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Cristiano Porqueddu

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Tutti i contenuti di Cristiano Porqueddu

  1. L'orchestra è stata selezionata. Grazie a chi ha avuto la pazienza di inoltrare le proposte.
  2. Le ordinate dal liutaio che ha costruito la chitarra su cui le ho montate. --------------------- Grazie della comunicazione, anche se sembra un indovinello... La risposta giusta, suppongo, allora è Guagliardo! Le ordino e sono curioso di provarle... Saluti, Giancarlo Può ordinarle da qualsiasi altro liutaio, non è un lavoro estremamente complesso.
  3. Le ordinate dal liutaio che ha costruito la chitarra su cui le ho montate.
  4. Ermanno Brignolo interpreta "Diptico de la oscuridad" (Cristiano Porqueddu, 2011) 01. El lejano tañido 02. La mañana llena de tempestad https://soundcloud.com/assne-musicare/sets/diptico-de-la-oscuridad Links: Ermanno Brignolo | http://www.ermannobrignolo.com/ Diptico de la oscuridad © 2011 Edizioni Bèrben | http://goo.gl/Pnl8o
  5. [OT] Cioè, uno che pretende che la legge venga rispettata è un 'giustizialista' e chi - assurdo, con i tempi che corrono! Lo riconosco! - ha una morale è un essere 'moraleggiante'? Meglio essere, che so, un po' criminaloidi? Non ho mai giustificato questi termini, forgiati peraltro da condannati in via definitiva, e non ne ho mai compreso il significato in una discussione seria. Un po' come quando si elencano problemi reali (pensionati con 400 EUR di pensione che non possono comprare il pane e la frutta dopo il 15 del mese) e si viene accusati di 'demagogia'. Ovvero, il problema esiste, è reale è tremendamente vivo e sotto il naso di tutti ma non se ne può parlare. Chiedo scusa per l'off-topic. [/OT]
  6. "RadioCemat è la prima web radio dedicata all'ascolto e alla divulgazione della musica contemporanea, nuovo punto di riferimento per la divulgazione della musica italiana, e non solo. Diffonde composizioni e opere di autori italiani, in particolare delle più recenti generazioni; riserva speciale attenzione alla produzione elettroacustica, ma anche agli aspetti della improvvisazione e dei confronti tra stili, provenienze, estetiche e linguaggi evoluti dell'oggi. Nasce come estensione naturale dell'archivio sonoro del Cemat, presentando opere tratte dalla collana Punti di ascolto, frutto della selezione CD Call, dal concorso 40 anni nel 2000, dalle iniziative del Suono Italiano per l'Europa, dalle produzioni dei Centri soci e apre a compositori e interpreti che desiderano esser presenti. RadioCemat collabora con raccolte e archivi importanti tra cui l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, il Conservatorio “Santa Cecilia” attraverso l'archivio delle selezioni dell'Emufest (Festival di Musica Elettronica), la Fondazione Isabella Scelsi e altre associazioni e progetti qualificati della produzione musicale contemporanea. RadioCemat è abilitata per un'azione di live-streaming, allo scopo di una promozione in tempo reale puntuale ed aggiornata della musica del nostro tempo." Link | http://www.radiocemat.org/
  7. Ho uno strumento nuovo. Sulla Guagliardo del 2003 (non del 2005) ho montato ieri notte le traversine in ebano. Ho lasciato tutta la notte e mezza giornata, oggi, lo strumento sul divano del salotto in modo che la tavola si riassestasse dopo il "trauma" dell'assenza di tensione. Ebbene, alle 17 circa di oggi ho riprovato a suonarla: impressionante. Sui sovracuti, ripeto, è uno strumento nuovo, diverso con una quantità di vibrazioni se non raddoppiata quasi triplicata. Sulla parte centrale della tastiera V - XII l'equilibrio tra le corde (Augustine Regals, ideali su questo strumento) è nettamente migliore e la definizione in prima posizione - unico tallone di Achille di questo strumento, non percepibile da un ascolto dal vivo ma che mi ha fatto preferire la Giussani in alcune registrazioni (io lo sentivo) - è, dico sul serio, di uno strumento diverso. Credo che dipenda da una diretta comunicazione tra corda e piano armonico (Giuseppe Guagliardo è un ottimo liutaio, lo dico dal 2002, ma questo strumento è davvero ottimo) e dall'assenza di materiali che possono interrompere o se non interrompere alterare la vibrazione. Appena ho qualche minuto libero effettuerò la stessa operazione sulla Giussani. Credo proprio che risolverà la evidente durezza del suono, cosa che mi ha impedito, almeno per il momento, di usarla dal vivo. Caldamente consigliato il cambio. E naturalmente cercare di testare il tutto con corde a tensione non forte.
