

Piero Bonaguri
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Chiarimenti su esami da privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Gianmattia Loretti nella discussione Leggi e musica
Nessuno può dare informazioni certe perché ancora non si sa cosa succederà, per cui alle tre domande rispondo così: A)non si sa se l'anno prossimo ci saranno ancora gli esami per i privatisti. Per quel che vale il mio parere presumo di sì, ma è solo una ipotesi. Potendo, meglio dare l'esame quest'anno, magari nella sessione autunnale. B)dopo ottobre viene novembre se il mondo non finisce prima... Io non ho capito neanche la domanda. Cosa vuol dire "cosa succede dopo"? Allo stato attuale, un allievo interno che supera il V anno si può iscrivere al VI. Un privatista rimane privatista. C) Al momento no, per l'anno prossimo non si sa. -
Cerco Mp3 della Sonatina II op.71 di Mauro Giuliani
Piero Bonaguri ha risposto a stradivarius nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
No, credevo si rattasse della N° 3 in quanto è uno dei vertici della musica solistica di Guliani, e probabilmente è più facile trovarne una registrazione. Ghiglia l'ha suonata e pubblicata per la Ricordi, e recntemente ne ho sentito una bella versione da Catemario. La suono e vorrei registrarla presto. -
Cerco Mp3 della Sonatina II op.71 di Mauro Giuliani
Piero Bonaguri ha risposto a stradivarius nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Proprio la II? Non, per caso la, III? -
Poesia di D'Annunzio su Segovia
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
E' tutta lì, a meno che non ce ne sia un'altra che non conosco: Quella che ricordavo come una poesia era una dedica poetica in spagnolo. Doveva trattarsi di stima ricambiata: quando visitai la casa di Segovia a Madrid, nel salotto erano in mostra volumi rilegati delle opere di D'Annunzio... -
Poesia di D'Annunzio su Segovia
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Una traduzione letterale sarebbe: "Segovia: colui che non suona la chitarra ben temperata ma certamente la stella eccelsa nel firmamento sconosciuto". Avanzo una possibile interpretazione: il riferimento è alla bellezza sublime e misteriosa evocata dall'arte di Segovia, non riconducibile ad una raziocinante e misurabile "giustezza". Lieto di essere corretto da chi avesse una interpretazione migliore della frase. -
Conservatorio e Università: come conciliano?
Piero Bonaguri ha risposto a conde claros nella discussione Leggi e musica
Mi vengono in mente tre cose: 1)un uso oculato delle presenze in entrambe le scuole (le assenze in conservatorio si possono fare, basta che le giustificazioni siano ritenute accettabili). 2) chiedere la sospensione della frequenza a qualche materia in conservatorio. Ad esempio, un mio alleivo di corso medio che quest'anno deve sostenere la maturità ha chiesto la sospensione, per quest'anno, della frequenza ad armonia. 3)In qualche conservatorio su una materia come esercitazioni corali (certamente utilissima, ma che non prevede un esame) c'è una certa elasticità sulla frequenza; e lo stesso numero di anni da frequentare non è uguale in tutti i conservatori. Quanto alla riforma, da un po' di tempo spero che venga applicata più tardi possibile: la doppia frequenza a conservatorio ed università è abolita per legge (almeno al biennio), ma non certo per permettere ai futuri musicisti di esercitarsi di più... tra monti ore e crediti, il vecchio artigianato musicale rischia semplicemente di sparire, sostituito dal quel non - si - sa - bene - cosa che ha già abbastanza rovinato l'università italiana negli ultimi anni. Al di là dei trucchetti, mi sento di dare un consiglio: credo sia importante avere in mente prima possibile cosa si vuol fare nella vita e su quello scommettere, almeno in via provvisoria; prudenza, sì, però facendo due scuole bisogna avere una ipotesi su quale sia la scelta prioritaria e in base a quella operare i necessari aggiustamenti. Nessuno si lamenta troppo, in conservatorio - anche al corso ordinario, figurarsi coi nuovi ordinamenti- se uno studente studia poco, purché abbia bei voti- nel senso che il programma del vecchio corso, pur serio, permette di arrivare in fondo lo stesso- ma i problemi poi vengono fuori dopo: se negli anni del conservatoprio non si ha acquisito un bagaglio professionale spendibile poi non si va da nessuna parte, pofessionalmente parlando. -
Poesia di D'Annunzio su Segovia
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Credo sia proprio quella! Non una poesia vera e propria, ma una dedica poetica. I miei ricordi sono tornati a posto, ricordavo anche la fotografia. Avevo passato al setaccio inutilmente ieri sera le annate de "L'Arte Chitarristica", invece era dentro quello spartito...Ho ricontrollato, la Sua copiatura è corretta- tranne, naturalmente, "estrella". La ringrazio molto! -
Poesia di D'Annunzio su Segovia
Piero Bonaguri ha pubblicato una discussione in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Ricordo abbastanza bene di avere letto tempo fa una poesia di D'Annunzio su Segovia. Ora la cerco, ma non ricordo più dove l'avevo letta...Qualcuno la conosce e potrebbe postarla? Grazie! -
Valore della chitarra in sede d'esame.
