa divulgazione dell'evento, giornalisti delle reti locali che parlano di musica classica dicendo le solite quattro banalità preconcette.

 

Racconto un episodio che riguarda un tuo conterraneo, del quale ho assistito a un bellissimo concerto per chitarra e flauto, in un importante museo della mia città: arriva l'ora e il concerto non inizia....personale indaffarato che cammina avanti e indietro...finalmente si viene a sapere che sì è bruciato il faretto che deve illuminare la zona dove i due artisti suoneranno.

Passano venti minuti e viene portata nella bellissima e raccolta sala barocca una orrenda lampada da ufficio che viene piazzata sopra un sostegno provvisorio, con una lampadina si e no da 60 Watt.

 

Il concerto è stato bellissimo, gli artisti non hanno fatto una piega, programma entusiasmante, la musica ha fatto scordare l’imprevisto ai tanti spettatori presenti, di tutte le età.

Ma era così difficile affiancare alla professionalità dei musicisti un adeguato apparato tecnico che ne valorizzasse la performance?

 

Concordo con Francesco Diodovich quando scrive che non deve essere l'artista ad occuparsi di questi aspetti, ma vista la scarsa conoscenza anche da parte di molti addetti ai lavori del "pianeta chitarra", perchè non pensare anche a un ruolo propositivo (o dispositivo) del musicista nell'allestimento scenico?

 

I giovani e i meno giovani non sanno semplicemente cosa sia la musica classica, ma non sono ignoranti, cattivi o prevenuti. Sono solo persone che non hanno avuto occasione di conoscere il bello che c'è in certe forme d'arte.

 

Chiudersi nella classica torre d’avorio è uno dei rischi della cultura “alta”. Non sono favorevole alla divulgazione dell’arte fine a se stessa o per meri scopi commerciali; le cose "difficili" non sono per loro natura alla portata della comprensione generale, ma resto convinta, nello specifico, che la ricerca della qualità anche nei dettagli, renda l’approccio ai concerti di musica classica più piacevole e invitante.

 

L'ideale sarebbe che accadesse un po' come per la bravura dell'artista, che deve essere così tanta da non "vedersi". Ecco: il buon allestimento di un concerto dovrebbe essere così bello da "passare inosservato". però esserci!

 

 

 

 

Butterfly

 

P.S.: Akaros come faccio a spegnere il metronomo, devo cronometrarmi per tutta la settimana :?

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Togli le pile, o a te o a lui, trova una soluzione... :)


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Togli le pile, o a te o a lui, trova una soluzione... :)

 

Touchée :mrgreen:

 

 

 

Butterfly


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Non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato detto nei topic precedenti. Effettivamente la scenografia è un inganno, contrastandola con il musicista si può fare nascere un mito, perchè l'immagine a volte è molto potente.

Correre dietro ai miti potrebbe essere una perdita di tempo, perchè uno che ha delle qualità potrebbe percorrere strade personali di altri invece di portare avanti le proprie idee (se ce ne sono).

 

Ma secondo me l'inganno è negativo se ci sono intenzioni negative (guadagni, ecc) ma può diventare positivo se ci sono intenzioni positive (far conoscere alle persone e soprattutto ai più giovani che ,il più delle volte non sono tanto esperti ,la musica classica)


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Non credo che il fine di un chitarrista sia far conoscere la musica classica... Non possiamo essere tutti uguali, le cose belle sono per pochi... la gente sa come fare, si ascolta e si valuta, se preferiscono ascoltare altro ben venga, mica dobbiamo andare noi a divulgare il verbo come se fosse una strana religione.

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Non credo che il fine di un chitarrista sia far conoscere la musica classica... Non possiamo essere tutti uguali, le cose belle sono per pochi... la gente sa come fare, si ascolta e si valuta, se preferiscono ascoltare altro ben venga, mica dobbiamo andare noi a divulgare il verbo come se fosse una strana religione.

