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La chitarra classica a che punto è?


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Francesco Diodovich ha scritto:

Ti dispiacerebbe dirci in termini più comprensibili cosa si dovrebbe fare?[/quote

 

Mi associo alla domanda e la estendo a chiunque volesse intervenire

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Infatti non è Giorgio che scrive la frase da te citata :D ....anche se non sono così sicuro che l'amatore (vero, evoluto) sia un essere così dannoso. Intendiamoci con le parole però. Per amatore intendo chi fa della musica non il suo lavoro ma la sua passione e come tale va a cercare dentro alla musica cose che a volte al professionista sfuggono. Non ho mai avuto problemi a relazionarmi col mondo amatoriale, anzi sovente ho preso spunti importanti per la professione, ma è la mia esperienza, probabilmente la tua è differente se pensi così. Tu ti occupi prevalentemente di contemporanea, forse quello è un campo in cui l'amatore tradizionalmente inteso non è molto ferrato, forse parte di lì la tua osservazione. Può essere l'argomento per un nuovo topic che dici?Ciao

Scusa Giorgio, un refuso di cui non mi spiego.

Ad ogni modo, per me, gli amateur sono tutti coloro che studiano superficialmente ed i fretta repertori importanti e fondamentali del nostro repertorio.

Un amateur vero non dovrebbe mai confrontarsi con capolavori e addirittura proporli ad un pubblico... è un punto a sfavore per lo strumento, senza dubbio.

In un concerto pubblico l'amateur si diverte, ne sono certo, vive sicuramente attimi di pura estasi nel pensare che per qualche microsecondo le sue interpretazioni possano aver destato un tenue interesse in qualche ignaro ascoltatore distratto, ma poi, a fine concerto, quando le luci si spengono e cala il buuuuio (brrr, che paura!), rimane il vuoto attorno a lui, nella sala, tra gli ascoltatori impauriti che - e qui ritorno serio - criticano il nostro amato strumento.

Dimenticavo... tra gli amatuer si nascondono ed operano, tuttora impuniti, anche molti professioneur, cosa credi?

Amatuer si nasce! :D

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Il professionista non è l'amatuer. Egli svolge un compito completamente differente.

Il primo dedica la propria vita ad una cosa, il secondo si diverte a rovinargliela.

L'amateur compie molti danni al mercato, soprattutto quando gioca a fare il professionista... è questo uno dei momenti in cui il potenziale ascoltatore volta le spalle al nostro strumento. Lo fa anche quando ascolta un professionista... figuriamoci se ascolta un dilettante, non credi?

 

 

Dipende se si identifica la parola professionista con "artista".

Anche un amateur può dedicare la vita alla musica. Il senso del pudore verso l'esibizionismo e la consapevolezza dei propri limiti oggettivi, sono invece altre cose, auspicabili in ogni settore.

 

Ci sono anche musicisti di professione, pittori di professione, scrittori di professione, che fanno rimpiangere anche un modico investimento nei confronti del loro operato.

Che poi, di fronte all'arte, in molte persone sia scarsamente sviluppata la capacità di distinguere il valido dal non valido, è un problema che ha piu' risvolti di tipo educativo che non etici.

Se questa assenza di "educazione al bello" è dovuta sicuramente alla congenita diversa soglia di sensibilità degli esseri umani (che prescinde dall'istruzione, l'età, le mode ecc.), in parte è anche conseguenza di quell''alone di irragiungibilità intellettuale e "divismo" di cui molti professionisti dell'arte amano a volte circondarsi, originando ben poca attrazione e curiosità verso un mondo innegabilmente piu' difficile da capire e "sentire".

Certo che non sei tenero, Francesco. Quando leggo un insegnante esprimersi così, rifletto molto sul percorso che sto facendo.

 

 

 

Butterfly

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Dimenticavo... tra gli amatuer si nascondono ed operano, tuttora impuniti, anche molti professioneur, cosa credi?

 

 

Ci sono anche musicisti di professione, pittori di professione, scrittori di professione, che fanno rimpiangere anche un modico investimento nei confronti del loro operato.

Che poi, di fronte all'arte, in molte persone non sia particolarmente sviluppata la capacità di distinguere il valido dal non valido, è un problema che ha piu' risvolti di tipo educativo che non etici.

Certo che non sei tenero, Francesco. Quando leggo un insegnante esprimersi così, rifletto molto sul percorso che sto facendo.

 

 

 

Butterfly

Hai ripetuto una cosa che avevo già scritto, cara Butter.

Ad ogni modo, se un insegnante non ha neppure il diritto ad esprimersi così, mi chiedo chi possa farlo.

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Ci mancherebbe, Francesco. Non ho certo negato il tuo diritto ad esprimerti, nè è mia intenzione fare l'elogio del dilettante.

 

 

 

 

Butterfly ;)

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Dipende se si identifica la parola professionista con "artista".

Raramente coincidono nella stessa persona

Anche un amateur può dedicare la vita alla musica.

