Vai al contenuto
Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Francisco Tárrega e attribuzioni di repertorio


 Condividi

Messaggi raccomandati


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

sì sì bellissimo ma le fonti?? le prove?? su che ci basiamo su intuizioni da dimostrare su illazioni personali o su una ponderata ricerca in grado di dimostrare co un "falso" acune composizioni attribuite a Tarrega anche da M. Gange e C. Carfagna???

Perchè se sono dei falsi sarebbe bello dimostrarlo e portare nuova luce tra noi chitarristi

 

con stima Damiano Mercuri

 

 

Nuova luce?

Guardi che è tutto chiarissimo.

Preludio n. 11: è il tema della Fantasia op.7 di Sor.

Preludio n.17: è la sezione centrale della Canzonetta di Mendelssohn, Quartetto op 12 n.1, peraltro presente nel Vol. IV (trascrizioni) per intero.

Preludio n. 14: sono due frammentini della fuga BWV 1001 di Bach.

E ho citato solo tre casi più eclatanti…

 

 

Fermiamoci qui...

 

dralig

 

 

 

Tutto il mondo chitarristico le suona come Tarrega ergo???

 

Nemmeno per idea. Nessun chitarrista al mondo è stato così gonzo da eseguire o registrare un frammento della Fuga in La minore di Bach come Preludio di Tárrega.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 150
  • Creato
  • Ultima Risposta

Miglior contributo in questa discussione


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

Scusate ma chi vi dice che Tarrega stesso non usasse queste "citazioni" per farne preludi o studi per i suoi studenti, senza preoccuparsi di scriverne la provenienza, dal momento che non aveva intenzione di pubblicarli?

Questi "frammenti" con tutta probabilità potrebbero quindi essere stati ricondotti dai suoi discepoli, all'opera del Maestro, nel momento in cui questi ultimi hanno deciso di dare alle stampe il materiale inedito Tarreghiano, senza stare a specificare appunto (come aveva fatto il loro maestro del resto) la loro provenienza.

 

Caro Maestro Fabbri, celebro la Sua sopravvenienza nel territorio dei ragionamenti. Non solo io non dico che Tárrega non usasse queste citazioni per sé stesso e per i suoi allievi, ma lo affermo categoricamente: lo faceva di regola e d'abitudine. Esistono numerosi manoscritti tarreghiani - che ho esaminato personalmente presso il loro legittimo possessore, il maestro Melchor Rodriguez, titolare delle Ediciones Soneto di Madrid, che ha pubblicato l'opera integrale di Tárrega - contenenti musiche che il maestro ricopiava. Gli piaceva riscrivere di suo pugno tutto quello che suonava. Inoltre, come prova una sua lettera scritta all'allievo Daniel Fortea, in periodi di ristrettezze economiche, usava vendere i suoi manoscritti - anche di opere altrui - ai proprii allievi e seguaci, per campare: una dimostrazione della povertà davvero francescana nella quale visse. Se Le interessa, potrà trovare maggiori ragguagli su questo aspetto della "scrittura" musicale tarreghiana nel saggio che ho scritto per il centenario, di imminente pubblicazione nella rivista "Guitart". E' quindi non da ipotizzare, ma da asserire con certezza, che molta musica manoscritta da Tárrega non è stata da lui composta, ma solo ricopiata. Contro il rischio che questi manoscritti venissero stampati postumi dai suoi allievi, ammoniva severamente Domingo Prat, nella voce "Tárrega" del suo "Diccionario" del 1934: non fu ascoltatp, ma, ad esempio, lui aveva già avvertito che il "Tango" - armonicamente di una povertà indegna di Tárrega - era opera di Carlos Garcia Tolsa, come tale pubblicata (Habanera "Enriqueta") ben prima che apparisse, postumo, come originale di Tárrega.

 

Orbene, ristampare acriticamente tutta questa paccottiglia attribuita a Tárrega non è stata un'operazione musicologicamente sensata, nemmano quarant'anni fa. E' stato un infortunio. Ogni autore e ogni studioso ha, nella sua storia, degli errori.

 

 

Se così non fosse, il Maestro Gilardino come fa a sapere per certo che Tarrega non utilizzasse o facesse suonare questi brani? Forse perchè glielo ha detto lui stesso in...sogno?

 

Come Le ho detto dianzi, io so per certo il contrario, e non per averlo sognato ma, più modestamente, per averlo appreso leggendo le lettere di Tárrega. Non parlo mai a vanvera e, anche se sono lungi dall'essere perfetto e infallibile, sono ostinatamente onesto.

