-
Numero contenuti
2241 -
Iscritto
-
Ultima visita
-
Giorni Vinti
37
Tipo di contenuto
Profili
CD della collana CGWC
Forum
Download
Risposte pubblicato da Angelo Gilardino
-
-
l' arrangiamento della tarantelal non è amle pero...ma suona ttutto tropp forte e con suono "strappato", e poi queste paure e respirono que e la a piacer non mi sono mai piaciuti. Fuoco di dyens è terribile piu di tutto.
Respirono que e la a piacer le ci piacionno a ela que respironna si no se sente tropp amle que terribile più di tutto morire.
dralig
-
Pensa che ci sono direttori che riescono a dirigere contemporaneamente due tempi diversi ...
Scusate l'OT!
...e altri il cui gesto segue, anziché precedere, l'orchestra, che per fortuna suona da sola.
dralig
-
Comunico la tristissima notizia, appena pervenutami, della scomparsa - avvenuta ieri a Sondrio in seguito a tragico incidente - del compositore e organista don Sergio Marcianò. Nato da famiglia valtellinese nel 1922 a Roma, don Marcianò aveva studiato nel seminario vescovile di Sondrio, abbracciando fin da giovanissimo gli studi musicali (era figlio d'arte). Docente di organo e composizione organistica per decenni al conservatorio "A. Vivaldi" di Alessandria, aveva incarnato con grande sapienza e serenità la figura dell'uomo che, attraverso la musica, rende onore a Dio. Scrisse musica bella e forbita, per il suo strumento prediletto, l'organo - di cui fu esecutore prodigioso -, pianoforte, formazioni da camera, e non dimenticò la chitarra, alla quale dedicò due preziosi lavori: "Partite e Ricordanze" (edizioni Carrara) e "Suite (edizioni Bèrben). Mi onorò della Sua amicizia. Lo ricordo con affetto, stima e gratitudine.
Angelo Gilardino
-
in effetti sarebbe interessante sapere che tipo di lavoro stai facendo Paolo_
dipende un po da cosa vuoi evidenziare...se parlare della Shoa...della musica tradizionale...o in generale dei compositori tout court ebrei ed israeliani...presumo la prima visto che c'è Wagner
Sì Fabio, la prima; ma non di musica tradizionale: dovrei dedicarmi soprattutto a compositori sinfonici o operistici, meglio se della seconda metà dell'800 e della prima del secolo successivo, che hanno - nel bene o nel male- legami con la razza ebraica (tralasciando gruppi di musica tradizionale ebraica ad esempio)....considerando le risposte avute...posso ritenermi soddisfatto credo .
Se nella ricerca è incluso l'Ottocento, il nome è fuori discussione: Felix Mendelssohn.
dralig
L'enciclopedia della Musica neo-acquistata non rimarrà chiusa ancora per molto....
M° sa indicarmi qualche opera in particolare, in cui in qualche modo emerge l'origine israelita di Mendelssohn?
Certo. Si ritrova soprattutto nella musica corale, ossia negli Oratori: op. 70 (Elijah), nei vari Salmi (op. 31, 42, 46, 51, 91, 78) e nella "Lauda Sion" op. 73.
Mendelssohn musicò anche testi del cristianesimo.
dralig
-
in effetti sarebbe interessante sapere che tipo di lavoro stai facendo Paolo_
dipende un po da cosa vuoi evidenziare...se parlare della Shoa...della musica tradizionale...o in generale dei compositori tout court ebrei ed israeliani...presumo la prima visto che c'è Wagner
Sì Fabio, la prima; ma non di musica tradizionale: dovrei dedicarmi soprattutto a compositori sinfonici o operistici, meglio se della seconda metà dell'800 e della prima del secolo successivo, che hanno - nel bene o nel male- legami con la razza ebraica (tralasciando gruppi di musica tradizionale ebraica ad esempio)....considerando le risposte avute...posso ritenermi soddisfatto credo .
Se nella ricerca è incluso l'Ottocento, il nome è fuori discussione: Felix Mendelssohn.
dralig
-
La mia mano sinistra è pigra come Ciccio di Walt Disney
Qualcuno di voi mostri ha un suggerimento per i legati?