  8. L'etichetta discografica GuitArt pubblica il nuovo CD di Angelo Colone "Angelo Colone plays Gilardino". Tracklist: Angelo Gilardino (1941) Sonatina Lied N.3 Per Fl. E Chit.: Allegretto Sonatina Lied N.3 Per Fl. E Chit.: Vespertina Sonatina Lied N.3 Per Fl. E Chit.: Ditirambo Concerto - Serenata Per Chit., Cl. E Archi: Andantino Mosso Concerto - Serenata Per Chit., Cl. E Archi: Andante Concerto - Serenata Per Chit., Cl. E Archi: Allegretto Scherzoso Ocram Canzone Notturna Tenebrae Factae Sunt: Canto Tenebrae Factae Sunt: Gagliarda Tenebrae Factae Sunt: Habanera Tenebrae Factae Sunt: Toccata Tenebrae Factae Sunt: Postludio Maggiori informazioni: https://itunes.apple.com/us/album/gilardino-sonatina-lied-per/id528461296 Leggi la scheda di questo/a novità discografica
  9. L'etichetta discografica Brilliant Classics pubblica il nuovo CD del duo Maccari-Pugliese e del fortepianista Giovanni Togni "Giuliani: Music for Guitar and Fortepiano" Tracklist 1. Grand Duo Concertant, WoO, G&P-1: I. Allegro maestoso 10:24 2. Grand Duo Concertant, WoO, G&P-1: II. Scherzo: Vivace 04:36 3. Grand Duo Concertant, WoO, G&P-1: III. Largo espressivo 03:02 4. Grand Duo Concertant, WoO, G&P-1: IV. Pastorale: Allegretto espressivo 08:32 5. Due Rondo, Op. 68 No. 1 in A 04:17 6. Due Rondo, Op. 68 No. 2 in B Minor 03:55 7. Grand Pot-Pourri National, Op. 93 23:54 8. Variations, Op. 104 on Partant pour la Syrie 09:01 -- "Indulgendo un poco al pregiudizio, è ormai naturale attendersi grandi cose da un disco che contenga le intrpretazioni di questi mirabili musicisti, la cui attivitù di recupero e valorizzazione del repertorio ottocentesco è ben nota da anni." Ermanno Brignolo, © 2011 Seicorde - Michelangeli Editore -- Maggiori informazioni: http://www.brilliantclassics.com/articles/g/giuliani-moscheles-hummel-music-for-guitar-and-fortepiano/ Leggi la scheda di questo/a novità discografica
  10. L'impostazione tecnica è buona, Luigi. C'è qualche incomprensione del testo dovuta forse ad un eccessivo studio sopra lo strumento che, a tratti, porta a qualche inaridimento. Niente di che, bada bene, si tratta di dettagli che con le tue capacità puoi correggere in qualche ora di lavoro. Al di là di questo - questa è solo una sensazione - ci sono alcuni tuoi interventi dinamici (ma anche ritmici) che sembrano non appartenerti ma sono usati come appiglio. Infine, occorrerebbe un lavoro più approfondito sui valori reali delle note dei bassi che, troppo spesso, creano tappeti armonici certamente non voluti e fuori contesto. Buon lavoro e grazie per la condivisione.
  11. Riporto un interessantissimo intervento di Pietro Blumetti su ilsussidiario.net I grassetti sono i miei. Il mese scorso è stato approvato al Senato un Disegno di legge (il DDL 1693) molto importante per i musicisti italiani. Si tratta di una norma relativa alla Riforma degli Studi musicali che, tra le altre cose, dispone l’equiparazione dei Diplomi di Conservatorio del vecchio ordinamento ai Diplomi accademici di II livello del nuovo ordinamento (lauree magistrali). Disposizione molto importante perché, finalmente dopo 10 anni, cancella una grave ingiustizia; quella che nel lontano 2002 subirono tutti i musicisti italiani, a causa di un Decreto Legge che svilì il loro Diploma di Conservatorio, equiparandolo solo al nuovo Diploma di 1^ livello invece che a quello di 2^ livello; “il massimo” titolo accademico posseduto da ogni musicista (e che formalmente rappresentava da sempre la gloriosa cultura musicale espressa dal nostro paese ed esportata in tutto il mondo) diveniva in un sol colpo “il minimo” titolo accademico. Naturalmente solo ai musicisti italiani è stato riservato un tale trattamento; infatti in merito alla riforma degli altri istituti Universitari, tutti i titoli accademici conseguiti ai sensi del precedente ordinamento sono stati subito equiparati ai nuovi “massimi” titoli accademici. Infatti, se tutti gli avvocati o i medici italiani avessero subito anch’essi lo stesso trattamento riservato ai musicisti, e dunque si fossero anch’essi visti deprezzare, con un”urgente” decreto legge, la loro prestigiosa laurea ci sarebbe stata una vera e propria rivoluzione. Sembra incredibile, ma per provare a rimediare a tale assurdità ci sono voluti dieci anni. Nell’attesa che tale Disegno di legge ottenga anche il voto favorevole nel successivo passaggio alla Camera, ritengo opportuno fare alcune considerazioni per illustrare le motivazioni che hanno dato vita ad una tale norma; per comprendere quali siano stati gli errori compiuti in quest’ultimo decennio, nel portare avanti la Riforma degli Studi musicali (…una non-Riforma). Sono state veramente tante, troppe, le