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Rientro economico per fare carriera. Unico pensiero?
Marcello Rivelli ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Parabola dell'aquila Una giorno un contadino, attraversando la foresta, trovò un aquilotto, lo portò a casa e lo mise nel pollaio, dove l'Aquilotto imparò presto a beccare il mangime delle galline e a comportarsi come loro. Un giorno passò di là un naturalista e chiese al proprietario perché costringesse l'Aquila, regina di tutti gli uccelli, a vivere in un pollaio. "Poiché le do da mangiare, le ho insegnato ad essere una gallina, l'Aquila non ha mai imparato a volare, si comporta come una gallina e dunque non è più un'aquila", rispose il proprietario e il naturalista: "Essa si comporta esattamente come una gallina, quindi non è più un'Aquila, tuttavia possiede il cuore d'un Aquila e può sicuramente imparare a volare". Dopo aver discusso della questione i due uomini si accordarono per verificare se ciò era vero. Il naturalista prese con delicatezza l’Aquila fra le braccia e le disse: "Tu appartieni al cielo e non alla terra, spiega le tue ali e vola". L’Aquila tuttavia era disorientata, non sapeva chi era e quando vide che le galline beccavano il grano saltò giù per essere uno di loro. Il giorno seguente il naturalista portò l'Aquila sul tetto della casa e la sollecitò di nuovo: "Tu sei un'Aquila, apri le tue ali e vola". Ma l'Aquila ebbe paura del suo sé sconosciuto e del mondo e saltò giù nuovamente tra il mangime. Il terzo giorno il naturalista si alzò presto, prese l'Aquila dal pollaio e la portò su un alto monte. Lassù tenne la regina degli uccelli in alto nell'aria e la incoraggiò di nuovo: "Tu sei un'Aquila, tu appartieni tanto all'aria quanto alla terra. Stendi ora le tue ali e vola". L’Aquila si guardò attorno, guardò di nuovo il pollaio e poi il cielo e continuava a non volare. Allora il naturalista la tenne direttamente contro il sole e allora accadde che essa incominciò a tremare e lentamente distese le sue ali. Finalmente si lanciò con un grido trionfante verso il cielo. Può darsi che l’Aquila ricordi ancora le galline con nostalgia, può persino accadere che visiti di quando in quando il pollaio. Tuttavia per quanto si sappia non è mai ritornata e non ha più ripreso a vivere come una gallina. Era un'Aquila sebbene trattata ed addomesticata come una gallina! ... m -
info Moods and Diversions, Arthur Wills
Marcello Rivelli ha risposto a Vladimir nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Di niente..sicuramente può dirti molto di più AG che è stato il revisore/editore ... invece io sono curioso della sua Sonata che non posseggo e..non ho mai visto... marcello -
info Moods and Diversions, Arthur Wills
Marcello Rivelli ha risposto a Vladimir nella discussione Altre discussioni sul repertorio
E' un bellissimo trittico (a mio parere) costituito da: I-Variations II-Fugue III-Passacaglia edito da Bèrben (E.2369 B.) e ovviamente edito da AG. La Fuga ha un soggetto divertentissimo dal punto di vista ritmico e uno sviluppo corposo (ben otto pagine), la Passacaglia non è da meno ... non guasterebbe di certo sentirlo in qualche programma ... buon lavoro m -
Cosa studiare di Bach?
