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Angelo Gilardino

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Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Ciao a tutti cosa ne pensate di quest'opera di Reginald Smith Brindle? ho letto l'interessante articolo (in due parti) di Piero Viti sulla relazione esistente tra musica e testi di Garcia Lorca (pubblicati negli ultimi due numei di Guitart)...da leggere

     

    E' una composizione molto ben scritta, ricca di sonorità affascinanti, disciplinata nella forma. Temo di avere qualche colpa nell'aver istigato il compositore ad ampliare la prima versione (pubblicata da Bruzzichelli), realizzando una seconda versione (pubblicata da Schott) in cui io percepisco i due strati. Quindi, preferisco la versione originaria, anche se sono stato io a dire a RSB di ampliarla.

     

    dralig

  2. ciao a tutti...

    ho una domanda (credo) un po' insolita da farvi, soprattutto ai "già diplomati", "già insegnanti", "già chitarristi", "già concertisti"..

     

     

    vorrei un po' di pareri riguardo a "ciò che si può fare" (per dirlo un po' maccheronico) dopo aver finito gli studi di chitarra, compresi (volendo) vari masterclass o eventuali corsi aggiuntivi."..

     

    Ovviamente, e per prima cosa, continuare a studiare. Quella del musicista è una formazione permanente, per la quale occorre alimentare in continuazione la propria conoscenza. Per esempio, supposto che la formazione strumentale di base che si acquisisce normalmente nei conservatori sia completa e senza lacune, occorre approfondire la propria conoscenza della musica, studiando composizione, anche se non si intende comporre. E tra le "varie" masterclasses offerte dalle istituzioni pubbliche e private, molte possono essere ignorate, ma alcune possono integrare la formazione di qualunque strumentista, anche già "famoso".

     

     

     

    io mi sento portata, e penso allo stesso tempo di avere dei buoni mezzi per portare a termine gli studi, ma poi, cosa succede? posso andare ad insegnare? posso suonare come interprete?

     

    Può scegliere una delle due attività, oppure - come fanno quasi tutti - esercitarle entrambe, creando tra le due una sorta di compatibilità. Chitarristi che abbiano potuto e che possano vivere unicamente dei proventi dei loro concerti, ce ne sono stati e ce ne sono pochissimi: Segovia insegnò poco, e non trattenne mai per sé gli incassi del suo lavoro di docente, che devolveva agli allievi in forma di borse di studio o, non di rado, di sovvenzione diretta. Tutti gli altri, anche quelli che non hanno mai voluto una posizione ufficiale di insegnante, offrono ai loro clienti la formula concerto+masterclass, a riprova del fatto che è praticamente impossibile vivere dei soli cachet dei concerti. Se si sente una fuoriclasse, e ha dentro di sé il carisma che permette di comunicare la musica al pubblico in carne e ossa (questo è il concertista), si costruisca un repertorio di alcune centinaia di pezzi, si faccia conoscere e poi si vedrà. Fra dieci anni, avrà le idee più chiare. Inutile a dirsi - e non per spegnere entusiasmi - alla Sua età tutti o quasi si sentono dei fuoriclasse e si dichiarano disposti a far ardere la loro vita nella fiamma dell'arte. A 35 anni, hanno un mutuo da pagare, una famiglia da mantenere e, in genere, danno lezioni in quantità ben superiore a quella che occorrerebbe per colmare la loro passione didattica: il lezionificio ha preso il posto della carriera concertistica.

     

    Quindi, per ora, direi: studiare lo strumento, iniziare al più presto lo studio della composizione, ascoltare molta musica non chitarristica con la partitura alla mano, imparare alla perfezione l'inglese e almeno un'altra lingua (altrimenti non si fa nessuna carriera concertistica), e rimanere in attesa di capire meglio quale sia la propria strada.

     

    Non c'è niente di male nel sognare, ed è importante progettare al più presto possibile la propria vita. Come si dice, l'uomo propone e Dio dispone.

     

    dralig

  3. Turina ha usato pochissimi rasgueados, e li ha usati molto a proposito.

    Se ti riferisci all'introduzione della Fantasia Sevillana, sappi che Turina ha scritto delle semiminime, tutta la batteria ritmica è opera di Segovia.

     

    dralig

     

    M° ma quindi secondo Lei come andrebbe eseguita questa sezione se uno non volesse usare la "batteria ritmica"?

    a me onestamente piace così però devo anche dire che non riesco a imaginare un altra soluzione altrettanto efficace.

    Lei cosa suggerisce?

