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Scelta personale destini e morte


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Cara Butterfly, di cui non conosco l'età (e per galanteria non la chiedo), io non credo tu abbia elementi sufficenti per dare giudizi sulla mia "felice" vita, e non è certamente il luogo in cui vengo a dire i miei problemi, ma questo non ti autorizza a dire cose che non sai: io a 21 mi trovo a fronteggiare difficoltà e situazioni che i ragazzi della mia età non devono affrontare, seppur non di carattere economico, e a dispetto della mia giovane età, sono abbastanza maturo da capire da me che la vita non è un gioco. Non sono il ragazzino sprovveduto e spensierato che credi. E tuttora non vivo un momento felice, ma non vedo cosa questo possa cambiare quello che vivo: è una evidenza, e proprio quando non va come tu vorresti, è li che inizia il vero cristianesimo, perchè riconosco che la realtà non la faccio io e mi viene messa davanti, per rispondere in quel momento, in quella determinata circostanza a Cristo. Quello di cui tu parli è il sentimento, oggi molto in voga tra i cattolici, ma quello è un'altro paio di maniche.

 

Caro Ciccio, non sono incline per natura personale al facile giudizio; qualunque momento tu stia attraversando, mi dispiace sapere che non è lieto.

Però, permettimi di suggerirtelo, non potendolo prescrivere: concediti spesso una bella risata.

Ciccio, per carità, ridi, di qualunque cosa: comprati un libro di barzellette, suona una tarantella, fatti il solletico, ma ridi, anche quando non ne hai proprio nessun motivo o voglia.

E dopo recita tutti i salmi che vuoi.

Con affetto.

 

 

 

Butterfly

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Cara Butterfly, di cui non conosco l'età (e per galanteria non la chiedo), io non credo tu abbia elementi sufficenti per dare giudizi sulla mia "felice" vita, e non è certamente il luogo in cui vengo a dire i miei problemi, ma questo non ti autorizza a dire cose che non sai: io a 21 mi trovo a fronteggiare difficoltà e situazioni che i ragazzi della mia età non devono affrontare, seppur non di carattere economico, e a dispetto della mia giovane età, sono abbastanza maturo da capire da me che la vita non è un gioco. Non sono il ragazzino sprovveduto e spensierato che credi. E tuttora non vivo un momento felice, ma non vedo cosa questo possa cambiare quello che vivo: è una evidenza, e proprio quando non va come tu vorresti, è li che inizia il vero cristianesimo, perchè riconosco che la realtà non la faccio io e mi viene messa davanti, per rispondere in quel momento, in quella determinata circostanza a Cristo. Quello di cui tu parli è il sentimento, oggi molto in voga tra i cattolici, ma quello è un'altro paio di maniche.

 

Caro Ciccio, non sono incline per natura personale al facile giudizio; qualunque momento tu stia attraversando, mi dispiace sapere che non è lieto.

Però, permettimi di suggerirtelo, non potendolo prescrivere: concediti spesso una bella risata.

Ciccio, per carità, ridi, di qualunque cosa: comprati un libro di barzellette, suona una tarantella, fatti il solletico, ma ridi, anche quando non ne hai proprio nessun motivo o voglia.

E dopo recita tutti i salmi che vuoi.

Con affetto.

 

Butterfly

 

Ringrazio dell'affetto, ma dell'ottimismo non so che farmene...La gioia vera l'ho vista in un sacerdote che ho conosciuto e che ha a che fare con malati terminali di AIDS, bambini abbandonati e picchiati, malformati; dentro questa situazione lui è lieto, perchè, come dicevo, si ha l'opportunità di rispondere a Cristo, senza porre dei paletti e senza dettare noi le modalità in cui deve manifestarsi. C'è una giaculatoria che sovente recito "Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam", è proprio una domanda che serve, serve a non lasciarsi andare nelle cose. Vorrei farti leggere quello che Don Luigi Giussani dice in questo intervento che fa davanti a tutta la fraternità di Comunione e Liberazione.

 

 

Appunti dall’intervento conclusivo di Luigi Giussani agli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e liberazione Rimini, 20 maggio 2001

 

Ho potuto seguire il vostro cammino nel modo in cui il Signore me lo permette, più limitato e faticoso di prima. Ma tutto è cammino di Dio nella nostra vita. Comunque, non c’è se non questa formula per rendere il nostro cuore moralmente, anche moralmente pronto e sempre capace di soffrire, per quello che Iddio ci ha fatti.