Grazieeee
Non occorre niente di speciale, basta suonare le normali scale diatoniche senza la mano destra.
dralig
-
Beh, Castelnuovo-Tedesco ha scritto molta musica partendo da testi bibblici, mi vengono in mente "Le danze di re David" per pianoforte, o il concerto per violino e orchestra "I profeti", o in ambito chitarristico "The divan of Moses Ibn Ezra" per chitarra e soprano su liriche del poeta ebraico.
Esiste un'istituzione, chiamata Milken Archive,
www.milkenarchive.org
che ha lo scopo istituzionale di raccogliere, diffondere e proteggere la musica degli autori ebraici degli Stati Uniti. Lavora in sinergia con
www.naxos.com
La casa discografica canadese low price produce CD i cui costi sono coperti dalle sponsorizzazioni del Milken Archive. Il catalogo dei compositori e delle opere è molto lungo: ecco i nomi degli autori rappresentati:
Joseph Achron
Hugo Chaim Adler
Samuel Adler
Bruce Adolphe
David Amram
Solomon Ancis
Aaron Avshalomov
Robert Beaser
Ofer Ben-Amots
Paul Ben-Haim
Herman Berlinski
Thomas Beveridge
Abraham Wolf Binder
Yehezkel Braun
Dave Brubeck
Mario Castelnuovo-Tedesco
Julius Chajes
Charles Davidson
David Diamond
Reuben Doctor
Jacob Druckman
Abraham Ellstein
Lukas Foss
Herbert Fromm
Miriam Gideon
Louis Gilrod
Philip Glass
Raymond Goldstein
Osvaldo Golijov
Jack Gottlieb
Morton Gould
Roy Harris
Max Helfman
Michael Isaacson
Frederick Jacobi
Sholom Kalib
Martin Kalmanoff
Fischel Kanapoff
Abraham Kaplan
Gershon Kingsley
Margaret Bishop Kohler
Marc Lavry
Marvin David Levy
Leo Low
Ursula Mamlok
David Meyerowitz
Jan Meyerowitz
Darius Milhaud
Cantor Aaron Miller
Douglas Moore
Alexander Olshanetsky
Arnold Perlmutter
George Rochberg
Joseph Rumshinsky
Lazare Saminsky
Heinrich Schalit
Walter Scharf
David Schiff
Arnold Schoenberg
Paul Schoenfield
Ruth Schonthal
Abe Schwartz
Sholom Secunda
Ralph Shapey
Judith Shatin
Nathaniel Shilkret
Elie Siegmeister
Sheila Silver
Solomon Smulewitz
Robert Starer
Leon Stein
David Stock
Robert Strassburg
Igor Stravinsky
David Tamkin
Alexandre Tansman
Ernst Toch
Ilia Trilling
Donald Waxman
Kurt Weill
Jacob Weinberg
Lazar Weiner
Hugo Weisgall
Herman Wohl
Stefan Wolpe
Yehudi Wyner
Herman Yablokoff
Judith Lang Zaimont
Zavel Zilberts
Niente male, vero? Io ho ascoltato due capolavori di musica corale di Castelnuovo-Tedesco ("Naomi and Ruth op. 27" e "Sacred Service for the Sabbath Eve op. 122") grazie a questa collana, che contiene anche molte curiosità, come l'affresco collettivo ispirato alla Genesi e commissionato da Nathan Shilkret a una squadra di compositori comprendente Stravinskij, Schoenberg, Tansman, Toch, Castelnuovo-Tedesco, Milhaud...
Comunque, se mi fosse chiesto di indicare: 1) il lavoro di musica ebraica più emblematico del Novecento, direi senza esitazione: "Schelomo - Rhapsodie hébraique pour violoncelle solo et grande orchestre", una composizione trascendentale; 2) il lavoro di musica ebraica per chitarra più emblematico della storia, ugualmente senza esitazione direi: "Six Movements for Guitar" di Haim Alexandre (Edited by Angelo Gilardino), Edizioni Bèrben: poiché è a disposizione di chiunque voglia (e possa) leggerlo, non occorre che io lo commenti.
dralig
-
e' molto difficile?