     

    saluti

    Giovanni

     

    Chi si trova a proprio agio con la versione segoviana non ha nessuna ragione per cambiare, e io non ho suggerito di farlo. A questo livello, ciascuno deve decidere per sé. Ho solo detto, rispondendo ad Alfredo che lamentava (così mi è parso di capire) l'eccessiva invadenza dei rasgueados, che non sono stati scritti dal compositore - non con quel ritmo.

     

    dralig

  4. Ho l'impressione che paghi lo scotto di un presunto spagnolismo da cartolina.

     

    Tra tanti rasgueados superflui quelli essenziali sono troppo crudi per essere apprezzati.

     

    Turina ha usato pochissimi rasgueados, e li ha usati molto a proposito.

    Se ti riferisci all'introduzione della Fantasia Sevillana, sappi che Turina ha scritto delle semiminime, tutta la batteria ritmica è opera di Segovia.

     

    dralig

  5. Mi sembra che la discussione sia uscita dal suo tema principale. Bene, mi associo a questo sviluppo. Mi sembra che la risposta di dralig a ciccio_matera sia molto condivisibile ma anche dimentichi che esiste un problema della ricettività del pubblicoe del suo grado di cultura, il che può influenzare chi suona e chi scrive (talvolta). Luigi A.

     

    Non ho affatto dimenticato il pubblico, l'ho semplicemente abbandonato. 25 anni fa ho appeso la chitarra al chiodo e ho smesso di suonare in pubblico perché ho constatato che, tra la musica che mi importava di fare e quella che il pubblico voleva e si aspettava, c'era un divario che io non ero disposto a colmare, cambiando repertorio e modo di suonare: non volevo e non avrei potuto. Così, dopo il 31 maggio 1981 (data del mio ultimo concerto), mi misi a disposizione di datori di lavoro che non mi avrebbero assunto come musicista, ma come redattore di giornale o come detective (un lavoro che non mi sarebbe dispiaciuto). A quel punto, mi sentii veramente libero di fare musica come volevo, cioè di mettermi a comporre, perché - a dire il vero - era anche l'attività di concertista in sé a risultarmi aliena. Avrei fatto come Ives, che di giorno lavorava in un ufficio e la sera a casa sua componeva. Fu il direttore del conservatorio di Alessandria a farmi cambiare idea, convicendomi a intraprendere la carriera didattica nel suo conservatorio, dove entrai quello stesso anno e da dove non mi mossi per 23 anni di seguito. Componendo, non ho mai minimamente pensato al pubblico e agli ascoltatori e, per la verità, nemmeno ai concertisti: non mi aspettavo nulla da nessuno, e se la mia musica fosse risultata inascoltabile, avrei continuato a scriverla esattamente come ho fatto. Non è andata così, la mia musica in genere è bene accolta nelle sale da concerto, piace anche agli ascoltatori non istruiti, e la lista dei miei interpreti (per stare solo ai chitarristi) conta ormai le centinaia. Tutto questo mi fa piacere, ma non ha mai influenzato il mio lavoro nella sua sostanza. Ho scritto quello che volevo e sentivo di dover scrivere senz'altra mira che quella di realizzare quello che avevo in mente.

     

    E' importante, tutto ciò. Io credo che un concertista debba tenere in conto le aspettative del pubblico, un compositore no (a meno che accetti di scrivere artigianalmente un pezzo per un committente e per una determinata circostanza: occasionalmente, si può fare e l'ho fatto anch'io, ma non è questo il punto). Il concertista lavoro tra la gente, il compositore lavora in casa sua, il concertista non può aspettare il riconoscimento postumo, deve ottenerlo presto, altrimenti la sua vita artistica non ha senso. Il compositore può essere riconosciuto anche cent'anni dopo la sua morte - risparmio gli esempi - , e questa non è una piccola differenza. Non per nulla gli applausi e i denari vanno assai più ai virtuosi che ai compositori. E' giusto? Diciamo che l'ingiustizia funziona così.

     

    dralig

  6. L'incomunicabilità di certa arte contemporanea e la ricerca di un fascino unicamente estetizzante hanno comunque isolato spesso l'arte (e l'artista) dalla società. In questo senso condivido abbastanza quello che ha scritto Luigi Attademo in questo topic, anche se non ritengo che l'artista debba "piegare" i suoi mezzi espressivi al fine di una maggiore comprensibilità, il cui livello sarebbe invece più auspicabile si innalzasse.

     

     

    ..