Piero Bonaguri ha risposto a Antonio nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Il finale dell'aneddoto è noto: Segovia provò la chitarra davanti a Ramirez, che gliela regalò. L'esame di compimento medio è un esame in cui si fa già tanta musica: Sor, Villa-Lobos, eccetera. Peccato affrontarlo con uno strumento inadeguato: non conosco la sua chitarra, bisognerebbe che qualcuno che se ne intende potesse darle un parere. Auguri -
Certamente la chitarra di Josè Ramirez non è in stile Torres; direi nemmeno quella di Bernabè, che con Ramirez lavorava prima di mettersi in proprio, le Alhambra - per quel che conosco - e quelle dei liutai italiani che lei cita (certo, qualcuno di loro potrebbe benissimo aver fatto qualche copia Torres o qualche strumento simile). Questo però non vuol dire che il modello Torres non venga più considerato o imitato da altri liutai, anche contemporanei. Torres è stato l'inizio di un certo tipo di chitarra che poi ha avuto tante evoluzioni, allontanandosi o avvicinandosi al modello originale. Ad esempio, Hauser è stato chiaramente influenzato da Torres, ma preferiva costruire chitarre dal piano armonico molto spesso, al contrario di Torres che usava piani armonici molto sottili. Se pensiamo che l'alternativa non è solo tra una copia Torres ed una chitarra radicalmente differente (come la classica Josè Ramirez III) possiamo considerare una serie di parametri (diapason , forma, catene, fasce, manico, paletta...) rispetto ai quali una moderna chitarra può avvicinarsi più o meno, o distanziarsi più o meno , rispetto alla Torres. Per fare un esempio italianissimo, Gallinotti ha costruito verso gli anni 40 strumenti abbastanza simili alle Torres (perché era influenzato da una chitarra Gomez Ramirez, a sua volta simile alla Torres), ma ha sperimentato anche altri modelli, tra cui quello di Josè Ramirez. Anche il liutaio torinese contemporaneo Luigi Locatto ha costruito strumenti di vario tipo, tra cui almeno qualcuno in stile - non copia esatta - Torres (ne abbiamo due al conservatorio di Bologna).
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La domanda è un po' generica: Torres è conosciuto proprio per essere il capostipite della chitarra moderna. Di fatto, molti liutai anche oggi si ispirano a lui, ed alcuni costruiscono anche delle vere e proprie copie (in Italia, tra gli altri, Pontiggia e Carbone). Ne ho suonata una bellissima di Iorio pochi giorni fa. Probabilmente, rispetto a tanti altri strumenti moderni, troverà la Torres - o una sua copia- di dimensioni un po' ridotte, soprattutto per quanto riguarda l'altezza delle fasce. Rispetto poi a strumenti più grandi, anche come diapason - per esempio le Ramirez di lunghezza 664 - si può avere un suono almeno in apparenza meno potente - bisogna poi vedere come si comporta il suono in una sala e come "viaggia" al di là dell'impressione che può avere chi suona. Credo che una buona copia Torres possa fare tutto il suo dovere nei confronti di qualsiasi repertorio della chitarra;detto questo si entra poi in un campo dove giocano molto anche i gusti e le caratterisstiche individuali di ogni interprete.