Ma io, per non prolungare troppo la vostra permanenza lì, oggi dico che c’è una sola cosa che non può sfuggire – non lasciamola cadere nella sua possibilità –: bisogna pregare nel senso letterale del termine, vale a dire, scongiurare Colui a cui apparteniamo perché non ci abbia chiamati invano.

Ogni giorno siamo chiamati, ogni ora siamo chiamati, ogni minuto, ogni istante siamo chiamati. E infatti ciò che qualifica l’io, ciò che definisce l’io di fronte a tutti gli altri atteggiamenti umani, ciò che qualifica l’io è proprio la coscienza che è rapporto con l’infinito: per esempio una donna sta cucendo, sta cucendo o sta cuocendo in cucina, ed è rapporto con l’infinito. Ciò che caratterizza l’uomo è questa dimensione paradossale tra il poco che si è, il pochissimo che si è, il “fusibile” che si è, fra una pochezza che si è e il rapporto costitutivo, un rapporto costitutivo che è rapporto con Dio.

Ma adesso non voglio riprendere cose che già si sono riprese insieme. Io voglio semplicemente dire: preghiamo, preghiamo, perché questo uno lo può fare anche mentre fa qualsiasi altro lavoro. È un’intenzione, apre a un’intenzione, come in una giornata piovosa il sole che varchi le nubi, sfondi le nubi e getti la luce, ci faccia gettare la luce su tutto quello che siamo e che facciamo.

Io ho applicato in questi tempi, ho scoperto in questi tempi, con tutto il cuore, commosso, la formula “giaculatoria” si direbbe, la formula più completa che si possa concepire dal punto di vista cristiano: «Vieni Santo Spirito. Vieni per mezzo della Madonna». Veni Sancte Spiritus. Veni per Mariam. Ripetete questa formula tutti i giorni, tutte le ore, quando il Signore vi sceglie per farsi sentire: è un momento in cui tutto si ricollega e riconquista, tutto si rende misteriosamente una cosa sola e bella.

Veni Sancte Spiritus, perché Spiritus est Dominus, Spiritus est Deus (Dio è Spirito, lo Spirito è Dio). Lo Spirito è Dio, a cui apparteniamo. Perché lo Spirito è autocoscienza; e se questa è in noi bene applicata fa capire: l’uomo capisce che appartiene, che è appartenenza a un Altro. È l’appartenenza a una Presenza, a una Presenza, anche qui, misteriosa (misteriosa perché non è nostra, questa Presenza, in un certo senso non lo è; perché se è da un’altra fonte, non è della nostra fonte).

«Vieni Santo Spirito» in ogni mia azione, «Vieni Santo Spirito» in ogni mio momento.

Veni per Mariam, e questo è proprio… la Madonna è proprio il tocco più potentemente umano e persuasivo che Dio abbia fatto verso il Suo agire sull’uomo.

Veni per Mariam. Pensiamo alla evoluzione di questa donna e al suo modo di permanenza nella storia! Ma ovviamente è da Dio, è in Dio il fondamento della sua appartenenza. Ma, d’altra parte, Maria è la totalità dell’uomo, la totalità dell’uomo che viene esaltata fino a farla diventare, fino a renderla strumento necessario per il rapporto con Dio (necessario, non nel senso immediato del termine, ma nel senso ultimo del termine). Per Mariam, perché non ha fatto un errore, Dio non ha permesso che essa fosse oggetto dell’attacco del demone opposto alla verità. Vergine pura e bella: la bellezza è il segno, ed essa è quasi un segno sacramentale della bellezza per cui Dio ha fatto il mondo.

Allora, contento di avervi lasciato un richiamo a questa giaculatoria, a questa insorgente, sempre insorgente gloria della vita nostra cristiana, il Veni Sancte Spiritus. Veni per Mariam costituisca un appoggio, si riveli come un appoggio psicologicamente chiaro, perché profondamente innervato di radici, nelle origini della natura umana.

Vi auguro che questa giaculatoria, che questo impeto di sincerità e di semplicità, trovi nei vostri cuori quotidianamente spazio per essere richiamo alla nostra realtà umana da mutare secondo quell’ordine ultimo per cui siamo stati fatti. E questo è il destino, e questo è ciò che ci manca tante volte, ma che non cessa un istante: Dio non può cessare neanche un istante di essere la sorgente della nostra felicità, del nostro rendimento.