persone (politici -in primis-, docenti di conservatorio, giornalisti, musicisti famosi ed affermati, docenti della scuola secondaria) che non hanno svolto degnamente il proprio ruolo costruttivo, propositivo, di controllo e verifica su quanto relativo alla Riforma degli Studi musicali. Una Riforma, è il caso di ricordarlo, iniziata nel lontano 1999, con la legge di Riforma dei Conservatori (l. 508/99) e con quella che ha istituito i Corsi ad Indirizzo Musicale nella scuola secondaria (l. 124/99); una legge importantissima, che ha ricondotto tali corsi ad ordinamento, dopo una sperimentazione ventennale, inserendoli come disciplina inter pares nella scuola italiana (anche se, purtroppo, in percentuale molto ridotta e come materia facoltativa). In tutti questi anni nessuno politico ha denunciato con la doverosa forza quanto fosse stato ingiusto decretare improvvisamente l’ignoranza di tutti i musicisti italiani; contro una tale assurdità non si è purtroppo neppure alzata con la necessaria forza la voce dei tanti musicisti italiani affermati e famosi in tutto il mondo; eppure anche il valore e la dignità del loro glorioso titolo accademico venivano clamorosamente calpestati; anche il loro glorioso Diploma, “il massimo” titolo accademico, diveniva in un sol colpo inferiore a un inesistente e fantomatico nuovo “massimo” titolo accademico; un titolo che non poteva e non può essere quindi posseduto neppure dagli stessi docenti che sono chiamati a conferirlo ai propri allievi. In verità, a eventuale difesa di questo terribile attacco sferrato dal governo di questo paese contro tutti i musicisti italiani e, di conseguenza, contro la nostra gloriosa cultura musicale, neppure nel nostro Parlamento è stato possibile dire qualcosa, visto che tutto è stato deciso, in gran fretta; ricorrendo addirittura all’“urgenza” di un decreto legge, che ha impedito qualsiasi discussione parlamentare nel merito della questione. Anche nella stampa italiana, impegnata a trattare argomenti ben più “interessanti”, sono stati troppi coloro che non hanno svolto il loro compito di informare e raccontare quanto grave fosse l’ingiustizia subita da moltissimi musicisti italiani che (ormai adulti e stanchi per aver affrontato e superato da giovani Studi tra i più faticosi e complessi) sono stati costretti a tornare a studiare nei Conservatori, per riappropriarsi del valore assoluto del loro titolo accademico; spinti molto spesso dalla speranza di conseguire un’arma in più, forse utile per scavalcare i colleghi decretati “ignoranti”, nella ricerca di un posto di lavoro; in una infinita penosa guerra tra poveri. Almeno i docenti di Conservatorio avrebbero dovuto controllare e vigilare sulla superficialità e l’ignoranza con cui si equiparavano cose che erano invece completamente diverse; denunciando quanto fosse assurdo che Corsi di Studi del precedente ordinamento, estremamente lunghi e complessi, venissero equiparati ad un qualsiasi nuovo Diploma accademico di 1^ livello; nessuno si è preoccupato di verificare il “peso” reale di un Diploma, analizzando tutti gli anni di studio e gli specifici esami che ognuno di questi comprendeva: corsi di 5, 7, 10 anni … tutti in un batter d’occhio, decretati “ope legis”uguali. I politici avranno pensato che non fosse il caso perdere tempo, si trattava “solo” di questioni relative alla musica ed ai musicisti (…poca cosa). Ma invece a causa di questo, un’oggettiva enorme mole di “sapere” musicale, come per esempio quello relativo al Diploma in Composizione, conseguito con enormi sacrifici da ragazzi che hanno studiato per 20 anni (10 anni di Corso più 9 anni di Pianoforte, più un’infinità di complessi Corsi complementari) veniva improvvisamente equiparata ad un qualsiasi nuovo “nulla”; e resa inferiore ad un qualsiasi nuovo Diploma accademico di 2^ livello (inferiore persino ai Diplomi relativi a Corsi di studi di soli 5 o 7 anni). Una cosa vergognosa, che ha gravemente leso la dignità e la professionalità di tantissime persone, e che finalmente potrà essere cancellata dal passaggio “indenne” del suddetto Disegno di legge 1693 alla Camera. Politici, organi di stampa, musicisti, sindacalisti: tutti in silenzio o, molto spesso, addirittura consensienti verso tale brillante Riforma che “equiparava i Conservatori alle Università”; una marea di inutili “chiacchere” e di confuse e contraddittorie norme, ha nascosto questo scandaloso rozzo e superficiale modo con cui si sono messe le mani sulla nostra gloriosa cultura musicale. Vi è poi un altro aspetto sorprendente della decennale non-Riforma degli Studi musicali, che riguarda il modo in cui sono stati ridisegnati i nuovi Corsi “universitari” dei Conservatori