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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Francisco Tárrega e attribuzioni di repertorio


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Molti che leggono e sono iscritti in questo forum hanno beneficiato di tutto ciò, li invito quindi ad "esporsi" anche se consapevoli del "fuoco di fila" cui potrebbero essere sottoposti!

 

Lei ormai ha una carriera (più o meno rispettabile, non sta a me giudicare), chi se la vuole costruire non può...

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La mia è quindi un esortazione ai giovani a superare barriere e steccati culturali ormai obsoleti ma ancora ahimè così ben rappresentati da lei e a non aver paura di dimostrare il loro dissenso dalle sue posizioni. Dissenso che le assicuro è molto più ampio di quello che appare naturalmente in questo forum.

 

Roberto Fabbri

 

Non soltanto Le credo, ma mi auguro che il dissenso che la mia opera suscita presso i musicisti pronti ad accogliere le Sue esortazioni sia totale, franco, senza ripensamenti, imperituro. Mi imbarazzerebbe enormemente il loro consenso, e prego Iddio di aiutarmi nel mio fermo proposito di non meritare mai la loro approvazione: verrei sopraffatto dalla vergogna.

 

dralig

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Ospite gasgas

Mi piacerebbe che l'acuto sig. Brignolo ci spiegasse cosa intende per "partitura" prima di entrare nell'"empireo internazionale"

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Ospite Matteo Pesle
Meno male che c'è il correttore di bozze.

 

Ma lei che c'entra? O considera il sig.Brignolo un incapace?

 

Non c'entro né più né meno di Lei. E' un forum pubblico. Se vuole discutere privatamente col Sig. Brignolo (che non conosco, quindi di certo non posso considerare un incapace), gli scriva privatamente.

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Ospite Nicola Mazzon

Io almeno, e questo è un fatto incontrovertibile, ho dato spazio e voce a chi altrimenti difficilmente l'avrebbe avuta.

Come? Attraverso i miei festival facendo suonare gli artisti emergenti, con la mia casa editrice pubblicando lavori di giovani musicisti, o attraverso la mia rivista parlando delle loro iniziative.

 

Lo spazio lo da è vero, ma non si elegga il salvatore...è una rivista chitarristica è vero, ma destinata a dilettanti e questo è un fatto incontrovertibile.

Per il suo festival, si era già discusso a suo tempo della qualità dell'evento...

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Meno male che c'è il correttore di bozze.

 

Ma lei che c'entra? O considera il sig.Brignolo un incapace?

 

Non c'entro né più né meno di Lei. E' un forum pubblico. Se vuole discutere privatamente col Sig. Brignolo (che non conosco, quindi di certo non posso considerare un incapace), gli scriva privatamente.

 

Gentile Matteo,

 

pur comprendendo il Suo desiderio, scongiuro di dover leggere anche nella messaggistica privata le stilettate dell'illustre censore: sono già abbastanza noiose da leggerle qui: come tutti possono notare, nulla mai aggiungono alle discussioni, se non tedio.

 

EB

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Io non vedo in tutto ciò nulla di male, anzi secondo me è compito di una rivista, il cercare di andare incontro alle esigenze di un target ampio lettori.

 

[OT]

Tutt'altro che male: una rivista che si occupa di musica in generale, e di chitarra in particolare, ha due strarde: la nicchia dei professionisti della classica (es. Il fronimo) oppure un pubblico più ampio (es. Chitarre, Seicorde, Guitart). Il fatto che la rivista si rivolga ad una platea eterogenea non pregiudica assolutamente i contenuti e la loro trattazione, anzi: se tra i lettori i dilettanti trovano spunto e sprone per approfondire la loro conoscenza dello strumento e degli ambiti in cui questo si esprime (elettrica, jazz, fingerstyle, fusion...), allora la rivista avrà raggiunto un successo impagabile, che va al di là dei soli proventi (che comunque la mantengono in vita): avrà "fatto cultura".

 

EB

 

[/OT]

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Dato che l'argomento delle false attribuzioni si è praticamente scomposto in tre filoni, riporto qui di seguito quando scritto in risposta a Roberto Fabbri sull'edizione Berben dell'opere di Tárrega .

 

Spero che tu non crederai che i maestri non si fossero accorti del fatto che alcuni preludi non fossero attribuibili a Tarrega.

Però dal momento che le pubblicazioni spagnole dell'epoca li indicavano come tali, e comunque erano pur sempre delle trascrizioni tarreghiane, hanno deciso (a torto o ragione non è questo il problema) di lasciarle nel corpus delle opere del maestro spagnolo, tutto qui.

Certo che da questo a demonizzare un intera opera editoriale che da quaranta anni è la più completa che abbiamo in Italia sul maestro Spagnolo...

