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La chitarra classica a che punto è?


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A questo punto, sarebbe per me importante chiedere il parere del M° Gilardino sul livello artistico delle composizioni di Albeniz, Domeniconi, Lauro.

Sono veramente di un livello così basso?

Mi scuso per la richiesta qualora il Maestro ritenga di non rispondere.

Con stima, Maurizio.

 

Non ho risposto prima perché non avevo seguito bene il thread e mi era sfuggito il Suo invito. Me ne scuso.

 

Albéniz è un autore tardo ottocentesco, che ha scritto principalmente musica per il suo strumento, il pianoforte, talvolta evocando atmosfere chitarristiche. La sua musica è bella, ispirata e, nella sua opera conclusiva, il ciclo pianistico "Iberia", dodici pezzi divisi in quattro quaderni, è uno dei capolavori della musica spagnola. Nessuno può mettere oggi seriamente in discussione il valore della sua opera. Le trascrizioni per chitarra di molti dei suoi lavori appartengono ormai al repertorio chitarristico per tradizione: non è più il caso di discutere se sia opportuno o no eseguirle. Piuttosto, è importante scegliere le trascrizioni migliori. Conviene studiare le prime (Tarrega trascrisse quattro pezzi di Albéniz, poi si aggiunsero le trascrizioni di Llobet e, su queste basi, Segovia elaborò le proprie, che si possono considerare come varianti delle trascrizioni dei maestri precedenti), e conviene lasciare da parte tutte le successive, che sono solo degli aggiustamenti individuali, più o meno riusciti, di quelle storiche. E' però importantissimo studiare un nuovo ciclo di trascrizioni da Albéniz realizzate dal chitarrista e musicologo statunitense (di origine britannica) Stanley Yates, che ha svolto una ricognizione completa su tutta l'opera pianistica del compositore catalano, scegliendo ben 26 pezzi. Molti di essi sono quelli già noti nelle trascrizioni storiche, ma ve ne sono altri mai trascritti prima. Yates ha fatto un lavoro molto ingegnoso e originale, diverso dai precedenti e, secondo me, decisamente migliore. Credo che, dal suo libro in poi, le trascrizioni storiche si possano considerare superate, a meno di volerle eseguire sugli strumenti d'epoca, come ha fatto molto bene Stefano Grondona. "Asturias", per esempio, è stata ri-trascritta da Yates in modo molto più efficace e musicale di quanto non risulti nella trascrizione di Segovia (che riprendeva una precedente trascrizione di Garcia Fortea).

 

Lauro è un chitarrista-compositore con doni melodici rari, capace di scrivere piccoli pezzi molto piacevoli, ispirati e di fattura impeccabile. La sua relazione con la musica popolare venezuelana è autentica, pulita, priva di intellettualismi e di sofisticazioni, e i suoi pezzi fanno parte del repertorio latino-americano per chitarra ai suoi livelli più elevati. Credo che non abbia ottenuto risultati altrettanto validi quando ha tentato la Sonata e il Concerto. Era un caratterista e un miniaturista, e non un compositore di grandi forme.

 

Non conosco la musica di Domeniconi abbastanza bene da potermene fare un giudizio. Ho solo ascoltato inevitabilmente il suo pezzo più famoso qualche volta nei concorsi, e mi è stata attribuita - da un collega tanto famoso quanto stupido e bugiardo - nei confronti di tale pezzo un'avversione della quale non ho mai dato il minimo segno. E' vero che ho forgiato un acrostico ("Aranbabazzolla") per etichettare il conformismo di molti chitarristi che si avventano sui pezzi alla moda, ma senza alcun disprezzo nei confronti dei titoli in questione, perché non ho nulla contro Aranjuez e contro Piazzolla (delle cui "Cinco Piezas" sono stato l'editor).

