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Angelo Gilardino

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  1. Chiedo venia per la vanità alla quale mi abbandono: ben di rado, nelle recensioni che lo riguardano, un compositore ha modo di specchiarsi e di riconoscersi, perché le parole del critico lo hanno effettivamente identificato e non elogiato o biasimato con espressioni che si applicherebbero benissimo a un centinaio di altri autori, o magari anche a un avvocato o a un camionista. Quindi, le recensioni si leggono in genere con poche speranze: fanno parte del gioco, ma non toccano quasi mai le corde della verità. Allora, mi sia concesso - anche se mi vergogno un po' nel farlo - di riportare un periodo da una recensione appena letta, apparsa recentemente sul mensile "Musica" (rivista non chitarristica), la cui lettura mi ha fatto trarre un sospiro di sollievo: "In effetti fin dalle prime note di una qualsiasi opera di Gilardino si comprende subito come nel suo caso si tratti di un vero compositore, e non di un chitarrista prestato alla composizione." Non sarò una star da festival della chitarra e da incontri chitarristici - mi sta bene - ma vivaddio qualcuno che capisce si trova ancora. dralig
  2. Meglio leggere tutto. Non è una sequenza organica di esercizi, ma piuttosto una raccolta di brani, la cui difficoltà l'autore ha disposto secondo un criterio suo, non necessariamente condivisibile... dralig
  3. Il codice deontologico è nell'opera stessa di ogni autore, interprete, musicologo, didatta, critico, etc. Lo stile è l'uomo, caro Giorgio, e basta una pagina per capire a quale altezza vola - se vola - un compositore, bastano poche note per cogliere la cifra artistica di un interprete, così come bastano due righe per valutare se chi le ha scritte è una persona colta o un cialtrone. Lo stesso codice è implicito nel lavoro di ogni insegnante, e si imprime nell'influenza che esso esercita sugli allievi, istruendoli ed educandoli al tempo stesso (come Lei sa, sono due responsabilità diverse). Ritengo che sia molto arduo, per non dire impossibile, estrarre dai comportamenti dei docenti seri e coscienziosi e responsabili un profilo comune, se pur generalizzato, e farne una sorta di codice deontologico-professionale, senza creare turbolenze e scompigli... Il quadro è troppo mosso e, credo, inquinato... dralig
  4. Intanto, conviene leggere quello che ha scritto per chitarra. Reggie era inizialmente un compositore istintivo, non istruito, e scriveva per chitarra un po' come fanno quasi tutti i chitarristi-compositori di oggi, cioè cercando con le dita sullo strumento. Eppure, i pezzi che scrisse a quell'epoca (anni Quaranta), come la Sonatina Senese, gli Estruscan Preludes, etc., sono forse più ispirati dei lavori successivi. Si istruì in composizione studiando con Dallapiccola e altri maestri, e la sua musica per chitarra a partire dagli studi compiuti, cambia tono: il primo lavoro forte è "El polifemo de oro", poi un bellissimo pezzo intitolato "Memento" (un dittico pubblicato nella collana Bèrben-Gilardino, poi quattro o cinque Sonate, il concerto per chitarra e orchestra, etc. Conosco poco la sua musica per orchestra, ma credo che sia buona. Una curiosità: fu lui, quand'era giovane, a "tirar giù" dal disco di Segovia le note della Suite di "Weiss" (in realtà di Ponce). Il suo manoscritto circolò, e qualcuno lo copiò e lo pubblicò, attribuendosi la trascrizione. dralig
  5. Il catalogo Pocci contiene tutte le informazioni che Le servono. Comunque, dubito assai che esista una letteratura per clarinetto basso e chitarra. Esisterà qualche pezzo. dralig
  6. Accosento. D'altra parte, penso che l'allusione nel titolo a Mikrokosmos de Bartok sia ingannevole e realmente abbastanza disonesto. Questa collezione ha niente a che fare con le idee de Bartok della pedagogia. Si Matanya, anche a me il titolo non piace, ma non l'ho mai voluto dire. Anche se, dal punto di vista stilistico e "artigianale", la musica di Smith Brindle è sempre a un livello superiore, la sua forza espressiva è molto variabile, e a volte ha scritto cose poco ispirate. Mi dispiace dirlo,ma uno dei suoi pezzi che amo di meno è proprio la Sonata che mi ha dedicato... dralig
  7. Contenuti musicali di ottima qualità. Sta ai didatti farne l'uso più appropriato. dralig
  8. Le pubblicazioni con i facsimile degli originali costano moltissimo, e gli editori - tolto Bèrben e pochissimi altri, in rare occasioni - si sono sempre rifiutati di sostenere i costi che ne conseguono. dralig
  9. Un centinaio di pezzi. Veda il catalogo Pocci on line. dralig
  10. E chi lo sa? Le edizioni esistenti si accreditano d'aver attinto a manoscritti autografi, però non ne dichiarano la locazione, l'accessibilità, niente: devono essere credute sulla parola dei loro curatori. Altro che edizioni critiche! dralig
