Vai al contenuto
Novità discografiche:

Angelo Gilardino

Membri
  • Numero contenuti

    2241
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    37

Tutti i contenuti di Angelo Gilardino

  1. Sono da tempo disponibili, anche on line, i facsimile delle edizioni d'epoca, e non è più il caso di adoperare revisioni. Il Gran Solo è stato pubblicato, durante la vita di Sor, in tre diverse versioni. Vale la pena di leggerle e di confrontarle per fare una scelta motivata. dralig
  2. Un commento che mi sembra di dover aggiungere, per evitare l'insorgere di equivoci, è questo: a quanto mi risulta, le attribuzioni fasulle si riferiscono a diverse registrazioni, effettuate da diversi esecutori. E' evidente che, ad attribuire tali registrazioni al sottoscritto, non sono stati coloro che le hanno effettuate: chi incide un disco lo fa per accreditarsene, non per darne credito ad altri. Si tratta quindi di azioni malevole perpetrare da terzi che, attribuendo a un artista esecuzioni da loro ritenute scadenti, tendono a mettere in cattiva luce l'interprete al cui nome tali esecuzioni vengono ascritte. E' quindi ovvio che, nel riferirmi esplicitamente alle incisioni del chitarrista Reza Ganjavi, che mi erano state attribuite, non implicavo alcun mio convincimento che, a collocare tali registrazioni in un server di file peer-to-peer, accreditantole a me, fosse stato il medesimo Reza. Non è stato lui, ovviamente, e anzi, quando ho protestato per l'attribuzione, lui si è attivato per ristabilire la verità. dralig
  3. Non mi risulta. Un compositore difficilmente si servirebbe solo di una chitarra per comporre un balletto, e anche nel caso di una "Scène de ballet" (Ferenc Farkas, Six pièces brèves) il titolo non è da prendere alla lettera, ma da interpretare, cioè "versione per chitarra sola di una musica scritta per un balletto": allora si, di pezzi a ispirazione coreutica ce ne sono centinaia. Si è però dato il caso di un coreografo che, interessato a un pezzo per chitarra, l'ha fatto danzare. Nel 1978, il Cullberg Ballet di Stoccolma mise in scena un mio pezzo intitolato "Ocram", con il chitarrista che lo eseguiva anch'egli in scena. dralig
  4. La prossima volta, si presenti insieme ai professori d'orchestra fin dall'inizio del programma e difenda strenuamente la posizione acquisita fino alla fine. A tale scopo, potrà ricorrere a un lazo, che passerà intorno alla gola del direttore d'orchestra, i cui eventuali tentativi di fuga saranno agevolmente neutralizzati da un Suo perentorio strattone. Alle prevedibili rimostranze che si leveranno da più parti, Lei risponda dignitosamente che fa tutto ciò per il bene "del nostro strumento", e Le assicuro che sarà l'unica volta in cui un direttore d'orchestra prenderà seriamente in considerazione la chitarra. Si accerti inoltre che in sala sia presente un cineoperatore, che riprenderà la scena dall'inizio alla fine del concerto. Allegherà poi la videoregistrazione alla domanda e, vista l'autorevolezza dei Suoi metodi, nessuna commissione oserà più negarLe il punteggio che Le spetta. Elargisco questo consiglio con spassionata generosità, noti bene. dralig
  5. Dove/come possiamo fare altrettanto? Ho inviato a Cristiano e a pochissimi altri amici dei file audio con il concerto registrato con i suoni campionati della Garritan orchestra, della quale mi servo per il playback quando compongo adoperando Finale o Sibelius. E' un'audizione ben lontana dalla realtà, ma dà un'idea abbastanza chiara. Non intendo escludere nessuno da quello che non concepisco come un privilegio, ma i files sono pesantissimi (sui 10 MB ciascuno) e infliggerli al prossimo non mi sembra corretto. Sono sicuro che ci saranno presto delle registrazioni "vere". dralig