 

Eh no Akaros, qui mi permetto di intervenire: le persone non conoscono la musica classica! Quando la scoprono se ne innamorano. Giuro: esperienza personale. Non per merito mio, perchè non sono 'sto virtuoso della madonna! Ho assistito a eventi che hanno avvicinato persone al mondo concertistico con entusiasmo, persone che precedentemente vedevono la sala da concerto come un ambiente "pesante" e noioso. Dunque occorrono prima di tutto grandi interpreti; secondo, e qui probabilmente non tutti siete daccordo, "rivisitare" l'ambiente concertistico con piccolissimi accorgimenti che non distolgano l'ascoltatore dall'interprete che propone un "certo" tipo di musica. Ricordo che Filippo Michelangeli direttore della rivista "Suonare news" e "Seicorde" in un suo editoriale parlava proprio di questo argomento: creare un ambiente che avvicini ulteriormente persone al mondo dei concerti con idee nuove.

I chitarristi, ma anche altri illustri colleghi concertisti, non godono del potere mediatico, grazie al quale si ottengono "platee" e sale stra colme (per dirla alla bresciana). Inventarci qualcosina per rendere comune la chitarra classica vista come uno strumento "doc" da concerto non farebbe male, anzi... ;)


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Mi permetto di dare perfettamente ragione al Maestro King. Io, che ho iniziato a suonare chitarra elettrica, ho sentito un giorno (passeggiando per Brescia) un chitarrista più bravo dell'altro per le vie del centro. Ho saputo più tardi che era organizzato dall'Accademia Della Chitarra di Brescia. Se non fosse stato per quello non mi sarei mai sognato di avvicinarmi al meraviglioso mondo della chitarra classica.

Ho iniziato a chiedermi "ma perchè non l'ho fatta dall'inizio" , ho riflettuto e ho capito che verso i 15 anni che la ragione erano gli assurdi cliscè che girano su questo mondo classico : "i chitarristi classici non sanno improvvisare", "quelli del conservatorio sanno solo leggere" e via dicendo.

In qualche maniera se non hai conoscenza dai ragione all'unica cosa di cui vieni a conoscenza che in quel periodo erano questi odiosi cliscè.

 

Mi permetto di dire (a proposito di religione) che la musica classica è un arte e le arti e gli artisti hanno sempre fatto parte della religione in quanto creatori di cose belle.

 

Tu akaros continua a tenerti le cose "belle" per te


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secondo, e qui probabilmente non tutti siete daccordo, "rivisitare" l'ambiente concertistico con piccolissimi accorgimenti che non distolgano l'ascoltatore dall'interprete che propone un "certo" tipo di musica. Ricordo che Filippo Michelangeli direttore della rivista "Suonare news" e "Seicorde" in un suo editoriale parlava proprio di questo argomento: creare un ambiente che avvicini ulteriormente persone al mondo dei concerti con idee nuove.

I chitarristi, ma anche altri illustri colleghi concertisti, non godono del potere mediatico, grazie al quale si ottengono "platee" e sale stra colme (per dirla alla bresciana). Inventarci qualcosina per rendere comune la chitarra classica vista come uno strumento "doc" da concerto non farebbe male, anzi... ;)

 

Quali sarebbero queste idee nuove?

Voglio dire:ben venga che ci siano novita' in particolar modo se servono a procurare un'ulteriore interesse.Cio' che è difficile in tutto questo è cercare di apportare modifiche senza cambiare la sostanza.In effetti lo stesso potere mediatico sarebbe un elemento non da poco.L'unica cosa che reputo disdicievole attuare in tale ''rivisitazione'' è abbassare il livello culturale della musica.

A riguardo credo che ,a volte,si dovrebbe curare meglio lo scenario,e per scenario intendo l'ambiente e non l'aggiunta di effetti coreografici.Fare concerti in posti raccolti ed accoglienti magari se si ha la possibilità anche in luoghi o palazzi storici a mio avviso è sempre positivo.Inoltre fare concerti in luoghi raccolti credo che si una necessità per la chitarra classica(mi è capitato una volta di sentire un chitarrista in un salone che sicuramente non aveva un'ottima acustica.Il suono arrivava ''soffuso'' e poco dopo l'inizio la platea divenne luogo di dormitorio per molti :roll: .In ochi cercavamo di seguire con occhi sbarrati il concerto.)

