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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Francisco Tárrega e attribuzioni di repertorio


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Ospite Matteo Pesle

Ancora!! Non è più semplice riconoscere il proprio errore, che difenderlo a tutti i costi? Per poi dare dell'arrogante e pedante a chi puntualmente corregge le inesattezze scritte? Trovo che sia veramente paradossale....

Io ringrazio il Maestro Zigante e spero continui.

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Ancora!! Non è più semplice riconoscere il proprio errore, che difenderlo a tutti i costi? Per poi dare dell'arrogante e pedante a chi puntualmente corregge le inesattezze scritte? Trovo che sia veramente paradossale....

Io ringrazio il Maestro Zigante e spero continui.

 

Ci può contare, e non sarà solo: il suo metodo di lavoro è infatti quello adottato da tutti gli studiosi di questo mondo.

D'altronde, la logica messa in campo dal signor Mercurio è chiara e inequivocabile: 1) quello che i curatori dell'edizione Bèrben delle opere di Tárrega hanno attribuito a Tárrega è autentico, e non ha bisogno di essere dimostrato; 2) dimostrare che invece l'edizione suddetta contiene grossolani errori di attribuzione non è possibile, se non adducendo le prove documentali a base di analisi al carbonio 14: un divertimento di una Fuga di Bach diventa un Preludio di Tárrega perché come tale l'hanno pubblicato Gangi e Carfagna, e tale rimarrà "a tutti gli effetti" a meno che un'analisi chimica (fatta su quali documenti?) non dimostri che è di Bach e non di Tárrega, come se non esistessero edizioni scientifiche dell'opera di Bach; 3) riaffermare le vere paternità dei pezzi in questione, smontando le attribuzioni fasulle, non è una corretta operazione musicologica, ma una denigrazione dell'operato di Gangi e Carfagna; 4) la difesa della verità non è un dovere del musicologo, ma espressione della sua arroganza.

 

Questi - come ognuno può constatare leggendo i messaggi, nella loro inequivocabile chiarezza - sono i postulati su cui si fonda la nuova musicologia. La stessa che mantiene tuttora in circolazione il "Balletto" di "Silvius Leopold Weiss" (edizione Bèrben a cura di Mario Gangi), la cui pubblicazione è stata diligentemente preparata consultando le fonti originali accreditate dalla prova del carbonio.

 

dralig

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Ospite gasgas

Ancora si tira fuori questa storia? Non c'è ragione che tenga.

Le lodi reciproche sono all'ordine del giorno, i "postulati della nuova musicologia"... quaranta anni or sono, quando uno sforzo simile era unico ed inimmaginabile.

Pesle, Fernando, Zigante, Gilardino... e la crociata continua!

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[...]Non c'è ragione che tenga.

[...] i "postulati della nuova musicologia"... quaranta anni or sono, quando uno sforzo simile era unico ed inimmaginabile.

 

Io quarant'anni fa non ero al mondo, ma domando a coloro che, invece, erano già in vita: le opere di Bach e Mendelssohn erano ancora sconosciute a quell'epoca? Non dico le loro trascrizioni per chitarra (delle quali mi risulta esistessero già delle registrazioni, ma non posso confermare le fonti in quanto dispongo di CD stampati ben più recentemente e non so se le case discografiche abbiano o meno pubblicato le esatte date di registrazione sui booklet dei cd o se se le siano inventate), delle quali ipotizzo comunque già una discreta diffusione ad opera di alcuni concertisti come Bream e Segovia, ma quanto meno gli originali (mi sembra che la fuga BVW 1000 sia inclusa nella sonata n. 1, dei sei solo per violino senza accompagnamento BWV 1001-1006): era molto difficile reperire queste fonti all'epoca? E, se realmente era arduo definire un'attribuzione corretta, non è prevedibile una revisione dell'opera che indichi la corretta paternità dei brani ivi contenuti?

 

EB

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Ancora!! Non è più semplice riconoscere il proprio errore, che difenderlo a tutti i costi? Per poi dare dell'arrogante e pedante a chi puntualmente corregge le inesattezze scritte?

 

Come se poi il parere potesse sostituire il fatto.

Lei lo trova paradossale, Matteo, io ridicolo. Ma se ci pensa bene è il mondo che ci circonda: la verità non conta e se mai dovesse venire a galla non sarà certo tra le cose più importanti.

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Ancora si tira fuori questa storia? Non c'è ragione che tenga.

Le lodi reciproche sono all'ordine del giorno, i "postulati della nuova musicologia"... quaranta anni or sono, quando uno sforzo simile era unico ed inimmaginabile.

Pesle, Fernando, Zigante, Gilardino... e la crociata continua!