di 1^e 2^ livello; bene, nel merito di questo, nessuno si è preoccupato di andare a controllare quale fosse il contenuto reale di questi nuovi Corsi; l’autonomia si è così trasformata tranquillamente nella peggiore anarchia: ogni Conservatorio, abbandonato a se stesso, ha fatto e continua a fare un pò quello che vuole (rimanendo naturalmente su livelli molto bassi…per evitare la fuga degli allievi). Non si è neppure minimamente considerato come fosse logico e doveroso valutare e verificare il ruolo svolto nei Conservatori dai diversi professori (relativamente ai loro insegnamenti nel vecchio ordinamento); per capire che i Corsi del vecchio ordinamento non erano tutti di livello “universitario”; in quanto partivano dai primi elementi del sapere musicale per poi abbracciare tutti i livelli (Inferiore, Medio e Superiore); Niente di tutto questo: tutti sono stati considerati dello stesso livello “universitario”; e dunque anche i relativi docenti sono stati tutti indistintamente promossi “ope legis” al rango di prof. universitari, ordinari di cattedra! Nessuno si è chiesto il perché di tanta clemente benevolenza dei politici verso i docenti di Conservatorio… ne ha sospettato quali pericolosi secondi fini questa celasse… (elargire piccoli e “miseri” privilegi a pochissimi per togliere sacrosanti diritti a tutti gli altri?). Eppure non era certo difficile comprendere che solo una parte dei Corsi presenti nei Conservatori (naturalmente quelli relativi ai Corsi Superiori del vecchio ordinamento) sarebbero dovuti restare nel Conservatorio riformato dalla l. 508/99 come istituto esclusivamente di livello “universitario”; e che i Corsi Inferiori e Medi sarebbero dovuti passare nei Licei ad indirizzo musicale delle loro città; dando vita ad un fantastico inserimento della cultura musicale nella società italiana, che avrebbe comportato un più alto riconoscimento al loro lavoro ed alla dignità professionale di ogni musicista. È chiaro che i Corsi Inferiori e Medi avrebbero dovuto essere tolti dai Conservatori e spostati nelle scuole ad indirizzo musicale (sia nella scuola Media che nelle Superiori), ed essere istituti obbligatoriamente in giusta percentuale sul territorio italiano; solo questo avrebbe dato un senso alla Riforma degli Studi musicali, in quanto avrebbe permesso a tantissimi ragazzi italiani di crescere studiando anche la musica, inserita e considerata finalmente come disciplina formativa “normale” ed inter pares con tutte le altre materie della scuola. Questa era la “ratio” della legge di Riforma dei Conservatori che è stata completamente tradita e calpestata. Al contrario di questo, i Corsi Inferiori e Medi del vecchio ordinamento (una bruttissima copia di questi) sono oggi entrati nuovamente nei Conservatori; hanno solo cambiato nome: ora si chiamano Corsi pre-accademici; tornando a fare dei Conservatori un ibrido luogo in cui si studia musica partendo dalle “elementari” (1^ anno dei Corsi pre-accademici, che durano anche 7 anni!) per prepararsi ad entrare nei nuovi Corsi “3+2” universitari. In nessuna Università del mondo potrebbero naturalmente esistere tali ridicoli Corsi pre-accademici; semplicemente perchè tali Corsi già esistono: sono quelli istituiti nella scuola secondaria. Corsi che appartengono, e che devono appartenere, ad un ordine scolastico che non può essere quello universitario. Molto gravi sono dunque gli errori, ed i conseguenti danni, causati in questo decennio da una non-Riforma degli Studi musicali; errori e danni che vengono subiti sia dai nostri ragazzi che dai musicisti italiani. Infatti i ragazzi italiani, come da sempre, continuano ad essere esclusi dall’accesso alla cultura musicale, in quanto i corsi ad Indirizzo Musicale nelle Media sono ancora pochissimi e sopravvivono all’interno degli istituti con grande fatica e precarietà (essendo ancora del tutto facoltativi). In merito ai Licei musicali, ora qualcuno dovrà forse far presente al nuovo Ministro dell’Istruzione Profumo, come non siano in realtà mai stati istituiti; perché istituire una sola sezione di Liceo musicale, e relativa a tutti gli strumenti esistenti, per intere città grandi come Roma, significa istituire il nulla. Mi auguro che questo recente Disegno di legge 1693 rappresenti una svolta radicale in merito all’attuazione della Riforma degli Studi musicali; l’inizio di una politica che riconosca e rispetti veramente quanto disposto dalla legge 508/99 di Riforma dei Conservatori; un politica che rispetti tutti i musicisti italiani e riconosca il ruolo che gli Studi musicali devono ricoprire nella scuola italiana, e quindi all’interno della società. Nell’interesse di tutti i cittadini italiani.
