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non saprei se questa cosa del tenere il basso sia una fissa di TEdesco o semplicemente della sana armonia a dettarlo, che pensi?

Secondo me come sempre si dovrebbe fare (anche trascrivendo Bach o la più banale canzonetta) bisogna sempre far riferimento alle cosiddette "regole" di armonia e poi, beh, affidarsi al proprio orecchio e cutura musicale.

 

Gio

 

Si, è ovvio che trascrivere significa innanzitutto saper trascrivere.

La chitarra presenta però una problematica aggiuntiva rispetto ad uno strumento più "analitico" come il pianoforte.

 

Perchè ad un certo punto si palesa la componente psicologica della percezione: il fatto che sulla chitarra si possa, ad esempio suonare il do alla medesima ottava sulla seconda, terza e quarta corda, determina una diversa percezione della medesima nota che a causa del peso timbrico può

rivelarsi come melodia o basso o altro ancora.

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E' davvero così importante affrontare lo studio di brani che non sono in grado di risolvere per motivi tecnici-meccanici e quant'altro?

Devo ricorrere alla semplificazione per riuscirci?

Non posso essere più felice nel suonare bene un bel preludio di Villa-Lobos anzichè rischiare di rovinare delle bellissime pagine?

 

Sicuramente... riuscire a suonare bellissime pagine anche meno complesse è comunque una grande soddisfazione. Tuttavia nel caso della Ballata di cui si parla gli interventi sono assolutamente necessari, non c'è niente da fare. Larghissimo, per farle un esempio, è l'utilizzo nel brano di accordi con all'interno note per grado congiunto , un problema che può diventare irrisolvibile per noi chitarristi. Tornando al suo intervento, spesso si vede in sede di concorsi o concerti ragazzini di diciassette anni suonare i Rondò di Aguado o la Reverie di Regondi, con risultati assolutamente discutibili. Quindi cosa si deve pensare? E' bravo, è giovane e già riesce ad "arrivare in fondo" a questi pezzi o è solo un triste esempio di speculazione tecnico-interpretativa? Discorso un po' provocatorio ma affascinante.


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Nella parte di chitarra della "Ballata dall'esilio" è sufficiente abbassare il re di un'ottava e tutto va a pasto, senza sacrificare nulla (del resto. è un accompagnamento molto discreto e, in certi punti, volutamente scarno).

 

 

Proverò sicuramente, la ringrazio... Accompagnamento scarno? Quindi risalto massimo alla voce ed una delicata trama accordale di sottofondo?

 

Il brano comunque è meraviglioso e sono riuscito a reperire solo una registrazione di Marco de Santi con Wojung Kim (soprano). Qualcuno è al corrente di altre registrazioni? (vorrei sentire un ulteriore "parere sonoro"). La mia enorme difficoltà in questo pezzo è di riuscire a farmi sentire, al di là dei problemi tecnici certamente risolvibili, in confronto al baritono con cui la sto studiando. In certi casi la sua voce esplode letteralmente seppellendomi nonostante mi distrugga le unghie per cavare più suono possibile (penalizzandone un po' la qualità)...


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Inviato

 

Il brano comunque è meraviglioso e sono riuscito a reperire solo una registrazione di Marco de Santi con Wojung Kim (soprano). Qualcuno è al corrente di altre registrazioni? (vorrei sentire un ulteriore "parere sonoro").

 

L'incisione che menzioni è musicalmente a posto, ma il testo poetico e la tessitura musicale reclamano perentoriamente una voce maschile.

 

 

La mia enorme difficoltà in questo pezzo è di riuscire a farmi sentire, al di là dei problemi tecnici certamente risolvibili, in confronto al baritono con cui la sto studiando. In certi casi la sua voce esplode letteralmente seppellendomi nonostante mi distrugga le unghie per cavare più suono possibile (penalizzandone un po' la qualità)...

 

Bisognerà spiegare al baritono in questione che non è in scena a cantare "Cortigiani, vil razza dannata", ma un lied. Fagli ascoltare qualche registrazione di Dietrich Fischer Dieskau, magari capirà.

 

dralig


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Ho preso nota del nome.. grazie! Effettivamente un ascolto spesso vale più di mille spiegazioni ed era proprio quello che mi serviva per dare un esempio a quel povero baritono che soffre a cantare adattandosi ai miei volumi!!

 

Quanto all'interpretazione, ho intravisto una sorta di fil rouge che collega "l'esule" Cavalcanti con Castelnuovo Tedesco, fuggito a Beverly Hills per scampare alle persecuzioni naziste...

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