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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

I pezzi più difficili per chitarra


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Ascoltata la registrazione... molto bella grazie!!! Complimenti due volte suonare un pezzo così difficile in modo scorrevole, espressivo e pulito è un'impresa titanica!!!

 

Di impossibile ha il passaggio dopo la seconda ripresa, ma soprattutto il riuscire a domarlo tutto con relativa tranquillità dall'inizio alla fine. In pubblico non riuscirei mai a suonarlo e mi piacerebbe vedere chitarristi del calibro di Barrueco o Russel metterlo in programma...

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Guardando i dischi che Barrueco e Russel sfornano mi viene da pensare che MCT non sappiano nemmeno chi sia.

 

Invece, aggravante uletriore, lo sanno bene ma gli preferiscono l'oleografia.

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ps.

 

Micheli e Tampalini sono due eccelsi interpeti di MCT che non fanno certo rimpiangere i 2 sopracitati.

 

Anzi.

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Effettivamente la registrazione di Micheli è splendida, soprattutto mi è piaciuto il Capriccio di Goya (penso si riferisca alla monografia su Castelnuovo Tedesco con la Tarantella, Aranci in Fiore e l'integrale di Escarraman). So che Tampalini ha registrato l'integrale di Castelnuovo Tedesco (tra cui il mio temutissimo Rondò), ma non sono ancora riuscito ad ascoltarlo. Tra l'altro attualmente sono alle prese con un altro pezzo di Castelnuovo Tedesco (non demordo!) però per chitarra e voce: si tratta della Ballata dall'esilio. In tale pezzo mi sembra che però qualche intervento di revisione da parte del chitarrista è indispensabile per rendere più fluido e più sonoro il sostegno armonico alla voce. Cosa ne pensa? E' meglio suonare tutte le note ma sacrificando situazioni sincopate, accordi tenuti ecc.. o è preferibile rispettare l'andamento ritmico-armonico con qualche sacrificio? Certo ogni nota sacrificata è un peccato...

Quanto a Barrueco e a Russell, non sono poi così convinto che non conoscano Castelnuovo Tedesco, un compositore che, per qualità e quantità di opere da lui dedicate alla chitarra, risulta assolutamente di spicco nel panorama del Novecento chitarristico. Magari ai due di cui sopra non piace...

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Effettivamente la registrazione di Micheli è splendida, soprattutto mi è piaciuto il Capriccio di Goya (penso si riferisca alla monografia su Castelnuovo Tedesco con la Tarantella, Aranci in Fiore e l'integrale di Escarraman). So che Tampalini ha registrato l'integrale di Castelnuovo Tedesco (tra cui il mio temutissimo Rondò), ma non sono ancora riuscito ad ascoltarlo. Tra l'altro attualmente sono alle prese con un altro pezzo di Castelnuovo Tedesco (non demordo!) però per chitarra e voce: si tratta della Ballata dall'esilio. In tale pezzo mi sembra che però qualche intervento di revisione da parte del chitarrista è indispensabile per rendere più fluido e più sonoro il sostegno armonico alla voce. Cosa ne pensa? E' meglio suonare tutte le note ma sacrificando situazioni sincopate, accordi tenuti ecc.. o è preferibile rispettare l'andamento ritmico-armonico con qualche sacrificio? Certo ogni nota sacrificata è un peccato...

Quanto a Barrueco e a Russell, non sono poi così convinto che non conoscano Castelnuovo Tedesco, un compositore che, per qualità e quantità di opere da lui dedicate alla chitarra, risulta assolutamente di spicco nel panorama del Novecento chitarristico. Magari ai due di cui sopra non piace...

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Non conosco la "Ballata dell'esilio", quindi non sono in grado di dare una risposta circostanziata ai suoi quesiti.

Eventualmente provi a chiedere al Maestro Gilardino che di MCT è un profondo esegeta.

 

In generale le posso dire che nelle versioni non revisionate dei lavori MCT sono necessari dei piccoli accorgimenti per poter suonare alcuni passaggi: è chiaro che una figura ritmica non è modificabile; può intervenire sui suoni che formano l'accordo, a volte è sufficiente spostare una delle parti interne, a volte è necessario cassarne una.

A quanto ne so, MCT, come tutti i compositori molto eruditi, teneva molto alla linea del basso e anche nelle revisioni affidate a Segovia si preoccupava che venisse alterato il meno possibile.

 

Neanche io sono convinto che Russel e Barrueco non conoscano MCT, anzi.

 

Che possano non amarlo come compositore è possibile ma, come lei scrive, vista la qualità e la quantità (io direi l'identificazione del pensiero musicale di MCT con la chitarra) delle opere dedicate a questo strumento, trovo assurdo che lo rifuggano.

 

Saluti.

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Non conosco la "Ballata dell'esilio", quindi non sono in grado di dare una risposta circostanziata ai suoi quesiti.

Eventualmente provi a chiedere al Maestro Gilardino che di MCT è un profondo esegeta.

 

In generale le posso dire che nelle versioni non revisionate dei lavori MCT sono necessari dei piccoli accorgimenti per poter suonare alcuni passaggi: è chiaro che una figura ritmica non è modificabile; può intervenire sui suoni che formano l'accordo, a volte è sufficiente spostare una delle parti interne, a volte è necessario cassarne una.

A quanto ne so, MCT, come tutti i compositori molto eruditi, teneva molto alla linea del basso e anche nelle revisioni affidate a Segovia si preoccupava che venisse alterato il meno possibile.

