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Dodecafonia nella musica di Angelo Gilardino


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Mi vien in mente (dall'ultimo topic sul Biennio) di fare delle domande che dovevo fare prima o poi sulla musica del Maestro Gilardino.

Si può definire dodecafonica ?

La suonata del Guadaguavir e Noche Oscura pur essendo anch'esse contemporanee seguono delle regole armoniche diverse dalle altre composizioni ? (lo chiedo perchè queste due son state "facili" al mio ascolto) Ci sono delle dodecafoniche forse tra le composizioni ?

Mi aiuti il maestro a capire dato che brancolo nel buio.

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Facendo grossi sforzi si può vedere la dodecafonia ovunque: c'è chi l'ha (intra)vista persino in Mozart, Don Giovanni, discesa del Commendatore sulla terra, un cromatismo esagerato! :D

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Facendo grossi sforzi si può vedere la dodecafonia ovunque: c'è chi l'ha (intra)vista persino in Mozart, Don Giovanni, discesa del Commendatore sulla terra, un cromatismo esagerato! :D

 

Io ho un parente (che poi questa cosa qui è stata anche confermata da un altro musicista) che mi ha detto che la dodecafonia ha una regola armonica ben precisa.

 

Siccome quelle due composizioni le ho capite e le altre sono difficilissime da capire (almeno per me) mi chiedevo se le altre avevano la regola armonica della dodecafonia, questo lo chiedo perchè non ho l'orecchio assoluto.

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Mah, di dodecafonico in Gilardino ho solo visto il passaggio clarinettistico di Abreuana e lo Studio 8 (non a caso omaggio ad Alban Berg).

 

Le composizioni che Waller definisce "dodecafoniche" sono in realtà atonali.

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Mi vien in mente (dall'ultimo topic sul Biennio) di fare delle domande che dovevo fare prima o poi sulla musica del Maestro Gilardino.

 

Si può definire dodecafonica ?

 

La suonata del Guadaguavir e Noche Oscura pur essendo anch'esse contemporanee seguono delle regole armoniche diverse dalle altre composizioni ? (lo chiedo perchè queste due son state "facili" al mio ascolto) Ci sono delle dodecafoniche forse tra le composizioni ?

 

Mi aiuti il maestro a capire dato che brancolo nel buio.

 

No, io non scrivo musica seriale in senso stretto, anche se talvolta adopero la serie, ma senza vincoli e impedimenti dogmatici. Scrivo a volte adoperando la scala cromatica, in un'area atonale, altre volte adoperando le scale modali (con eventuali mescolanze tra modi diversi), il che può far sembrare che io adoperi due stili diversi, mentre in realtà costruisco sempre con gli stessi procedimenti. Tengo molto invece a dare a ogni lavoro un carattere proprio, non ripetitivo di lavori precedenti, e per questo scrivo meno di quello che potrei se fossi più indulgente nei confronti delle repliche, che invece evito come la peste.

 

Il mio modo di organizzare i suoni viene da uno studio scolastico e da una mia spontanea adesione al modo di comporre di alcuni maestri del primo novecento, che ho preso a modelli: Bartok, Prokofiev, Stravinskij, Ravel, Falla, Ghedini. Poi, ho elaborato un mio stile, e con quello campo, senza curarmi di due opposti tipi di critica: quella che mi rimprovera di essere troppo legato alla tradizione e quella che mi rimprovera di scrivere musica troppo difficile.

 

Credo nei valori della forma, dell'espressione dei proprii pensieri musicali e - senza bisogno di impormelo - punto a scrivere musica ascoltabile da parte di chiunque abbia una certa dimestichezza con il Novecento. La mia musica piace molto anche ai musicisti di jazz e di rock. Compongo a memoria, controllo quello che scrivo con l'orecchio interiore, posso scrivere in qualunque condizione (anche su un treno, pur di avere carta e penna) e, per quanto riguarda la chitarra, penso e diteggio a mente, senza bisogno di imbracciare lo strumento. Adopero sia la penna che il pc, e porto avanti i lavori con entrambi i mezzi.

 

Spero di aver risposto in modo soddisfacente per chi ha posto la domanda.

 

dralig

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Devo capire meglio la prima parte

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Facendo grossi sforzi si può vedere la dodecafonia ovunque: c'è chi l'ha (intra)vista persino in Mozart, Don Giovanni, discesa del Commendatore sulla terra, un cromatismo esagerato! :D

 

Io ho un parente (che poi questa cosa qui è stata anche confermata da un altro musicista) che mi ha detto che la dodecafonia ha una regola armonica ben precisa.

 

Detto semplicemente, nella dodecafonia non si deve ripetere una nota prima che siano state presentate le altre.

Webern, nelle Variazioni op.27, non applica severamente la regola, poichè nella prima variazione mette un sol diesis e un la bemolle.

 

Perchè?

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Mi vien in mente (dall'ultimo topic sul Biennio) di fare delle domande che dovevo fare prima o poi sulla musica del Maestro Gilardino.

 

Si può definire dodecafonica ?

 

La suonata del Guadaguavir e Noche Oscura pur essendo anch'esse contemporanee seguono delle regole armoniche diverse dalle altre composizioni ? (lo chiedo perchè queste due son state "facili" al mio ascolto) Ci sono delle dodecafoniche forse tra le composizioni ?

 

Mi aiuti il maestro a capire dato che brancolo nel buio.