Non sono d'accordo. La differenza è tutta qua. Io ho allievi chitarristi che svolgono la professione di medico, di avvocato e di lavori vari.

Costoro amano alla follia la chitarra, ma non si sognerebbero mai di imbracciarla di fronte ad un pubblico vero.

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Anche un amateur può dedicare la vita alla musica.

Non sono d'accordo. La differenza è tutta qua. Io ho allievi chitarristi che svolgono la professione di medico, di avvocato e di lavori vari.

Costoro amano alla follia la chitarra, ma non si sognerebbero mai di imbracciarla di fronte ad un pubblico vero.

 

Questo non significa che non dedichino lo stesso la loro vita alla musica.

 

Se gli allievi medici e avvocati non si sentono in grado di suonare di fronte a un pubblico, probabilmente non hanno raggiunto questa specifica capacità.

Indipendentemente che si arrivi a suonare per professione, studiare uno strumento implica anche sapersi confrontare con un uditorio.

Se non erro perfino l'esame di diploma è strutturato come lo svolgimento di un programma da concerto.

Non confondiamo poi l'amore per l'arte con la capacità di produrre arte.

Se si studia si fa seriamente, altrimenti sì che si è dei dilettanti.

 

 

 

Butterfly

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Perchè non parliamo delle difficoltà che incontrano molti giovani chitarristi (preparati e che si sentono di suonare in pubblico) nel trovare associazioni musicali o culturali o enti pubblici che li facciano esibire?

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Questo non significa che non dedichino lo stesso la loro vita alla musica.

Non capita quasi mai.

 

Se i tuoi allievi medici e avvocati non si sentono in grado di suonare di fronte a un pubblico, probabilmente non hanno raggiunto questa specifica capacità.

Indipendentemente che si arrivi a suonare per professione, studiare uno strumento implica anche sapersi confrontare con un uditorio.

Se non erro perfino l'esame di diploma è strutturato come lo svolgimento di un programma da concerto.

Non confondiamo poi l'amore per l'arte con la capacità di produrre arte.

Se si studia si fa seriamente, altrimenti sì che si è dei dilettanti.

 

Butterfly

Proviamo a vedere la cosa da un'altra angolazione.

Se a 42 anni suonati decidessi di diventare una campione di Ju Jitzu (si scirive così?), secondo te, con tutto l'impegno, l'amore e l'ardone che potrei metterci, avrei qualche speranza di riuscirvi?

Si. Forse una su un milione.

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Se i tuoi allievi medici e avvocati non si sentono in grado di suonare di fronte a un pubblico, probabilmente non hanno raggiunto questa specifica capacità.

Indipendentemente che si arrivi a suonare per professione, studiare uno strumento implica anche sapersi confrontare con un uditorio.

Se non erro perfino l'esame di diploma è strutturato come lo svolgimento di un programma da concerto.

Non confondiamo poi l'amore per l'arte con la capacità di produrre arte.

Se si studia si fa seriamente, altrimenti sì che si è dei dilettanti.

 

Butterfly

Proviamo a vedere la cosa da un'altra angolazione.

Se a 42 anni suonati decidessi di diventare una campione di Ju Jitzu (si scirive così?), secondo te, con tutto l'impegno, l'amore e l'ardone che potrei metterci, avrei qualche speranza di riuscirvi?

Si. Forse una su un milione.

 

E' un'angolazione poco pertinente, anche se potrei citarti il caso di qualche pulzella che ha corso le sue regate migliori e piu' difficili ben oltre i 20 anni. ;)

L'arte non è uno sport, per quanto richieda un notevole impegno anche fisico. Però ho capito cosa vuoi dire; forse ho spiegato male quello che intendevo io.

 

Vale sempre la pena di lavorare per quella possibilità 1/1.000.000.

Se anche non si verificasse si sarebbe fatto un atto di coraggio; considerarla a priori una perdita di tempo invece...

Questo non perchè l'ambizione di chi studia musica debbe essere necessariamente fare concerti.

Una persona può anche essere timida o ansiosa o non voler suonare in pubblico, non è obbligatorio.

Quello che contesto è il ritenere superfluo imparare /insegnare a farlo.

Ma probabilmente è un mio personale approccio di affrontare lo studio in generale.

Ho avuto uno studente tetraplegico e paralizzato anche nella parola che ha scritto (con l'uso stentato di un solo dito), uno dei volumi piu' interessanti sulla storia dell'arte ligure.

Il fatto è che di fronte a uno studente a me non è mai interessato quanti anni aveva, perchè studiasse o se dopo si sarebbe aperto una boutique.

Nella mia percezione delle cose, non è questo il punto, Francesco. Spero che resteremo amici anche se non condivido questo approccio agli studenti di musica adulti.

 

Poi, qualunque 42enne sa bene che anche alzandosi alle 6.00 per esercitarsi su scale e arpeggi, non diventerà mai un campione di Ju Jitzu ;)

 

 

 

Butterfly

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