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Alfredo Franco

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Tutti i contenuti di Alfredo Franco

  1. Ah! Mi fai tornare in mente i bei tempi del liceo! Le sfilze di 4 in matematica e di 3 in chimica! La prof più acida dell'acido solforico! Beta giovinezza!
  2. Ho letto la prima pagina su http://www.encoremusic.com/guitar/1303053_alt_ge.html sembra piuttosto "severa"... magari da accoppiare in un bel cd con la Sonata di Ettore Desderi?
  3. Eccellente interpretazione. Un'analisi corposa della Sequenza XI http://www.unc.edu/~porcaro/A_Polyphonic_Mode_of_Listening.pdf
  4. Per carità, lungi da me l'idea peregrina dell'illuminazione folgorante come metro che può guidare tutte le fasi del processo compositivo. Oltretutto, nel mio specifico, mi riferivo a forme molto più contenute di quelle riconducibili al concerto, forma che al momento non mi sento in grado di maneggiare. Mi riferivo semplicemente ad un qualcosa, ad una ipotetica forma, che a priori, anche se in modo non perfettamente chiaro, può aiutare a cercare la strada.
  5. Se si parla di intuizione/illuminazione dal punto di vista della forma, la cosa può anche essere plausibile. Personalmente, non mi metto mai a scrivere davanti ad una tabula rasa formale e anzi, è proprio il desiderio strutturale, forse non la consapevolezza piena, a guidarmi lungo la strada. L'azione del trovare, poi, guardando il materiale prodotto, la strada convincente, avviene in una fase successiva che è veicolo di modificazioni anche profonde. Perchè è il senso di insoddisfazione, di compiutezza latente, a rideterminare ciò che ho scritto e quindi il suo nuovo montaggio in funzione di un risultato più soddisfacente.
  6. Dici che a causa della sua accordatura si rischia di restare intrappolati in un facile modalismo di maniera, da scartare in favore di qualcosa di più recondito nello strumento?
  7. Si potrebbe anche citare la frase che Kubrick mette in bocca ad Alex in Arancia meccanica: il mondo ormai ci pare tanto più vero quando lo guardiamo in una sua rappresentazione.
  8. Nel jazz è prassi comune, nella musica scritta non saprei.
  9. ok, viaggi sulla lunga distanza. morbosa non mi sembra un termine confacente: ci fossero orde di chitarristi attenti ad indagare la letteratura chitarristica che si va formando vivremmo nel migliore dei mondi possibili...giusto per rimembrare Voltaire...in questi tempi mi sembra d'uopo.
  10. Cristiano, sei alla ricerca di materiale per i prossimi cd?
  11. Intanto la composizione si intitola "Ten Short Studies in Kaleidoscope"; si tratta dunque di una composizione formata da 10 studi, uno dei quali dura 7 secondi ed è in relazione agli altri 9. Quanto alla durata brevissima, è uno dei punti cardine delle poetiche musicali del '900 il riuscire a condensare il pensiero musicale nell'ambito di uno spazio esiguo...sviluppare all'incontrario...togliendo... Infine, i motivi strettamente meccanici legati alla forma "studio" non vanno ricercati nella sua durata quanto nelle specificità tecniche che il compositore intende indagare in relazione allo strumento. Spero di esserti stato d'aiuto.
  12. Lo stesso che può averne uno di 10 minuti, dipende da cosa c'è dentro.
  13. Sulle composizioni sempre più lunghe c'è poco da obiettare: già Sor e Giuliani scrissero, accanto a fogli d'album, lavori di mezz'ora o più dimostrando che la chitarra poteva indagare territori impervi. D'altronde non si può certo chiedere ad un compositore di limitare il proprio pensiero ad un numero prestabilito di battute, sarebbe il modo ideale per uccidere definitivamente lo strumento.
  14. Sapete se esiste qualche cd con i lavori di Delpriora? Avevo cercato tempo fa ma le mie ricerche diedero esito negativo.
  15. Se avessi sostenuto il contrario sarei venuto a tagliarti le corde dello strumento. Sei giovane, quando perderai un po' di capelli ti accorgerai della grandezza di Schubert.
  16. Alfredo Franco

    trascendenza

    Cosa volere di più dalla vita?
  17. No. Io non lo credo; la formazione classica centra molto poco con il saper suonare una canzone ad orecchio, la riprova di tutto ciò è che quando ho dovuto registrare un cd di canzoni ho scritto le parti per una pianista ed un violoncellista. Entrambi diplomati e concertisti non sapevano assolutamente cosa fare. La cosa buffa è che magari provavano Debussy o Prokofiev e poi non riuscivano a seguire intuitivamente gli accordi di una canzone. Nella formazione classica all'italiana manca la pratica con i generi meno nobili, cosa che non succede nei college americani, il problema è tutto qui.
  18. Direi che "umorale" è perfetto. Cosa gli si contrappone? Lo studio, cioè il rapportarsi all'opera in maniera il più possibile oggettiva, leggendone la partitura ed analizzandola, cercando di capire cosa non ci piace dello stile di quel compositore e non per questo cambiando necessariamente il giudizio o la percezione se non attraverso un processo che trascende il mi piace-non mi piace.
  19. Se ascolti con piacere Bartok non mi farei un cruccio del non riuscire ad apprezzare Berio. C'è molta gente che pur apprezzando la musica classica ha dei seri problemi a seguire i movimenti accordali di Debussy, figuriamoci Bartok, che non è certo un compositore meno ostico, sotto questo aspetto, di Boulez, e che ai più già pare un compositore degno unicamente da colonna sonora di film horror. Leggendo le tue risposte, mi pare tuttavia di capire che i tuoi "problemi" esulino da una componente di tipo estetico e riguardino invece qualcosa di più profondo e complesso che forse a ha a che fare con la percezione emotiva dell'esperienza artistica.
  20. Di "guide all'ascolto" è pieno il mondo, ma secondo me non servono a nulla. Cosa intendi con musica contemporanea? Forse dovresti dirci fin dove si spinge il tuo ascolto...Ravel si, Bartok no ad esempio?...tanto per fermarci a cent'anni addietro...
  21. Segnalo questo interessante cd. Un ascolto che credo possa rivelarsi fruttuoso per comprendere il linguaggio di Turina in un'ottica meno localistica di quella che gli è solitamente riservata in ambito chitarristico. E' interessante, ad esempio, scoprire la persistenza di alcuni modelli di scrittura tipicamente chitarristici, o viceversa, che traslati all'ambito cameristico rivelano nuove sottigliezze e possibilità interpretative. http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.555870
  22. Finalmente il genio italiano mette in luce la vera anima dell'invasore austriaco! Auguri a tutti.
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