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Angelo Gilardino

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  1. Per la verità, il pezzo di RSB è scritto con estrema precisione, e per rivelarne il carattere e i valori non occorre assolutamente scostarsi dal testo. Ciascun interprete però ha le sue idee... dralig
  2. Contiene alcuni ampliamenti. Non posso descriverli qui, dovrei ricorrere a esempi musicali e, trattandosi di opera protetta da copyright, ciò non è permesso dalla legge sul diritto d'autore. dralig
  3. E' una composizione molto ben scritta, ricca di sonorità affascinanti, disciplinata nella forma. Temo di avere qualche colpa nell'aver istigato il compositore ad ampliare la prima versione (pubblicata da Bruzzichelli), realizzando una seconda versione (pubblicata da Schott) in cui io percepisco i due strati. Quindi, preferisco la versione originaria, anche se sono stato io a dire a RSB di ampliarla. dralig
  4. Ovviamente, e per prima cosa, continuare a studiare. Quella del musicista è una formazione permanente, per la quale occorre alimentare in continuazione la propria conoscenza. Per esempio, supposto che la formazione strumentale di base che si acquisisce normalmente nei conservatori sia completa e senza lacune, occorre approfondire la propria conoscenza della musica, studiando composizione, anche se non si intende comporre. E tra le "varie" masterclasses offerte dalle istituzioni pubbliche e private, molte possono essere ignorate, ma alcune possono integrare la formazione di qualunque strumentista, anche già "famoso". Può scegliere una delle due attività, oppure - come fanno quasi tutti - esercitarle entrambe, creando tra le due una sorta di compatibilità. Chitarristi che abbiano potuto e che possano vivere unicamente dei proventi dei loro concerti, ce ne sono stati e ce ne sono pochissimi: Segovia insegnò poco, e non trattenne mai per sé gli incassi del suo lavoro di docente, che devolveva agli allievi in forma di borse di studio o, non di rado, di sovvenzione diretta. Tutti gli altri, anche quelli che non hanno mai voluto una posizione ufficiale di insegnante, offrono ai loro clienti la formula concerto+masterclass, a riprova del fatto che è praticamente impossibile vivere dei soli cachet dei concerti. Se si sente una fuoriclasse, e ha dentro di sé il carisma che permette di comunicare la musica al pubblico in carne e ossa (questo è il concertista), si costruisca un repertorio di alcune centinaia di pezzi, si faccia conoscere e poi si vedrà. Fra dieci anni, avrà le idee più chiare. Inutile a dirsi - e non per spegnere entusiasmi - alla Sua età tutti o quasi si sentono dei fuoriclasse e si dichiarano disposti a far ardere la loro vita nella fiamma dell'arte. A 35 anni, hanno un mutuo da pagare, una famiglia da mantenere e, in genere, danno lezioni in quantità ben superiore a quella che occorrerebbe per colmare la loro passione didattica: il lezionificio ha preso il posto della carriera concertistica. Quindi, per ora, direi: studiare lo strumento, iniziare al più presto lo studio della composizione, ascoltare molta musica non chitarristica con la partitura alla mano, imparare alla perfezione l'inglese e almeno un'altra lingua (altrimenti non si fa nessuna carriera concertistica), e rimanere in attesa di capire meglio quale sia la propria strada. Non c'è niente di male nel sognare, ed è importante progettare al più presto possibile la propria vita. Come si dice, l'uomo propone e Dio dispone. dralig
  5. Ma quello l'ha già segnalato il revisore JB mettendo il mi tra parentesi. dralig
  6. M° ma quindi secondo Lei come andrebbe eseguita questa sezione se uno non volesse usare la "batteria ritmica"? a me onestamente piace così però devo anche dire che non riesco a imaginare un altra soluzione altrettanto efficace. Lei cosa suggerisce? saluti Giovanni Chi si trova a proprio agio con la versione segoviana non ha nessuna ragione per cambiare, e io non ho suggerito di farlo. A questo livello, ciascuno deve decidere per sé. Ho solo detto, rispondendo ad Alfredo che lamentava (così mi è parso di capire) l'eccessiva invadenza dei rasgueados, che non sono stati scritti dal compositore - non con quel ritmo. dralig
  7. Turina ha usato pochissimi rasgueados, e li ha usati molto a proposito. Se ti riferisci all'introduzione della Fantasia Sevillana, sappi che Turina ha scritto delle semiminime, tutta la batteria ritmica è opera di Segovia. dralig
  8. "Hélas, La Palice est mort Il est mort devant Pavie Hélas s'il n'était pas mort Il serait encore en vie." dralig
