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Cristiano Porqueddu

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  1. Non è affatto un errore. Si tratta di una rielaborazione per per violino, viola, violoncello e chitarra dell'opera per chitarra sola 'Grand Solo' di Fernando Sor. Non so se esistono dei CD con la registrazione dell'opera ma proprio nel suo studio anni fa ascoltai una registrazione dal vivo di Tampalini. La Fantasia Concertante è stata pubblicata dall'amico Matanya Ophèe (Edizioni Orphèe). In ogni modo, trovi il catalogo delle opere complete di Gilardino qui: http://angelogilardino.com/opere-works/
  2. Non è così semplice, permettimi. Gli autori che citi sono parte pregnante dell'educazione musicale di qualunque appassionato di musica classica (al di là della chitarra ovviamente) ma non è facile, specialmente per la musica contemporanea, saper capire e apprezzare certe sfumature senza una preparazione e una guida più approfondita. Come per la pittura, restiamo tutti estasiati davanti a un dipinto di Raffaello ma non è altrettanto automatico riconoscere la vera arte degli ultimi venti o trenta anni. Butterfly L'ascolto di musica di qualità è solo l'inizio, ovviamente. Suggerisco questi autori sempre perchè sono facilmente ascoltabili (almento in una fase non analitica e per puro piacere) e perchè, poi, andando a suonare i vari tanghi e composizioni cross-over da balera, ci si rende conto delle porcherie che girano nei concerti per chitarra. Che poi sia un lavoro insufficiente per apprezzare la musica di Henze, beh, amica mia, questo mi sempra palese. La domanda inziale era la richiesta di un metodo (semplice) per far si che una persona che si avvicina alla musica classica per chitarra possa in qualche modo identificarne il pattume. Dico, non vorrai mica farla partire da Xenakis o dalla micropolifonia.
  3. Per chi sia avvicina alla musica da poco tempo suggerisco l'ascolto di opere di compositori come Beethoven, Brahms, Mozart, Liszt o Chopin. Non sono di difficile ascolto e aiutano nell'orientamento e nella individuazione della musica di qualità. Dopo l'attento ascolto di questa musica prova a leggere o suonare musica sul tuo strumento. Ti accorgerai da solo se si tratta di ciofecate o no.
  4. M° mi interesserebbe molto sapere nello specifico quali autori - o quali loro musiche- hanno contribuito alla creazione di questa immondizia, secondo Lei. Spero non avrà problemi a riportare pochi esempi pubblicamente. Ogni buon musicista dovrebbe saper distinguere tra la spazzatura e la musica.
  5. Data questa intestazione (tra l'altro di una pagina di codice orientata alla gestione delle funzioni ricorsive) mi sembra di capire che reputi la questione trita e ritrita, o sbaglio?
  6. Usare il maiuscolo per una intera parola equivale ad urlare in una bacheca pubblica. Non è la prima volta che qualcuno si lamenta per questo tuo modo di postare. Per favore, attieniti alle regole del manifesto e della netiquette.
  7. Apro un nuovo thread prendendo spunto da un messaggio di Francesco Diodovich postato nell'area 'Concerti' del forum.
  8. Mi venga un colpo... Ma il titolo è Noche Oscura.
  9. Certa gente, Giovanni, non ha ancora capito che quello stramaledetto cellulare dovrebbe rimanere spento durante i concerti e mentre si parla con altre persone.
  10. Accade molto spesso, molto più di quanto immagini.
  11. Io direi che il metodo errato di memorizzazione porta ad una preparazione scadente per l'esecuzione in pubblico e che quella che io chiamo 'coscienza sporca' porta ad inevitabili crash di sistema, per dirla in gergo informatico. Ho notato, spesso, che chi ha queste defaillances durante le proprie esecuzioni in pubblico a tutto le attribuisce (la signora in seconda fila che ha tossito per ben due volte, al tipo in quarta fila è caduto il programma di sala, la luce non era adeguata) fuorchè alla propria responsabilità. Qualcuno è arrivato persino a inventarsi delle patologie pur di non ammettere che il proprio metodo di lavoro e di studio è carente.
  12. Non ne ho idea, Alessio, ma so di per certo che il mio concetto di memorizzazione è legato proprio alla 'prova del nove' che descrivi. Se così non fosse avremmo una memoria 'delle dita' e non celebrale, un modo di procedere, te lo assicuro che va a scapito della performance (concerto, concorso, esame ecc. ecc.). La tensione di cui si parlava in un altro thread è dovuta anche a metodi di studio errati proprio come la memorizzazione 'a cantilena'.
  13. Non vedo come si possa memorizzare un brano da eseguire in pubblico in modo diverso dallo studio senza lo strumento. La ripetizione continua, oltre che 'logorare' la composizione (a forza di ripetere gli stessi passaggi si perde il gusto di suonarli e di interpretarli per risolvere il problema meccanico), causare blocchi mnemonici nonchè ansia da palcoscenico è anche un po' ottusa: imparare a memoria così, a cantilena, non ha alcun senso logico. Non si studia a memoria perchè 'si deve studiare a memoria' ma perchè - talvolta - la memorizzazione aiuta molto nelle scelte interpretative e rende indipendenti.