  12. Tutti gli allievi che frequentano corsi presso la Scuola Civica di Musica non pagano nemmeno un euro per seguire i Musicare Guitar Courses da 5 edizioni. Alcuni colleghi mi dicono che non è una prassi comune anzi, è piuttosto rara. Nel corso della carriera di studi ho vissuto situazioni nelle quali docenti non solo sponsorizzavano ma obbligavano alla frequenza di corsi extra (sulla cui utilità preferisco stendere un piumone pietoso) la cui quota, vi assicuro, non era ciò che si definisce "accessibile". Costringere un allievo iscritto ad un corso pubblico a frequentare corsi o altre lezioni a pagamento è, dal mio modo di vedere, un comportamento bieco al solo scopo di strizzare le tasche delle famiglie che invece vorrebbero intravedere una opportunità diversa dalle solite.
  13. Ricevo oggi le traversine del ponticello (e, visto che c'ero anche i capotasti) in ebano e palissandro di Rio (che mi dicono sia addirittura più resistente dell'ebano). Proverò questa soluzione in Gennaio e vi saprò dire.
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  15. Venerdì 2 Dicembre presso il teatro "Salvatore Murgia" di Sorgono (Nuoro) si è svolto il concerto del chitarrista italiano Antonio Rugolo nell'ambito della V Edizione delle Serate Musicali organizzate dalla Associazione Musicare di Nuoro. In doppia veste di direttore artistico e di pubblico ero, ovviamente, presente all'evento e ho gustato il concerto del collega pugliese che ha presentato questo programma: “Mauro Giuliani e Guido Santorsola due Pugliesi per la chitarra “ Mauro Giuliani (1781 – 1829) : .Grande Ouverture op. 61 .Variations sur les folies d’Espagne op. 45 .Rossiniana n. 5 op. 123 Guido Santorsola (1904-1994) Three airs of court: .Preludio .Aria .Finale (Giga) Dai 5 Preludios: .Preludio II (a Luise Walker) .Preludio III (a Hans Wurmdauer) .Preludio V (a Abel Carlevaro) Viste le recenti discussioni relative al contrasto tra il proporre in concerto ciarpame musicale e programmi di qualità che si sono sviluppate sia in questo forum che su Facebook, voglio portare all'attenzione della community un dettaglio, per me, di grande importanza. Sorgono è un paese di circa 1.800 abitanti e, come molte realtà simili in Sardegna, vanta una attività culturale (letteraria, teatrale ecc.) che se la descrivessi non ci credereste. Nonostante ciò di recital per chitarra, fino al 2 Dicembre 2011, non se n'erano sentiti. E nonostante questo il piccolo teatro (nuovo di zecca, un gioiello) era quasi pieno anche se le persone che ho avvicinato prima e dopo il concerto (fatti salvi allievi e collaboratori) della chitarra e del suo repertorio non avevano la minima idea. Fatto questo cappello introduttivo (credo non trascurabile) ecco quello che è accaduto. Rugolo si esibisce nell'interpretazione della musica di Giuliani (op.61 e Op.45) e riscuote apprezzamento del pubblico. Chiude il primo tempo con le Three airs of court di Santorsola. Identico apprezzamento. Quando riprende l'esecuzione lo fa con la sua personale selezione di preludi dello stesso compositore (II, III e V) certamente non appartenenti alla sua produzione 'tonale'. Ebbene oltre ad avere ascoltato una validissima interpretazione - non parlo mai delle performance altrui ma in questo caso non ho dubbi nell'affermare che Rugolo suona Santorsola in modo egregio - ho assistito ad un ascolto impreziosito da silenzi religiosi tra un preludio e l'altro, ho avvertito una tensione speciale nella platea (l'interprete è stato in grado di crearla, ovviamente) e infine ad un applauso che il pastiche di Mauro Giuliani successivo (costruito, come sappiamo, appositamente per ammaliare il pubblico) non ha raggiunto. Il pubblico, successivamente interpellato, ha espresso positivi pareri proprio per la musica di Santorsola. Nessuno che parlasse delle melodie ottocentesche di Giuliani che, per un pubblico profano alla musica per chitarra, avrebbero dovuto attecchire meglio. Macché, dicerie. Nei preludi di Santorsola il pubblico ha trovato più interesse che nella Rossiniana di Giuliani e l'ha dimostrato.
