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Angelo Gilardino

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  1. M° e fu questa "scoperta" (chiamiamola così) di questo nuovo aspetto dello strumento che attrasse l'attenzione di compositori non chitarristi? La chitarra fino allora, a diversi livelli di pensiero musicale (Sor non era una fraschetta...), era sempre stata adoperata per musica da intrattenimento o da salotto, non aveva mai mostrato un potere al di là della piacevolezza o del sentimentalismo. Questo non aveva impedito ad alcuni autori di scrivere brani pregevoli, ma nessuno - nemmeno il Villa-Lobos del 1912, con la Suite Populaire - aveva scritto un brano profondo, possente. Lo fece Falla con l'Homenaje, e da allora abbiamo "due chitarre": una che seguita la linea precedente, che diverte e stupisce e fa moda, e un'altra che scava nel profondo. A Falla, si sono aggiunti altri compositori che hanno adoperato la chitarra "per pensare e far pensare", non soltanto per divertirsi e divertire. Nel lascito di Segovia, ci sono fino dagli anni Venti brani molto forti, come "Errimina" di padre Donostia (recentemente inciso da Alberto Mesirca in modo sublime), e poi sono arrivati lavori di grande sostanza musicale... Anche se appare poco dai programmi dei chitarristi, la chitarra, da Falla in poi, è diventata una cosa seria, molto seria... dralig
  2. La forma è A-B-A1. La sezione B è un'espansione della sezione A. In un certo senso, molto lato, è una mini-sonata. dralig
  3. La linea era già stata aperta una decina d'anni prima (almeno) da Respighi. Prima di Falla, cronologicamente, giunsero Moreno-Torroba e Jaume Pahissa (1919). Comunque, l'Homenaje fu fondamentale, perché rivelò un aspetto della chitarra che prima non era mai stato toccato. dralig
  4. Non intendo organizzare soccorsi al malcapitato Akaros, ma vorrei far notare che lui ha chiesto consigli su testi che trattino la composizione come materia di studio destinata, non a chi vuole comporre, ma a chi vuol suonare con cognizione di causa. I manuali di composizione non garantiscono ls discesa dell'ispirazione sulla testa del lettore, ma servono a far capire che cos'è un motivo, come si costruisce una mezza frase, una frase, un periodo, una sezione, un inno, un lied, un rondo, un tema con variazioni, etc etc Akaros, il Suo insegnante è uno dei pochi chitarristi in grado di analizzare una sonata o una fuga: chieda lumi a lui. dralig
  5. Antonio Giménez Manjon (1966-1919), figura torreggiante del romanticismo chitarristico spagnolo, è poco conosciuto. Nativo di Villacarrillo - dove Segovia abitò da bambino - in provincia di Jaén, era cieco da tenera età. Grande concertista viaggiante, poliglotta, uomo colto e brillante, fece scuola in Argentina (infatti morì a Buenos Aires). La sua musica è tutt'altro che banale, di grande impegno virtuosistico (suonava una chitarra a 11 corde), e armonicamente densa. E' rimasto nella memoria dei chitarristi per fatti tutto sommato marginali: nel 1912 Barrios gli chiese (e ne ricevette) lezioni. Poco dopo, Manjon tornò temporaneamente in Spagna. Manuel Ramirez gli aveva preparato una splendida chitarra - costruita dal suo liutaio-principe, Santos Hernandez. Manjon incominciò a tirare sul prezzo, il liutaio si spazientì e fece rifare il manico allo strumento - trasformandolo in esacorde. Suonava come e meglio di prima. Di lì a poco, capitò in negozio un giovanotto dalla folta chioma che voleva noleggiare una chitarra - non potendola acquistare - per un concerto che doveva dare pochi giorni dopo all'Ateneo madrileno. Ramirez gli fece provare la Hernandez e, ascoltatolo, gliela regalò. Vecchio volpone. Mai regalo fu speso meglio come azione di marketing. Il tipo, infatti, si chiamava Andrés Segovia. dralig
  6. Per le colpe di cui ti sei macchiato nei miei confronti, non ti basterà portarmene di persona una dozzina di confezioni, indossando un saio e inginocchiandoti sulla porta di casa mia. Ti farò sbranare dal gatto. dralig
  7. "Big Tex, che fegato! Quasi come il mio!" (Davy Crockett riferendosi a Pecos Bill, Albi Mondadori, 1952).