Marcello Rivelli ha risposto a Andrè de Trecciarò nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Sì Maestro signorile: ho letto lo spartito dell'Allemanda. Però credo che dovrò dedicarmici tanto,dato che,con la Bourrè dell'istessa Suite,mi sono abituato ad uno schema polifonico diverso. Ora vorrei porre una domanda:è vero che per studiare Bach non bisogna mai sopravvalutarlo,che serve essere un poco "orgoglosi",diciamo? Avvertenza: non è un pensiero mio. Caro Andrè in attesa che ti risponda Giorgio ti lascio un mio pensiero.. non c'è un'età per suonare Bach ma solo.. un "tempo personale" per ciascuno di noi, che consiste nella nostra capacità di comprendere e "sentire" quella tipologia di linguaggio..uno può essere "pronto" musicalmente, nel senso che riesce a percepire, sentire interiormente come suonare Bach ma magari non ancora tecnicamente o viceversa..cosa che accade più facilmente, essere pronti digitalmente e non ancora musicalmente. Non esistono regole ma solo percorsi che un buon insegnante sa costruire e forgiare tirando fuori dall'allievo il suo mondo..aiutarlo... buon lavoro m -
Suite 997
Marcello Rivelli ha risposto a Emanuele Monti nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Quanto scritto esprime perfettemente ciò che penso riguardo la musica di Bach. La musica bachiana esprime l'inesprimibile. Si può credere o non credere in Dio ma la ricerca di un interprete deve andare nella direzione espressa da Fabio S.. e del resto questa è la strada che permette di suonare Bach sulla ... chitarra, andare "oltre".. nella profondità della musica.. un esempio su tutti: G.Gould ha percorso una strada particolare no? amata e/o criticata che sia è indubbio che ha svelato molte dimensioni di questa "scrittura" compositiva e poetica... io penso che Bach abbia superato il "concetto" di scrittura strumentale e sia andato ben oltre.. tra le sue ultime composizioni, come ad esempio l'Arte della Fuga, uno dei più belli esempi di musica "cosmica" per tutti e nessun strumento al tempo stesso...forse quello interiore di ciascuno di noi? il solo guardare la partitura e.."suonarla"..strumento o meno..diventa quasi..insignificante... Lui probabilmente c'era arrivato...e Gould voleva catturare questo "significato"...attraverso il pianoforte..annullandolo insieme a..se...stesso... m -
Cosa studiare di Bach?
Marcello Rivelli ha risposto a Andrè de Trecciarò nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
caro Alfredo avevo preso la tua risposta lapidaria in stile "anglo-sassone" .. tra la versione "moderato ma non troppo" e paterna di Giorgio (nei confronti di Andrè) e la tua labirintica e serial-cancrizzante : i corali !:- ho pensato.. Oddiò! lo vuole morto il simpatico Andrè ! -
Cosa studiare di Bach?
Marcello Rivelli ha risposto a Andrè de Trecciarò nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non ho capito se intendevi suonare qualcosa di Bach o studiare in generale qualcosa di Bach...perchè temo siano due cose differenti. Il problema Bach, sostanzialmente è capire la struttura musicale delle sue opere basate sul contrappunto armonico e le opere per liuto, che di solito suoniamo ne sono intrise fino al collo. Ora il punto è che suonare questa musica (come avrai capito) non si limita alla sola esecuzione "materiale" delle note..anche se qualcuno potrebbe obiettare: intanto metti giù le dita e poi...ma alla comprensione di cosa si cela dietro. Solitamente queste opere si iniziano a studiare (ma non è certo una legge) nel periodo medio degli studi "tradizionali" di chitarra, perchè probabilmente se si è fatto un percorso di un certo tipo (storico-musicale e tecnico) si è in grado di affrontare la tipologia di linguaggio che vi sottende. Tornando ai Corali, temo che non si riferivano a suonarli sulla..chitarra ma a studiarli in armonia, perchè sono un ottimo esempio, il migliore direi dei "bassi" armonizzati (in questo caso di melodia armonizzata) e Bach come saprai ne scriveva quotidianamente. Esiste un bellissimo libro edito da Breitkopf: J.S.Bach 389 Choralgesange (nr. 3765) e un altro che mi permetto di consigliarti è edito da Zanibon: Studi sul Corale di Dionisi-Toffoletti-Dardo ..per capire la struttura del corale e la sua armonizzazione. Se ti risulta troppo complesso puoi optare inizialmente con la versione dei corali (due volumi) di A. Schinelli in cui vi sono corali semplici e armonizzati da Bach ...cosi puoi renderti conto cosa diventano delle semplici melodie sotto la mano esperta di un compositore.... pian piano da qui (con il tuo insegnante di armonia) potrai capire cosa significa suonare più parti strumentali con fraseggio autonomo (il caso di Bach, ma di tutta la musica polifonica e intrisa di contrappunto armonico) e nel caso della chitarra, essendo uno strumento "falsamente" polifonico...come gestire queste linee. Buon lavoro..e ricorda che le strade sono almeno due...una il percorso tecnico o meglio "meccanico" e l'atro, il più importante .. quello musicale..il capire cosa c'è scritto nelle note... m -
Cosa studiare di Bach?