  6. Si, fanno un festival dedicato allo strumento russo a sette corde, al suo repertorio e ai suoi artisti. Alcuni sono degli specialisti, altri suonano anche la chitarra classica esacorde, e nei loro concerti alternano i due strumenti. Io mi sono sentito molto attratto dal suono scuro e misterioso della chitarra russa, e ho prima composto un pezzo per sei corde, con l'accordatura della chitarra chiamata semistrunnaya: re-sol-re-sol-si-re. Il pezzo è piaciuto molto agli addetti, alcuni dei quali mi hanno manifestato la loro speranza per un concerto per eptacorde e orchestra. Sulle prime ho detto loro che erano matti, ma intanto la mente si è messa in moto, ed eccolo qui. Sono sorpreso anch'io. dralig
  7. Grazie. Si. ho impiegato 18 giorni, il tempo che in precedenza mi bastava appena per scrivere un pezzo breve per chitarra sola. Non so spiegarmi il perché di questa scorrevolezza. E' vero che ho lavorato 15 ore al giorno, ma l'ho fatto perché ho capito che bisognava cogliere "l'attimo fuggente": se scappa, addio composizione. La prima avrà luogo negli Stati Uniti l'anno prossimo. Fanno un festival dedicato alla chitarra russa in primavera. Ma non è detto che non si suoni ancora prima nella vecchia Europa. dralig
  8. Grazie Giulio, inutile a dirsi, la partitura è a tua disposizione, anche se non mi aspetto che tu faccia un salto di corsia e ti metta a suonare la chitarra russa. E' un lavoro che richiede un interprete della tua categoria, e un'orchestra con i fiocchi. dralig
  9. Il caldo c'è - inutile negarlo - ma ci sono anche i timpani, e proprio nell'incipit. Ha ragione. Timpani che io amo mescolare ai legni. ottenendo quel colore che - piaccia o non piaccia - c'è solo nelle mie orchestrazioni, e non in altri concerti per chitarra. dralig
  10. Alle 2.40 di stanotte, 24 giugno 2006, ho terminato di comporre il "Concerto di Novgorod" per chitarra russa eptacorde e orchestra. Consta di tre movimenti, dura circa 25 minuti e ha forma classica. Fa uso di uno stile contrappuntistico atonale e/o polimodale. La chitarra russa è accordata re-sol-si-re-sol-si-re, e comporre per tale accordatura implica la soluzione di problemi che sorgono qualora non si voglia subire lo stile modale puro e semplice, non adatto a reggere una composizione concertante di lunga durata. L'organico orchestrale è leggero ma variato: piccolo, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto in si bemolle, fagotto, archi (4.4.3.2.1 al minimo), timpani. La chitarra dev'essere amplificata. dralig
  11. Non è difficile la ricerca è svolta accuratamente. Un pezzo di musica per chitarra è un tessuto con diversi fili. Bisogna individuare, nella maglia, ogni singolo filo e impararne bene il percorso. poi, bisogna effettuare il montaggio dei diversi fili. Tutto questo comporta uno studio di ogni singola voce (filo) ritmico e melodico, mentre il montaggio è uno studio che guarda alla combinazione verticale dei suoni (accordi, linee di una polifonia, melodia e accompagnamento). Se si svolge bene questo lavoro - che è di competenza della mente - il lavoro delle mani viene ridotto all'essenziale. Se invece si va a tentoni, "scoprendo" la musica nel momento in cui le dita la estraggono dalle corde, ci si mette su una strada senza fine... dralig
  12. Non è possibile diagnosticare la causa di una serie di errori senza prendere visione diretta della situazione, ma in generale si osserva che la stragrande maggioranza degli errori è causata dal fatto che la mente non ha assorbito con chiarezza il modello musicale che deve poi ordinare alle dita di riprodurre. Chi studia molto spesso non sa letteralmente che cosa deve fare, e infierisce sulle sue incolpevoli dita alla ricerca di una via d'uscita a problemi che invece risiedono nella mente. La tipologia di errori che Lei descrive sembra proprio questa. Quindi lo studio non deve essere orientato verso la ripetizione tentativa di qualcosa che non si ha bene in mente, ma verso la definizione mentale di ciò che si deve fare, prima di farlo fare alle povere dita. dralig