 

Nella parte di chitarra della "Ballata dall'esilio" è sufficiente abbassare il re di un'ottava e tutto va a pasto, senza sacrificare nulla (del resto. è un accompagnamento molto discreto e, in certi punti, volutamente scarno).

 

 

Neanche io sono convinto che Russel e Barrueco non conoscano MCT, anzi.

 

Che possano non amarlo come compositore è possibile ma, come lei scrive, vista la qualità e la quantità (io direi l'identificazione del pensiero musicale di MCT con la chitarra) delle opere dedicate a questo strumento, trovo assurdo che lo rifuggano.

 

Saluti.

 

Il fatto che i concertisti scelgano certi autori e ne evitino altri può avere infinite spiegazioni, e soltanto alcune contengono riserve critiche. I concertisti-divi, in particolare, che servono un pubblico relativamente vasto, non esplorano il repertorio, e si rivolgono a pagine adatte alle loro esigenze di comunicazione o, più semplicemente, commerciali. Nulla da obiettare. Ciascuno fa il suo mestiere: tra i compositori che mirano alla sostanza e sviluppano una ricerca approfondita e altamente personale e i divi della ribalta non esiste dialogo, non hanno niente da dirsi.

 

dralig

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non saprei...

mi viene un dubbio se penso agli ultimi lavori discografici dei succitati Russel e Barrueco penso che non gli interessi proporre materiale così impegnativo per loro e poco appetibile per le platee.

E' comodo suonare due ballate scozzesi o la cavatina....(seppur in modo meraviglioso)

 

per quanto riguarda la scrittura di Tedesco, sì bisogna spesso operare qualche cambiamento.

non saprei se questa cosa del tenere il basso sia una fissa di TEdesco o semplicemente della sana armonia a dettarlo, che pensi?

Secondo me come sempre si dovrebbe fare (anche trascrivendo Bach o la più banale canzonetta) bisogna sempre far riferimento alle cosiddette "regole" di armonia e poi, beh, affidarsi al proprio orecchio e cutura musicale.

una riflessione:

E' davvero così importante affrontare lo studio di brani che non sono in grado di risolvere per motivi tecnici-meccanici e quant'altro?

Devo ricorrere alla semplificazione per riuscirci?

Non posso essere più felice nel suonare bene un bel preludio di Villa-Lobos anzichè rischiare di rovinare delle bellissime pagine?

 

tanto per discutere.

cordialmente

Gio

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Non conosco la "Ballata dell'esilio", quindi non sono in grado di dare una risposta circostanziata ai suoi quesiti.

Eventualmente provi a chiedere al Maestro Gilardino che di MCT è un profondo esegeta.

 

In generale le posso dire che nelle versioni non revisionate dei lavori MCT sono necessari dei piccoli accorgimenti per poter suonare alcuni passaggi: è chiaro che una figura ritmica non è modificabile; può intervenire sui suoni che formano l'accordo, a volte è sufficiente spostare una delle parti interne, a volte è necessario cassarne una.

A quanto ne so, MCT, come tutti i compositori molto eruditi, teneva molto alla linea del basso e anche nelle revisioni affidate a Segovia si preoccupava che venisse alterato il meno possibile.

 

Nella parte di chitarra della "Ballata dall'esilio" è sufficiente abbassare il re di un'ottava e tutto va a pasto, senza sacrificare nulla (del resto. è un accompagnamento molto discreto e, in certi punti, volutamente scarno).

 

 

Neanche io sono convinto che Russel e Barrueco non conoscano MCT, anzi.

 

Che possano non amarlo come compositore è possibile ma, come lei scrive, vista la qualità e la quantità (io direi l'identificazione del pensiero musicale di MCT con la chitarra) delle opere dedicate a questo strumento, trovo assurdo che lo rifuggano.

 

Saluti.

 

Il fatto che i concertisti scelgano certi autori e ne evitino altri può avere infinite spiegazioni, e soltanto alcune contengono riserve critiche. I concertisti-divi, in particolare, che servono un pubblico relativamente vasto, non esplorano il repertorio, e si rivolgono a pagine adatte alle loro esigenze di comunicazione o, più semplicemente, commerciali. Nulla da obiettare. Ciascuno fa il suo mestiere: tra i compositori che mirano alla sostanza e sviluppano una ricerca approfondita e altamente personale e i divi della ribalta non esiste dialogo, non hanno niente da dirsi.

 

dralig

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Il fatto che i concertisti scelgano certi autori e ne evitino altri può avere infinite spiegazioni, e soltanto alcune contengono riserve critiche. I concertisti-divi, in particolare, che servono un pubblico relativamente vasto, non esplorano il repertorio, e si rivolgono a pagine adatte alle loro esigenze di comunicazione o, più semplicemente, commerciali. Nulla da obiettare. Ciascuno fa il suo mestiere: tra i compositori che mirano alla sostanza e sviluppano una ricerca approfondita e altamente personale e i divi della ribalta non esiste dialogo, non hanno niente da dirsi.

 

dralig

 

A questo punto verrebbe quasi da chiedersi a cosa serva cercare la sostanza del comporre.

 

Forse parte del problema risiede nell'educazione del pubblico chitarristico: non credo che ad un appassionato di letteratura pianistica possa interessare l' arrangiamento estemporaneo di "O sole mio", almeno non come metro di valutazione della qualità di un interprete, pare invece che tali operazioni riscuotano un certo successo tra gli aficionados di concerti di chitarra classica.

 

Comunque, nel mio piccolo, mi rendo perfettamente conto che l'unica strada percorribile per giungere a qualcosa di stilisticamente unico è quella di stare alla larga dalle soluzioni facili.

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