Marcello Rivelli ha risposto a Andrè de Trecciarò nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Si Bach li usava per i suoi allievi come metodo per lo studio della composizione...prima del contrappunto faceva armonizzare i Corali.. m -
BWV 995
Marcello Rivelli ha risposto a soviet nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Perchè pensa questo? m -
BWV 995
Marcello Rivelli ha risposto a soviet nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Ecco una semplicissima dimostrazione che tutti possono ricavarsi.. una volta superato l'inganno dell'apparente "arpeggio" alla Giuliani o Carcassi .. (sempre che si voglia suonare anche in Carcassi o Giuliani ciò che sembra) .. Osservando il primo staff abbiamo quello che vediamo normalmente e potremmo "ricavare" al massimo due sole linee, una nel basso e l'altra, tutto l'arpeggio in una "melodia-armonica" (come spesso avviene). L'altra è di procedere allo "spiegamento delle "linee" (o parti/voci) interne esemplificato nei pentagrammi dal quarto al settimo. I due pentagrammi centrali - (il secondo)- rappresenta la formula dell'arpeggio applicata sulle corde a vuoto; il terzo, la successione armonica che realizza l'arpeggio, ma dato per scontato queste cose, nella fase di apprendimento del brano, sicuramente il "gioco" interessante rimane lo sviluppo delle "voci/parti" dell'arpeggio, che con la loro figurazione ritmica estrapolata dall'apparente regolarità della scansione delle semicrome, assume invece, nel "continuum" polifonico...l'aspetto più interessante e intrigante nel .. suonarlo.. e nello sviluppo tecnico: provare a non perdere una delle figurazioni ritmiche nel suonare il brano completo e man mano .. sovrapporre i disegni riuscendo a percepirli tutti. buona musica m -
BWV 995
Marcello Rivelli ha risposto a soviet nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Si tratta di una visione della polifonia "implicita" che nasconde ogni brano Bachiano, data la natura della scrittura basata sul contrappunto armonico, dove anche una sola linea "reale" in verità" ne nasconde e contempla ... altre... semplicemente fantastico...Bach.. m -
studio e analisi Trattamento idea tematica nella "Sonata"
Marcello Rivelli ha risposto a Marcello Rivelli nella discussione Altre discussioni sul repertorio
sisi osservavo il trattamento interessante della tecnica varizionale applicata al "motivo" dell'idea tematica.. e le funzioni espressive che assume nello svolgimento..un pò, come dire "beethoveniano" .. bel brano.. decisamente.. alla fine sempre "contrappunto" c'è di mezzo! .. e i suoi "giochetti".. davvero interessante.. m -
studio e analisi Trattamento idea tematica nella "Sonata"
Marcello Rivelli ha pubblicato una discussione in Altre discussioni sul repertorio
Meditando sul trattamento di una idea tematica nella fantasia-sonata di...? E delle sue valenze espressive ... Indovina indovinello di chi è questo "temetto"? -
studio e analisi Sonata n.1 e n.2 di Dusan Bogdanovic
Marcello Rivelli ha risposto a mistake89 nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Sono due lavori notevoli e molto belli pur nella loro differenza. Anche se la prima, come si è detto risente di un certo influsso alla Stravinsky (direi anche Bartok) non è certo una cosa fastidiosa..anzi, che comunque non nasconde certo la sua originalissima personalità e capacità di scrittura, soprattutto nel trattamento delle cellule e dei micro-motivi. Grandioso!.. Amo molto la seconda Sonata, (l'ho studiata a lungo anni e anni fa) ma anche le "5 Miniatures Printanieres" (del 1980) ed anche molto belli Introduction, Passacaglia and Fugue (1989), oltre naturalmente alle opere recenti.. sarei curioso di ascoltare e leggere il "Concerto per chitarra e archi" di cui parlava A. Gilardino nel suo manuale a riguardo delle sue opere ..visto anche la scrittura della musica da camera che ha scritto, il quartetto per chitarra e il duo ad esempio... per il resto, non mi stupirei più di tanto del fatto che questi brani non "girano" come altre cose..è una vecchia storia no?... con simpatia m -
Accordatura della chitarra russa a sette corde
Marcello Rivelli ha risposto a Marcello Rivelli nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