 

No, io non scrivo musica seriale in senso stretto, anche se talvolta adopero la serie, ma senza vincoli e impedimenti dogmatici. Scrivo a volte adoperando la scala cromatica, in un'area atonale, altre volte adoperando le scale modali (con eventuali mescolanze tra modi diversi), il che può far sembrare che io adoperi due stili diversi, mentre in realtà costruisco sempre con gli stessi procedimenti. Tengo molto invece a dare a ogni lavoro un carattere proprio, non ripetitivo di lavori precedenti, e per questo scrivo meno di quello che potrei se fossi più indulgente nei confronti delle repliche, che invece evito come la peste.

 

Il mio modo di organizzare i suoni viene da uno studio scolastico e da una mia spontanea adesione al modo di comporre di alcuni maestri del primo novecento, che ho preso a modelli: Bartok, Prokofiev, Stravinskij, Ravel, Falla, Ghedini. Poi, ho elaborato un mio stile, e con quello campo, senza curarmi di due opposti tipi di critica: quella che mi rimprovera di essere troppo legato alla tradizione e quella che mi rimprovera di scrivere musica troppo difficile.

 

Credo nei valori della forma, dell'espressione dei proprii pensieri musicali e - senza bisogno di impormelo - punto a scrivere musica ascoltabile da parte di chiunque abbia una certa dimestichezza con il Novecento. La mia musica piace molto anche ai musicisti di jazz e di rock. Compongo a memoria, controllo quello che scrivo con l'orecchio interiore, posso scrivere in qualunque condizione (anche su un treno, pur di avere carta e penna) e, per quanto riguarda la chitarra, penso e diteggio a mente, senza bisogno di imbracciare lo strumento. Adopero sia la penna che il pc, e porto avanti i lavori con entrambi i mezzi.

 

Spero di aver risposto in modo soddisfacente per chi ha posto la domanda.

 

dralig

 

Si mi ha risposto anche se non capisco una cosa.

Mi spieghi per favore che tipo di mescolanza fa con le scale modali. Voglio dire..........mischia scale diverse su scale modali appartenenti ad una tonalità ? La tonalità varia in quanto un susseguirsi cromatico ? Nelle sucessioni cromatiche le scale modali relative alla tonalità ?

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Mi vien in mente (dall'ultimo topic sul Biennio) di fare delle domande che dovevo fare prima o poi sulla musica del Maestro Gilardino.

 

Si può definire dodecafonica ?

 

La suonata del Guadaguavir e Noche Oscura pur essendo anch'esse contemporanee seguono delle regole armoniche diverse dalle altre composizioni ? (lo chiedo perchè queste due son state "facili" al mio ascolto) Ci sono delle dodecafoniche forse tra le composizioni ?

 

Mi aiuti il maestro a capire dato che brancolo nel buio.

 

No, io non scrivo musica seriale in senso stretto, anche se talvolta adopero la serie, ma senza vincoli e impedimenti dogmatici. Scrivo a volte adoperando la scala cromatica, in un'area atonale, altre volte adoperando le scale modali (con eventuali mescolanze tra modi diversi), il che può far sembrare che io adoperi due stili diversi, mentre in realtà costruisco sempre con gli stessi procedimenti. Tengo molto invece a dare a ogni lavoro un carattere proprio, non ripetitivo di lavori precedenti, e per questo scrivo meno di quello che potrei se fossi più indulgente nei confronti delle repliche, che invece evito come la peste.

 

Il mio modo di organizzare i suoni viene da uno studio scolastico e da una mia spontanea adesione al modo di comporre di alcuni maestri del primo novecento, che ho preso a modelli: Bartok, Prokofiev, Stravinskij, Ravel, Falla, Ghedini. Poi, ho elaborato un mio stile, e con quello campo, senza curarmi di due opposti tipi di critica: quella che mi rimprovera di essere troppo legato alla tradizione e quella che mi rimprovera di scrivere musica troppo difficile.

 

Credo nei valori della forma, dell'espressione dei proprii pensieri musicali e - senza bisogno di impormelo - punto a scrivere musica ascoltabile da parte di chiunque abbia una certa dimestichezza con il Novecento. La mia musica piace molto anche ai musicisti di jazz e di rock. Compongo a memoria, controllo quello che scrivo con l'orecchio interiore, posso scrivere in qualunque condizione (anche su un treno, pur di avere carta e penna) e, per quanto riguarda la chitarra, penso e diteggio a mente, senza bisogno di imbracciare lo strumento. Adopero sia la penna che il pc, e porto avanti i lavori con entrambi i mezzi.

 

Spero di aver risposto in modo soddisfacente per chi ha posto la domanda.

 

dralig

 

Si mi ha risposto anche se non capisco una cosa.

Mi spieghi per favore che tipo di mescolanza fa con le scale modali. Voglio dire..........mischia scale diverse su scale modali appartenenti ad una tonalità ? La tonalità varia in quanto un susseguirsi cromatico ? Nelle sucessioni cromatiche le scale modali relative alla tonalità ?

 

ES

 

DO reb RE mib

 

DO scala modale di Do o relativa oppure la sostituzione ?

 

REb scala modale di Reb o relativa oppure la sostituzione ?

 

RE scala modale di Re o relativa oppure la sostituzione ?

 

MIb scala modale di Mib o relativa oppure la sovrapposizione?

 

???? Non capisco Per favore mi spieghi questa regola armonica.

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Poi, ho elaborato un mio stile, e con quello campo, senza curarmi di due opposti tipi di critica: quella che mi rimprovera di essere troppo legato alla tradizione e quella che mi rimprovera di scrivere musica troppo difficile.

 

dralig

 

Direi che non esista situazione più congeniale per portare avanti le proprie convinzioni.

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