  8. ..... Ci si deve occupare della preparazione, dell'esecuzione e del controllo dei movimenti, non tanto della loro applicazione a sequenze di note comunque disposte (scale, arpeggi, etc.). Se il movimento è ben preparato, eseguito economicamente e perfettamente controllato, non importa a quale sequenza si applica. Le tecniche che prescrivono sostanziali differenziazioni di movimento nelle varie applicazioni sono mal fondate. dralig Potrebbe gentilmente farmi capire meglio l'ultima frase? La tecnica del movimento in sè prevale sull'applicazione specifica perchè predispone ad affrontare qualunque tipo di sequenza... vuol dire questo? I famosi 120 arpeggi di Giuliani come si collocano in questo processo? Grazie! Butterfly Si. Che si suonino note singole, scale, arpeggi, accordi, tremoli, finanche rasgueados, il movimento delle dita della m.d. fondamentalmente è sempre lo stesso e varia soltanto nel modo di applicarsi alle corde. La radice è costante, le terminazioni diverse. Quando leggo discussioni riguardanti il fatidico tremolo - croce e delizia dei chitarristi - mi domando perché se ne debba discutere specificamente, come se si trattasse di una tecnica a sé. dralig
  9. Questa non te la perdono. Nemmeno se, nei prossimi anni, inciderai l'integrale della mia opera. dralig Perchè? Poi si scioglievano... Erano veramente buoni. ... Questa me la paghi. dralig
  10. Ce l'avrei io. Allora, la mando all'onnipotente Cristiano, che provvederà a metterla on line. L'ho riascoltata per l'occasione e devo dire, o Giulio, che eri in serata devastante: una belva. Ti facesti un boccone solo del Gran Solo e anche del trio d'archi, che ti seguiva come un portaborse segue un ministro. dralig Aggiornamento: sarà on line stasera dopo cena (Cristiano cena verso le 23.45, credo).
  11. Bisognerà chiedere a Giulio il permesso di convertirla in file mp3. Da parte mia, nessun veto.Giulio domina la parte di chitarra con padronanza insolente. Non altrettanto si può dire degli altri strumentisti. dralig
  12. Questa non te la perdono. Nemmeno se, nei prossimi anni, inciderai l'integrale della mia opera. dralig
  13. Le mie notizie sono: qui, calma piatta - il vostro dev.mo servo geme come di consueto sotto lo spietato esercizio della tirannide domestica da parte del gatto Bombo (tre scatolette al giorno, più croccantini a gogo, latte, e stanotte, pur di non darla vinta al suo indifeso padrone, pure un cuneese al rhum: aberrante estensione della dieta di questo insaziabile felino, che non arretra nemmeno di fronte all'alcool). Ieri, visite di graditi ospiti, partecipazione - brreve e stralunata - a un evento letterario stracittadino e, in serata, visita a domicilio del medico di famiglia, per controllare la pressione, risultata normale, nonostante l'assunzione tardopomeridiana di alcune prose liriche di un autore della decadenza mitteleuropea. La composizione in oggetto nacque nell'a.d. 2000, come conseguenza di una discussione in una mailing list di chitarristi (in lingua inglese). Matanya Ophee riportò in evidenza un'ipotesi del musicologo-chitarrista americano George Warren, secondo il quale il "Gran Solo op. 14", nelle sue varie redazioni, non sarebbe (a onta del suo titolo) un solo, ma la parte di chitarra - poi pubblicata come solo - della perduta "Concertante" per chitarra, violino, viola e violoncello, che Sor aveva composto per se stesso, in occasione di un concerto che tenne alla Argyll Room a Londra nel 1818. Di questa composizione, non c'è più nemmeno l'ombra. Matanya non corroborava questa tesi in senso musicologico, ma ne sottolineava la fondatezza in senso strettamente musicale. Il sottoscritto, a quell'epoca non ancora gemente sotto il giogo del felino che avrebbe preso possesso di casa sua tre anni dopo, e che quindi credeva ancora nel divertimento, affermò temerariamente che, a lui, l'idea di ricostruire la Fantasia per chitarra e archi intorno al residuo "Gran Solo", cioè di fare di un pezzo per chitarra un quartetto, non metteva nessuna paura. Fu preso in parola da Matanya, che lo invitò a dimostrare nei fatti che la sua non era una sparata. Lui sarebbe stato il giudice del risultato: se soddisfatto, sarebbe divenuto anche l'editore del pezzo. In caso contrario, il vostro dralig si sarebbe (secondo la delicata descrizione data da un altro partecipante alla discussione) sp......nato da solo agli occhi di alcune migliaia di spettatori. Seguirono dieci giorni di alacre impegno - a Vercelli fu ampliata la zona pedonale fino all'estrema periferia, per non molestare il maestro con i rumori delle auto, e alla fine il pur severo giudice di Columbus, non solò approvò la composizione nata dall'ordalia, ma la pubblicò pure. Di lì a poco, il prode Tampalini l'avrebbe tenuta a battesimo, tirando il collo a tre strumentisti ad arco, che per tenere il suo passo rischiarono l'asfissia. Va precisato che la litografia riprodotta nel frontespizio dell'edizione riproduce a mezzo busto con chitarra l'irascibile currutaco barcellonese, non il compositore piemontese, che non è per niente stretto di spalle e che, qualora decidesse di impiccarsi, userebbe una normalissima corda, e non una camicia. dralig