L'accordatura è giusta, ma c'è un errore nella disposizione delle note sulla prima corda. Ops.. si, ho saltato un semitono. Stavo tentando di visualizzare "la tastiera" per farmi un'idea delle posizioni. Ho visto nei vari video che di solito gli interpreti usano una otto corde, è per una praticità maggiore di reperibilità dello strumento? ma in Russia si adopera "ancora" la sette corde? ... marcello -
Accordatura della chitarra russa a sette corde
Marcello Rivelli ha pubblicato una discussione in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Maestro Gilardino, incuriosito dalla tua sonata "Winter Tales", ho abbozzato un grafico dell'accordatura della chitarra russa a sette corde: Sono giuste le altezze? e la disposizione delle corde? ed eventualmente (a fatica ) si riuscisse a suonarlo su una dieci corde, le restanti tre corde come converrebbe accordarle? di solito uso le altezze re-do-si la (per la settima, ottava, nona e decima) per l'accordatura tradizionale ma in questo caso?.. grazie marcello -
Studi di Composizione
Marcello Rivelli ha risposto a ciccio_matera nella discussione Comporre per chitarra
Mi permetto di aggiungere l'ottimo testo di Bruno Cervenca per il Contrappunto, edizioni Bongiovanni.. con una bellissima incursione sulle modalità compositive degli autori che hanno portato questo stile ai massimi splendori, analizzandone le peculiarità e caratteristiche... e per l'orchestrazione non dimenticherei il testo recentemente tradotto in italiano di S. Adler con tanto di set di cd...(che costano un pochino!!) ma ne vale tanto la pena....visto il contenuto... p.s. si, confermo il De La Motte è ristampato insieme ad altre cose interessanti..ma non dimenticate che utilizza l'armonia funzionale che in Italia non è proprio (ancora) il modo principale utilizzato nella prassi armonica della maggior parte delle scuole di composizione...legate ancora alla teoria dei gradi fondamentali e...anche al basso numerato spesso... con simpatia marc -
info Triosatz, Paul Hindemith
Marcello Rivelli ha risposto a Nicola Abate nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Devo risponderti? Caro Fabio?...non farmelo fare ti prego ...altrimenti divento noioso ... Prendiamoci una camomilla M no ma guarda che sta cosa mi fa proprio andare di matto...io se avessi la possibilità, fossi un concertista (ma probabilmente anche senza esserlo), la prima cosa che farei è fare investimenti di questo tipo...ma quale diamine è il problema? cioè oltre il problema economico, l'unico che potrei capire, quali motivazioni impediscono ad un musicista di fare questo passo? semplicemente amare questa musica nel vero senso della parola...(e mi fermo qui)... i fatti dovrebbero parlare da soli... con simpatia mr -
info Triosatz, Paul Hindemith
Marcello Rivelli ha risposto a Nicola Abate nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Devo risponderti? Caro Fabio?...non farmelo fare ti prego ...altrimenti divento noioso ... Prendiamoci una camomilla M -
Arpeggi di Giuliani... ma perchè???
Marcello Rivelli ha risposto a Gianmattia Loretti nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
A parte il fatto che sono parte integrante dei programmi esame di compimento inferiore e quindi.. sono comunque il "vocabolario" adottato da Giuliani nella sua musica e dagli autori del suo periodo (e non solo). Certo esistono tanti altri testi ma forse ognuno ha anche finalità diverse, Abloniz, Storti, Ferraro, Carlevaro, Biscaldi,Gangi, Tennant, ecc... sono tutti validi ma vanno inseriti in un contesto preciso, compito che spetta all'insegnante decidere quando e in che momento passare e/o oltrepassare le formule base verso quelle più.. lo studio n. 20 di Dodgson, lo studio di HVL n.1... hanno formule particoari no? eppure gli arpeggi di Giuliani possono servire "anche" a quelle..intanto approfitta per fare musica e non solo replicare digitalmente le suddette formule..un piccolo esempio solo a livello di articolazione a cui puoi sottoporre gli arpeggi facendoli diventare 240!!! ... con simpatia mr -
pubblicazione Fiori del deserto, Angelo Gilardino
Marcello Rivelli ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sul repertorio
bello..un tema..che "passa" dalla viola alla chitarra al flauto e gioca alla...passacaglia...in..tre... fiori nel deserto...mmm ... una bella..ricerca... m -
Dove arrivò Segovia?