  11. Fino a che i curatori delle "edizioni critiche" dichiarano di aver lavorato sui manoscritti originali, senza però rivelarne l'ubicazione, e men che meno offrendone una riproduzione in facsimile, non può esistere alcuna certezza riguardo a quello che effettivamente Barrios ha scritto. Ciascuno si accredita di unì'attendibilità che non è controllabile, quindi domattina Lei può (pura ipotesi) preparare il Suo Barrios e stamparlo, annettendosi il crisma dell'autenticità, e non sarà, dal punto di vista dei Suoi lettori, in una situazione diversa da quella dei curatori delle edizioni già in circolazione. dralig
  12. La Sonata pubblicata da Bongiovanni è senz'altro il miglior lavoro tra quanti ne scrisse Margola per chitarra sola. E' un pezzo che mantiene tutte le caratteristiche del miglior Margola. dralig
  13. Leggendo l'introduzione di Zigante, ho scoperto che di originale c'è poco (solo la Bwv 995 e la 1006a). Inoltre, per svolgere un lavoro di comparazione, occorrono conoscenze approfondite, che solo pochi possiedono. Il dilettante non può non affidarsi alle indicazioni di un maestro... Quindi mi permetto di chiedere al M. Gilardino: l'edizione indicata, a parte gli "originali" in facsimile, è suggerita come testo dotato di maggiore aderenza al pensiero bachiano? DeBo A dire il vero, non ho letto il testo pronto per l'esecuzione, ho solo guardato l'edizione in generale e l'apparato, constatando che era stato fatto bene. Per questa ragione, dato il costo modesto del volume, credo che valga la pena procurarselo. dralig
  14. Una recentissima edizione Bèrben, curata da Taranto e Di Stefano, include gli originali in facsimile. dralig
  15. Se, come dice, ha moltissimo da imparare, incominci con l'imparare a leggere. E' cosa molto più utile e saggia che il suggerire ad altri come devono scrivere. dralig dralig
  16. Devo forzarmi per rendermene conto. Sarà un'azione molto difficile. Per niente. Basta interrogarsi e sapere sempre - se non ciò che si vuole - ciò che non si vuole, o che non si vuole fare. Da lì in poi, è tutto facile. Il prezzo da pagare è altro? Pazienza, ma si vive. L'alternativa per me è improponibile. dralig
  17. Fabio, Lei sa benissimo che i festival di musica contemporanea sono recipienti terminali di manovre effettuate da vari operatori musicali, ai quali non importa minimamente compiere ricognizioni - anche con filtro critico rigoroso - sull'esistente e sul "vero", e rappresentarlo con obiettività. Tutt'altri sono gli interessi e gli scopi dei direttori artistici, dei loro consulenti, degli editori, etc. Nella loro dimensione familiare e casereccia, del resto, i festival di chitarra non si comportano diversamente, anche se diversi sono gli interessi e le passioni che rappresentano. Castelnuovo-Tedesco diceva ai vari direttori artistici che il suo dovere era di comporre le opere, e il loro quello di farle eseguire. La penso allo stesso modo, e di chi non fa il suo dovere, o lo fa in modo infedele, non mi do minimamente pensiero. La vita è troppo breve per spenderne anche solo una piccola parte a combattere contro le storture. dralig
  18. Io però do poco o nessun fastidio al Palazzo della Musica Contemporanea perché compongo quasi esclusivamente musica per e con chitarra, e le mie incursioni in campo orchestrale si limitano alla convocazione di organici di dimensioni mozartiane a supporto della chitarra concertante. Quindi, non intralciando la ripartizione dei privilegi, e non reclamando per me una porzione - nemmeno minima - del già scarso menù, non giungo a costituire un fronte da combattere e da eliminare, anzi sono spesso destinatario di complimenti da parte di alcuni Grandi Maestri, che dichiarano di apprezzare la mia ricerca, e non aggiungono (è sottinteso) che continueranno a farlo fin tanto che io continuerò a scrivere per e con chitarra. Ricevo gli stessi elogi che certi poeti laureati rivolgerebbero, con prodigale piaggeria, ai poeti dialettali, o di lingue dell'Africa centrale. Castelnuovo-Tedesco, che mi considerava in potenza il suo naturale successore nel campo della composizione chitarristica, ebbe sorte ingrata proprio perché scriveva anche per il teatro, per l'orchestra, per il pianoforte, per i cantanti da camera...Io no, sono davvero un bravo ragazzo, sto nel mio orticello...Giuro che non scriverò mai una sinfonia o un'opera, nemmeno se potessi. dralig
  19. "Sì, da giovane scrivevo in modo piuttosto complicato, e poi mi sono gradatamente e consapevolmente semplificato; ma le caratteristiche melodiche, ritmiche e armoniche son sempre quelle. Ed è proprio per questo che io amo tanto la Chitarra! non solo per la bellezza del suono, ma perché tutto dev'essere essenziale...colla Chitarra bisogna esser semplici e bisogna esser veri!" Mario Castelnuovo-Tedesco (lettera ad Angelo Gilardino, da Beverly Hills, il 23 febbraio 1967). dralig