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Valore della chitarra in sede d'esame.
Piero Bonaguri ha risposto a Antonio nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non bisogna farsi troppe illusioni in questo senso; una commissione - ma anche un pubblico - valuta sinteticamente quello che viene fuori, e a ben vedere è difficile immaginare come potrebbe fare diversamente. Se il risultato complessivo è buono può apprezzare, se è il caso, anche lo strumento: magari ci si informa su chi è il liutaio, o viceversa si loda l'interprete per quello che è riuscito a fare nonostante lo strumento; se il risultato non è buono, ugualmente forse si dà un concorso di colpa al cattivo strumento se lo merita. In ogni caso non si approfondisce più di tanto la questione, anche perché per farlo bisognerebbe procedere a prove, comparazioni...un pubblico o una commissione ha una funzione diversa. Io penserei piuttosto in termini di responsabilità di chi suona verso il prodotto finito che riesce ad offrire; è vero che lo strumento interagisce in questo, ma è un problema che va affrontato e risolto meglio che si può prima, senza pretendere che il pubblico o la commissione possa accendersi contemporaneamente di ammirazione per il buon strumentista e di biasimo per il cattivo strumento. Non a caso il giovane Segovia per il suo primo concerto importante sentì l'esigenza di avere uno strumento adeguato e, non avendo i soldi per comprarlo, pensò di affittarlo; a prescindere da come poi andò a finire la vicenda, questa idea denota l'atteggiamento giusto verso la questione. -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Che dire? Prendo atto che in un forum di musicisti non c'è accordo su una cosa riconosciuta abbastanza pacificamente ovunque, e cioè sul fatto che la funzione docente, e in particolare negli istituti di alta formazione musicale, è ridicolmente misconosciuta, anche dal punto di vista economico, nel nostro paese. Forse non ci sarà nemmeno l'accordo sul declino della nostra università, che scioccamente scimmiottiamo col nostro tre più due, sulla mancanza di stanziamenti adeguati per la ricerca, sulla fuga dei cervelli all'estero, sull'emergenza educativa. Un po' di anni fa la diversa situazione nei conservatori permetteva che avessimo tra i docenti di conservatorio un musicista come Bruno Canino; adesso lui insegna all'estero, in compenso abbiamo capito che il vero problema sono le fotocopie, Emule ed il sommerso... Ci ho provato, ma non insisto perché più si va avanti e peggio è, le mie ragioni mi pare di averle espresse chiaramente e in lungo e in largo. Spero, per tutta la categoria, che né Nando della Chiesa né altri politici o futuri governanti abbiano letto questo thread, e ribadisco la mia disponibilità a far fronte comune con chi invece intendesse far qualcosa per migliorare la situazione di tutti. -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Ma la legge di riforma di precisosu questo cosa dice? Purtroppo non lo so, ma mi pare si parlasse di una immissione di tutti gli attuali titolari di cattedra in una speciale "nicchia" ad esaurimento; di fatto al momento tutti i docenti posssono essere o sono impiegati nell'insegnamento dei primi e secondi livelli, possono far parte del consiglio acacdemico, firmano i libretti d'esame eccetera... Personalmente sarei favorevole ad una verifica periodica del livello e dell'attività dei docenti. -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Io non sono entrato sulla figura e l'operato di Dalla Chiesa, ho solo detto che condivido alcuni giudizi. In quell'articolo il sottosegretario faceva appello al suo governo per reperire fondi, non so se potesse fare molto altro, ma almeno l'appello era condivisibile. Qualcuno sa se poi i soldi sono arrivati (temo di no) o han fatto il chilometro d'autistrada, o né l'una né l'altra cosa? Ho visto sul sito dell'unams un loro appello di ieri a tutti i partiti perché dicano ora cosa intendono fare, dopo, per