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A volte penso che molti scambino Cristo con il Prozac e l'estasi mistica con altro ancora.

Gli scritti di Luigi Giussani li conosco. Ti assicuro che trovarsi di fronte a certe sciagure umane e naturali, e offrire il proprio piccolo contributo operativo può procurare "letizia", come la descrivi tu, solo a un malato di mente. Con tutto il rispetto, si intende.

In genere porta un senso di semplice umana solidarietà verso chi, per un puro caso, sta dall'altra parte della scena, e spesso anche rabbia, voglia di cambiare le cose, evidenza di una profonda ingiustizia e di piccolezza rispetto a quello che non si può cambiare anche volendolo.

Nessuna sensazione di aver fatto miracoli, di eroismo o di essere avanzati nell'amore di Dio; nessun senso di indispensabile utilità, nessuna convinzione di aver risolto qualche problema.

Qualcuno sta male e qualcuno sta bene: i secondi aiutano i primi, tutto qua.

 

Io parlavo di una gioia terrena, sana e naturale che ogni essere umano è naturalmente portato a desiderare.

Quella che scaturisce nonostante la consapevolezza di vivere in una valle di lacrime.

Insomma una bella risata, senza pretese, magari anche proprio scemissima e che riporti con i piedi per terra. Al qui e ora.

 

dell'ottimismo non so che farmene

No? Sicuro sicuro? Buon per te.

Buona giaculatoria e anche sabato sera ;)

 

 

 

Butterfly

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La Perfetta Letizia francescana è saper portare la croce in qualsiasi momento.

Ma quasi tutti non sanno accettare tale croce.

L'esperienza mi porta ad affermare che Butterfly ha ragione.

Ritengo pure che chi scrive con la semplicità ed essenzialità di Butterfly ha tanto da dire ma soprattutto tanto fa.

 

domenico

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Ieri ho fatto da "organista sostituto" nella mia parrocchia. Uno dei canti faceva:

 

Anche noi eravamo dal Signore lontani,

vivevamo come il mondo al maligno ubbidivamo,

con errori e peccati eravamo senza vita

ma l'amore di Dio è stato grande per noi.

link

 

Lì per lì non ci ho fatto caso, ma stamattina mi ronzava in testa la melodia e pensando alle parole m'è venuto un sobbalzo. :D

Qualcuno offre un'interpretazione meno drastica?

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Ma tutto è cammino di Dio nella nostra vita. Comunque, non c’è se non questa formula per rendere il nostro cuore moralmente, anche moralmente pronto e sempre capace di soffrire, per quello che Iddio ci ha fatti.

 

Con tutto il rispetto, ancora la storia del fango e delle costole? A quando la lettura di testi di evoluzione della specie?

 

Ma io, per non prolungare troppo la vostra permanenza lì, oggi dico che c’è una sola cosa che non può sfuggire – non lasciamola cadere nella sua possibilità –: bisogna pregare nel senso letterale del termine, vale a dire, scongiurare Colui a cui apparteniamo perché non ci abbia chiamati invano.

 

Non appartengo a nessun colui (terrificante, il riferimento ad una terza persona che non c'è) e non ho ricevuto alcuna chiamata.

 

Ogni giorno siamo chiamati, ogni ora siamo chiamati, ogni minuto, ogni istante siamo chiamati.

 

Da chi? A fare cosa? E' retorica. Nessuno che contraddice perchè nessuno da spiegazioni.

Chiamati a fare del bene? Chiamati ad aiutare il prossimo?

E c'è bisogno che qualcuno "chiami" per farlo?

 

E infatti ciò che qualifica l’io, ciò che definisce l’io di fronte a tutti gli altri atteggiamenti umani, ciò che qualifica l’io è proprio la coscienza che è rapporto con l’infinito:

 

Ciò che qualifica l'io non è il rapporto con l'infinito (che significa un bel nulla) ma il rapporto con il terreno e tutto ciò che lo circonda. La qualificazione dell'io non è un gioco di parole ma un modo per sottintendere che una persona vale per quello che fa e per quello che è.