     

    Attademo ragiona giustamente da interprete: l'interprete espone se stesso in carne e ossa al pubblico, deve comunicare hic et nunc, deve riuscire a stabilire il suo contatto con chi lo ascolta nell'atto stesso del fare arte, non ha un appello postumo dove riscattare il mancato successo della sua arte capovolgendolo nella gloria. Diverso è il caso di un compositore, che - convinto del proprio valore - può accettare (anche se è escluso che gli procuri soddisfazione e contentezza) il rimando del suo riconoscimento a un incerto, e probabilmente postumo, domani.

     

    dralig

  7. Caro Manu, non è questione di appoggiare o non appoggiare (entrambi gli appoggi non servono a niente). Dico solo che sotto sotto secondo me il desiderio di ogni artista è di essere stimato per quello che esprime in una sua opera, un suo quadro, un suo pezzo.

     

    Perché mai "sotto sotto"? Essere riconosciuti, avere successo, è del tutto legittimo, e l'aspirarvi è naturale. L'importante è riuscirci senza snaturare la propria opera - cioè senza fare del successo il proprio obiettivo principale -, in modo corretto e leale e, qualora non si riesca o si riesca solo parzialmente, in misura inferiore ai proprii meriti, non assumere atteggiamenti da genio incompreso, che danneggiano l'opera a venire e incattiviscono la persona. E' anche importante e meritorio evitare il ridicolo, paragonandosi continuamente a Schubert, a van Gogh e a Cézanne, geni che non ebbero in vita alcun successo. Insomma, bisogna saper accettare serenamente sia il successo che l'insuccesso, quello proprio e quello altrui.

     

    dralig

  8. Avevo letto che si trattava di una composizione per liuto ed archi, evidentemente i biografi hanno preso una cantonata...mi sembrava oltremodo strano che con quell'organico nessuno avesse fatto una trascrizione per chitarra...

     

     

    Non ho la pretesa di conoscere proprio tutto il Novecento, quindi non escludo che una siffatta versione esista. Io però non l'ho mai vista.

     

    dralig

  9. Ha fatto capolino nel 3d su de Falla...le sue opere per chitarra, benchè esigue quantitativamente, sono esemplari dal punto di vista stilistico...mi pare che nella scrittura per chitarra abbia colto la possibilità di essere essenziale senza risultare banale...i modelli impiegati si rincorrono, semplici ma efficaci.

     

    Se da Falla è la notte Turina è il mezzogiorno assolato?

     

    Non conosco il quartetto per archi e liuto...

     

     

    Nemmeno io. Turina compose la "Oracion del torero" nel 1925 (lo stesso anno del "Fandanguillo" scritto per Segovia) per il quartetto Aguilar, un quartetto di liuti. Successivamente, elaborò la composizione per quartetto d'archi e per orchestra d'archi.

     

    La peculiarità stilistica di Turina - che era partito come wagneriano - è la sua commistione di modalità e di cromatismo. Fondamentalmente, scrive nei modi cari al cante jondo, ma non rinuncia alla frammentazione cromatica delle scale modali.

     

    E' un compositore sevillano. Serio, con tratti profondi, mai superficiale.

     

    dralig

  10. Ho trovato pochissime notizie su questo musicista del XIX secolo, che risulta abbia trascritto per chitarra alcune romanze dalla Norma di Bellini e dall'Anna Bolena di Donizzetti, da I Normanni a Parigi di Mercadante ma anche musica di Mozart.

    Era un chitarrista? In generale le trascrizioni per chitarra da musica d'opera non mi sembra abbiano una grande diffusione nel repertorio contemporaneo dei musicisti o mi sbaglio?

     

    Grazie!

     

     

     

     

    Butterfly

     

    No, si sbagliavano loro.

     

    dralig

  11. Segnalo l'evento qui, fuori posto, perché non sono in possesso dei dati necessari a inserirlo nella sezione concerti, e la segnalazione non ha valore di utilità, ma solo di curiosità, per la singolare duplicità (ossimoro voluto e ricercato) del fatto.

     

    Domani, domenica 10 dicembre 2006, il duo germanico Daniel Ahlert-Birgit Schwab, mandolino e chitarra, dà la prima...e la seconda esecuzione della Sonatina-Lied n .4 per mand. e ch. di AG, in due concerti consecutivi, che si terranno (copio e incollo):

     

    10.Dezember 16.00 Uhr, Düsseldorf

    10.Dezember 19.00 Uhr, Aachen

     

    Pazzesco, no?