  16. Bah. Mi farai sapere in quali concorsi verrà fatta questa differenziazione. E in quanti punti verrà quantificato il sacrificio fisico ed economico (nonché professionale) di un musicista che a 30-35 anni decide per due anni di dedicarsi allo studio delle scale pentatoniche (su tutta la tastiera, non si sa mai, per qualche brano che richieda l'improvvisazione) o full immersion di corsi di composizione di 12 ore. brr...
  17. Penso a tutti i colleghi che, in possesso del diploma del vecchio ordinamento si iscrissero al Biennio con investimento di denaro e tempo. Chi risponderà di questo? Ecco il comunicato stampa: Stamattina, 30 novembre 2011, il DDL n. 1693, insieme agli altri DDL collegati, tra cui il n. 539 presentato su iniziativa del CNAFAM, è stato approvato dall'aula del Senato. Ora passerà alla Camera dei Deputati per l'approvazione definitiva. Il DDL approvato rappresenta una importantissima vittoria del nostro Coordinamento Nazionale. Esso reca infatti, tra l'altro: 1) l'equipollenza dei diplomi accademici di I e II livello alle lauree umanistiche, rispettivamente triennali e magistrali; 2) l'equipollenza dei diplomi di vecchio ordinamento ai diplomi accademici di II livello, e dunque alle lauree magistrali; 3) l'istituzione del Consiglio Nazionale degli Studenti di Accademie e Conservatori (CNSAC), analogo al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU); 4) la messa ad ordinamento dei corsi accademici biennali di II livello, tuttora sperimentali; 5) la possibilità di ammettere alla frequenza del Conservatorio i talenti precoci iscritti presso le scuole medie ad indirizzo musicale o presso i licei musicali; 6) l'istituzione dei Politecnici delle Arti. Un emendamento sulla equiparazione dei docenti AFAM ai professori universitari è stato accolto come ordine del giorno, impegnando dunque il Governo ad affrontare e risolvere al più presto la questione. Un emendamento per la stabilizzazione del personale precario di cui alla legge 143 è stato accolto, ma come semplice raccomandazione. E' stata bocciata la norma che avrebbe permesso ai privatisti di concludere gli studi da esterni entro il 2017/2018. E' stato respinto anche il tentativo dei Direttori "storici" di rimanere tali fino al trattamento di quiescenza, e di godere del computo più favorevole ai fini pensionistici.
  18. Ma sì, accidenti! Si può fare benissimo. E' che ci vuole un docente che sappia cosa c'è al di là di Jingle Bells.
  19. Continuo a domandarmelo perché ho avuto e ho alcuni allievi del corso di chitarra iscritti alle scuole medie (e io stesso sono stato uno scolaro della Scuola Media Inferiore) che quando gli vengono impartite informazioni di matematica, scienze, italiano, storia, geografia sono in grado solo di lamentare un enorme carico di lavoro (a 11-12 anni!) e non sono, invece, in grado (nessuno, fino ad oggi) di esporre che cosa si sta imparando. Alla faccia dell'inserimento. Ciò che lei sostiene, Luca, non è importante ma fondamentale; la mia domanda scaturisce dal fatto che ciò che lei impone come obbligo è in realtà un'utopia. E se davvero fosse un obbligo rispettato da tutti gli insegnanti non ci ritroveremo con percentuali di abbandono dell'istruzione del 19% nel solo primo anno delle scuole superiori. Come? Io leggo risposte in questo thread e leggo che si vorrebbe insegnare a distinguere la qualità non adoperandola. Per paura che sia troppo difficile? Ecco, per me questa è una balla. E' difficile per gli insegnanti. Mai per i bambini. Di questo ne sono certo. Penso che la cosa più importante sia, a quell'età, dare più possibilità. Non tenerli sulla sedia a tutti i costi; la chitarra è solo un pezzo di legno con delle corde tirate. Fortunatamente, non dobbiamo suonarla per forza. Le porto la mia, di esperienza. Ho insegnato anche alle scuole medie tra il 1998 e il 2000 e i ragazzi che frequentavano il corso erano tutti consenzienti. E anche lì, ho avuto modo di indirizzare gli allievi più 'svogliati' verso altri lidi, con la collaborazione dei genitori (che, per inciso, anche oggi, convoco spesso in caso di necessità - supporto per l'allievo - o nel caso debba suggerire di portare il pargolo a fare altro.) E' qui che non sono d'accordo. I bassissimi livelli non faranno altro che abbassare il loro concetto e la loro dedizione per lo studio della materia musicale. L'associazione della materia al banale, superficiale, semplicistico - non semplice - (a quell'età, poi!) è la diretta ed inevitabile conseguenza. Da recenti mie personali interviste sullo svolgersi dell'ora di chitarra (perché di questo mi interesso) a scuola da diversi allievi iscritti a diverse scuole medie: "L'ora di musica? Ah, si, mi preparo l'interrogazione di matematica." "L'ora di musica? Ma mica mette compiti, quello." "Non sa mai che cosa dirci." "Non stiamo facendo nulla. Ci sta insegnando gli accordi ma giocano tutti con la PSP." "Ci fa ascoltare Ligabue in classe e poi ci fa trovare le note sulla tastiera." Eccetera. Ma mi si faccia il piacere. Questo sarebbe un metodo per introdurre i ragazzi alla musica? Non sarebbe meglio, ad un certo