 

Comunque è chiaro che Tarrega non appartiene al novecento ma allora a questo punto è assolutamente da "rifare" il libro precedente...o quello invece va bene così? :?

 

Lo domandi all'editore, avrà per certo una risposta. Io ho solo fatto osservare che Tárrega non è un autore del Novecento, anche se, per nove anni, ha trascinato la sua povera e tribolata esistenza nel secolo ventesimo.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

ma stando ancora sul piano del "a me sembra..." c'è poco di cui interessarmi.

 

 

No, no!

Non mi è sembrato che a pag .12 del volume dei preludi ci sia un pezzo in do maggiore presentato come Preludio n.11 di Tárrega e che invece io conosco come tema (seguito da variazioni) della Fantasia op.7 di Fernando Sor pubblicata da Pleyel a Parigi nel 1814. Era proprio lui...

 

Secondo la nuova musicologia mercuriana, caro Frédéric, tutto ciò è irrilevante: si parte dall'assioma che quello che appare nell'edizione Gangi-Carfagna dell'opera di Tárrega è autentico. Se poi tu asserisci che il tema in questione è di Sor, sappi che l'edizione Pleyel del 1814 - e tutte le successive, apparse prima della folgorante intuizione dei curatori tarreghiani - non significano nulla, se non consegni al signor Mercurio una prova al Carbonio con un manoscritto di Sor contenente il tema in questione. Lo stesso per la Fuga di Bach, per la Canzonetta di Mendelssohn e per la non breve lista dei tarregamenti. Da qualche anno, il nostro collega Javier Suarez Pajares , docente di musicologia all'Università Complutense di Madrid, ha dimostrato che Tárrega si servì, nella "Gran Jota", non soltanto del lavoro di Julián Arcas, ma anche, nell'introduzione, di un bel numero di misure scippate pari pari a José Viñas, cioè rubate da una sua composizione pubblicata nel 1863, cioè scritta quando Tárrega aveva dieci anni. Ebbene, tale argomentazione non vale: ci vuole il Carbonio, come per la Santa Sindone.

 

Sono le nuove frontiere della musicologia. A proposito, come fai a provare che sei effettivamente Frédéric Zigante? Se il signor Mercurio te lo contesta, quali sono i documenti che puoi produrre, visto che, per lui, le pubblicazioni datate non sono sufficienti?

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

ma stando ancora sul piano del "a me sembra..." c'è poco di cui interessarmi.

 

 

No, no!

Non mi è sembrato che a pag .12 del volume dei preludi ci sia un pezzo in do maggiore presentato come Preludio n.11 di Tárrega e che invece io conosco come tema (seguito da variazioni) della Fantasia op.7 di Fernando Sor pubblicata da Pleyel a Parigi nel 1814. Era proprio lui...

 

Secondo la nuova musicologia mercuriana, caro Frédéric, tutto ciò è irrilevante: si parte dall'assioma che quello che appare nell'edizione Gangi-Carfagna dell'opera di Tárrega è autentico. Se poi tu asserisci che il tema in questione è di Sor, sappi che l'edizione Pleyel del 1814

 

- e tutte le successive, apparse prima della folgorante intuizione dei curatori tarreghiani - non significano nulla, se non consegni al signor Mercurio una prova al Carbonio con un manoscritto di Sor contenente il tema in questione. Lo stesso per la Fuga di Bach, per la Canzonetta di Mendelssohn e per la non breve lista dei tarregamenti. Da qualche anno, il nostro collega Javier Suarez Pajares , docente di musicologia all'Università Complutense di Madrid, ha dimostrato che Tárrega si servì, nella "Gran Jota", non soltanto del lavoro di Julián Arcas, ma anche, nell'introduzione, di un bel numero di misure scippate pari pari a José Viñas, cioè rubate da una sua composizione pubblicata nel 1863,

 

cioè scritta quando Tárrega aveva

dieci anni.

dralig

 

Siamo alla fantascienza!!!

 

Se un autore come Tarrega si serviva di "citazioni" da pezzi di altri compositori per la stesura dei suoi pezzi, cui poi dava un titolo, in quel momento questi pezzi divenivano suoi a tutti gli effetti.

L'eventuale plagio è quindi "colpa" (se così si vuole chiamarla) solamente del compositore, non attribuibile a coloro che poi negli anni hanno pubblicato i suoi lasciti.

