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Angelo Gilardino

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  1. I liutai sono dispostissimi a costruire chitarre per mancini. Ben quattro allievi miei, mancini, suonano ottime chitarre di liuteria italiana fatte per loro. dralig
  2. non conosco ApIvor...è importante dire che invece, l'idea darmstadtiana di serialismo, nella sua evoluzione, implica di certo la serializzazione del ritmo (a questo proposito celebre fu l'articolo di Stockhausen del 59, "...how time passes...")...era necessaria l'alternativa a qualunque cosa fosse riconducibile al tematismo ...compresi quindi i "ridicoli" tempi di minuetto e giga su una "serie" dodecafonica (op 24 25 29 Schoenberg)... L'alternativa non si poteva imporre come legge. Era valida nella misura in cui, asserita nella pratica compositiva, dava luogo a composizioni di qualità superiore a quelle aborrite ed etichettate come ridicole. Mi dispiace, ma ciò non è avvenuto: le composizioni di Stockhausen non hanno affatto ridicolizzato quelle di Schoenberg - un grande musicista - e quindi l'etichetta appare per quel che è: un tentativo di squalifica settaria operato a priori da chi, forse, i minuetti e le gighe seriali non avrebbe mai saputo scriverli. dralig
  3. Caro Marcello, come sai, l'uso della tecnica seriale non implica, di per sé, e come imperativo assoluto, né estetico né etico né fisico-acustico, l'obbligo di serializzare anche il ritmo. Questa è un'idea darmstadtiana che ApIvor fa maldestramente sua, senza peraltro riuscire a spiegare quali siano i nessi controllabili che determinano, in una serie, i ritmi "astratti" che soli potrebbero identificarsi con la serie. Alla fine, risulta una sorta di semplicistico "non usate i ritmi barocchi perché con la serie non vanno bene, e non vanno bene perché lo dico io". Basta, per rimanere nell'aiuola del repertorio della chitarra, leggere le "Sechs Musiken" di Apostel o la "Suite" di Krenek - infinitamente superiori a qualunque pezzo scritto da ApIvor - per constatare che il maestro gallese diceva delle - chiedo venia - fesserie. dralig
  4. Poveri violinisti mancini, sono tutti affetti da tremende turbe psichiche e non lo sanno! Le turbe psichiche dei poveri violinisti sono un debole artificio retorico inventato da Lei in sostituzione di argomenti seri. Quando si ricorre agli effetti in sostituzione delle argomentazioni, discutere non ha più senso. Buongiorno. dralig
  5. Grazie! dralig
  6. Che Lei sappia, esiste anche un programma - free o non free - per catalogare la propria discoteca classica? dralig
  7. Buona musica, scritta bene, con mano sicura. Sono centinaia i pezzi di valore che nessuno suona. Un compositore che ha almeno un campione, qual è Davide Ficco per Bertotto, può dirsi già abbastanza fortunato. dralig
  8. Il pianoforte non chiede alle mani due funzioni diverse, ma due funzioni identiche, entrambe primarie. La differenza sta solo nella ripartizione dei registri, ed è cosa ben diversa dalla differenza esistente tra la funzione della mano destra e della mano sinistra di chi suona uno strumento a corda. Non ho mai avuto che fare con un chitarrista mancino pentito della propria scelta di rimanere tale - pur nella consapevolezza degli svantaggi di tipo mercantile causati dal fatto che l'acquisto di una chitarra costruita ad hoc è praticamente a fondo perduto. Ho avuto invece diversi casi di mancini forzati destrimani che hanno pagato - e pagano - con un superlavoro il problema del loro assestamento in una funzione per loro innaturale. Esistono anche casi di mancini forzati destrimani che non si rendono conto del loro problema. dralig