noi ( contratto, riforma ecc.) -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Dall'articolo di Nando della Chiesa che ha dato origine al thread cito: "Così come poco basta ai docenti per il rinnovo dei loro contratti, e che oggi si sentono comunicare senza appello che i soldi che c'erano se ne sono già andati tutti via per il rinnovo dei contratti della scuola." "E altrettanto esprimono i sindacati; i quali, umiliati nelle loro (modeste) richieste, minacciano il blocco delle attività." "Basti considerare che a otto anni dalla promulgazione della legge il reclutamento dei docenti avviene ancora in base ai criteri delle scuole medie: anzianità di servizio, handicap, malattie, figli a carico ( ...) la parola merito è tabù. Un metodo accanitamente difeso dai sindacati con la complicità del Ministero" Vorrei semplicemente rimarcare la ragionevolezza di queste osservazioni, che credo ampiamente condivisibili. Certo, ribadisco che è legittimo pensare diverso - e faccio ammenda per quell'"insultante" di troppo - ma che sulla deplorevole situazione economica dell'insegnamento professionale della musica in Italia siano d'accordo praticamente tutti, da destra a sinistra, qualcosa vorrà pur dire. ("D'accordo" almeno in teoria: l'unams sostiene che gli altri sindacati in realtà ci starebbero ad un rinnovo contrattuale a costo zero...). D'altra parte, pur nella legittimità di opinioni diverse, che in forum specialistico si sostenga che i nostri docenti di conservatorio se la passano fin troppo bene e dovrebbero tirare la cinghia un po' di più, mi pare oltretutto abbastanza autolesionistico: ci pensano già i politici a trattarci male, se andiamo a dire che va anche troppo bene e bisognerebbe che ci trattassero un po' peggio - e nessuno controbatte - allora sarebbe meglio chiudere il forum prima che qualche politico per caso legga queste cose e si senta legittimato anche da noi a procedere... E'sul sito web del Corriere di oggi la cifra media di 19.861 dollari annui dei salari italiani, tra i più bassi d'Europa, dopo Spagna e Grecia. Non credo che lo stipendio iniziale di un docente di conservatorio sia chissà dove rispetto a questa cifra. Certo, chi insegna in conservatorio in Italia sta oggettivamente meglio di chi insegna alle medie ad indirizzo o alle scuole civiche; uniamo le forze, io direi, per migliorare le condizioni di tutti, piuttosto che litigare tra noi... -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Dunque, cerchiamo di capirci: visto la qualifica e lo status che gli viene conferito, non da me ma dallo stato italiano, l'insegnamento in una scuola artistica di fascia superiore come il conservatorio (in Italia è il livello più alto della istruzione musicale statale) va evidentemente paragonato con livelli simili , in Italia e all'estero, cioè con quanto prende un docente di conservatorio, che so, in Svizzera o in Belgio, o un docente univeristario.No? Da questo punto di vista, data la evidente e riconosciuta da tutti-se non siamo d'accordo su questo non possiamo andare molto in là, ma vorrei capire in quanti sostengono il contrario, a destra o a sinistra- mortificazione economica della funzione docente in Italia, anche rispetto a quella il livello stipendiale dei conservatori è basso; alcuni anni fa c'era una certa differenza rispetto, ad esempio alla secondaria, adesso praticamente no. Lo so anch'io che in Italia, paese in cui i salari sono tra i più bassi in europa, ci sono purtroppo stipendi ancora più bassi di quelli degli insegnanti; ma mi pare che, riconosciuto e denunciato questo, il paragone vada certo fatto con posizioni lavorative simili in altri paesi. Non credo che, in qualsiasi paese civile, lo stipendio di un operaio sia uguale a quello di un docente universitario, nè che, francamente, abbia senso una simile ipotetica rivendicazione (a parte che in Italia probabilmente un operario specializzato non prende uno stipendio molto diverso da quello di un docente)...ma mi aspetterei