Marcello Rivelli ha risposto a Salvo nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Credo, Marcello, che lo scrivere pezzi come quelli di Harris, nei primi anni Settanta, avesse, negli USA, un significato diverso da quello che poteva avere lo scrivere in modo simile in Europa. Là, non c'era il funzionario di partito che, all'indomani di un'esecuzione del "Nocturnal" di Britten, avrebbe scritto che si trattava di "musica da dimenticare", delle "Canzoni piemontesi" di Mosso che era "musica inconsistente", e della "Sonatina" di Rosetta che era "morta prima ancora di essere oggetto di parto". Quindi, la "Suite" di Harris, in California, non rappresentava - consciamente o inconsciamente - un atto di sfida al regime. Là, un concertista non avrebbe mai ricevuto una telefonata di un direttore artistico, che gli ingiungeva di togliere dal programma di una sua annunciata serie di recitals, il Ricercare di Franco Margola (compositore definito "fascista"), e di sostituirlo con una composizione "suggerita", pena la cancellazione dei concerti. Poi cancellati, naturalmente: a resistere a Stalin, non fu solo Bulgakov. dralig Mi chiedo quanta musica ci siamo persi con questa "ottica"... per quelli che magari hanno desistito..la Sonatina di Rosetta è semplicemente magnifica per la sua trasparenza essenziale di scrittura, specialmente oggi che si scrive spesso pensando ai "fuochi d'artificio" ma di tutt'altro contenuto di quelli che ha "disegnato" Debussy nel suo magnifico Preludio... vi è tutta una letteratura particolare di un epoca databile in quegli anni che io definirei "sincera" e si sente suonandola..dai Preludi di Barbieri, passando per Rosetta appunto, agli studi di Gangi che fotografano un periodo musicale da film in "bianco e nero"...la chiamerei letteratura espressiva-sincera..poi arriva la corruzione e l'effettistica .. che nasconde i contenuti... penso a una semplice pagina che ho suonato per anni..ad esempio: la Weissiana di Rosetta, la sua bellezza per me consiste proprio nella sua "pulizia e semplicità"...e che ha valore (per me) molto più di tanti brani osannati ma..che...alla fine nascondono il "non-contenuto" atrraverso qualche formula digitale e nulla più... m p.s.sapessi scrivere io come Rosetta -
Dove arrivò Segovia?
Marcello Rivelli ha risposto a Salvo nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
terrificanti. Non direi, a me sembrano un lavoro di scuola, un bel compito. Trovo che Harris abbia fatto di meglio con la Sonatina. dralig A me non dispiace anche la "Suite" di sette pezzi di Harris..anche in rapporto al periodo che sono stati composti..1972? o è la data di pubblicazione? ma il Copyright della mia edizione riporta il 1974..quindi presumo.. la sonatina è simpatica, la sento "pulita" senza pretese di profondità tenebrose ma..scorrevole.. un ottimo bicchiere di acqua limpida.. ben scritta.... marc -
Cura della grafia nello scrivere musica
Marcello Rivelli ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Comporre per chitarra
già non c'è niente di più bello di vedere una pagina di musica manoscritta bene...quello della calligrafia è un mondo affascinante...per alcuni una mania...in realtà sono molti i compositori oggi a scrivere ancora a mano intere partiture...ci vuole una pazienza!!! per un po ci ho provato...pennini per pentagramma, set di staedtler di diverse dimensioni a seconda di cosa devi disegnare, testa gambo coda, e travature, poi curvilinei vari tanto da fa somigliare la scrivania di un compositore a quella di un architetto (dal quale fa derivare molte tecniche e strumenti, compreso a volte l'utilizzo del tecnigrafo) sisi Fabio..un vero armamentario! più un bel tavolo da disegno da..architetto? p.s. mi sono arrivati i "regali" che mi sono fatto! grazie a Te..la scatola magica è stupenda..ed anche il manuale di armonia, tra l'altro ho ordinato il secondo volume che uscirà a breve.. grazie ancora p.s. scusate l'OT ma era doveroso ringraziare Fabio per le sue chicche... marc -
Cura della grafia nello scrivere musica
Marcello Rivelli ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Comporre per chitarra
Lezioni di calligrafia! ecco una cosa che sarebbe utile tornare a fare..soprattutto per i "compositori"... onde evitare di prendersi tante "benedizioni" ogni qualvolta si ha la fortuna di poter leggere i manoscritti..(se penso alle maledizioni che ho inviato a Paganini..!! un pò come il copiato di una volta no?..anche Bach (per altri ovvi motivi) ma comunque utilissimo ai fini dell'apprendimento di certe "cosine" nascoste tra le note.. eh si..due nuove materie scolastiche nell'era della tecnologia; il copiato e la calligrafia..temo che il Ministro mi brucerà come le streghe... ... eppure io spesso confesso di fare il copiato delle partiture che mi piacciono dei grandi musici..quante cosine si vedono...si ha la sensazione di....mi fermo qui... mr