  9. Ecco, questo finalmente è il punto: perché l'impostazione "standard" è quella che conosciamo? Sinceramente non lo so! Bisognerebbe indagare tra quei popoli antichi che per primi hanno usato i famosi strumenti "antenati", ed io non ho certo le competenze per arrivare ad una conclusione. Potrei però azzardare che il pizzicare la corda in quelle epoche sì che poteva costituire l'azione più importante, e magari l'eventuale derivazione dagli strumenti come lire e cetre può dimostrarlo. Fatto sta che poi storicamente l'impiego e l'impegno della mano in tastiera è aumentato esponenzialmente, fino a raggiungere, già ormai da secoli, pari dignità. Per la verità, noi non abbiamo documentazione su come si comportassero le popolazioni primitive e le antiche culture con i mancini suonatori di strumenti a corda. Le iconografie ci presentano figure destrimani per ovvie ragioni: allora come oggi la maggioranza degli esecutori era destrimane (Manet tuttavia ha dipinto un chitarrista mancino). D'accordo sul fatto che non vi sia gerarchia tra le due mani adibite a funzioni diverse. Nel destrimane, la destra non è "più importante" della sinistra, è invece "primaria", cioè delegata alle funzioni che la mente individua come primarie in un'operazione complessa: il pizzicare le corde è primario rispetto al modificarne la lunghezza. La mente classifica l'azione primaria del pizzico come "naturale" e quella secondaria del modificarne la lunghezza come "artificiale", anzi, in mancanza di istruzioni, una mente ingenua non individua nemmeno la funzione artificiale, Si metta un bimbo di due anni davanti a una chitarra e lo si esorti genericamente a suonare: pizzicherà le corde (con la sua mano primaria: su questo non c'è dubbio), ma non gli verrà in mente di premere le corde sulla tastiera. dralig
  10. attenzione: è sulla buona strada per ricever richieste di dedica da tutto il forum!!! stefano Nessun problema: metto tutte le richieste nella lista d'attesa che, al momento, considerando i miei tempi di produzione, è di una dozzina d'anni. dralig
  11. Non serve discutere sulla possibilità dei mancini già impostati da destrimani: se a loro sta bene, e se sono sicuri di rendere al massimo delle loro possibilità, come si dice, non c'è problema. Serve invece domandarsi, da parte degli insegnanti, come fare con i mancini prima dell'impostazione, non dopo. dralig
  12. Per il pane - e l'abbondante companatico -, e sotto protezione di anonimato buio pesto, si può fare. Se trovi uno sponsor da 25mila euro, è cosa fatta. dralig PS Lo suoni tu? Uhm...e se lo facessi suonare a Finale? ...In tal caso, ti manderei un pezzo scritto da (non "con") Finale. dralig
  13. io conosco una fuga di francois campion e un movimento della partita xiii del brescianello che si chiama fuga, anche se (attenzione: dal poco che capisco) il carattere di fuga è più accennato che sviluppato. stefano si credo anch'io pur non avendo sotto mano le musica ma conoscendo gli autori...anche Diabelli scrisse un paio di fughe Come sono secondo voi le fughe di Diabelli? Ho provato a leggerle e come prima impressione non mi sembravan granché. Non ho mai avuto molta considerazione per Diabelli, non so perché. La fughetta di Giuliani mi sembra scritta meglio. Matteo Le fughe di Diabelli sono scolastiche. Le sue Sonate per chitarra sono invece piacevoli e ben scritte. dralig
  14. Scelta? Si, ma a partire da quale opzione? Ci viene offerta la scelta tra il nascere destrimani o mancini? La scelta viene posta in forma di aut-aut solo ai mancini che si ritrovano tali non certo per scelta: o ti adatti a suonare da destrimane, o avrai un sacco di problemi. A questo punto, il didatta onesto aggiunge: avrai un sacco di problemi, meno quello di andare contro la tua indole naturale di mancino. dralig
  15. Non vorrei, con la mia precedente risposta, esserLe sembrato scortese. Passando dallo scherzo alle cose serie: è impossibile scrivere un pezzo - anche non un concerto - con sole cinque note mi - la - re - sol - si e qualche armonico (fattibile con la sola mano destra). Non lo ha potuto fare Castelnuovo-Tedesco nel primo pezzo dei suoi appunti (Marinaresca, sulle corde a vuoto), e non lo potrebbe fare nessun altro, se non restringendosi dentro un recinto troppo angusto. dralig Gilardino lei non mi è sembrato scortese,si scherza,ma se lei ''tirava'' su una cosa del genere,ero disposto a togliere tale cifra,purche' ci fosse la dedica per me sopra :)un abbraccio,Giacinto Se mi manda una registrazione di una Sua esecuzione, Le prometto che scriverò un pezzo per chitarra sola su misura, dedicandoGlielo. Gratis. Me lo posso permettere. dralig