 

Ciò che caratterizza l’uomo è questa dimensione paradossale tra il poco che si è, il pochissimo che si è, il “fusibile” che si è, fra una pochezza che si è e il rapporto costitutivo, un rapporto costitutivo che è rapporto con Dio.

 

Non mi sento ne' poco, ne' pochissimo ne' tantomeno un fusibile. Sono un essere pensante conscio del suo stato di essere vivente destinato a morire e ad essere sostituito da suoi simili ma tutt'altro che una nullità che gravita intorno ad uno strumento di tortura vecchio di millenni.

 

Ma adesso non voglio riprendere cose che già si sono riprese insieme.

 

Non sia mai.

 

Io voglio semplicemente dire: preghiamo, preghiamo, perché questo uno lo può fare anche mentre fa qualsiasi altro lavoro.

 

Qualsiasi lavoro si stia facendo, se lo si fa con impegno, è difficile che consenta alla mente di vagare per lidi immaginari.

 

È un’intenzione, apre a un’intenzione, come in una giornata piovosa il sole che varchi le nubi, sfondi le nubi e getti la luce, ci faccia gettare la luce su tutto quello che siamo e che facciamo.

 

Dove ho sentito "La materia come trampolino per altra materia?". E' quasi delirio.

 

Io ho applicato in questi tempi, ho scoperto in questi tempi, con tutto il cuore, commosso, la formula “giaculatoria” si direbbe, la formula più completa che si possa concepire dal punto di vista cristiano: «Vieni Santo Spirito. Vieni per mezzo della Madonna». Veni Sancte Spiritus. Veni per Mariam. Ripetete questa formula tutti i giorni, tutte le ore,

 

Ci vorrebbe una sveglietta per ricordarlo.

 

Veni Sancte Spiritus, perché Spiritus est Dominus, Spiritus est Deus (Dio è Spirito, lo Spirito è Dio). Lo Spirito è Dio, a cui apparteniamo.

 

Di nuovo lo stesso concetto in meno di 10 frasi. E' tipico.

La ripetizione ossessiva di una frase o un concerto (tipica dei venditori e di chi intende rifilarti qualcosa di losco come delle azioni Alitalia) è uno degli escamotages mentali per convincere (chi non ha molti filtri, ovviamente) qualcuno a fare/acquistare/accettare qualcosa.

 

Perché lo Spirito è autocoscienza; e se questa è in noi bene applicata fa capire: l’uomo capisce che appartiene, che è appartenenza a un Altro. È l’appartenenza a una Presenza, a una Presenza, anche qui, misteriosa (misteriosa perché non è nostra, questa Presenza, in un certo senso non lo è; perché se è da un’altra fonte, non è della nostra fonte).

 

Lo spirito è autocoscienza non significa nulla. Sono due sostantivi appiccicati che hanno solo un effetto altisonante per chi non sa cosa sia l'uno e cosa sia l'altra.

Una presenza che possiede tutto? Anche le persecuzioni e la ricchezza ostentata? E gli aerei privati?

 

«Vieni Santo Spirito» in ogni mia azione, «Vieni Santo Spirito» in ogni mio momento.

Veni per Mariam, e questo è proprio… la Madonna è proprio il tocco più potentemente umano e persuasivo che Dio abbia fatto verso il Suo agire sull’uomo.

 

Più "potentemente umano" è una sgrammaticatezza orripilante che, di nuovo, significa nulla.

Ma poc'anzi si definiva l'uomo un fusibile. Che potenza vuoi che abbia un fusibile?

 

Veni per Mariam. Pensiamo alla evoluzione di questa donna e al suo modo di permanenza nella storia! Ma ovviamente è da Dio, è in Dio il fondamento della sua appartenenza.

 

E tre.

 

Ma, d’altra parte, Maria è la totalità dell’uomo, la totalità dell’uomo che viene esaltata fino a farla diventare, fino a renderla strumento necessario per il rapporto con Dio (necessario, non nel senso immediato del termine, ma nel senso ultimo del termine).

 

Un altro giro di parole che significa un bel nulla.

"Maria è la totalità dell'uomo". Chi si ferma a fare un po' di analisi coerente della frase?

Si possono posporre gli addendi, cambiare il nome del santo e troverete un ottimo testo per una funzione domenicale.

 

Per Mariam, perché non ha fatto un errore, Dio non ha permesso che essa fosse oggetto dell’attacco del demone opposto alla verità.