punto, accendere uno stereo e fare un'ora di ascolto (per non cacciare a pedate l'insegnante, intendo)? Quando studiavo alle scuole medie (circa 23-24 anni fa) avevo un'insegnante di musica la cui lezione per tre (3!) anni si limitava a cantare Bella Ciao (in 25, per tre voci), canzoni popolari della Valle d'Aosta e via discorrendo. Che c'è di male? Senta qui. Circa tre anni fa venni convocato per altri motivi dal preside della stessa scuola e per pura coincidenza prima di salire le scale del secondo piano, verso la presidenza, sentii un coro di voci che cantava dall'aula di musica. Indovini che cosa cantavano? Mi sembra egoistico. Bisogna interpretare che cosa è meglio per l'allievo, non che cosa è meglio per l'insegnante. Occorre, fin dalle prime lezioni, far capire di che cosa si tratta. Non riempirgli la testa di facilonerie e fargli credere che la musica è questo solo perché non si vuole perdere un allievo. Io un'ora. Ma tête-à-tête: impagabile.
  20. Attuale?! Ma per favore. Per chi continua a ristampare il libro, forse. Non lo so. Non ho allievi svogliati. E quelli che si svogliano durante il percorso li invito a invogliarsi a fare altro: pittura, teatro, fotografia, cinema. Oppure sport. Certo non li tengo seduti su una sedia a fare ciò che non gli piace o perché i genitori hanno scambiato l'aula del corso di chitarra per un parcheggio o - peggio - cerco di fargli piacere a tutti i costi qualcosa facendogli suonare scemenze per la goduria di genitori o zii armati di videocamere ai saggi. Ancora un passo e salterà fuori che spiegare il concetto del punto in musica è un enorme risultato didattico. Sarà anche per questo che grazie all'articolazione del programma di compimento inferiore del vecchio ordinamento spalmano lo studio dei "120 Arpeggi" di Mauro Giuliani in cinque anni (il tempo di un corso di scuola superiore) invece di mettere sul leggio dell'allievo/a Bogdanovic, Farkas, Ponce, Dodgson eccetera (soprattutto eccetera). A quell'età i ragazzi studiano cose molto più complesse della divisione in tempi delle misure di un pentagramma musicale. E questa informazione a cosa dovrebbe servire?
  21. Per l'etichetta discografica Stradivarius esce il nuovo CD di Enea Leone "Souvenir" contenente musica di Giulio Regondi e Napoléon Coste La tracklist nel dettaglio include: Giulio Regondi (1822-1872) Air varié de l’opera de Bellini “I Capuleti e i Montecchi” L’amo, tanto, e m’è si cara (World Première Recording) Fantasie über Mozarts “Don Giovanni” (World Première Recording) Napoléon Coste (1805-1883) Les Soirées d’Auteuil - Sérénade Op. 23 / Caprice “La Cachucha” Op. 13 Souvenirs du Jura Op. 44 Giulio Regondi (1822-1872) Introduction et Caprice Op. 23 / Nocturne Rêverie Op. 1 Giulio Regondi è stato il più famoso e precoce enfant prodige della storia della chitarra. Il suo debutto in concerto avvenne infatti a Lione a soli cinque anni. Artista geniale ma infelice, celebrato ma al tempo stesso tormentato, con un’esistenza intensa ma breve e segnata dalla malattia, Regondi incarna pienamente la figura del musicista romantico i cui prodigiosi talenti furono la causa dei suoi beni ma anche dei suoi mali. Il Nocturne Rêverie Op. 19 e l’Introduction et Caprice Op. 23 rappresentano il vertice della letteratura romantica per chitarra: opere che riescono mirabilmente a fondere un linguaggio idiomatico di straordinaria efficacia (pur con virtuosismo e difficoltà ad altissimi coefficienti) con la massima ispirazione artistica. La Fantaisie e l’Air Varié sono brani giovanili e hanno non pochi punti in comune. Entrambe le opere furono infatti composte sotto la forte influenza del grande pianista e virtuoso Sigismund Thalberg, con il quale Regondi per qualche tempo si esibì assieme in concerto. Autore di circa una sessantina di opere, Napoléon Coste è senza dubbio il più importante chitarrista-compositore francese del secolo scorso. Le sue coordinate stilistiche sono riconducibili in parte a quello spirito salottiero così tipico e in voga nella nouvelle bourgeoisie parigina della seconda metà del secolo. Il suo stile è meno spettacolare e virtuosistico rispetto a quello di Regondi, ma non certo privo della più struggente e affascinante Sehnsucht. Compositore colto ed eclettico, Coste è stato uno dei primi musicisti ad occuparsi di musica del passato. Inoltre, la sua curiosità si diresse verso le arie d’opera e di provenienza folklorica: ecco così il Capriche sur l’Air Espagnol “La Cachucha” Op. 13 nel quale la freschezza dell’inventiva popolare trova una felicissima realizzazione sulle sei corde della chitarra. Altra caratteristica della sua produzione chitarristica fu l’attenzione per la musica a programma: ne sono mirabili esempi Les Soirées d’Auteuil Op. 23 e Souvenir du Jura Op. 44. Maggiori informazioni: https://www.amazon.it/Regondi-Coste-Souvenir-Enea-Leone/dp/B009ICKDFS Leggi la scheda di questo/a novità discografica
  22. E' la stessa, identica cosa che mi domando. Quando si parla di musica, tutti a portare gli allievi dallo psicologo per capire "perché non vuole studiare musica" o (peggio!) "perché non è portato per la musica".