di dover dire queste cose parlando a chi del nostro lavoro, costi compresi, formazione eccetera non sa nulla, non di dover difendere il valore della funzione docente in un forum di chitarra! Quanto alla attività artistica, sono ugualmente stupito del tipo di argomentazione: lei pensa veramente che sia meglio che un docente di conservatorio non abbia attività artistica? O che, se l'ha, non venga pagata? O che, se gli viene pagata, gli venga decurtato lo stipendio dei giorni in cui esercita attività artistica? Io, sempre in un forum come questo - e non in un forum di sindacalisti bulgari degli anni cinquanta - mi aspetterei che si rivendicasse invece l'importanza del fatto che i docenti abbiano una attività artistica (concertistica, didattica, di ricerca, pubblicazioni e quant'altro); esattamente come in università ci si aspetta o si esige che un docente pubblichi, o svolga una attività professionale; questa è la molla anche dell'insegnamento a livello superiore, è quello che lo rinnova e lo qualifica...è un vantaggio per la scuola. Il permesso artistico non è un privilegio, è il riconoscimento di questo valore da parte della scuola e un incentivo per attrarre artisti attivi. D'altra parte, fare una attività professionale costa tempo e sacrificio; chi oltre all'insegnamento si sobbarca questo, lottando contro tutte le difficoltà che ci sono a questo livello, specie in Italia, dovrebbe farlo senza esserne remunerato? E per gli strumentisti ancora un certo riconoscimento c'è, ma i compositori rischiano proprio di fare il lavoro in perdita. Per non uscire fuori tema, mi pare che questo thread sia partito da una sacrosanta richiesta di fondi che dovevano servire anche a migliorare un po' la situazione, la sua considerazione di attingere agli stipendi dei docenti mi è sembrata talmente assurda e insultante che proprio non ce l'ho fatta a tacere...ma se proprio è convinto della bontà e del realismo delle sue argomentazioni, può sempre uscire allo scoperto e fare una azione pubblica in tal senso...vorrei vedere che seguito ha, secondo me sarebbe sommerso di risate (almeno da chi sa di cosa si sta parlando). -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Dunque, cerchiamo di capirci: visto la qualifica e lo status che gli viene conferito, non da me ma dallo stato italiano, l'insegnamento in una scuola artistica di fascia superiore come il conservatorio (in Italia è il livello più alto della istruzione musicale statale) va evidentemente paragonato con livelli simili , in Italia e all'estero.No? Da questo punto di vista, data la evidente e riconosciuta da tutti-se non siamo d'accordo su questo non possiamo andare molto in là, ma vorrei capire in quanti sostengono il contrario, a destra o a sinistra- mortificazione economica della funzione docente in Italia, anche rispetto a quella il livello stipendiale dei conservatori è basso; alcuni anni fa c'era una certa differenza rispetto, ad esempio alla secondaria, adesso praticamente no. Lo so anch'io che in Italia, paese in cui i salari sono tra i più bassi in europa, ci sono purtroppo stipendi ancora più bassi di quelli degli insegnanti; ma mi pare che, riconosciuto e denunciato questo, il paragone vada certo fatto con posizioni lavorative simili in altri paesi. Non credo che, in qualsiasi paese civile, lo stipendio di un operaio sia uguale a quello di un docente universitario, nè che, francamente, abbia senso una simile ipotetica rivendicazione...ma mi aspetterei di dover dire queste cose parlando a chi del nostro lavoro, costi compresi, formazione eccetera non sa nulla, non di dover difendere il valore della funzione docente in un forum di chitarra! Quanto alla attività artistica, sono ugualmente stupito del tipo di osservazione: lei pensa veramente che sia meglio che un docente di conservatorio non l'abbia? O che, se l'ha, non venga pagata? O che, se gli viene pagata, gli venga decurtato lo stipendio dei giorni in cui esercita attività artistica? Io, sempre in un forum come questo, mi aspetterei che si rivendicasse invece l'importanza del fatto che i docenti abbiano una attività artistica (concertistica, didattica, di ricerca, pubblicazioni e quant'altro); in università ci si aspetta che un docente pubblichi, o svolga una attività professionale; questa è la molla anche dell'insegnamento a livello superiore, è quello che lo rinnova e lo qualifica...