 

Attacco? Per riprodursi occorre essere attaccati da qualcuno? E quando qualcuno si riproduce è attaccato dal demone opposto alla verità? Mi stai dicendo che mio padre e mia madre sono stati attaccati da qualche demone?

A quando la lettura di testi scientifici e la rinuncia alle fiabe con diavoli, draghi e gente che suona la lira sulle nuvole?

 

Vergine pura e bella: la bellezza è il segno, ed essa è quasi un segno sacramentale della bellezza per cui Dio ha fatto il mondo.

 

Si. Ha anche acceso la luce.

Il concetto di sole, galassia e gravità lha brevettato 1600 anni dopo.

Dopo qualche secolo di stragi nel nome di dio per chi aveva i capelli rossi e per chi sosteneva che la terra girava intorno al sole.

 

Vi auguro che questa giaculatoria, che questo impeto di sincerità e di semplicità, trovi nei vostri cuori quotidianamente spazio

 

Io mi auguro che questo intruglio sgrammaticato di parole che girano intorno al niente possano essere letti da un'ottica di intelletto e non di sottomissione.

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Cristano, Tu demolisci affermazioni che non possono essere spiegate o interpretate con la logica della ragione pura (il racconto biblico è ovvia metafora e non si sostituisce alle teorie evolutive nemmeno per i credenti).

L'incongruità delle parole di Ciccio ti appare tale perchè probabilmente non sei abituato a questo linguaggio.

Io che lo conosco assai bene (e saprei smontarlo perfino con maggiore "ferocia"), rispetto invece la fede profonda di Ciccio, anche se mi fa un po' "paura" sentire un ragazzo parlare così (non lo dico con antipatia, sia chiaro).

Quello che non condivido è l'espressione di concetti che sono come "caduti dal tavolo".

Alle giaculatorie collettive, preferisco, ad esempio, la sincera e ingenua preghiera di un bambino per il suo gatto.

 

Del resto, pensa all'atomo: chi li ha mai visti gli elettroni rossi che ruotano vorticosamente intorno al nucleo blu dei nostri libri di fisica? Eppure non discutiamo questa rappresentazione della realtà, perchè oggi sappiamo che la materia è fatta così.

Se la fede fosse scienza, non avrebbe bisogno di dimostrazioni, essa invece è solo dono: o si ha o non matura per logica razionale.

Potresti spiegare la speranza di vedere la tua amata correrti incontro?

 

Lo stesso accade per chi riceve una vocazione sacerdotale.

Il fatto è che noi tutti (che partecipiamo a questo discussione, intendo), siamo laici e viviamo una vita che è anche materiale e spiccatamente sociale: non ha senso allora appropriarsi di un linguaggio "sacerdotale".

Occorre, secondo me, maggiore semplicità.

Non c'è una via migliore o più giusta da seguire: c'è una vita da vivere, con pienezza e apertura mentale, perseguendo il "bene", per quanto esso è insito nella nostra volontà e coscienza di esseri umani.

Fissarsi invece su certi rigidi precetti e su una tetra visione penitenziale dell'esistenza (sia perchè si crede o perchè non si crede), conduce solo a una visione parziale del mondo e a molti altri dispiaceri e tristezze.

In questo senso, il fascino di Einstein per il "mistero" dell'universo, è avvincente.

 

 

 

Butterfly

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Ospite Nicola Mazzon

Spero che col tempo certe persone imparino a dare il giusto peso alle cose.

Alcuni di questi interventi...beh...preoccupano...sembra stia per ritornare la santa inquisizione. :twisted:

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[...]

Occorre, secondo me, maggiore semplicità.

Non c'è una via migliore o più giusta da seguire: c'è una vita da vivere, con pienezza e apertura mentale, perseguendo il "bene", per quanto esso è insito nella nostra volontà e coscienza di esseri umani.

Fissarsi invece su certi rigidi precetti e su una tetra visione penitenziale dell'esistenza (sia perchè si crede o perchè non si crede), conduce solo a una visione parziale del mondo e a molti altri dispiaceri e tristezze.

In questo senso, il fascino di Einstein per il "mistero" dell'universo, è avvincente.

[...]

