Vai al contenuto
Novità discografiche:

Angelo Gilardino

Membri
  • Numero contenuti

    2241
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    37

Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Salve volevo sapere il nome di qualche Autore del '900 (apparte Ponce) che hanno scritto Variazioni per chitarra

     

    Per lo meno:

     

    Ottorino Respighi - Variazioni (Ricordi)

    Fernande Peyrot - Thème et Variations (The Andrés Segovia Archive)

    Hans Haug - Passacaglia (The Andrés Segovia Archive)

    Alexandre Tansman - Passacaille (The Andrés Segovia Archive), Variations sur un thème de Scriabine (Max Eschig)

    Mario Castelnuovo-Tedesco - Variazioni attraverso i secoli (Schott-Segovia), Passacaglia - Omaggio a Roncalli (Bèrben-Gilardino), El sueno de la razon (da Caprichos de Goya, Bèrben-Gilardino);

    Joaquin Rodrigo - Passacaglia (da Tres piezas espanolas, Schott-Segovia)

    Benjamin Britten - Nocturnal after John Dowland (Faber)

    Lennox Berkeley - Thème and variations (Bèrben-Gilardino)

    Giulio Viozzi - Suite variata (Bèrben-Gilardino)

     

    Questo lo stretto necessario, poi c'è tutto il resto...

     

    dralig

  2.  

    Bisognerebbe chiedere suggerimenti e chiarimenti a qualche medico della mano. E' un problema che credo risieda in uno scarso (o addirittura nullo) uso nella vita quotidiana dell'articolazione.

     

    Si colloca il pollice della mano destra (il dito più potente, per i destrimani) alla congiunzione tra le due falangi del mignolo sinistro, dove si verifica il cedimento, dalla parte interna della mano, e si esercitano due spinte in opposizione, graduando quella del pollice in modo da non superare il livello di tenuta del mignolo. Serie di dieci spinte del mignolo contro il pollice, sempre in tenuta. La resistenza aumenta in pochi giorni.

     

    dralig

  3. Caro Angelo,

    ti rispondo anche qui, perché anche in questo forum voglio parlare di Rocco, affinché più persone possibili possano pensare a lui.

    Caro Angelo, ti ringrazio per le tue parole e per la tua vicinanza, esse vanno a lenire un dolore muto e terribile, per la scomparsa improvvisa, inaspettata, di un uomo meraviglioso che sapeva toccare i cuori delle persone.

    Rocco era il mio maestro, con lui le lezioni erano momenti profondi di crescita musicale e spirituale. Per me le sue erano lezioni di vita e di umanità.

     

    Comprendo perfettamente, perché conoscevo bene la sua indole, la sua passione e la sua generosità, oltre al suo valore di musicista e di chitarrista. Una figura bella, votata a quella bellezza che, come dice Dostojevskij, salverà il mondo.

     

    dralig

  4. Ricevo con dolore e costernazione la notizia della scomparsa del giovane e stimatissimo maestro Rocco Peruggini, co-fondatore e attuale direttore, dell'Ateneo della Chitarra di Milano. Secondo la notizia che mi è appena stata comunicata, Rocco, appassionato centauro, è rimasto vittima ieri di un incidente motociclistico. Chitarrista di grande sensibilità e di pari bravura, didatta apprezzatissimo da una vasta schiera di allievi - molti dei quali avevano in lui anche un amico -, animatore e organizzatore di iniziative quali una stagione concertistica dedicata alla chitarra e una rivista appena nata (La Guitarra), Rocco Peruggini era nel pieno della sua carriera e della sua maturità artistica e personale. Lo saluto con affetto e con infinito rimpianto.

     

    Angelo Gilardino

  5.  

    Ha ragione, la tv è la tv. Nell'immediato dopoguerra, c'era la radio, mamma della TV. Che cosa fecero i compositori "colti"? Quelli giovani, si precipitarono a Darmstadt e ne tornarono risolti a rinchiudersi negli studi di fonologia musicale e nei festival di musica contemporanea, proclamando che la musica non conforme era da buttare e che dare in pasto alla borghesia i piatti della gastronomia musicale era una complicità vergognosa con il sistema. E così, lasciarono la Rai a Nilla Pizzi. Eccoci qua.