 

Non credo, francamente, che con questo tipo di repertorio i chitarristi potrano riqualificarsi nella programmazione musicale ai livelli ai quali era pervenuto Segovia, e dopo di lui Bream. Questo non significa che tale repertorio vada scartato, e non dà diritto a nessuno di irridere chi lo suona: occorre solo essere serenamente consapevoli del fatto che la musica di intrattenimento si rivolge a un pubblico che ama essere intrattenuto, divertito, stupito, e non può quindi persuadere e convincere ascoltatori abituati ad autori e musiche di maggior spessore. Allo stesso modo, chi si dedica al repertorio più elevato del Novecento deve essere serenamente consapevole del fatto che non potrà ottenere i favori di un pubblico vasto, e dovrà accontentarsi di farsi apprezzare da chi ha sviluppato le proprie conoscenze musicali e le proprie capacità di ascolto.

 

Non occorre che le due tendenze si costituiscano in fazione e si avventino l'una contro l'altra armate. Si possono criticare vicendevolmente e utilmente, senza ingiuriarsi.

 

dralig

ecco la risposta di un vero artista.Ottimo per Gilardino.

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Il problema nasce solo quando ci si improvvisa professionisti, tutto qui.

Come si diceva all'inizio, un po' di buon senso dovrebbe guidarci nell'affrontare un pubblico solo quando siamo perfettamente padroni dell'argomento in questione.

Poi se uno vuol farlo lo stesso, che lo faccia.

Perlomeno si sarà divertito. Solo questo.

 

 

Questo discorso sembra scaricare la responsabilità di esecuzioni pubbliche non ''professionali'' esclusivamente sugli ambiziosi e impreparati ''amateurs''.

E i maestri? Quelli che mandano ai concorsi ragazzotti ridicoli e fanno silenzio sulle esposizioni al mondo di filmati raccapriccianti su Youtube? Oppure invitano compiaciuti persone competenti ai saggi dei conservatori?

Sono professionisti o no? [....]

 

 

Scusate, non perchè pensi che le mie parole restino scolpite come le tavole di Mosè :D , ma chi cita il pensiero scritto da qualcun altro, potrebbe per favore farlo correttamente, usando i tag in maniera appropriata?

Le frasi incorniciate nel mio nickname non le ho scritte io, e vengono citate erroneamente per due volte, a pagina 7.

 

Ciao e grazie ;)

 

 

 

Butterfly

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Ospite Piero Viti

Tutto interessante e condivisibile, quello fin qui scritto!

Però, finiamo per parlare sempre e solo di chitarra!

Anni fa ho assistito ad uno splendido concerto a Napoli di Itzhak Perlman (violinista al di fuori di ogni sospetto!): al termine il celebre artista parte con una serie di bis, in sostanza "fogli d'album", tra cui ricordo un Tango di Albeniz che frequentemente si ascolta anche sulla chitarra. Ebbene, gli stessi fogli d'album e lo stesso Tango di Albeniz furono eseguiti con una "maestria" ed una "ironica" compiacenza, che qualsiasi altro riferimento chitarristico ne sarebbe rimasto annichilito! E questo senza affatto rimpiangere la prima parte della serata!

Ancora oggi "Giochi proibiti" o qualsiasi altra "lagrimosa" pagina per chitarra attende un artista che la tratti per quello che è. Davvero pensiamo che con queste pagine si possa avere sempre un successo incodizionato, o non è forse più plausibile pensare che le stesse pagine attendano comunque l'afflato di un artista per esprimersi nella loro giusta e più appropriata luce!?!

Non mi scandalizzerei più di tanto se un chitarrista ci riuscisse!

 

Saluti

Piero Viti

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Secondo me, se uno è un professionista lo dimostra quando è in grado di padroneggiare lo strumento. Se non riesce a padroneggiarlo non è perchè psicologicamente èansioso (argomento già trattato) ma semplicemente perchè non è pronto.

 

 

 

Come si fa a sapere quando uno è pronto o non è pronto ?

semplicemente dalla velocità e dalla risolvibilità contemporanea e immediata dell'errore fatto e non e da una serie di scannerizzazioni mentali acquisite grazie allo studio.

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Ospite Nicola Mazzon
Secondo me, se uno è un professionista lo dimostra quando è in grado di padroneggiare lo strumento. Se non riesce a padroneggiarlo non è perchè psicologicamente èansioso (argomento già trattato) ma semplicemente perchè non è pronto.