è un vantaggio per la scuola. Il permesso artistico non è un privilegio, è il riconoscimento di questo valore da parte della scuola e un incentivo per attrarre artisti attivi. D'altra parte, fare una attività professionale costa tempo e sacrificio; chi oltre all'insegnamento si sobbarca questo, lottando contro tutte le difficoltà che ci sono a questo livello, specie in Italia, dovrebbe farlo senza esserne remunerato? E per gli strumentisti ancora un certo riconoscimento c'è, ma i compositori rischiano proprio di fare il lavoro in perdita. Per non uscire fuori tema, mi pare che questo thread sia partito da una sacrosanta richiesta di fondi che dovevano servire anche a migliorare un po' la situazione, la sua considerazione di attingere agli stipendi dei docenti mi è sembrata talmente assurda e insultante che proprio non ce l'ho fatta a tacere...ma se proprio è convinto della bontà e del realismo delle sue argomentazioni, può sempre uscire allo scoperto e fare una azione pubblica in tal senso...vorrei vedere che seguito ha, secondo me sarebbe sommerso di risate (almeno da chi sa di cosa si sta parlando). -
Conservatori: una testimonianza politica
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Leggi e musica
Sostenere che gli stipendi degli insegnanti in Italia sono extralusso è opinione certo legittima, ma credo destinata ad essere ben poco condivisa… basterebbe un minimo di comparazione con quanto succede in Europa e con quanto ormai proprio tutti riconoscono anche da noi: la funzione docente è tra le più umiliate e sottopagate in Italia, esito di una miopia politica pari solo alle conseguenze che questo fatto purtroppo avrà nel futuro. Quelli dei docenti di conservatorio, poi, sono stati tra i salari più penalizzati negli ultimi decenni nel mondo della scuola; se, infine, si pensa alle ultime vicende della famigerata riforma che stanno portando l’insegnante di conservatorio agli oneri e responsabilità di docente universitario “a costo zero” cioè senza il minimo riconoscimento economico… Che poi ci siano pochi o tanti docenti che non lavorano e non si meritano neanche il magro stipendio che prendono è un altro problema, ma in questo paghiamo le conseguenze di una cultura che ha voluto il posto fisso e (mal)pagato per tutti, insegnanti compresi, assumendoli a più non posso ben oltre le reali necessità di organico: andate a proporre un minimo di controllo e di standard di qualità verificati periodicamente nel mondo della scuola per vedere cosa succede… Quanto agli “extra” non si sa se ridere o piangere: tra iva, irpef, enpals oltre il 50% del cachet di una prestazione artistica se ne va in tasse. Che, ciò nonostante, qualcuno riesca a vivere decentemente facendo questo mestiere sarebbe cosa di cui, se mai, rallegrarsi, secondo me…altrimenti auspichiamo di chiudere tutti bottega per andare magari a cercare “lavoro” in uno dei numerosi enti inutili assistiti che non mancano certo in Italia. -
Ci sono anche io
Piero Bonaguri ha risposto a Eleonora nella discussione Inizia da qui e presentati alla community
Beh, allora la "costrizione" è servita a qualcosa dopotutto...La passione viene se e quando viene, ma chissà se senza quelle lontane basi sarebbe potuta emergere... Adesso non permetta che nessuno "studioso serio" gliela porti via. Benvenuta! -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