     

    dralig

     

    diciamo che l'abbandono/indifferenza reciproca è cosa della Rai post anni 70 in particolare con l'avvento della televisione commerciale...la sua osservazione è imprecisa poichè fu proprio alla RAI che Maderna e Berio trovarono la possibilità di fondare lo Studio di Fonologia, noto come Studio di Fonologia della Rai, in corso Sempione a Milano...uno studio non finalizzato alla sperimentazione fine a se stessa (cioè, non solo), ma istituzionalmente creato per accompagnare le produzioni radiofoniche, in particolare i radiodrammi con la composizione sia di musiche, ma in particolare di "effetti sonori"...cosa a cui sia Berio che Maderna si dedicarono con produzioni musicali leggere, producendo e lavorando con qualsiasi genere musicale dal jazz alle canzonette agli arrangiamenti alla composizione tonale ecc ecc (basta sfogliare il catalogo dei lavori di Maderna ma anche Berio per capire quanto fossero interessati alla conformità del pensiero musicale)...

     

    Era sempre la LORO musica, quella di cui si occupavano.

     

    dralig

  6. Temo che questo implichi la presenza di un parco insegnanti con un alto grado di preparazione nelle scuole di formazione primaria (dote ancora abbastanza rara...) e, contemporaneamente, un parco genitori che si renda conto che esiste qualcosa di più utile, benchè più impegnativo per i poveri pargoli, che non guardare otto ore di tv al giorno (visto poi che cosa propina oggi la tv ai ragazzini!!).

    In un ambiente dove l'ignoranza è eretta a vessillo d'onore e condizione necessaria per essere (considerati) dei vincenti (nel mondo altro non v'è se non vulgo, diceva Machiavelli), ritengo, purtroppo, improbabile che questo diventi reale in tempo utile per essere visto dai viventi di oggi...

     

    sta storia della tv origine di tutti i mali non mi convince affatto

    soprattutto in quanto origine dei mali che affliggono il pensiero musicale...

    se tutto ciò, tutto ciò che è sotto i nostri occhi esiste, è dovuto in parte anche ad una classe e ad un sistema culturale (quello genericamente definito classico "colto") che non solo non è riuscito ad imporsi o e pretendere ciò che gli spetta dal sistema mediale, ma ha avuto solo il mediocre coraggio di imporre modelli culturali e di comunicazione autoreferenziali, in grado di sostenersi unicamente grazie alla stampella economico-assistenzialista...inutile quindi puntare il dito contro la tv quando il marcio rode già affligge da tempo la cultura di questo paese...molto meglio una mediocre trasmissione televisiva che una colta ipocrisia bohemien spacciata per "dotta cultura"...

     

    Ha ragione, la tv è la tv. Nell'immediato dopoguerra, c'era la radio, mamma della TV. Che cosa fecero i compositori "colti"? Quelli giovani, si precipitarono a Darmstadt e ne tornarono risolti a rinchiudersi negli studi di fonologia musicale e nei festival di musica contemporanea, proclamando che la musica non conforme era da buttare e che dare in pasto alla borghesia i piatti della gastronomia musicale era una complicità vergognosa con il sistema. E così, lasciarono la Rai a Nilla Pizzi. Eccoci qua.

     

    dralig

  7. Il volume di Hindemith "Elementary training for Musicians" dovrebbe indirizzare su questa strada.

    Io ne ho letto solo alcuni capitoli (per ora) ma già nell'introduzione fa un discorso di questo tipo, facendo notare come gli studenti di solfeggio come insegnato in Italia ed in Francia siano impreparati ad affrontare musiche che utilizzano un linguaggio diverso da quello tonale.

     

    Matteo

     

    Se fin dall'inizio dell'apprendimento la mente associa in un'unità cognitiva e sensoriale un'altezza (frequenza), un simbolo grafico e relativo nome (notazione), cantare fra martino o una serie di Schoenberg non fa nessuna differenza.

  8. Credo che spesso la difficoltà incontrata nei pezzi sia "psicosomatica" ed attribuita per un'abitudinaria antonomasia. Conosco persone che hanno letto pochssimo di un autore e pretendono di poterne parlare a 360° (ho anche provato a spiegare loro la storiella del tacchino di Russell, ma non ha sortito particolari effetti...), quindi condivido appieno il suo atteggamento nei confronti di simili affermazioni!