Un altra cosa a riguardo:non ho mai capito perchè,ma ad ogni concerto vedi sempre quella fetta di persone che arriva con aria ,per dirla alla napoletana ''atteggiata'' seriosa e solenne come se stesse andando ad un funerale.E' normale che anche i rari che per caso sul canale televisivo si soffermano su di un programma di musica classica e iniziano a vedere tra il pubblico quello che sbadiglia o quello che guarda con aria impassibile e severa lo spettacolo iniziano a pensare:mamma mia che noia mortale che è questa musica classica.Non so se mi spiego..


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secondo, e qui probabilmente non tutti siete daccordo, "rivisitare" l'ambiente concertistico con piccolissimi accorgimenti che non distolgano l'ascoltatore dall'interprete che propone un "certo" tipo di musica. Ricordo che Filippo Michelangeli direttore della rivista "Suonare news" e "Seicorde" in un suo editoriale parlava proprio di questo argomento: creare un ambiente che avvicini ulteriormente persone al mondo dei concerti con idee nuove.

I chitarristi, ma anche altri illustri colleghi concertisti, non godono del potere mediatico, grazie al quale si ottengono "platee" e sale stra colme (per dirla alla bresciana). Inventarci qualcosina per rendere comune la chitarra classica vista come uno strumento "doc" da concerto non farebbe male, anzi... ;)

 

Quali sarebbero queste idee nuove?

Voglio dire:ben venga che ci siano novita' in particolar modo se servono a procurare un'ulteriore interesse.Cio' che è difficile in tutto questo è cercare di apportare modifiche senza cambiare la sostanza.In effetti lo stesso potere mediatico sarebbe un elemento non da poco.L'unica cosa che reputo disdicievole attuare in tale ''rivisitazione'' è abbassare il livello culturale della musica.

A riguardo credo che ,a volte,si dovrebbe curare meglio lo scenario,e per scenario intendo l'ambiente e non l'aggiunta di effetti coreografici.Fare concerti in posti raccolti ed accoglienti magari se si ha la possibilità anche in luoghi o palazzi storici a mio avviso è sempre positivo.Inoltre fare concerti in luoghi raccolti credo che si una necessità per la chitarra classica(mi è capitato una volta di sentire un chitarrista in un salone che sicuramente non aveva un'ottima acustica.Il suono arrivava ''soffuso'' e poco dopo l'inizio la platea divenne luogo di dormitorio per molti :roll: .In ochi cercavamo di seguire con occhi sbarrati il concerto.)

Un altra cosa a riguardo:non ho mai capito perchè,ma ad ogni concerto vedi sempre quella fetta di persone che arriva con aria ,per dirla alla napoletana ''atteggiata'' seriosa e solenne come se stesse andando ad un funerale.E' normale che anche i rari che per caso sul canale televisivo si soffermano su di un programma di musica classica e iniziano a vedere tra il pubblico quello che sbadiglia o quello che guarda con aria impassibile e severa lo spettacolo iniziano a pensare:mamma mia che noia mortale che è questa musica classica.Non so se mi spiego..

 

Prima di tutto bisogna avere grandi interpreti per non fare annoiare, ma se uno non è talmente grande deve inventarsi qualcosa.

Certo che se io propongo qualcosa (e da quando sono nel forum ne ho proposte due o tre di cose) e poi c'è qualcuno che con tanto garbo si permette di dirmi è sbagliata prima ancora di provarla ................

Le idee caro Manu per valutarle bisogna concretizzarle.

 

Tu sei contro la coreografia, ma cos'è che ti fa scegliere il palazzo storico da un palazzo normale o da una baita ?? L'odore di vecchio forse ?? (siccome è un palazzo vecchio presumo).


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la conoscienza !!!

 

questa suona come una successione di sovrapposizioni di seconde minori in un brano del settecento viennese... :(

 

corretto :oops:

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