  13. Ciao Angelo. Credo che ci sia poco da preoccuparsi: la tua figura oramai è talmente conosciuta e studiata che solo un chitarrista poco accorto potrebbe attribuirti quelle registrazioni. Sul piano di una eventuale indagine informatica devo purtroppo deluderti. Se ti riferisci all'operato della Polizia Postale, essa comincia indagini solo quando si dimostri il dolo e il conseguente profitto in termini economici. E devono essere anche di una certa consistenza, altrimenti nessuno muove un dito, te lo assicuro per esperienza personale. Un caro saluto, L Infatti, caro Lucio, non mi ero fatto illusioni sulla facilità della procedura da seguire per stanare i malintenzionati o, semplicemente, gli imbecilli. E' una vita che ho addosso stalkers, e in ben poche occasioni ho deciso che era il caso di fargli passare la voglia. Per il resto, "que se embarren en su proprio barro"...Ciao. dralig
  14. Per acchiappare questi cretini ci vorrebbe una complessa indagine informatica, e alla fine che cosa si ottiene? Di mettere con le spalle al muro qualche povero disgraziato. Per il momento, non ne vale la pena...Del resto, è abbastanza noto che io non suono in pubblico da 25 anni, che non ci sono registrazioni mie in commercio e che le poche esistenti riguardano il Novecento. La ringrazio comunque per la Sua segnalazione. dralig
  15. Sia detto rispettosamente, sarà come arare il mare. Questa riforma non l'hanno voluta i politici , i quali - come sempre negli affari della cultura e dell'istruzione - hanno funzionato come riflettori di volontà altrui. Questa riforma è stata costruita dai conservatori medesimi, che sono diventati quello che volevano essere. Andare a dire oggi ai politici che la riforma non va bene, vuol dire sentirsi rispondere - sacrosantamente: e allora perché l'avete voluta? Volete imparare a suonare, a comporre, a dirigere, a cantare, sul serio? Bene, l'ultima cosa che dovete fare è iscrivervi al conservatorio. Lo dico nella piena coscienza del fatto che, in conservatorio, insegnano fior di musicisti e - nella fattispecie della chitarra - anche personalità artistiche di altissima caratura. dralig
  16. Vanno benissimo anche le pareti di casa, contro le quali si può arrotare l'unghia con estrema precisione. L'artigliatoio del gatto è pure atto alla bisogna, ma espone al rischio di venire azzannati dalla bestia che giustamente non tollera intrusioni nei suoi domini. In generale, direi che il problema non è come accorciare le unghie, ma come comportarsi nei riguardi di certi chitarristi che tengono unghie leopardiane. CS da Asti si aggira con il pollice destro armato di un'unghia che gli consentirebbe, con un solo fendente, di neutralizzare un duo di chitarristi, sgozzando il primo e cavando un occhio al secondo. dralig
  17. Imparare un brano vuol dire studiarlo analiticamente e questo garantisce un fissaggio alla memoria musicale. Se la mente ha assorbito un pezzo indipendentemente dalla pratica digitale, non lo dimentica più, e lo trattiene anche se il brano non viene materialmente eseguito per mesi. In caso di lungo accantonamento, alcuni dettagli possono svanire, ma è questione di un breve ripasso e tutto torna come prima. Se il pezzo già studiato si dissolve in pochi giorni, vuol dire che la mente non l'ha assorbito, e che è stato imparato solo gestualmente, cioè abituando le dita a ripetere i movimenti necessari a suonarlo senza però impossessarsi delle note indipendentemente dallo strumento. Questo modo di studiare è disastroso, non solo perché chi lo pratica sottoscrive un abbonamento sicuro ai vuoti di memoria in caso di esecuzioni pubbliche, ma anche perché è terribilmente dispendioso di tempo e di fatica: obbliga infatti a ripetere, non già per mettere a punto l'interpretazione, ma per fissare con la memoria periferica quello che la mente, istupidita e passiva, non fa. dralig dralig