No.
dralig
-
Quello che ritengo essere il vero spirito giovanile sta innanzitutto nella curiosità unita alla fiducia e a un certo senso dell'incertezza. Incertezza non intesa in senso lavorativo ma come senso del dubbio. Guardando ad un Bernstein o ad un Horowitz in età avanzata la prima cosa che ho sempre pensato era alla giovinezza che si portavano dentro.
Perdere curiosità e dubbi penso sia la peggior cosa che possa capitare ad un artista.
Horowitz fu protagonista di un rinnovamento interiore, che gli permise di tornare all'attività concertistica dopo la crisi che l'aveva bloccato per un decennio. Il suo rinnovamento fu un fatto spirituale (o psicologico, secondo come lo si vuol definire), e portò a un approccio diverso alla musica, sempre però nell'ambito dello stesso repertorio: del resto, nell'immensità della musica in cui navigava, non aveva bisogno di rinnovare i proprii programmi, ma piuttosto se stesso. Lo fece. Seppe farlo. Una visione tragica della storia della musica porterebbe a guardare all'ecatombe che si verificò tra i suoi "figli" - i pianisti americani della generazione successiva - come al compimento di una nemesi che, per risparmiare lui, sterminò i suoi discendenti: Julius Katchen e William Kapell morti giovani, Leon Fleisher bloccato dalla distonia focale, Byron Janis - il pupillo di Horowitz - fermato dall'artrite, Van Cliburn da una inspiegabile eclissi...Spaventoso.
dralig
-
E sono fiducioso nella nascita di schiere di professionisti che non debbano pensare a fraseggiare "come farebbe un pianista".
Ho la sensazione che i maggiori pianisti contemporanei avrebbero comunque qualcosa da insegnare ad alcuni grandi nomi della chitarra.
Spero anch'io che la situazione si pareggi quanto prima. Non è un fatto di fraseggio, ma di consapevolezza.
Ben vengano le giovani schiere, gli eserciti del futuro della chitarra. Sono fiducioso.
Sembrerebbe che tu ti consideri fuori dalle "giovani schiere". A 35 anni, un interprete è nei suoi anni verdi, o Giulio, la giovinezza anagrafica starà anche per svanire, ma quella artistica è assai più lunga, e la maturità arriva quando i capelli incominciano a stingere.
Io ho visto all'opera diverse generazioni di interpreti, e devo dire che la svolta decisa l'ho vista solo con l'avvento degli esecutori che oggi hanno 35 anni (più o meno). In precedenza, c'era stato un progresso nella continuità, non un salto culturale. La capacità di prendere di petto il repertorio, di affrontarne la complessità con una mente priva di timori e di pregiudizi, il coraggio di misurarsi con pagine mai eseguite, la disponibilità di tecniche flessibili, prive di filtri inibitori, l'ho vista solo con il sopraggiungere dei chitarristi nati dal 1970 in poi. Prima, c'erano solo delle eccezioni.
Quindi non è all'arrivo di una nouvelle vague di giovani che bisogna guardare con speranza oggi, ma alla presenza attiva di concertisti che sono già in piena attività e che, sia pure sul versante di una minoranza numerica - rispetto alla pleiade di chitarristi che pensano e suonano in continuità con il passato - hanno già determinano un cambiamento epocale.
dralig
-
No, Francesco, lo aggiunse HVL, sia nel primo progetto di edizione - poi non realizzato - che nell'edizione finale. L'editore non ha colpe.
dralig
Mi pare di capire, Angelo, e di ricordare vagamente che HVL comunque lo aggiunse in una fase successiva alla stesura della Suite, non è così?
Il fatto è che la Suite è un assemblaggio di pezzi scritti e riscritti tra il 1908 e il 19...
(chissà quando), e di due pezzi, la Valsa-Choro e la Gavotta-Choro, conosciamo la retrodatazione (1912), ma non la data certa. Se li aveva scritti nel '12, perché non li incluse nel progetto editoriale (poi non andato a segno) del 1928? Dove invece figurava la Valse ora recuperata da Zigante, e poi abbandonata invece nel 1954, quando la SPB venne finalmente stampata?