     

     

    Il chitarrista-tipo prima giudica, poi eventualmente legge e/o ascolta (come può), e poi ancora lancia sui forum un'inchiesta intitolata "quali sono i dieci migliori pezzi per chitarra?" oppure "chi sono i quattordici compositori più importanti?".

     

    Se ai bambini insegnassero a cantare la musica leggendo le note - invece di far apprendere loro per imitazione delle melodie cretine - sono sicuro che non avrebbero difficoltà a cantare le serie dodecafoniche, e che non ci troverebbero nulla di straordinario.

     

    dralig

     

    Esistono istituti - in Italia o all'estero - che attuano questa prassi?

     

    Ermanno

     

    In Italia, no di certo.

  9. Ma è vero che gilardino che ha trascritto in mi minore la serenata espanola di Malats quella per pianoforte?

    dove si compra?

     

    Si ottiene gratis chiedendola al trascrittore con un messaggio dal suo website.

     

    dralig

     

    Se non ricordo male, in un altro sito web, spiegava che aveva scelto questa tonalità perchè si avvicinava di più a quella originale usata dall'autore (in Fa...) ma non ricordo bene, lo potrebbe rispiegare anche qui? Grazie!

     

     

     

    Butterfly

     

    Dopo la trascrizione-sorgente di Tarrega (contemporaneo e conterraneo di Malats), sostanzialmente accettata - se pur con modifiche secondarie - da Segovia, Presti, Bream, etc., non ci sarebbe stato motivo per ri-trascrivere il pezzo, se non per darne un'interpretazione estetica diversa.

    Dopo aver ascoltato la registrazione - per quanto primitiva - dello stesso Malats, mi sono reso conto dell'atmosfera scura e che egli conferì al pezzo, tenendolo nel registro pianistico medio, ed evitando le sonorità brillanti. Anche se non è un pezzo tenebrista, è per lo meno un notturno, e la trascrizione tarreghiana - che canta molto bene - lo schiarisce molto, rendendolo diverso, cioè lirico e canterino. Senza voler sfidare questa lettura - che ha indubbiamente i suoi pregi, del resto evidenti nelle registrazioni dei chitarristi famosi a partire da Segovia - ho voluto riportare il brano alla sua indole naturale, trascrivendolo in mi minore, con l'opzione di suonarlo con un capotasto I, che lo rende senza aumentare le difficoltà al suo tono originale. Non mi sono limitato - com'è ovvio - a trasportare la trascrizione di Tarrega, ma ho riscritto di sana pianta il pezzo, a partire dal testo pianistico, il che mi ha permesso di ristrutturare anche il ritmo e l'armonia, secondo me un po' troppo sforbiciati da Tarrega.

     

    Pare che la trascrizione nuova sia più difficile della precedente, ma sono sicuro che è suonabilissima e di buona sonorità. Del resto, sembra destino che tutto quello che faccio risulti difficile agli esecutori, quindi non ci bado più. Sto componendo un quartetto che a me sembra cantabilissimo - e di certo io ne canto le parti - ma tutti coloro che l'ascoltano per la prima volta rimangono appiedati dalla sua presunta difficoltà. Se ai bambini insegnassero a cantare la musica leggendo le note - invece di far apprendere loro per imitazione delle melodie cretine - sono sicuro che non avrebbero difficoltà a cantare le serie dodecafoniche, e che non ci troverebbero nulla di straordinario.

     

    dralig

  10. Scelgo la versione originale e poi vedrò cosa togliere... giusto?

     

    Nella raccolta dei 24 Preludi si possono tracciare diversissimi percorsi: da quello della piccola suite costituita da un certo numero di brani ben ordinati (cioè con il giusto equilibrio che deriva dai contrasti) a quello del volo che tende a fare dell'intera serie un brano solo, articolato e insieme unitario. A questo proposito, conviene ascoltare la registrazione di Piera Dadomo (CD Map monografico, dedicato interamente alla musica di Ponce), che realizza ammirevolmente questo difficile obiettivo.

     

    dralig

  11. Aspetto notizie e, se occorre, sono pronto a collaborare (il manoscritto originale dell'autore è molto diverso dalla versione di Segovia).

     

    dralig

     

    grazie maestro della sua collaborazione per un brano che sto conoscendo da poco e che sto iniziando ad apprezzare (ogni tanto mi ritrovo a canticchiarlo senza accorgermene!! ed è solo sintomo di positività!).