 

Come si fa a sapere quando uno è pronto o non è pronto ?

semplicemente dalla velocità e dalla risolvibilità contemporanea e immediata dell'errore fatto e non e da una serie di scannerizzazioni mentali acquisite grazie allo studio.

 

Mi sembra che qui nessuno abbia mai parlato della preparazione di un musicista ;)

 

Sono d'accordo con lei, Fabio, chi vuol'essere aprezzato dalla gente non istruita musicalmente proponendo un certo tipo di repertorio che, giustamente deve essere più diretto, non può pretendere poi di essere aprezzato in ugual misura nel "girone superiore", dove i criteri di aprezzamento sono molto più severi.

Williams può far quello che vuole nei suoi programmi di sala, ormai la gente va ad ascoltare John Williams non quello che suona.

Non voglio dire che la qualità di un concerto sia data dal tipo di repertorio scelto....ma anche...

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Un giornalista chiese ad un grande : "preferisce la musica colta o la musica del popolino ?"

 

"per me esiste solo o una buona musica o una cattiva musica"

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Ospite Nicola Mazzon
Un giornalista chiese ad un grande : "preferisce la musica colta o la musica del popolino ?"

 

"per me esiste solo o una buona musica o una cattiva musica"

 

Chi è in grado, anzi a chi è permesso di dare il giudizio cattivo buono bello brutto....

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Non è assolutamente vero che la chitarra sta attraversando un momento di anonimato ma è assolutamente vero che tutto quello che di eccellente c'è nel mondo della chitarra classica non ha pari merito con artisti e musica di altri strumenti come violino, piano ecc......assolutamente daccordo con il Maestro Gilardino...colgo l' occasione per salutarla...

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Ospite Neuland

Propongo di considerare professionista colui o colei che fa la professione del musicista/chitarrista/compositore e quindi ci guadagna da vivere. L'amatore, invece, sarebbe chi non guadagna, anzi, paga per fare le stesse cose.

 

Tutte e due saranno interessati di fare un lavoro soddisfacente: il professionista secondo i sui standard di qualità e quelli del mercato sul quale si presenta (qualità inteso ancghe come caratteristiche del suo operato, che influenzano tra le altre cose il suo successo sul mercato), l'amatore secondo il suo criteri personali soltanto.

 

E' sottointeso che tra i professionisti ci saranno persone forse meno preparate o brave e che forse non meritano il valore solitamente associato al termine professionista, come anche un amatore può essere professionale come autore o essecutore di musica.

 

Come già detto prima: a me piace quando un professionista in senso qualitativo riesca ad esserlo in senso economico. Questo è, tra le altre cose, un segno tangibile dell'apprezzamento del lavoro musicale di un musicista o, ancor di più, della categoria musicsta professionista da parte di chi paga per l'arte musicale, mano pubblica, sponsor o ascoltatore che sia. Una volta sentì questo (a New York): "When can you really say that you like a piece of art? When you put your money down."

 

Saluti

 

Neuland

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Un giornalista chiese ad un grande : "preferisce la musica colta o la musica del popolino ?"

 

"per me esiste solo o una buona musica o una cattiva musica"

 

Chi è in grado, anzi a chi è permesso di dare il giudizio cattivo buono bello brutto....

 

Io mi autorizzo di dare un giudizio perchè possiedo due orecchie, un cervello, un cuore, due braccia, ecc.................... Io dico che la maggior parte della cattiva musica risiede nella "musica colta" perchè è secondo un mio gusto dato da tanti organi !!! (e non da uno solo !!!!)

 

E' un po' come le cose che mangi e bevi , ad esempio, il mio palato mi dice che il Lambrusco è un buon vino ma se parli invece con quei intenditori che al posto di berlo come esseri normali, lo roteano e lo snasano, ti dicono che non sei un intenditore......

 

Questo per dire che a volte l'uomo fa meno fatica a fare una passeggiata a testa in giù che a fare una passeggiata semplicemente.

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