  16. Congratulazioni. Io non impongo né ai mancini di suonare da destrimani, né ai destrimani di suonare da mancini. L'insegnante deve assecondare gli orientamenti spontanei dell'allievo, correggendo i suoi errori, e guidandolo per la strada più breve e diretta: suonare da mancino non è un errore, e aggiungere - all'inizio - difficoltà supplementari (che anche Lei ha sperimentato) a quelle proprie dell'impostazione, è un errore: naturalmente, ove si voglia includere nella categoria dell'errore anche, per andare a Roma, partendo da Frascati, il passare da Budapest, e anche se, alla fine, a Roma si arriva comunque. dralig
  17. e c'è più novecento in quelle semplici corde a vuoto che in tutto il ciclo sagreras il guitarcosmos è una lacuna che devo aasolutamente colmare... E' un'opera interessante, a mio modesto parere, perchè si può inserire da...quasi subito, ed è uno dei pochi libri "didattici" composto da studi progressivi in tre volumi, tra cui si trovano anche omaggi a Webern e Schonberg e un pò tutto ciò che può interessare dal punto di vista squisitamente musicale, imitazioni, canoni, studi di tecnica, e vari linguaggi e per chi ama le opere didattiche più spinte, sempre per quel discorso di avvicinare quanto possibile tramite studi ai vari linguaggi, mi piace e uso da tempo il libro per introdurre alla serialità, di Denis Apivor: An introduction to serial composition for guitarist with ten pieces for solo guitar ed. Musical New Services Ltd. ovviamente questo non per le prime "armi" ma... mr Cattiva didattica, Marcello. ApIvor fa - sia pure in modo naif - dell'ideologia invece che della tecnica, detta le regole delle cose da non fare (esempio il ritmo) in base a criteri di schietto stampo marxista-darmstadtiano, e alla fine non dice come fare le cose da fare: in altre parole, teorizza le sue composizioni come modello ideologico, e chi non fa così, sbaglia. Lo mandai a quel paese, a suo tempo, perché era un ideologo, non un compositore, proprio mentre piagnucolava per l'esclusione della sua musica dai centri di potere. Non gli dissi che gli stava bene, ma lo pensai. dralig
  18. Non vorrei, con la mia precedente risposta, esserLe sembrato scortese. Passando dallo scherzo alle cose serie: è impossibile scrivere un pezzo - anche non un concerto - con sole cinque note mi - la - re - sol - si e qualche armonico (fattibile con la sola mano destra). Non lo ha potuto fare Castelnuovo-Tedesco nel primo pezzo dei suoi appunti (Marinaresca, sulle corde a vuoto), e non lo potrebbe fare nessun altro, se non restringendosi dentro un recinto troppo angusto. dralig
  19. Anche io lasciavo intendere nel mio post come l'istinto in linea di massima portasse un mancino a pizzicare le corde con la sinistra (anche se in altri forum ho letto di un mancino che asseriva, per esperienza personale, l'esatto contrario). Ma io credo che il motivo non stia tanto nell'attribuire a questa mano maggior funzionalità allo scopo, anche se non ho le competenze per farlo con sicurezza: semplicemente lo scindere il compito delle due mani per isolarne in partenza uno (ad esempio il ragazzino che per gioco è interessato solamente a produrre il suono, o i ragazzi a cui Lei ha sottoposto l'interessante esperimento), può portare solamente a risultati tanto ovvi. Mi spiego meglio: se Lei avesse chiesto al ragazzino di scegliere una mano non per pigiare le corde, ma per posizionarsi in una certa maniera con le dita sui tasti, ugualmente egli avrebbe scelto la sua mano primaria! Ecco perché credo che la "forzatura", che sicuramente si verifica per eventuali esercizi su corde a vuoto, scompaia già al momento della prima scaletta con note in tastiera: il mancino avrà dita più agili e forti e non incapperà in quelle difficoltà iniziali, a volte traumatiche, riscontrate da quei destrimani (l'ho verificato insegnando) la cui mano troppo debole non riesce a "governare" la tastiera. Gli sport da Lei citati presuppongono una reale necessità di preponderanza di un arto rispetto all'altro in termini di forza, agilità, controllo. Possiamo asserire che nel suonare la chitarra esista tale necessità? Io credo proprio di no, innanzitutto perchè le mani svolgono due lavori completamente diversi, di pari importanza e di pari impegno e, al di là del discorso di quale sia la primaria, devono migliorare il più possibile in termini di agilità e controllo rispetto ad una situazione "naturale", e qui entra in ballo la qualità dello studio. In secondo luogo perché parliamo di movimenti ed apprendimenti assai complessi ed assai meno naturali che tirare un calcio ad un pallone, sferrare un pugno o lanciare un oggetto. Insomma, penso che un lungo studio debba portare in sostanza a diventare ambidestri sullo strumento, e che questo grande sforzo vada fatto nella stessa misura, ma in senso opposto, sia per il destrimane che per il mancino. D'accordo. Allora, però, perché "noi destrimani" rimaniamo tali, visto che suonare da mancini non risulta effettivamente più difficile? dralig
  20. Per il pane - e l'abbondante companatico -, e sotto protezione di anonimato buio pesto, si può fare. Se trovi uno sponsor da 25mila euro, è cosa fatta. dralig PS Lo suoni tu?
  21. Non intendo contraddirti, ma l'anno scorso, in periodo di magra compositiva, mi sono divertito a elaborare "Recuerdos" per flauto, viola e chitarra, e a me sembra un buon pezzo, nel suo genere. Nel divertimento, ho incluso una sorta di rompicapo compositivo, non facile da risolvere: la parte di chitarra, oltre a svolgere la sua funzione nel trio, dev'essere eseguibile anche come brano per chitarra sola, intitolato "Recuerdos de recuerdos". Niente tremolo: flauto e viola lo rendono superfluo, e la chitarra può fare altre cose. dralig
  22. Stendiamo un velo pietoso. dralig Prof. Gilardino,gentilmente si spieghi meglio,avevo notato anch'io tutto cio'... Grazie,Giacinto. C'è poco da spiegare. Un libro che, nella seconda metà (inoltrata) del Novecento, lascia passare il tema della Fantasia op. 7 di Sor, il Trio della Canzonetta di Mendelssohn e un frammento della Fuga in la minore di Bach (per citare solo tre perle) come Preludi originali di Tarrega, si commenta da sé. Non facciamo la parte di Maramaldo. dralig
  23. Stendiamo un velo pietoso. dralig
  24. Dipende dalle necessità: Valery Brummel, forse il più grande saltatore in alto mai esistito, batteva di sinistro come la stragrande maggioranza dei saltatori; ebbe un incidente di moto e la sua gamba sinistra rimase fracassata. I medici si apprestavano già ad amputargliela quando arrivò trafelata un'infermiera e li informò su chi fosse la persona che si preparavano ad operare. Decisero allora di tentare di salvargli la gamba. Gliela salvarono, ma chiaramente non era più utilizzabile come gamba "di battuta". Dopo circa un anno Valery Brummel era di nuovo in gara, battendo con la destra, sulle stesse misure che otteneva prima dell'incidente. E per chi non ha mai fatto salto in alto dirò che non è solo questione di invertire la gamba di battuta, ma tutto il coordinamento del salto nella parte preparatoria e in quella aerea deve essere invertio o sarebbe meglio dire "reinventato". Quale campione provinciale al Gran Premio dei Giovani 1956 (15 anni non ancora compiuti, ma iscritto nella categoria superiore), nella specialità di salto in alto, stile (allora d'avanguardia) ventrale, con battuta di sinistra e stacco di destra, sono perfettamente in grado di comprendere il calvario attraverso il quale dovette passare Brumel. E trovo significativo - agli effetti dell'argomento qui in discussione - che egli si sia sottoposto a una fatica del genere solo in conseguenza di un incidente. Propongo quindi di lasciare ai chitarristi mancini la scelta della posizione dei destrimani solo se obbligati da costrizioni patologiche, tra le quali non si dovrebbero annoverare le disposizioni impartite loro dagli insegnanti. dralig
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