    Sarebbe un bene per tutti se fosse disponibile il manoscritto originale..

     

    grazie mille, come sempre, della sua preziosa collaborazione..

     

    Purtroppo, non ci sarà una ripubblicazione del pezzo. Il manoscritto rimarrà dominio di pochi. Non per colpa mia...

     

    dralig

  12. Vorrei spendere (o meglio far spendere :oops: ) due parole circa uno dei lavori per chitarra del '900 credo meno conosciuti o più ignorati (dico ciò perché non trovo ancora un CD che ne contenga una registrazione, o qualcuno -tranne il M° Gilardino, una volta qui sul Forum :lol: - che citi almeno "di striscio" - mi si lasci passare questo termine - per un motivo qualsiasi questa composizione): Fantasia-Sonata, di Manén; sarebbe interessante (credo non solo per me) avere qualche informazione circa l'autore del pezzo e qualche giudizio da chi questo lavoro l'ha letto.

     

    Volevo inoltre chiedere se conoscete qualche chitarrista che questa Fantasia-Sonata l'abbia incisa....quella di Segovia (il dedicatario) non l'ho trovata..sempre che l'abbia fatta: ad una primissima (s)vista dello spartito, il pezzo sembra non avere le caratteristiche che meglio si adattavano all'estetica del chitarrista spagnolo.

     

    Grazie.

     

    Invece la suonò e la incise, eccome! E' tuttora disponibilissima nel cofanetto con 2 CD dell'etichetta Deutsche Grammophon "Dedication - Andrés Segovia". e Dio sa se vale la pena di ascoltarla.

     

    Il brano è un esempio di Sonata ciclica, una forma tardoromantica che ebbe il suo culmine nella Sonata in si minore per pianoforte di Franz Liszt.

    Dal punto di vista compositivo, il lavoro di Manen è superbo, tant'è vero che l'autore, consapevole di aver realizzato un gran buon pezzo, ne fece anche una versione per orchestra. Recentemente, un direttore d'orchestra svedese, Per Andersberg, l'ha eseguita (è un ottimo direttore, ex-chitarrista). Dette le due parole, concludo nel modo più ovvio: per porre rimedio alla lacuna che vede il capolavoro di Manen negletto dopo l'esecuzione di Segovia, non c'è che una cosa da fare: suonarlo e inciderlo. Aspetto notizie e, se occorre, sono pronto a collaborare (il manoscritto originale dell'autore è molto diverso dalla versione di Segovia).

     

    dralig

  13. :?:

     

    Mi insinuo nel Suo dubbio, caro Fabio, suggerendoLe una riflessione sul tema: "Il nostro Nord avanzato".

     

    Metto le mani avanti: non accetto panoramiche apocalittiche aperte sull'equivoco "Nord avanzato=quel che avanza del Nord". Voglio invece una sana allocuzione in favore del Nord florido e salubre, in stile texano, all'insegna del motto "What shall we do of your money?".

     

    Aspetto fiduciosamente.

     

    dralig

  14. ...è necessario rimboccarsi le maniche e lavorare e aggiungo che oggi non solo nessuno ti da niente per niente ma è anche necessario abituarsi a non pretendere nulla anche dando qualche cosa

     

    Oggi è veramente spietato, Fabio, proclama la mistica del sacrificio gratuito. Si riabbia, e consideri la possibilità di praticare prezzi modici, per qualunque articolo, eventualmente offrendo la possibilità di pagamento "con comode rate".

     

    dralig

  15. Secondo me, più che aggiungere degli accenti, bisognerebbe cercare di toglierli... Dal punto di vista tecnico, si tratta di un lungo arpeggio che trova quiete solo nelle ultime due battute e che, per la mano destra, si ripete quasi sempre uguale, veloce e molto leggero... Molto bella l'immagine suggerita dal m° Signorile del moto di risacca. Se inaggiunta alla dinamica nelle ripetizioni (f-mp) aggiungi un'evoluzione timbrica lungo tutto lo studio sfruttando tutta la gamma della chitarra, dal manico al ponticello, riesci ad ottenere un'ampia varietà sonora pur mantenendo uguale il peso relativo di ogni nota e più o meno costante il rapporto dinamico tra le due ripetizioni di ogni battuta.