 

 

 

Roberto Fabbri

 

Quello che Lei ha scritto in questo messaggio è la più ampia, totale, irrimediabile confessione pubblica della Sua reale statura di studioso e di musicista: non aggiungo una sillaba, ha fatto tutto Lei. E' un esempio senza precedenti di suicidio culturale. Poiché come persona - Dio La conservi - Lei sopravvive, riceva le mie più sentite condoglianze.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  37
  • Content Count:  621
  • Reputation:   1
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

Se si seguisse infatti il pensiero Gilardiniano della provenienza delle "idee musicali" credo che allora si dovrebbe riscrivere la metà della storia della musica, dovendo attribuire composizioni magari a più autori perchè ad esempio da battuta X a battuta Y tizio ha "copiato" da caio e poi da battuta Z a battuta W ha invece "citato" sempronio...

 

 

Le segnalerò, Maestro Fabbri, i brani di Gilardino in cui compaiono temi di altri autori:

-"Appaloosa": nell' ultimo movimento, "The riders in the sky", utilizza alcune battute tratte dal Preludio BWV 997 di Bach.

-"Estrellas para Estarellas": nel terzo movimento -vado a memoria-, utilizza frammenti dalla Tarantella di Castelnuovo-Tedesco e da "Also Spracht Zarathustra" di Strauss.

-Nelle "Variazioni sulla Follia", nell' ultima variazione utilizza il tema della Follia nella versione di Sor -quello dell' op. 15-.

Ho escluso i temi della Fortuna di Dowland e un tema di Schumann che sono stati impiegati come elementi tematici di variazioni -rispettivamente, nelle "Variazioni sulla Fortuna" e nello studio 31 "Omaggio a Fernando Sor".

 

Tutte queste citazioni sono segnate sulla partitura, e, specie nel primo e nel terzo brano dell' elenco, svolgono una funzione ben precisa, non dissimile da quella di "Come, heavy Sleep" del Nocturnal di Britten.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

Se si seguisse infatti il pensiero Gilardiniano della provenienza delle "idee musicali" credo che allora si dovrebbe riscrivere la metà della storia della musica, dovendo attribuire composizioni magari a più autori perchè ad esempio da battuta X a battuta Y tizio ha "copiato" da caio e poi da battuta Z a battuta W ha invece "citato" sempronio...

 

 

Le segnalerò, Maestro Fabbri, i brani di Gilardino in cui compaiono temi di altri autori:

-"Appaloosa": nell' ultimo movimento, "The riders in the sky", utilizza alcune battute tratte dal Preludio BWV 997 di Bach.

-"Estrellas para Estarellas": nel terzo movimento -vado a memoria-, utilizza frammenti dalla Tarantella di Castelnuovo-Tedesco e da "Also Spracht Zarathustra" di Strauss.

-Nelle "Variazioni sulla Follia", nell' ultima variazione utilizza il tema della Follia nella versione di Sor -quello dell' op. 15-.

Ho escluso i temi della Fortuna di Dowland e un tema di Schumann che sono stati impiegati come elementi tematici di variazioni -rispettivamente, nelle "Variazioni sulla Fortuna" e nello studio 31 "Omaggio a Fernando Sor".

 

Tutte queste citazioni sono segnate sulla partitura, e, specie nel primo e nel terzo brano dell' elenco, svolgono una funzione ben precisa, non dissimile da quella di "Come, heavy Sleep" del Nocturnal di Britten.

 

No Vladimir, non si tratta della stessa cosa. Quelle di Tárrega non sono citazioni inserite nella sua musica. Sono brani interi, o sezioni di brani, di altri autori - la lista è lunga - che lui ha copiato di suo pugno e i cui manoscritti, trovati dopo la sua morte, sono stati pubblicati con il suo nome in luogo di quello dell'autore: sono risibili attribuzioni perpetrate da devoti e sprovveduti ammiratori del maestro, che ignoravano, della musica, qualunque cosa non avessero udito dalla mano di Tárrega. Non possiamo affermare che si trattasse di plagi deliberati, perché Tárrega non fece pubblicare questi pezzi, e di sicuro non pensava che altri l'avrebbe fatto attribuendogliene la paternità.

Oggi, qualcuno sostiene che sono brani suoi a tutti gli effetti, e che i curatori delle edizioni moderne non hanno il dovere di mettere in chiaro chi ha effettivamente composto quei pezzi, capisci? Il Trio della Canzonetta di Mendelssohn, il tema delle Variazioni op. 7 di Sor, un paio di divertimenti dalla Fuga in La minore di Bach (mi fermo qui, l'elenco è molto lungo) - non brevi citazioni inserite in brani tarreghiani, ma pezzi interi pubblicati con il nome

di Tárrega quale autore - sono opera sua, e non più di chi li ha scritti: questo lo afferma nell'anno 2009 a chiare lettere un musicista, musicologo, studioso, storico, e aggiunge a questa lapide il suo nome e cognome. Ti pare il caso di seguitare?