Cito da una recentissima circolare ministriale, (testo reperito nel sito UNAMS) «le Amministrazioni pubbliche valuteranno i diplomi accademici di primo livello del tutto assimilabili ai diplomi rilasciati dalle Istituzioni AFAM prima dell’entrata in vigore della legge n. 508 del 1999, ferma restando la previsione contenuta nell’articolo 2, comma 5 della legge n. 508 del 1999 in merito all’adozione di un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per la definizione concreta delle equipollenze tra titoli di studio rilasciati dalle Istituzioni in questione ed i titoli universitari ai fini dell’ammissione ai pubblici concorsi». Se non capisco male, vorrebbe dire che il triennio vale come il vecchio diploma (grazie tante, dopo nove anni di"sperimentazione"). Dice anche, la recentissima circolare, che per il riconoscimento delle equipollenze con le lauree universitarie bisogna aspettare un decreto del Consiglio dei Ministri. -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
Il Ministero vorrebbe poter smentire il sindacato che dice che sussiste il problema; e ogni tanto ci prova, ma non può , alla fine, che ribadire che siamo ancora in attesa del decreto previsto dalla 508 e non ancora emanato; e, di fatto, chi prova a farsi riconoscere il titolo ha ancora problemi. Se si va sul sito UNAMS si possono seguire anche le recentissime polemiche a riguardo. -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
Non sono informatissimo, ma mi pare che la situazione non sia del tutto chiara. Ad oggi, c'è ancora una controversia sul valore legale dei titoli rilasciati alla fine di triennio e biennio "sperimentali" - ad esempio un sindacato di settore sostiene, dati alla mano, che questi titoli non hanno ancora nessun valore per l'accesso ai pubblici concorsi, non essendo ancora stato emanato l'apposito decreto previsto dalla legge - mentre il diploma ordinamentale ha tuttora un certo valore. Apparirebbe quantomeno strano abolire il corso ordinamentale per sostituirlo con un corso alla fine del quale c'è un titolo il cui pieno valore non è stato (ancora) riconosciuto. E,se lo si facesse, si aprirebbe la starda, anzi l'autostrada, per valanghe di ricorsi. -
Il primo concerto di Segovia...
Piero Bonaguri ha risposto a Marco Friulani nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Certamente,e fu proprio Segovia a perseguire sistematicamente l'idea di ampliare il repertorio chiedendo nuove opere ai compositori. Nello stesso tempo quel lontano programma fa intuire la consapevolezza del valore "alto" della chitarra che aveva Segovia. Avrebbe potuto suonare altre cose, forse compiacendo di più l'orecchio dei chitarristi che lo andavano ad ascoltare: invece si cimentava con Beethoven e Schumann, cercando quindi il confronto con i grandi pianisti e con il pubblico che li ascoltava, più che con i chitarristi; oltretutto svantaggiato dalle difficoltà ulteriori di quei pezzi sulla chitarra; poco dopo avrebbe suonato Bach dal violino. Ho visto che la pubblicazione dei 4 brevi pezzi di Cesar Franck è degli anni venti, quindi da subito Segovia suonava anche cose all'apparenza "facili", ma così difficli da rendere bene sulla chitarra. Perché rischiava così già all'inizio della carriera, chi glielo faceva fare? E' la stessa consapevolezza del valore alto e delle potenzialità artistiche della chitarra che lo avrebbe spinto a cercare Castelnuovo-Tedesco e Tansman. Ci si potrebbe - un po' provocatoriamente, lo ammetto - chiedere se nella media dei programmi che propongono i chitarristi adesso sia dato di riscontare una maggiore nobiltà nelle scelte artistiche. -
Il primo concerto di Segovia...
Piero Bonaguri ha risposto a Marco Friulani nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Il primo concerto è a Granada fu nel 1909, purtroppo non ho il programma. Ne ho uno del 1913, in tre parti: Beethoven: Adagio dalla Sonata Op.13;Schumann: Saint-Nicolas;Tarrega: Capricho Arabe. Chopin:, Notturno N°2; Debussy:Secondo Arabesque;Schumann: Des Abeus. Tschaikowsky: I° Humoresque;Tarrega: Minuetto in Mi maggiore;Segovia: Sevilla. Le informazioni sono tratte dal bel volume: "Andrés Segovia", curato da Eugenio Tobalina, Còrdoba 2004.