  14. ... e allora sei sulla buona strada.
  15. ... e amano la buona cucina.
  16. Waller, scusami, ma 'DISCUSSIONE' (tutto maiuscolo, tra l'altro) ti sembra un oggetto valido per un thread? Tutti i thread sono 'discussioni'. Quando aprite un nuovo argomento in un forum fate riferimento al manifesto per la dicitura e l'uso dei caratteri maiuscoli e soprattutto siate più chiari in modo che i visitatori futuri possano capire fin dall'oggetto di che cosa si parla nel thread. Grazie per la collaborazione.
  17. E' un problema anche dalla parte di chi ascolta, come vedi.
  18. Manu, ti chiedo la gentilezza di postare senza andare a capo a meno che il contesto non lo chieda. La lettura di un messaggio è molto difficoltosa se interrotta da interlinee doppie e da a capo in mezzo alla frase.
  19. Mi è arrivata un paio di settimane fa questa raccolta dalla Berben. Ho dato un'occhiata veloce e sembra ben fatta.
  20. Clip audio tratto da Angelo Gilardino - Studi di Virtuosità e di Trascendenza (IV Serie) Les Jardins Mysterieux Tratto dal master del CD 'Trascendentia Vol.4' File compresso per ragioni di pubblicazione in formato mp3 @ 192Khz, Stereo Link diretto al Download del file
  21. Va bene, ma per ovvie ragioni solo un clip contenente la sezione citata da Alfredo. D'accordo?
  22. Uno dei tanti esempi del pizzicato Bartok in mezzo ad una rapida sequenza di note è la Toccata de Pasquini, terzo movimento della Sonata di Leo Brouwer. Puoi scaricarne un clip audio facendo clic qui
  23. La croce rossa su fondo bianco accantonata da quattro mori bendati è il simbolo prima di tutto del popolo sardo poi della Sardegna. Moltissimi studiosi, ricercatori e letterati di ogni tempo si sono mossi in un labirintico intrico di leggenda, aneddoti e storia, tra Sardegna e Spagna, cercando di ricostruire origini, significati e vicende, ma lo stemma dei quattro mori rimane ancora oggi sostanzialmente un mistero. La tradizione iberica lo considerava una creazione di re Pietro I d'Aragona, quale celebrazione della vittoria di Alcoraz (del 1096), che sarebbe stata ottenuta anche grazie all'intervento di San Giorgio (campo bianco e croce rossa) e che avrebbe lasciato sul campo le quattro teste recise dei re arabi sconfitti (da qui i 'quattro mori'). Sulla questa tradizione si innestò quella sarda che, contro ogni evidenza storica, legava lo stemma al leggendario gonfalone dato da papa Benedetto II ai Pisani in aiuto dei Sardi, contro i saraceni che in quegli anni intendevano conquistare l'isola e l'Italia (1017 circa). In realtà, la più antica attestazione dell'emblema risale al 1281 ed è costituita da un sigillo della cancelleria reale di Pietro il Grande d'Aragona. Ma fu soltanto nella seconda metà del XIV secolo che i quattro mori apparvero per la prima volta legati alla Sardegna, simbolizzandone il regno all'interno della confederazione della Corona d' Aragona. Importato dai re aragonesi, il simbolo comparve nella Sardegna spagnola su opere a stampa, monete e sui gonfaloni dei corpi speciali dei 'Tercios de Cerdeña', istituiti da Carlo V per la difesa dell'isola e distintisi a Tunisi e Lepanto contro i Turchi. L'iconografia del simbolo in questi secoli fu quanto mai confusa e le teste dei mori furono rappresentate in modo sempre differente: volte a destra e a sinistra o affrontate, scoperte, con una corona o cinte da una benda sulla fronte. La benda sugli occhi (iconografia destinata a perdurare fino ai giorni nostri) e le teste rivolte a sinistra risale alla metà del Settecento: delle ragioni di quest'ultima innovazione, se dettate dal caso oppure più maliziosamente alludenti agli atteggiamenti (illiberali) del governo piemontese verso la popolazione isolana, non sapremo mai. Lo stemma comparve nell'arma composita della dinastia piemontese, sugli atti ufficiali, sulle monete di zecca sarda e bandiere dei miliziani. Successivamente ornò gli stendardi delle brigate combattenti sarde, tra queste la 'Brigata Sassari', divenuta leggendaria per le imprese eroiche sul fronte austriaco durante la Grande Guerra. Nel 1952 lo scudo dei quattro mori diventava stemma ufficiale ed ornava il gonfalone della Regione Autonoma della Sardegna (decreto del Presidente della Repubblica del 5 Luglio 1952). Oggi i Sardi hanno la loro bandiera (legge regionale del '99, ma non ricordo bene l'anno), ma i quattro mori, memori dell'antico affronto piemontese, hanno significativamente voltato la testa e aperto gli occhi, non più fasciati dalla benda che torna a cingere la fronte.
  24. Su una scala cromatica mi sembra cosa difficile. E poi c'è un dettaglio alquanto seccante: prima della combustione da sfregamento ci sarebbe un sacco di fumo in sala. Qualcuno si metterebbe a tossire, disturbando l'interprete.
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