  9. Non ho affatto dimenticato il pubblico, l'ho semplicemente abbandonato. 25 anni fa ho appeso la chitarra al chiodo e ho smesso di suonare in pubblico perché ho constatato che, tra la musica che mi importava di fare e quella che il pubblico voleva e si aspettava, c'era un divario che io non ero disposto a colmare, cambiando repertorio e modo di suonare: non volevo e non avrei potuto. Così, dopo il 31 maggio 1981 (data del mio ultimo concerto), mi misi a disposizione di datori di lavoro che non mi avrebbero assunto come musicista, ma come redattore di giornale o come detective (un lavoro che non mi sarebbe dispiaciuto). A quel punto, mi sentii veramente libero di fare musica come volevo, cioè di mettermi a comporre, perché - a dire il vero - era anche l'attività di concertista in sé a risultarmi aliena. Avrei fatto come Ives, che di giorno lavorava in un ufficio e la sera a casa sua componeva. Fu il direttore del conservatorio di Alessandria a farmi cambiare idea, convicendomi a intraprendere la carriera didattica nel suo conservatorio, dove entrai quello stesso anno e da dove non mi mossi per 23 anni di seguito. Componendo, non ho mai minimamente pensato al pubblico e agli ascoltatori e, per la verità, nemmeno ai concertisti: non mi aspettavo nulla da nessuno, e se la mia musica fosse risultata inascoltabile, avrei continuato a scriverla esattamente come ho fatto. Non è andata così, la mia musica in genere è bene accolta nelle sale da concerto, piace anche agli ascoltatori non istruiti, e la lista dei miei interpreti (per stare solo ai chitarristi) conta ormai le centinaia. Tutto questo mi fa piacere, ma non ha mai influenzato il mio lavoro nella sua sostanza. Ho scritto quello che volevo e sentivo di dover scrivere senz'altra mira che quella di realizzare quello che avevo in mente. E' importante, tutto ciò. Io credo che un concertista debba tenere in conto le aspettative del pubblico, un compositore no (a meno che accetti di scrivere artigianalmente un pezzo per un committente e per una determinata circostanza: occasionalmente, si può fare e l'ho fatto anch'io, ma non è questo il punto). Il concertista lavoro tra la gente, il compositore lavora in casa sua, il concertista non può aspettare il riconoscimento postumo, deve ottenerlo presto, altrimenti la sua vita artistica non ha senso. Il compositore può essere riconosciuto anche cent'anni dopo la sua morte - risparmio gli esempi - , e questa non è una piccola differenza. Non per nulla gli applausi e i denari vanno assai più ai virtuosi che ai compositori. E' giusto? Diciamo che l'ingiustizia funziona così. dralig
  10. Attademo ragiona giustamente da interprete: l'interprete espone se stesso in carne e ossa al pubblico, deve comunicare hic et nunc, deve riuscire a stabilire il suo contatto con chi lo ascolta nell'atto stesso del fare arte, non ha un appello postumo dove riscattare il mancato successo della sua arte capovolgendolo nella gloria. Diverso è il caso di un compositore, che - convinto del proprio valore - può accettare (anche se è escluso che gli procuri soddisfazione e contentezza) il rimando del suo riconoscimento a un incerto, e probabilmente postumo, domani. dralig
  11. Perché mai "sotto sotto"? Essere riconosciuti, avere successo, è del tutto legittimo, e l'aspirarvi è naturale. L'importante è riuscirci senza snaturare la propria opera - cioè senza fare del successo il proprio obiettivo principale -, in modo corretto e leale e, qualora non si riesca o si riesca solo parzialmente, in misura inferiore ai proprii meriti, non assumere atteggiamenti da genio incompreso, che danneggiano l'opera a venire e incattiviscono la persona. E' anche importante e meritorio evitare il ridicolo, paragonandosi continuamente a Schubert, a van Gogh e a Cézanne, geni che non ebbero in vita alcun successo. Insomma, bisogna saper accettare serenamente sia il successo che l'insuccesso, quello proprio e quello altrui. dralig
  12. Non ho la pretesa di conoscere proprio tutto il Novecento, quindi non escludo che una siffatta versione esista. Io però non l'ho mai vista. dralig
  13. Nemmeno io. Turina compose la "Oracion del torero" nel 1925 (lo stesso anno del "Fandanguillo" scritto per Segovia) per il quartetto Aguilar, un quartetto di liuti. Successivamente, elaborò la composizione per quartetto d'archi e per orchestra d'archi. La peculiarità stilistica di Turina - che era partito come wagneriano - è la sua commistione di modalità e di cromatismo. Fondamentalmente, scrive nei modi cari al cante jondo, ma non rinuncia alla frammentazione cromatica delle scale modali. E' un compositore sevillano. Serio, con tratti profondi, mai superficiale. dralig