 

Egregio gasgas, se non vuole che "queste storie" vengano "tirate fuori", le lasci dormire dove sono, caritatevolmente sepolte: è stato Lei a riportarle in luce, insinuando che fosse in atto una congiura del silenzio sulla mirabile edizione Gangi-Carfagna delle opere di Tárrega. Stare zitti per carità è un conto, essere accusati di stare zitti per evitare di glorificare una siffatta perla di edizione è un altro conto. I postulati della nuova musicologia sono, almeno a questo livello, abbastanza semplici: non occuparsi della pubblicazione di musiche che non si conoscono a fondo, e se per disgrazia è capitato di farlo, non aspettarsi e non pretendere, quarant'anni dopo, che chi lo ha fatto venga celebrato in occasione del cententario della morte del malcapitato autore: questo è troppo, e per porvi fine l'unica crociata che occorre è quella del buon senso.

dralig

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[...] la verità non conta e se mai dovesse venire a galla non sarà certo tra le cose più importanti.

 

E' una questione matematica. La verità, qualunque essa sia, non è sempre importante allo stesso modo: tende a perdere rapidamente valore con l'aumentare della sua scomodità, e la sua scomodità aumenta in ragione quadratica rispetto all'orgoglio personale. Se vuole, si può divertire a studiare la funzione che ne deriva... lontana parente di un'iperbole... o, più precisamente, l'inverso di una parabola...

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Ancora si tira fuori questa storia? Non c'è ragione che tenga.

Le lodi reciproche sono all'ordine del giorno, i "postulati della nuova musicologia"... quaranta anni or sono, quando uno sforzo simile era unico ed inimmaginabile.

Pesle, Fernando, Zigante, Gilardino... e la crociata continua!

 

gasgas, il lavoro di Carfagna e Gangi non solo è stato importante ma, dal mio punto di vista, necessario. Ma non è questo l'argomento di discussione.

Il nocciolo della questione (e mi piacerebbe moltissimo un intervento dei due - o uno dei due - maestri che curarono la collana) è il fatto che uno scritto di un autore è stato erroneamente attribuito.

Tutto il resto è aria fritta.

E - per cortesia! - piantiamola con questa storia delle crociate. Oltre a non essere reali sarebbero stupide, oggi. Con un po' di abilità tra Bing e Google si può arrivare a risultati sorprendenti.

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Verità a scoppio ritardato, Brignolo. Per non parlare poi del fatto che Segovia ed altri "diffondevano" Ponce per Weiss (la colpa fu sicuramente dell'imberbe Gangi) e Gavotte di Scarlatti apocrife. "Sons de carillhoes" veniva dato per Villa-Lobos, Respighi aveva confuso il liuto con la chitarra...e chi più ne ha più ne metta. Il tutto fregandosene della musicologia, ma privilegiando il repertorio e la diffusione. Nessuno disse niente, anzi...

Mi sembra infatti che ben poco ve ne importi della "musicologia" (quale, poi!), ma piuttosto di sparare sulla Croce Rossa.

Siccome non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, arrivederci e grazie!

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Io quarant'anni fa non ero al mondo, ma domando a coloro che, invece, erano già in vita: le opere di Bach e Mendelssohn erano ancora sconosciute a quell'epoca? Non dico le loro trascrizioni per chitarra (delle quali mi risulta esistessero già delle registrazioni, ma non posso confermare le fonti in quanto dispongo di CD stampati ben più recentemente e non so se le case discografiche abbiano o meno pubblicato le esatte date di registrazione sui booklet dei cd o se se le siano inventate), delle quali ipotizzo comunque già una discreta diffusione ad opera di alcuni concertisti come Bream e Segovia, ma quanto meno gli originali (mi sembra che la fuga BVW 1000 sia inclusa nella sonata n. 1, dei sei solo per violino senza accompagnamento BWV 1001-1006): era molto difficile reperire queste fonti all'epoca? E, se realmente era arduo definire un'attribuzione corretta, non è prevedibile una revisione dell'opera che indichi la corretta paternità dei brani ivi contenuti?

 

EB

Il repertorio trascritto o anche ridotto dalla letteratura pianistica da Tarrega è famossimo già da tutta la secondo parte del XIX sec.

La rivalutazione e la diffuzione di Bach è iniziata nel 1829, e la prima opera omnia di Bach fu pubblicata tra il 1851 e il 1899.

Le sonate e partite per violino solo di Bach sono nel repertorio di ogni violinista e fanno parte dei programmi ministeriali dei nostri Conservatori fin dagli anni '30 del novecento.

 

Comunque anche non conoscendo nessuno di questi orginali quello che doveva insospettire i revisori, sono le oscillazioni stilistiche dell'opera di Tarrega: un musicista che in un pezzo assomiglia a Chopin, in un altro a Schumann, in un altro sembra un chitarrista di flamenco, in un altro sembra Bach, in un altro ancora sembra Albeniz.

I problemi dell'edizione completa non si fermano certo alle attribuzioni errate, questo è solo un'aspetto, il più eclatante, ma non certo l'unico.

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