     

    dralig

  12.  

    alla fine vale la seguente massima: laddove qualsiasi opera reca traccia di creatività intelligente (e sulle capcacità di riconoscere queste tracce si potrebbe dividere il mondo) è necessario affiancarsi ad essa con il massimo impegno, nonchè umiltà e rispetto

     

    Civilissima dichiarazione, che sottoscrivo usando una mano in rappresentanza di tutta la mia persona. Al fine di rendere possibile e agevole la sua attuazione, bisognerà lavorare qualche secolo. Buon motivo per iniziare subito - da parte di chi non l'avesse ancora fatto - e per non perdersi d'animo - da parte di chi lo sta facendo da tempo, e con magro raccolto.

     

    Intanto, avanti con Malmsteen.

     

    dralig

  13. A proposito del mio ultimissimo intervento nell'offtopic "Malmsteen" vi chiedo per favore di dirmi le differenze tra la cosiddetta musica "colta" o di alto livello e la musica "non", perchè mi sembra che quando parlo di musica che non capisco significa che è musica colta e quando parlo di musica che capisco mi sembra che sia musica "non".

     

    Spero che mi possa chiarire anche il M Gilardino che più di una volta è stato molto esauriente con le risposte che mi ha dato.

     

    La musica colta è quella che compongono, suonano e ascoltano le persone colte. Le persone non colte preferiscono altri tipi di musica. Le persone colte normalmente non se la prendono con quelle non colte - la tolleranza è connaturata alla cultura. Le persone non colte invece tendono a far prevalere le loro scelte musicali (ma anche quelle politiche, religiose, sessuali, etc.) su quelle altrui.

     

    dralig

  14. Tra chitarra e fagotto l'unica relazione è che possono suonare insieme in duo, è una combinazione piacevole e originale. Fino a qualche tempo fa, era in attività il duo formato dal fogottista Steno Boesso e dal chitarrista Gianluca Sabbadin. Suonavano un repertorio originale ottocentesco curioso e divertente, e anche alcune composizioni scritte per loro.

     

    dralig

     

    Grazie per la risposta. In effetti la mia riflessione scaturiva proprio dall'aver collegato la lettura di questo curriculum al ricordare che fra le Sue composizioni ci sono una Sonatina-Lied per fagotto e chitarra e una Partita per vibrafono e chitarra.

    Mentre mi è più facile intuire le relazioni sonore tra alcune altre formazioni (cello, violino, mandolino o pianoforte) e chitarra, mi chiedevo se tecnicamente la scrittura per le altre combinazioni strumentali presenti qualche caratteristica particolare o se le sonorità dei due strumenti ispirino suggestioni particolari, intuendone l'originalità preziosa.

    Non so se ho espresso chiaramente l'idea (è proprio vero che a volte è più difficile fare domande che dare risposte...) :roll:

     

     

    Butterfly

     

    Esistono delle combinazioni già note e per così dire storiche, quali flauto e chitarra, violino e chitarra, etc., e altre che invece non hanno pochissimi precedenti, come fagotto e chitarra. In questi casi il compositore lavora su un terreno inesplorato...

     

    Vibrafono e chitarra è una combinazione secondo me preziosa, permette di creare sonorità particolarissime, inaudite. Proprio ieri notte, alle 23, mi ha telefonato il chitarrista Luigi Vedele da Sassari: aveva appena dato, insieme a un bravissimo vibrafonista, la prima esecuzione della "Partita" per vibrafono e chitarra che scrissi per lui, a sua richiesta, poco più di un anno fa. Non gli ho domandato com'era andata l'esecuzione - lo conosco bene e so che non azzarderebbe mai un passo senza essere ben certo dei suoi mezzi - ma come era stata accolta la musica dal pubblico, e mi ha risposto: benissimo, mi è stato detto che era una composizione poetica.

  15. :mrgreen: Forse una terapia esisterebbe, stroncare il problema sul nascere se non fosse che quel tipo di malattia si inizia a manifestare non prima dell'età adolescenziale.. Dalla saggezza popolare (la madre degli imbellicci è sempre incinta) devo intuire che hanno tutti una madre comune e, se non erro, basterebbe sopprimere lei... peccato non sapere chi sia! :( Non vale la pena rischiare...

     

    M.

     

    Chiunque sia, Akaros, uno che diteggia brani per chitarra e, in un accordo che ha al soprano la nota mi (primo rigo del pentagramma), aggiunge tre, dicesi tre, note inferiori, è, per dono di natura, un cretino.

     

    dralig

  16. Che dire... è stata alba per lei ma tenebre per lui... Stavo controllando e ci sono altre note scritte a penna e alcune con la croce sopra.. Non riesco a capire perchè abbia massacrato tutto il tipo!

     

    La diagnosi è chiara: fallocefalite acuta. Non esiste terapia.