  14. Sconvolgente. Sei un mostro. dralig
  15. Non lo so. Ho avuto la notizia direttamente dagli interessati via email. Professionisti esemplari, non mi darebbero mai un'informazione non certa, ma è tutto quello che so. Aachen, poi, dove diavolo è? Non è il nome tedesco di Aquisgrana? dralig
  16. No, si sbagliavano loro. dralig
  17. Segnalo l'evento qui, fuori posto, perché non sono in possesso dei dati necessari a inserirlo nella sezione concerti, e la segnalazione non ha valore di utilità, ma solo di curiosità, per la singolare duplicità (ossimoro voluto e ricercato) del fatto. Domani, domenica 10 dicembre 2006, il duo germanico Daniel Ahlert-Birgit Schwab, mandolino e chitarra, dà la prima...e la seconda esecuzione della Sonatina-Lied n .4 per mand. e ch. di AG, in due concerti consecutivi, che si terranno (copio e incollo): 10.Dezember 16.00 Uhr, Düsseldorf 10.Dezember 19.00 Uhr, Aachen Pazzesco, no? dralig
  18. Civilissima dichiarazione, che sottoscrivo usando una mano in rappresentanza di tutta la mia persona. Al fine di rendere possibile e agevole la sua attuazione, bisognerà lavorare qualche secolo. Buon motivo per iniziare subito - da parte di chi non l'avesse ancora fatto - e per non perdersi d'animo - da parte di chi lo sta facendo da tempo, e con magro raccolto. Intanto, avanti con Malmsteen. dralig
  19. La musica colta è quella che compongono, suonano e ascoltano le persone colte. Le persone non colte preferiscono altri tipi di musica. Le persone colte normalmente non se la prendono con quelle non colte - la tolleranza è connaturata alla cultura. Le persone non colte invece tendono a far prevalere le loro scelte musicali (ma anche quelle politiche, religiose, sessuali, etc.) su quelle altrui. dralig
  20. Grazie per la risposta. In effetti la mia riflessione scaturiva proprio dall'aver collegato la lettura di questo curriculum al ricordare che fra le Sue composizioni ci sono una Sonatina-Lied per fagotto e chitarra e una Partita per vibrafono e chitarra. Mentre mi è più facile intuire le relazioni sonore tra alcune altre formazioni (cello, violino, mandolino o pianoforte) e chitarra, mi chiedevo se tecnicamente la scrittura per le altre combinazioni strumentali presenti qualche caratteristica particolare o se le sonorità dei due strumenti ispirino suggestioni particolari, intuendone l'originalità preziosa. Non so se ho espresso chiaramente l'idea (è proprio vero che a volte è più difficile fare domande che dare risposte...) Butterfly Esistono delle combinazioni già note e per così dire storiche, quali flauto e chitarra, violino e chitarra, etc., e altre che invece non hanno pochissimi precedenti, come fagotto e chitarra. In questi casi il compositore lavora su un terreno inesplorato... Vibrafono e chitarra è una combinazione secondo me preziosa, permette di creare sonorità particolarissime, inaudite. Proprio ieri notte, alle 23, mi ha telefonato il chitarrista Luigi Vedele da Sassari: aveva appena dato, insieme a un bravissimo vibrafonista, la prima esecuzione della "Partita" per vibrafono e chitarra che scrissi per lui, a sua richiesta, poco più di un anno fa. Non gli ho domandato com'era andata l'esecuzione - lo conosco bene e so che non azzarderebbe mai un passo senza essere ben certo dei suoi mezzi - ma come era stata accolta la musica dal pubblico, e mi ha risposto: benissimo, mi è stato detto che era una composizione poetica.
  21. Chiunque sia, Akaros, uno che diteggia brani per chitarra e, in un accordo che ha al soprano la nota mi (primo rigo del pentagramma), aggiunge tre, dicesi tre, note inferiori, è, per dono di natura, un cretino. dralig
  22. La diagnosi è chiara: fallocefalite acuta. Non esiste terapia. dralig
  23. Esisteva però l'incisione discografica di Segovia. E vuole che ag si fermi davanti al compitino di "tirar giù" le note dal disco? Due ore di dettato armonico, e alba fu. dralig PS Il revisore della mia revisione ha bisogno urgente di revisionare la sua conoscenza della tastiera della chitarra.
  24. Ha avuto una visione, Akaros. In entrambe le edizioni - sia quella vecchia della collezione Bèrben/Gilardino, sia quella nuova della serie "The Andrés Segovia Archive", Hans Haug, The Complete Works for solo guitar", l'accordo in questione (ripetuto poi all'inizio della battuta n. 11) è: fa diesis-do diesis-mi. Il "la" non esiste. Permetta, ag non lascerebbe mai in una sua edizione un errore del genere. dralig
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