 

Io resto dell'idea che certi argomenti non si possano esporre a parole, se non rischiando di produrre della semplice demagogia. A mio, per chi volesse trovare un cammino davvicinamento alla fede, Santa Teresa di Calcutta è uno stimolo molto più potente di qualsiasi sermone forbito ed altisonante, tanto più che quella donnina non si è mai presa la briga di fare proclami alle masse o proselitismo teoretico: si è rimbocvcata le maniche ed è andata là dove sentiva di poter essere utile. Tanti direbbero che ha "mollato tutto ed è partita"; io credo che abbia capito qual era il suo posto e ci sia andata per "prendere" qualcosa, non certo per lasciarlo.

Il suo posto nel mondo era là, la sua vita era votata a quello, così come ognuno di noi ha il proprio posto. Questo posto non è predefinito, né precondizionato o preconfezionato: ce lo si costruisce giorno dopo giorno, con fatica, sacrifici, lavoro e sudore. Per chi vuole crederci, esiste un disegno superiore, ma dubito fortemente che sia univoco. Credere in un destino inamovibile significa giustificare qualsiasi azione in nome della predestinazione, ivi compresi l'omicidio ed ogni altro genere di perversione.

 

EB

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Io resto dell'idea che certi argomenti non si possano esporre a parole, se non rischiando di produrre della semplice demagogia. A mio, per chi volesse trovare un cammino davvicinamento alla fede, Santa Teresa di Calcutta è uno stimolo molto più potente di qualsiasi sermone forbito ed altisonante, tanto più che quella donnina non si è mai presa la briga di fare proclami alle masse o proselitismo teoretico: si è rimbocvcata le maniche ed è andata là dove sentiva di poter essere utile. Tanti direbbero che ha "mollato tutto ed è partita"; io credo che abbia capito qual era il suo posto e ci sia andata per "prendere" qualcosa, non certo per lasciarlo.

Il suo posto nel mondo era là, la sua vita era votata a quello, così come ognuno di noi ha il proprio posto. Questo posto non è predefinito, né precondizionato o preconfezionato: ce lo si costruisce giorno dopo giorno, con fatica, sacrifici, lavoro e sudore. Per chi vuole crederci, esiste un disegno superiore, ma dubito fortemente che sia univoco. Credere in un destino inamovibile significa giustificare qualsiasi azione in nome della predestinazione, ivi compresi l'omicidio ed ogni altro genere di perversione.

 

EB

 

La potenza dei mezzi di comunicazione crea le star anche nel campo della spiritualità e dell'altruismo. Sono convinto che in questo mondo esistano tante persone che sacrificano la loro esistenza nel tentativo - talvolta ai loro stessi occhi pressoché impotente - di alleviare le sofferenze altrui: i loro nomi non assurgono agli onori delle cronache, spesso questi ignoti periscono, sopraffatti dalle circostanze avverse, e la loro storia non viene letta da nessuno. Per ogni Teresa di Calcutta, icona dell'abbandono di sé all'impeto della carità, meritatamente giunta alla gloria, ci sono migliaia di anonimi, non meno grandi, che soccombono nel silenzio: la loro voce non ci giunge.

 

E' necessario essere - o farsi, se non lo si è - consapevoli del fatto che amare il prossimo fino al sacrificio di sé, insegnato limpidamente dal Vangelo, non è sentimento esclusivamente cristiano: lo si può vivere nella sua pienezza, fino all'estremo, anche fuori dalla Chiesa, in piena "noche oscura del alma". Non dimentichiamo, del resto, la confessione della stessa madre Teresa, che non nascose la caduta della sua fede e, in lei, il silenzio di Dio, e che, ciò nonostante, continuò a manifestare in opere la sua pietas: si può giungere alla stessa altezza in virtù del cristianesimo o in virtù dell'umanesimo, perchè entrambi, se intesi a fondo e vissuti senza riserve egoistiche, ispirano gli stessi comportamenti.

 

Spiace leggere, nei messaggi dei giovani, accuse roventi: i cristiani che si annettono stati in essere speciali, esortativi e missionari, mostrando scarsa conoscenza, quando non velato o aperto disprezzo, delle culture non cristiane; e i laici che infieriscono nel ricordare le nefandezze compiute in nome di Gesù Cristo e nel sottolineare le incongruenze culturali del cattolicesimo contemporaneo. Questa strada non conduce da nessuna parte, se non a un perpetuarsi delle storiche e sterili divisioni che hanno procurato, al genere umano, soltanto calamità.

 

dralig

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