  14. Pagina 6, primo rigo, seconda battuta, accordo (dal basso) Mi-Sib-Do#-Fa# Osservazione intelligente, ma non è quello il punto. dralig
  15. Confermato, il ciclo de "Les guitares bien tempérées" fu scritto da MCT per il duo Presti-Lagoya. Essi registrarono soltanto, che io sappia, il Preludio e Fuga in mi maggiore. dralig M° sa allora, se qualche duo ha registrato questi lavori? Forse il duo Fragnito-Matarazzo -revisori dell'opera per la Bérben- ? Posso confermare che il duo FragMata eseguiva l'intero ciclo in concerto - cioè in due concerti consecutivi - e a una di queste esecuzioni mi fu dato assistere di persona un 25 anni or sono. Poi, il duo si sciolse. Registrarono, ch'io mi sappia, soltanto il Preludio e Fuga in Mi maggiore già registrato da Prestilagoya e il Preludio e Fuga in Sol. Un altro duo italiano - anch'esso sciolto - , Bocchino-Ghidoni, registrò i primi due quaderni. Un integrale discografico de "les Guitare" è quello del Duo Favori, registrato per l'etichetta tedesca - dal nome vagamente intimidatorio - "Tacet". Può darsi che ne esistano altri. Dovrebbero. dralig
  16. M° mi interesserebbe molto sapere nello specifico quali autori - o quali loro musiche- hanno contribuito alla creazione di questa immondizia, secondo Lei. Spero non avrà problemi a riportare pochi esempi pubblicamente. ..è utile sapere da chi o cosa..tenersi lontani Come si fa, mentre regna Nerone, a elencare i nomi dei cattivi poeti? dralig
  17. Nobilissimo esercizio. Fu sostenuto da autorevoli antropologi che la facoltà di esercitare la funzione prensile era all'origine della supremazia della specie umana, seguita da presso da quella dei primati. Sarà per questo che i volteggi di un cercopiteco tra le liane e un concerto di chitarra standard procurano all'incirca la stessa emozione, e trasmettono uguali valori. dralig
  18. Punti forti: 1) la qualità della musica che le si affida; 2) la mente musicale e le dita dei chitarristi più meritevoli; 3) la buona volontà, l'intelletto e l'orecchio musicale degli ascoltatori. Punti deboli: 1) l'immondizia musicale accumulatasi nel suo repertorio; 2) l'esibizionismo fatuo e vuoto di una parte notevole dei chitarristi; 3) la pigrizia ottusa degli ascoltatori che vogliono divertirsi e nient'altro. dralig
  19. Confermato, il ciclo de "Les guitares bien tempérées" fu scritto da MCT per il duo Presti-Lagoya. Essi registrarono soltanto, che io sappia, il Preludio e Fuga in mi maggiore. dralig
  20. In una discussione intitolata al maestro ideale, ci si attende di leggere apprezzamenti sul modo con cui siffatto maestro esplica il suo compito, sulle qualità e sull'impegno che lo abilitano a farlo, sulle metodologie che adotta, sui modelli che offre agli allievi, sui testi che adopera come supporto didattico, su quelli che eventualmente ha scritto e pubblicato, sull'interazione tra la sua metodologia e quella di altri didatti, etc. etc. - un campo vastissimo di osservazione, che offre spunti infiniti. Che cosa hanno a che fare con tutto ciò gli sfoghi lanciati contro supposti, anonimi maestri, le lamentele sulle loro malefatte e sui loro soprusi e le loro manchevolezze? A chi giovano? Dove portano? A quale utilità rispondono? E' certo possibile crescere (senza alzare la voce, la maleducazione non è segno di forza, ma di debolezza), ma è da escludere che coloro che leggono messaggi del genere possano trovare stimoli per la loro crescita: trovano invece deprimenti manifestazioni di malanimo e di stizza, leggono affermazioni pesantissime - la cui veridicità non è provata né dimostrata - dirette non si sa bene a chi, non si sa bene a quale scopo, in termini che non inducono certo il lettore a considerazioni positive nei confronti di chi li adopera. dralig
  21. . Sarà appena il caso di ricordare a lorsignori che esiste una distinzione categorica tra il diritto di critica (il cui esercizio è del tutto legittimo anche nei confronti della categoria dei docenti) e il pettegolezzo da ballatoio che, sparso in un forum, mentre lascia intatta la reputazione di ignoti maestri, nei confronti dei quali la chiacchiera si spreca senza il minimo costrutto, dall'altra parte inesorabilmente rivela l'esistenza di categorie di allievi ai quali i maestri"ideali" senza esitazione indicherebbero la porta alla prima lezione. Lo stile è l'uomo, signori, e vi auguro che quello che si delinea in questa discussione non sia il vostro, ma solo un abito momentaneo. Sono convinto che, come me, molti lettori di questo forum si sentirebbero sollevati se voleste rientrare nei vostri panni. Tanto meglio quanto prima. dralig
  22. urk!!! decisamente OT auuuuuuuhhhhh..... Non ci sono più segni di vita da parte di Alfredo-Gimmi, e sono preoccupato. dralig emhh le puntine di maiale in effetti erano ottime!!! 8) Ho capito, devo mettermi al lavoro con il Tombeau de Gimmi Franco. Peccato, prometteva bene. dralig
  23. urk!!! decisamente OT auuuuuuuhhhhh..... Non ci sono più segni di vita da parte di Alfredo-Gimmi, e sono preoccupato. dralig
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