    Buono studio...

     

    Ermanno

     

    Abbiamo al riguardo alcune riflessioni da fare, suggerite sia dalle fonti scritte che dalla storia. Nel primo manoscritto del 1928, HVL non scrisse le ripetizioni di ogni battuta. Le aggiunse nel manoscritto destinato alla pubblicazione nel 1953. E' da escludere che un musicista della sua tempra pensasse solamente di allungare il vino del pezzo con l'acqua della ripetizione pedissequa. Infatti - qui entra la lezione della storia - nel 1943, quando Abel Carlevaro va per la prima volta in Brasile a suonare e incontra di nuovo HVL (che aveva conosciuto tre anni prima a Montetevideo), il compositore lo invita a cena insieme al pianista Tomas Teran, e dopo cena costui esegue al piano gli Studi di HVL secondo la lezione del compositore. Carlevaro rievoca esplicitamente l'episodio, e cita proprio l'esecuzione di Teran con la ripetizione a eco di ogni battuta.

    Allora si capisce che cosa intendeva ottenere HVL: praticamente, la trasformazione di ogni battuta di 4/4 in una coppia di battute raggruppate, o meglio in una lunga battuta di 8/4. Infatti, se si marca il basso sulla prima esecuzione di ogni battuta e poi, alla ripetizione, si evita accuratamente ogni accento sul primo tempo, si allega la ripetizione alla battuta precedente come un prolungamento, e si ottiene un bellissimo arco esteso di 8/4. All'inizio della nuova battuta, sull'entrata del basso che segna il cambio armonico, si colloca un accento a sbalzo (anche senza sf, dato che la battuta precedente in eco termina piano). Questo è quello che aveva in mente HVL. Tutte le altre accentazioni sono in qualche modo delle forzature e delle ricerche di effetto.

     

    dralig

  16.  

     

    Mi piacerebbe tanto Maestro, ma problemi molto seri mi affliggono da troppo tempo e finchè non saranno risolti, sarò costretto, mio malgrado a rimandare "sine die".

     

    Comunque grazie per la Sua segnalazione e suggerimento che terrò presente e nel frattempo vedrò di documentarmi su questo meraviglioso dipinto.

     

    magic guitar

     

    Mi dispiace che Lei abbia problemi seri e Le auguro di risolverli al più presto. Quanto a "Las meninas", su Internet troverà sicuramente un buon numero di siti atti a guidarLa nella comprensione del capolavoro di Velazquez.

     

    Cordialmente,

     

    dralig

  17. Grazie, ora l'ho visto. Certo che lo vedono tutti tranne il chitarrista :roll:

     

     

     

    Butterfly

     

    Non spetta a me rimandare Lei - dottoressa in storia dell'arte - a "Las meninas".

     

    dralig

     

    Maestro, confesso la mia abissale ignoranza.... me la spiega per favore. Cos'è Las Meninas?

     

    Grazie

     

    magic guitar

     

    E' un incredibile dipinto del grande pittore spagnolo Diego Velazquez. Si trova al Museo del Prado di Madrid e impedisce a chi lo guarda di proseguire oltre. Qualunque cosa Lei stia facendo, smetta subito, vada al più vicino aeroporto, prenda un volo per Madrid e, da Barajas, vada al Prado.

    Poi ne riparliamo. Se proprio non può. rimandi di un giorno o due (al massimo) e nel frattempo si prepari con una visita a

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a4/Velazquez-Meninas.jpg

     

    PS Al Prado vada da solo la mattina presto. Avrà 15-20 minuti dall'apertura, prima che arrivino i giapponesi con guida.

  18. Ho sentito Adam Holzman suonare i 24 preludi di ponce, ma io ero ha conoscenza solo di 12(edizioni schott 2 volumi).

    Ammetto la mia ignoranza ma qualcuno mi puo spiegare?