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  37
  • Content Count:  621
  • Reputation:   1
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

Se si seguisse infatti il pensiero Gilardiniano della provenienza delle "idee musicali" credo che allora si dovrebbe riscrivere la metà della storia della musica, dovendo attribuire composizioni magari a più autori perchè ad esempio da battuta X a battuta Y tizio ha "copiato" da caio e poi da battuta Z a battuta W ha invece "citato" sempronio...

 

 

Le segnalerò, Maestro Fabbri, i brani di Gilardino in cui compaiono temi di altri autori:

-"Appaloosa": nell' ultimo movimento, "The riders in the sky", utilizza alcune battute tratte dal Preludio BWV 997 di Bach.

-"Estrellas para Estarellas": nel terzo movimento -vado a memoria-, utilizza frammenti dalla Tarantella di Castelnuovo-Tedesco e da "Also Spracht Zarathustra" di Strauss.

-Nelle "Variazioni sulla Follia", nell' ultima variazione utilizza il tema della Follia nella versione di Sor -quello dell' op. 15-.

Ho escluso i temi della Fortuna di Dowland e un tema di Schumann che sono stati impiegati come elementi tematici di variazioni -rispettivamente, nelle "Variazioni sulla Fortuna" e nello studio 31 "Omaggio a Fernando Sor".

 

Tutte queste citazioni sono segnate sulla partitura, e, specie nel primo e nel terzo brano dell' elenco, svolgono una funzione ben precisa, non dissimile da quella di "Come, heavy Sleep" del Nocturnal di Britten.

 

No Vladimir, non si tratta della stessa cosa. Quelle di Tárrega non sono citazioni inserite nella sua musica. Sono brani interi, o sezioni di brani, di altri autori - la lista è lunga - che lui ha copiato di suo pugno e i cui manoscritti, trovati dopo la sua morte, sono stati pubblicati con il suo nome in luogo di quello dell'autore: sono risibili attribuzioni perpetrate da devoti e sprovveduti ammiratori del maestro, che ignoravano, della musica, qualunque cosa non avessero udito dalla mano di Tárrega. Non possiamo affermare che si trattasse di plagi deliberati, perché Tárrega non fece pubblicare questi pezzi, e di sicuro non pensava che altri l'avrebbe fatto attribuendogliene la paternità.

Oggi, qualcuno sostiene che sono brani suoi a tutti gli effetti, e che i curatori delle edizioni moderne non hanno il dovere di mettere in chiaro chi ha effettivamente composto quei pezzi, capisci? Il Trio della Canzonetta di Mendelssohn, il tema delle Variazioni op. 7 di Sor, un paio di divertimenti dalla Fuga in La minore di Bach (mi fermo qui, l'elenco è molto lungo) - non brevi citazioni inserite in brani tarreghiani, ma pezzi interi pubblicati con il nome

di Tárrega quale autore - sono opera sua, e non più di chi li ha scritti: questo lo afferma nell'anno 2009 a chiare lettere un musicista, musicologo, studioso, storico, e aggiunge a questa lapide il suo nome e cognome. Ti pare il caso di seguitare?

 

dralig

 

So bene che non è la stessa cosa, mi riferivo semplicemente all' intervento di Fabbri, che parlava di citazioni come parti di una composizione.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  37
  • Content Count:  621
  • Reputation:   1
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

E qui chiudo perchè questa è l'ora che dedico ad altre attività non esattamente pertinenti con la chitarra, e in questo momento c'è la mia splendida e giovane ragazza che ha urgente bisogno del tocco delle mie mani... ;)

 

Che bravo.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

So bene che non è la stessa cosa, mi riferivo semplicemente all' intervento di Fabbri, che parlava di citazioni come parti di una composizione.

 

Scusami, ho pensato che - data la tua giovane età - tu non conoscessi la storia delle attribuzioni tarreghiane.

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  37
  • Content Count:  621
  • Reputation:   1
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

L'ho appresa tempo fa qui sul forum, credo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Per favore accedi per lasciare un commento

Potrai lasciare un commento dopo aver effettuato l'accesso



Accedi Ora
 Condividi

×
×
  • Crea Nuovo...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.