L'opera non aveva velleità storiografiche e il mio intervento voleva sottolineare questo, ma voleva essere, come è del resto, una pubblicazione che racchiudesse tutte le opere tarreghiane.

Evidentemente però il maestro vercellese (se decidi di trasferirti in Italia da quelle parti attento alle zanzare), non aspettava altro che dare contro ai maestri romani e anche al sottoscritto. Mah!

 

:?

 

un saluto Roberto Fabbri

 

No, no!

 

1) L'edizione delle opere di Tárrega pubblicata da BERBEN non è, dichiaratamente, un'opera completa. Il titolo dei quattro volumi lo comunica senza mezzi termini e l'ultima frase della prefazione lo conferma senza possibilità di dubbio:

" Ciò vuol rappresentare un primo serio contributo alla conoscenza organica e non episodica di Tárrega e della sua opera, al di là di ogni pretesa accademica e di assurde presunzioni di dichiarata ma non accertata completezza."

 

2) non è vero che le "pubblicazioni spagnole dell'epoca" indicavano alcuni preludi come di Tárrega e perciò sono stati ripresentati come tali nella revisione di Gangi e Carfagna. Il tema della Fantasia op. 7 di Sor non è mai stato pubblicato come opera di Tárrega da editori spagnoli di Tárrega in vita e neppure il principale editore postumo (Idelfonso Alier) si è mai sognato di attribuire tale brano a Tárrega.

Il Preludio n.16 dell'edizione Berben è in realtà op.28 n.11 di Chopin ed è pubblicato come tale da Idelfonso Alier. Titolo esatto "Preludio n°11 de Chopin. Arr: de F. Tárrega."

Lo Studio n. 16 dell'edizione Berben è un brano di Schumann molto sfoltito (Albumblätter op 99 n.2 del 1838) era stato pubblicato da Ildelfonso Alier come "Preludio de Schumann".

 

La lista delle false attribuzioni potrebbe proseguire lungamente ma il mio intento non mira a dimostrare che l'edizione Berben curata d Gangi e Carfagna è un prodotto editoriale lacunoso, ma piuttosto a dimostrare che tu costruisci le tue argomentazioni che qui esterni su idee preconcette e non su fatti.

 

Sarebbe facilmente dimostrabile qual è la fonte di diversi di questi errori: l'aver fatto riferimento a testi tipo il Metodo di Pascual Roch. Costui era un "editor" così distratto da pubblicare lo stesso identico brano a pagg. 75-76 del 3° volume del suo Metodo e poi alle pagg.83-85 con due titoli diversi e attribuiti a due autori diversi.

Naturalmente è da lì che provengono alcuni "preludi" dell'edizione Berben ma, attenzione, Roch non li attribuisce esplicitamente a Tárrega e li intitola "Préludes Utiles". Vi compare pure il tema della Fantasia op.7 di Sor. Vi compare pure il Preludio n.15 edizione Berben. Questo potrebbe essere davvero un pezzo di Tárrega, ma è in realtà un "Estudio en La" pubblicato da Idelfonso Alier (quindi postumo): nell' edizione Berben ben 11 battute introduttive sono omesse e sono, guarda caso, le stesse 11 battute tagliate da Roch nel presentare questo Estudio come un Preludio.

 

Detto questo e dato che Mario Gangi e Carlo Carfagna sono ancora fra di noi sarebbe interessante sapere da loro quali sono state le loro fonti, quali le difficoltà nel reperire il materiali, quali i criteri di "revisione". Non c'è dubbio che questa idea di tentare di far leggere un autore nella sua integralità ( o quasi) anticipasse i tempi notevolmente. Il primo volume uscì nel 1971 e si dovette aspettare il 1977 per avere la prima edizione "completa " (in fascimile) di un altro autore chitarristico di rilevo quale fu Sor (ed. Tecla). Che poi si possano evidenziare errori materiali, sviste o anche scelte che col tempo si rivelano sbagliate, penso sia accettabile e che questo non implichi in alcun modo un attacco alle persone. A tal proposito voglio citare Ruggero Chiesa il quale nella prefazione della sua edizione critica degli studi di Sor scrive in una nota:" I numerosi cambiamenti introdotti da Segovia nel 20 studi per chitarra, copyright 1945 by Edward B. Marks Music Corp., sono ancor oggi osservati da molti esecutori, provocando confusione sull'autenticità di numerosi passaggi. Anche altre attuali raccolte, che non si sono documentate sulle edizioni originali, presentano rilevanti manchevolezze. E' il caso della mia revisione intitolata Fernando Sor , Studi per chitarra, Edizioni Suvini Zervoni, Milano, 1966, contenente una scelta di sessantacinque studi, tra cui alcuni di Coste, che ritengo ancora di utilità didattica, ma inesatta dal punto di vista filologico."

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