     

    dralig

  17. Che celerità nel rispondere!! Da record!

    Essì, ci son le stesse note anche a battuta 11.. Io purtroppo ho un La nel primo accordo, il soggetto che mi ha prestato la parte deve avere aggiunto a penna qualche nota.. Sembrava proprio stampata, che precisione che ha avuto! :)

    Grazie ancora..

     

    p.S: credo che dovrò prendere una parte nuova dato che immagino ci siano altre correzzioni ingannevoli qua e la da parte del "revisore della sua revisione"

     

    -----

     

    °_°

     

    Questa duplice edizione non la conoscevo. Come mai questo brano rientra nell'archivio segovia se non esiste nemmeno il manoscritto?

     

    Esisteva però l'incisione discografica di Segovia. E vuole che ag si fermi davanti al compitino di "tirar giù" le note dal disco? Due ore di dettato armonico, e alba fu.

     

    dralig

     

    PS Il revisore della mia revisione ha bisogno urgente di revisionare la sua conoscenza della tastiera della chitarra.

  18. Salve a tutti, stavo leggendo questo brano nella revisione del M°Gilardino ed ho trovato un accordo che non mi è chiaro.. A tre battutte dall'inizio del tema remifa-sol ("cantando"), più precisamente sul 3° quarto della battuta 9, c'è un accordo in II posizione composto dalle note Fa# La Do Mi che non è possibile suonare. Quale nota può essere omessa? Ringrazio in anticipo chiunque mi saprà risolvere il problema..

     

    Marco

     

    Ha avuto una visione, Akaros. In entrambe le edizioni - sia quella vecchia della collezione Bèrben/Gilardino, sia quella nuova della serie "The Andrés Segovia Archive", Hans Haug, The Complete Works for solo guitar", l'accordo in questione (ripetuto poi all'inizio della battuta n. 11) è: fa diesis-do diesis-mi. Il "la" non esiste. Permetta, ag non lascerebbe mai in una sua edizione un errore del genere.

     

    dralig

  19. nessuno dà forfait, maestro, semplicemente io ho chiesto aiuto..e in cambio mi è stato detto che non capisco nulla (in parole povere) e che dovrei cambiar mestiere..

    Io non solo non cambio mestiere, ma cercherò di "aggiustare il tiro"..oggi vado in un negozio di dichi a cercare i quartetti di Bartok e qualcosa di il concerto per violino e orchestra di Berg

     

    Sa, egregio Ciccio, uno che afferma, nell'A.D. 2006, che l'Histoire du Soldat è un lavoro senza capo né coda, non lascia adito a molte speranze sul suo talento musicale: è Lei che si mette il cartellino, io mi limito a leggerlo. Il portinario dello stabile qui di fronte ha in guardiola un orrendo dipinto comprato al mercato: se io fossi il possessore de "Le demoiselles d'Avignon" e gli proponessi di fare il cambio, non solo rifiuterebbe, ma mi prenderebbe a male parole, accusandomi di tentato raggiro. Si dà però il caso che lui non sia uno studente di pittura dell'accademia di belle arti.

     

    Io sono molto contento della Sua decisione di intraprendere con animo diverso da quello di ieri l'ascolto della grande musica del Novecento, e sono sicuro che ne ricaverà un grande giovamento per la Sua formazione musicale, che Le auguro ricca e feconda. Nell'ascoltare il concerto per violino di Berg, si disponga con l'animo suggerito dalla dedica del pezzo: "dem Andenken eine Engels": alla memoria di un angelo (la figlia di Alma Mahler e di Walter Gropius, morta a 18 anni).

     

    dralig

  20. Leggendo il curriculum di un musicista, mi ha stupito l'elenco degli strumenti studiati: chitarra, pianoforte, fagotto, oltre a composizione e direzione d'orchestra.

     

    Mi chiedevo quali affinità ci sono fra la chitarra classica e gli altri strumenti musicali e/o quali combinazioni di essi possono ricultare maggiormente interessanti anche dal punto di vista della composizione.

    Non riesco a capire bene, per esempio, la relazione tra chitarra e fagotto.

    Eeventuali relazioni esecutive o di composizione, variano anche nelle diverse epoche storiche?

    Scusate se la domanda è inesperta o banale.

     

     

     

     

     

    Butterfly

     

    Tra chitarra e fagotto l'unica relazione è che possono suonare insieme in duo, è una combinazione piacevole e originale. Fino a qualche tempo fa, era in attività il duo formato dal fogottista Steno Boesso e dal chitarrista Gianluca Sabbadin. Suonavano un repertorio originale ottocentesco curioso e divertente, e anche alcune composizioni scritte per loro.

     

    dralig

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