    Vi ringrazio

     

    Segovia chiese a Ponce di scrivere un ciclo di 24 preludi facili, uno per ogni tonalità. Dovevano servire per una sorta di metodo che Segovia intendeva scrivere. Ponce accettò e scrisse 24 Preludi. Li mandò a Segovia. Segovia trovò che erano, in genere, troppo difficili per lo scopo che si prefiggeva. Inoltre, abbandonò il progetto di scrivere il metodo. Scelse tuttavia 12 dei 24 Preludi, e li pubblicò - dopo averli abbondantemente revisionati e modificati - nell'edizione Schott che li rese famosi. In tempi abbastanza recenti, recuperato il manoscritto originale di Ponce, la raccolta è stata pubblicata in modo completo e con il testo primario. Quindi, come di ogni composizione di Ponce pubblicata da Schott, abbiamo la versione Segovia e la versione originale. A ciascuno è demandato il compito - e riconosciuto il diritto - di scegliere.

     

    dralig

     

     

     

     

    http://www.egtaguitarforum.org/ExtraArticles/Multiguitar.htmlo

  19. Dappertutto dove un'articolazione di note a coppie la rende calzante - per esempio nel "Capriccio diabolico" di MCT le coppie di semicrome

     

    Ma, data la naturale disomogeneità delle note suonate con p-i, nella fattispecie delle semicrome ribattute Capricco Diabolico di Castelnuovo-Tedesco, non si corre il rischio di sentire delle crome (pollice) con l'indice che le insegue in controtempo?

    In quel caso preferisco i-a, appoggiando leggermente: questo mi da buone possibilità di escursione dinamica e timbrica.

     

    Credo che MCT trattasse la scrittura chitarristica in modo analogo - per non dire identico - a quella classica per strumenti ad arco (ci sono parecchi arpeggi di tipica estrazione violinistica nella sua musica per chitarra). Il mio suggerimento riguardo la diteggiatura p-i nel passo del Capriccio Diabolico con le pariglie di semicrome viene proprio da questa concezione violinistica. Naturalmente, il passaggio può essere risolto anche con altre diteggiature.

     

    L'alternanza p-i nelle note ribattute (da due in su) è una delle risorse della tecnica chitarristica dai tempi di Sor, che non era il primo a usarla consapevolmente, in quanto si trattava di una tecnica liutistica di vecchia data. Non è priva di alternative, però ha un suo carattere specifico, una sua precisa utilità.

     

    dralig

  20. Bellissimo! Un applauso ai chitarristi, al Direttore Diodovich ed al Maestro Gilardino.

     

    magic guitar

     

    Sempre ultimi, i compositori. Prima i virtuosi, poi il direttore e infine, in un angolino, il compositore. Mutuando al gergo dei miei allievi: siamo degli sfigati.

     

    dralig

  21. Non intendo dare lezioni di geografia a nessuno, ma ho l'impressione che Malaga sia messa più o meno come Genova.

     

    dralig

     

     

    :D:D Le dia, le dia, pensavo a Cordoba e mi è venuto il dubbio che l'Andalusia non arrivasse al mare. Vuol dire che le immagini "metaforiche" sono più forti di ciò che alla coscienza pare realtà.

    Orpo che figuraccia :oops:

     

     

     

     

    Butterfly

     

    Nessuna figuraccia, anzi complimenti per l'orpo. E' la parola magica con cui il Suo conterraneo ispanizzato Cristobal Colon rispose alla domanda dei re cattolici, che lo interrogavano per sapere se nel luogo che lui si era messo in testa di trovare salpando verso ovest c'era dell'oro. "Orpo!", rispose lui, e Ferdinando e Isabella cacciarono i soldi per le caravelle e l'equipaggio.

     

    dralig

  22.  

    in che senso Alfredo?

     

    Nel senso che la metafora dell'esotismo può aprire spazi compositivi altrimenti preclusi.

    L'idea è quella di rispolverare un immaginario esotico molto vicino, quello della riviera ligure rappresentato in cartoline anche un po' kitch, dove lo sbocco al mare è l'idea di un tempo ormai passato e definitivamente perso; ovvio che la galleria sarebbe necessariamente popolata di fantasmi...

     

    Propongo "Il fantasma di Pietraligure", per chitarra e archi (non accordati). In forma concertante, si, ma nell'atmosfera di una musica di scena. Come canovaccio, suggerisco un paio di omicidi e, già che ci siamo, anche uno stupro (mi sembra corretto). Commentati però da una musica carezzevole (del genere brezza marina), inquietante ma non truculenta. Conscio della forza ispiratrice del mio messaggio, aspetto la musica. Alfredo, non dirmi che hai paura.

     

    dralig

×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.