  20. "Cantico" è il titolo che si dà a componimenti poetici con ispirazione religiosa, anche senza il minimo riferimento all'universalmente noto "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi. Io ho composto la mia più recente Sonata per chitarra sviluppando appunti che avevo schizzato rapidamente - su un taccuino pentagrammato che ogni anno il mio editore generosamente mi regala - durante una vacanza estiva in quel di Gubbio, dove mi sono trattenuto una decina di giorni. Ho respirato l'aria della regione, visitata nei suoi luoghi meno turistici e, tra la fine dello scorso mese e la prima metà del corrente, ho scritto una composizione elaborando quegli appunti. Mi è sembrato appropriato, dato il carattere del pezzo, intitolarlo cantico. Per fare concorrenza ai santi, bisogna essere a propria volta dei santi, e non è il mio caso, ma certo possiamo imitarli, e scrivendoLe questa risposta, in cui La tratto da persona seria e intelligente, il mio fioretto stamattina l'ho fatto. Che io Le dedichi una Sonata, è evento per ora decisamente remoto. I "sensi", doppi e scomposti, ai quali si abbandona, sono qui del tutto fuori luogo, stante il fatto che qui si annunciava una nuova composizione il cui carattere non è per niente ridanciano. Prenda in seria considerazione anche l'evenienza di non dire nulla, quando non ha nulla da dire, e consulti il dizionario alla voce "empietà": temo che La riguardi direttamente. dralig
  21. Se non le dispiace, abbia ora precognizione di quel dannato quintetto per chitarra e archi che da anni ho in animo di scrivere, ma che non mi viene mai in mente. Grazie in anticipo. dralig
  22. Le mie risposte sono - almeno credo - precise, ed è questo che m'importa. Se, pur osservando le norme della buona educazione, posso sembrare duro, pazienza: ho imparato a sopravvivere anche tra persone che non mi trovano simpatico. Di mani, nella Fondazione Segovia attualmente ce ne sono anche troppe - incluse quelle degli avvocati che rappresentano le parti opposte in una dura (questa si) e spiacevole contesa, e comunque quel che di utile c'era da fare per il repertorio e per la storia della chitarra è stato fatto. Il genere di cose che restano da fare è del tutto estraneo ai miei interessi e, credo, a quelli di qualunque musicista. dralig
  23. Era consapevole del fatto di non avere la preparazione tecnica per comporre lavori ampi e complessi, e di poter scrivere soltanto pezzi brevi. Aeva idee originali, un mondo suo, ma non l'abilità, il tempo e la fiducia in sé necessari per comporre "sul serio". Di tutto ciò, era consapevole, e se ne crucciava, ma con ritegno: il suo immenso successo come concertista non gli lasciava spazio per la frustrazione. Bisogna aggiungere che i tipi con cui dialogava erano dei veri maestri: Castelnuovo-Tedesco e Ponce maneggiavano gli arnesi del compositore con una padronanza tale da far passar la voglia, a chi pensasse che, per scrivere musica, basti mettersi con una chitarra in grembo, la domenica mattina, ad annotare ghiribizzi. dralig
  24. "Julia Florida" fu scritta nel mese di dicembre del 1938 per Julia Martinez, una bimba, nipote di Francisco Salazar, un ammiratore e sostenitore di Barrios. Martinez, che abitava a Costa Rica, ospitò il chitarrista e sua moglie Gloria in una casa che mise a loro disposizione, e la Barcarola fu un modo per manifestare gratitudine al suo benefattore. Non vi sono evidenze storiche né di un innamoramento di Barrios per la bimba Julia né, più in generale, che egli fosse pedofilo, anzi tutto quello che si sa delle sue relazioni indica decisamente il contrario. Sostenere che Segovia avrebbe dovuto suonare Barrios significa non aver capito che cosa ha fatto Segovia, e come. La sua diversità dai chitarristi suoi contemporanei si manifestò proprio nella risolutezza con cui egli scelse di interpretare musica scritta da compositori "veri", e non da chitarristi che componevano, e questa scelta fu una delle sue carte vincenti, probabilmente la più importante. Diversamente da molti chitarristi di oggi, egli era consapevole dell'importanza del repertorio, e la musica di Barrios - per quanto ispirata e ben scritta per lo strumento - non sarebbe servita agli scopi che Segovia si prefiggeva, e che conseguì. Una curiosità, a margine: perché si lamenta sempre che Segovia non abbia suonato Barrios, e mai il contrario? All'epoca in cui Barrios era attivo, c'erano parecchie composizioni di Segovia pubblicate e disponibili. Barrios non le eseguì mai, e giustamente nessuno gliene fa carico. La lista delle composizioni che Segovia non suonò comprende pagine scritte per lui, ben più alte della musica di Barrios. Eppure, il refrain "perché Segovia non suonò Barrios" risuona da anni come in un disco rotto. dralig
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