  18. Concertista è colui che dispone di un dominio assoluto della tecnica, non colui che, a prezzo di centinaia di ore di lavoro, riesce a mettere in piedi, a furia di ripetizioni, un programma da concerto e lo suona tutta la vita, a patto di esercitarsi tutti i giorni sui medesimi pezzi. Il concertista, lo si vede dai primi mesi - vorrei dire dai primi giorni - del suo contatto con lo strumento: è un contatto spontaneo, che si svolge all'insegna della facilità. I problemi tecnico-meccanici che possono insorgere nello studio di un pezzo da parte di un concertista si presentano nell'ordine dell'eccezione, dell'idiosincrasia, del rifiuto inspiegabile di far svolgere alle dita un processo che, osservato dall'esterno, non risulta più difficile di mille altri che invece vengono compiuti dall'interessato senza nemmeno bisogno di pensarci. E' su queste "resistenze", che anche i virtuosi più dotati incontrano in qualche misura, che si costruisce il breviario della tecnica personale, ossia la serie di esercizi volti a tentare di domare le resistenze. Ciascuno ha le proprie "bestie nere", e ciascuno ha i proprii rimedi, pagati a prezzo più o meno caro di studio, e ciascuno deve rassegnarsi a lasciare qualche tipo di tecnica applicata nel libro dei sogni, perché non riuscirà mai a dominarli, nonostante lo studio più accurato. Il motto "conosci te stesso" è di importanza capitale per un concertista: nessuno ha facoltà di dominio sull'intero repertorio, l'importante è conoscerlo a fondo, anche nelle parti non accessibili, e non classificarlo in base alle proprie "resistenze", come purtroppo avviene tra chitarristi in modo riprovevole. dralig
  19. Sembrerebbe una provocazione, ma non lo è. Chiarendo se servisse il concetto: non si pretende e credo non auspichi neanche Angelo di poter assimilare con scioltezza la Sonata di Ginastera o la sua Sonata Mediterranea in un'oretta, ma di risolvere uno per uno, in tempi limitati, ognuno dei particolari problemi tecnici che questi brani presentano. I tempi di assimilazione di un brano sono determinati - come tu ben sai - da tanti processi (lettura, costruzione del modello interpretativo mentale, memorizzazione), e questi prendono tempi soggettivamente diversi. La risoluzione dell'ultimo ordine di problemi, quelli tecnico-meccanici, è invece istantanea: se uno sa quello che deve fare e come deve farlo, o cis riesce subito - o quasi - o non ci riesce più. dralig
  20. La tecnica fondamentale si impara nei primi due-tre anni di studio - non ne occorrono di più, se si è ben guidati - dopodiché si prosegue suonando il repertorio e non è più necessario fare esercizi di base, solo esercizi specifici che ciascuno deve costruirsi da sé. Imparata agli inizi la tecnica di base, l'incontro con il repertorio svela che: 1) ci sono delle applicazioni della tecnica che vengono risolte spontaneamente; 2) altre che richiedono un certo lavoro e vengono risolte; 3)altre ancora che resistono a qualunque lavoro. Gli esercizi personali derivano da queste applicazioni problematiche. Si isola il problema, e su quello si costruisce un modello di tecnica da espandere in una serie di applicazioni che mettono a fuoco il problema in modo specifico e peculiare, attaccandolo alla radice. Questo non sarebbe possibile continuando per ore ogni giorno a praticare una tecnica generica (scale, arpeggi, legature, etc) che tale problema non sfiora nemmeno: come i farmaci, la tecnica dev'essere specifica. Comunque, quando si è assimilata la tecnica di base, qualunque problema di tecnica specifica incontrato in un brano deve essere risolto nel giro di un'oretta di lavoro. Se, dopo un'ora di buon esercizio mirato, la soluzione non si trova, non la si troverà mai, ed è meglio lasciar perdere il pezzo. dralig
  21. Ma spero che con questo prossimo concerto da Maestro Gilardino, la chitarra russa smetta di russare ed infine svegli! Ieri, l'incipit con 24 battute, tutte orchestrate. Se proseguisse così, in capo a sei settimane il concerto sarebbe finito - ma non ci spero. E poi, bisognerà fare i conti con la parte di chitarra: io immagino, e scrivo, scrivo, ma chissà se funziona... dralig
  22. Christensen suonava bene, molto bene, e la musica di Sarenko è notevole. dralig
×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.