Il Chorinho è del 1923. E' un pezzo a sé stante. E' finito nella Suite, e va bene, ma se non lo si suona va anche meglio. Lo si può suonare da solo, come il Choros n. 1.
dralig
-
Dovendo programmare la Suite oggi, se fossi un concertista, includerei le due Valsas e lascerei fuori il Chorinho. Mi sembra ovvio. Ma non è una scelta musicologica.
dralig
Anch'io faccio così, Angelo (non puoi immaginare quanto le tue parole mi sollevino dal senso di colpa.. )
Il Chorinho non lo suono in concerto.
Non mi piace, ma soprattutto non c'entra nulla con l'eleganza e la purezza degli altri 4 movimenti, tutti peraltro recanti il doppio nome della danza europea abbinata al choro.
Non so, ma secondo me il Chorinho è stato aggiunto successivamente dall'editore.
No, Francesco, lo aggiunse HVL, sia nel primo progetto di edizione - poi non realizzato - che nell'edizione finale. L'editore non ha colpe.
dralig
-
Chi pubblica la partitura di questo nuovo brano di Gerhard? Devo dire che mi incuriosisce molto.
Tiento
La composizione è stata pubblicata dall'editore catalano Tritò.
E' possibile ordinarla al sito
http://www.trito.es/details.php?ref=TR285
dralig
-
Concordo con l'amico Oliali sulle prime impressioni relative all'ascolto del pezzo nuovo.
Ho comprato la Suite, analizzata rispetto alle precedenti versioni e diteggiature e ringrazio davvero Frederic per l'ottimo lavoro svolto.
Anche la parte introduttiva è bella e utile.
Suonando il Valse nuovo mi sono venuti in mente, per spirito d'associazione, musicale-evocativa, più i preludi che altre opere di HVL. C'è una difficoltà nel trovare una chiave di lettura parallela a quella usata negli altri pezzi della Suite. Forse non è neanche da trovare, essendo comunque un brano che Villa Lobos non aveva di suo inserito nella suite...sbaglio?
A questo punto, non sappiamo più che cosa pensare, salvo il fatto che, nel 1928, di sicuro erano stati scritti la Mazurka, lo Scottisch, il Chorinho e questa Valse rediviva. Sappiamo comunque che non erano frutti della stessa stagione. Quando, nel 1954, HVL decide di pubblicare la Suite, saltano fuori l'altra Valsa e la Gavotta, retrodatate al 1912. Fidarsi di quello che dice HVL è temerario. Pensare, d'altra parte, che questi due pezzi siano stati scritti tardivamente, e retrodatati di decenni, significa avventurarsi nelle ipotesi senza fine.
Dovendo programmare la Suite oggi, se fossi un concertista, includerei le due Valsas e lascerei fuori il Chorinho. Mi sembra ovvio. Ma non è una scelta musicologica.
dralig
-
Non sono un tipo stizzoso, e anche se non sono Giobbe, ho imparato ad adoperare pazientemente la pazienza. Però adesso basta: una, due, tre, etc etc, e poi basta. Messaggi privati sul forum con richieste di esaminare files musicali. E va bene. Ricezione dei files musicali sull'indirizzo email privato. E va bene. Mezz'ora di lavoro per leggere e per preparare la risposta. Magnifico. Risultato? La risposta torna indietro perché il destinatario ha applicato al suo client di posta un filtro che respinge il mio messaggio come posta indesiderata, o addirittura la segnale come abuse.
Basta.
Non rispondo più.
dralig
-
http://www.trito.es/img/fotos/partitures/TR_285.jpg
Leggo nel sito dei chitarristi spagnoli
http://guitarra.artelinkado.com
e mi affretto a riportare qui, la notizia del ritrovamento e della pubblicazione di un pezzo per chitarra del grande compositore catalano Roberto Gerhard.