  23. Registrazioni rimasterizzate di Julian Bream risalenti agli anni Settanta. Il CD contiene musiche di Bach; Frescobaldi; Albeniz ; Scarlatti ; Cimarosa; Berkeley; Rodrigo; Ravel ; Roussel Studio Recordings 1956-61 IDIS 6608 features one of the greatest and distinguished contemporary classical guitarists: Julian Bream. It seems extraordinary but the discography of his youth has been only partially re-mastered on CD. In fact, this is true to such a point that many of his very famous performances are still difficult to find today, for instance the Sonatina of Lennox Berkeley. Maggiori informazioni: https://www.stringsbymail.com/julian-bream-the-young-julian-bream-cd-6504.html Leggi la scheda di questo/a novità discografica
  24. Ecco. Io direi che è meglio farlo iniziare da Manzoni. Convincere un allievo a studiare e a studiare bene è una operazione di una noia e, dal mio punto di vista, di una inutilità disarmanti. Si parla di docenza di musica o di psico-pedagogia? E perché tutti questi problemi sempre per la materia musica? Ferdinando Carulli, uno dei maggiori concertisti dell'Ottocento con qualcosa come oltre 300 composizioni a catalogo? Se Lei ha bisogno dei posteri, si accomodi pure. Ma le assicuro che ci sono molti professionisti che non attendono i posteri per definire la qualità di un prodotto musicale finito. Niente. E' soltanto inutile. Dopo due mesi, Alessandro V., 12 anni, mio allievo alla Scuola Civica di Musica di Nuoro conosce tutta la tastiera dello strumento, associa il simbolo sul pentagramma al suono e alla posizione sulla tastiera e sta leggendo Stendardo di Angelo Gilardino, su corde a vuoto. Frequenta parallelamente il corso di solfeggio e sa cosa è un punto di valore, che di stramaledetto non ha proprio nulla, a meno che non si cerchi di insegnarlo scimmiescamente, con l'imitazione.
  25. E' proprio questo a cui mi riferivo: l'accettazione indiscriminata (addirittura il premio) del facile e dell'accessibile. Abbia pazienza, Signor Gui, ma nella fascia di età tra gli 11 e i 14 anni i ragazzi hanno a che fare con materie affrontate seriamente (letteratura, prosa, matematica, materie scientifiche e tecniche, lingue straniere, informatica) e affatto accostabili al concetto musicale di "canzonetta". Sarebbe come pensare di poter accettare lezioni su Batman invece che su Manzoni. Proprio ieri, nell'ambito di un corso per chitarra, tra gli altri, mi è stata presentata l'iscrizione di un bambino di 9 anni (!) il cui docente mi aveva anticipato la partecipazione. Ebbene, il piccolo (quarta elementare), alle mie indicazioni di analisi e timbrica sul brano presentato (un Ricercare di Anonimo) non solo non ha fatto una piega ma ha capito perfettamente tutto trasformando in note, seduta stante, davanti al pubblico, ogni mio suggerimento. Non si parlava di canzonette ma di incisi tematici. Non si parlava di giocherellare a fare il tamburo sulla chitarra ma di importanza del colore. Non si suonava la monodia di Jingle Bells ma un ricercare a due voci. 40 minuti di lezione, il bambino entusiasta che sorrideva e ha seguito, seduto in prima fila con i pedi a penzoloni, tutte le lezioni seguenti. Poco prima della pausa pranzo non era né traumatizzato né annoiato né necessitava di chissà quale intervento psicologico. E' uscito saltellante dall'aula a giocare con la sorellina più grande. Ma era accompagnato da entrambi i genitori. Questa è la chiave. Il contesto in cui una personalità musicale si forma. Altro che canzonette.
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