Si tratta di musica che egli scrisse in occasione della messa in onda radiofonica del famoso romanzo di Ernest Hemingway "For Whom the Bell Tolls" ("Per chi suona la campana"). Da quello che ho capito, il chitarrista che l'ha ritrovato (l'amico Eugenio Tobalina), ha assemblato i diversi frammenti della composizione - ciascuno dei quali era destinato a un particolare momento della rappresentazione - in un unico pezzo. Evidentemente, ciò doveva risultare possibile senza forzature. Non occorre sottolineare l'importanza dell'evento, trattandosi di un compositore di grande caratura, del quale si conosceva fin qui, per chitarra sola, non più di un pezzo: la splendida "Fantasia" (oltre naturalmente al ciclo per voce e chitarra intitolato "Cantares" e al brano "Libra" per organico da camera con chitarra).
dralig -
guardate il dvd di segovia los olivos, ve ne renderete conto....salvo
Segovia si riferisce alla varietà timbrica della chitarra, capace, con i suoi diversi tipi di suono, di evocare strumenti quali l'oboe, l'arpa, etc., ma non si riferisce in alcun modo alla mimesi della "grande orchestra" da parte della chitarra: questa retorica pseudo-orchestrale fu precisamente uno degli aspetti che lo tennero distante dalla musica chitarristica dell'Ottocento, dove il modello della scrittura è spesso quello "sinfonico". Segovia continuò, sviluppò e condusse a perfezione la poetica della chitarra già messa a punto da Llobet, che aveva sfrondato la scrittura chitarristica di tutto l'armamentario ottocentesco.
dralig
-
Dralig ma cn la tua risposta non ho capito se sei daccordo cn me o no.
D'accordo su che cosa? Sul fatto che la Sonata sia un grande pezzo per chitarra, si; che sia difficile, si. Aggiungo che, in realtà, è ancora più difficile di come la si conosce oggi. Non conosco l'esecuzione che Lei cita.
dralig
-
dralig la sonata non la conosco, ma come posso scambiare partiture o mp3 cn questo forum sono nuovo e non so ancora molto!!
Grazie!!
La Sonata di R.R. Bennett è pubblicata da Novello, London.
dralig
-
ah ok...cmq sia sono fantastici
Non c'è dubbio, sono molto belli. E bella è anche, in modo diverso, la Sonata.
dralig
-
Ho ascoltato in un cd la sonata di castelnuovo-tedesco interpretata da Thibault Covin, un giovane chitarrista francese,, nel secondo tempo commette un grave errore di tempo verso la fine... non so se è una mia impressione, se potete ascoltatela e fatemi sapere. (solo la koyunbaba di domeniconi in quel cd è perfettamente riuscita).
Credo che, tra qualche settimana, tutti coloro che hanno studiato e registrato la Sonata dovranno ritornarci sopra e rifare i loro conti.
dralig
-
Grazie mille dralig. Ma volevo sapere ma Bennett ha scritto un concerto per chitarra e orchestra ed ha inserita anche i 5 improvvisi? ( non ho capito bene).... cmq grazie tante.
Si, ha scritto un concerto per chitarra e orchestra. Non ne ho la partitura ma, ascoltandolo (Julian Bream), mi sembra che utilizzi la stessa serie di 12 suoni sulla quale ha costruito gli Imprompu. Poi, naturalmente, il concerto tratta questo materiale in modo diverso.
dralig
-
credo che Roland Dyens è un musicista straordinario e che secondo me, musicalmente non è alla pari di gilardino, con tutto il rispetto che merita gilardino. Roland Dyens suona compone e interpretacome se suonasse non cn lachitarra ma cn una grande orhestra, proprio come segovia voleva!!
Scusi, io ho dovuto leggere per anni tutte le carte scritte da Segovia e riguardanti Segovia, ma non ho mai trovato l'affermazione che Lei riporta, riguardo il fatto che la chitarra dovesse suonare, secondo Segovia, come una grande orchestra. Al contrario, Segovia adoperava, per definire il suono della chitarra, la similitudine del cannocchiale al rovescio.
Vorrebbe dirmi per cortesia qual è la sua fonte?
dralig
-
E da un po di tempo che sto studiando i 5 improvvisi di Bennett, 5 capolavori in miniatura. Volevo chiedervi se qualcuno ha sentito qualche registrazione.
Li ha registrati Julian Bream, molto bene. Credo (non ne sono certo) che il compositore abbia adoperato la stessa serie nel Concerto per chitarra e orchestra.
dralig
Galina Vale
in Interpretazioni
Inviato
Che peccato pentirsi! Io credevo che avesse voluto iniziare una conversazione nello stile di Salvatore ("Il nome della rosa"), e Le avevo rilanciato la palla. Adesso Lei torna nei ranghi. Lo siento mucho.
dralig