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Cristiano Porqueddu

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Tutti i contenuti di Cristiano Porqueddu

  1. Quello che è: un esperimento di un pianista Jazz.
  2. Anche perchè non mi risulta che esistano fughe di Bach scritte per chitarra sola.
  3. Non lo è affatto, anzi, è molto ben strutturato e più utile di alcuni metodi scritti quasi mezzo secolo dopo.
  4. Perchè prima di iniziare occorre dare delle coordinate. Come imparare e conoscere tutta l'estensione dello strumento dando ad ogni posizione un nome. E' un lavoro preliminare di uno o due mesi affiancato ad esercizi di tecnica elementare e mette in condizione anche un bambino di 8 anni di prendere uno spartito musicale e trasformarlo in suoni senza bisogno di nessuno. Sfondi una porta aperta, poi, sull'importanza della posizione, del movimento minimo e di tutta l'impostazione tecnica; è solo che il mio primo obiettivo è rendere indipendenti gli allievi, fare in modo che il riferimento all'insegnante sia secondario e possano in ogni momento trarre vantaggio da suggerimenti che arrivano da ogni parte (come succede nel mondo della scuola e nella vita reale) senza 'legarli mani e piedi'.
  5. Concordo completamente. Aggiungerei che l'impostare uno studio iniziale su "presa" di posizioni della sinistra può portare addirittura, per chi di natura non è dotato di un adeguato controllo sul coordinamento dei movimenti delle dita, ad un irrigidimento della mano, pur di riuscire a prendere l'accordo (ah..il fatidico re min. della lezione 46, primo accordo preso con tre dita!). Ho forti dubbi sul fatto che studiare nelle fasi iniziali brani in cui la ricerca di raggiungere posizioni accordali obblighi l'allievo a movimenti simultanei di più dita, possa avere una sua validità didattica. Almeno non per tutti. Senza parlare poi del rimandato approccio alla componente monodico-melodica dello strumento in favore di una sorta di visione di puro e semplice accompagnamento armonico. LM Leggo i post pubblicati in questo thread e si fa quasi sempre riferimento ai "brani semplici" (dalla lezione 36 in su - vado a memoria). Tengo a precisare che il mio riferimento iniziale in risposta a dralig non riguarda le melodie accompagnate ma il blocco di esercizi iniziale, dove chi inizia da zero (allievi di 7/8 anni che non sanno neanche come sedersi) trova un riferimento e impara in tempi brevissimi a leggere la musica e ad associare la figurazione di una nota ad una posizione sulla tastiera. Credo sia ovvio aggiungere che usato come unico riferimento di studio, preso "as is", sia abbondantemente superato benchè le problematiche proposte nelle lezioncine siano prima o poi tutte da affrontare (troppo spesso capita di ascoltare giovani interpreti che hanno fame di suggerimenti su opere come, che so io, il Capriccio Diabolico di Mario Castelnuovo Tedesco ma messi di fronte ad un arpeggio o ad una scala diatonica fanno una fatica immane).
  6. Andateci piano, giovani maestri, con questa impostazione didattica. Sagreras è un chitarrista argentino che compone pezzetti grondanti musica popolare del suo paese fin dalle "prime lezioni": dominante-tonica e nient'altro. Ricordatevi che i principianti di pianoforte vengono introdotti alla musica con i pezzetti di Bela Bartok. Non dico di mettere Sagreras al bando, ma insomma, cercate anche, per i vostri allievi, che non sono dei futuri gauchos, della musica didattica un po' meno rurale... dralig Rurale, si, e anche molto ma per la lettura e l'associazione della figurazione con la posizione delle note sullo strumento fino ad ora è uno dei migliori sistemi. Rende autonomi gli alunni alle prime armi e selezionate alcune lezioni del primo volume lo si mette da parte e si passa a repertorio semplice di altro tipo. Continuo, per il momento, a preferirlo a metodi simili che conosco.
  7. Curata da Sandro Di Stefano, è stata pubblicata recentemente dalle Edizioni Bérben la nuova edizione delle 'Prime Lezioni di Chitarra' di Julio Sagreras. L'edizione include il libro + compact-disc con le basi orchestrali di tutte le lezioni. Il volume può essere ordinato: • Telefonicamente (al n. 071/204428) • A mezzo telefax (al n. 071/57414) • Tramite Internet (http://www.berben.it) Introduzione: Julio S. Sagreras – con le sue famose “Lezioni di chitarra” – ci ha svelato i segreti del percorso musicale che ogni allievo deve compiere per entrare nell’affascinante mondo della chitarra. Questa nuova edizione vuole portare un contributo alla riscoperta di questo metodo (così valido che ancora oggi insegnanti e allievi lo trovano utilissimo e insostituibile), grazie anche all’ausilio di un compact-disc con la registrazione delle basi orchestrali di tutte le lezioni, e di 24 duetti originali composti su altrettante lezioni. Pur rispettando l’impostazione didattica originale, questa nuova versione si presenta modificata nell’ordine delle lezioni. Suddiviso in sette parti, il metodo propone un percorso didattico ancora più efficace, affrontando le prime posizioni con molta chiarezza e procedendo gradualmente verso tecniche chitarristiche più complesse come gli arpeggi, gli accordi, le legature, gli studi, le scale e i 24 duetti finali. Questa nuova disposizione fornisce all’insegnante un formidabile strumento propedeutico dalla duplice valenza didattica: è possibile infatti procedere secondo l’ordine normale delle lezioni, o muoversi all’interno dei singoli capitoli, studiando separatamente le varie tecniche secondo i pro- gressi e le esigenze dell’allievo. Lo stile di tutte le basi musicali è assai vicino alle tendenze musicali nelle quali si identificano i giovani d’oggi. Tali basi stimolano l’allievo nello studio e agevolano l’esecuzione, migliorando quindi l’apprendimento. Il compact-disc, infatti – sostituendo il vecchio metronomo – coinvolge l’allievo nello sviluppo del suo spirito musicale, conferendo consapevolezza armonica e ritmica attraverso varie soluzioni stilistiche d’accompagnamento che favoriscono lo sviluppo dell’orecchio musicale. Infine, ritenendo di estremo valore didattico la musica d’insieme, sono stati appositamente composti 24 duetti su alcune delle stesse lezioni già incontrate durante lo studio, con una ulteriore melodia originale eseguibile da un altro chitarrista o con un altro strumento (flauto, violino, tastiera, etc.). Naturalmente, anche per i duetti è disponibile la base orchestrale registrata sul CD allegato (indicata dal rispettivo numero della lezione).
  8. Quale è, orientativamente, il tuo repertorio attuale?
  9. Gianmattia, apri un thread apposito perchè molti potrebbero darti risposte utilissime.
  10. Ecco, ne discutevo proprio con Gilardino ieri pomeriggio. Nel Concerto di Novgorod non c'è nulla di nuovo, a parer mio. Questo non vuol dire che l'opera possa considerarsi ripetitiva. C'è sempre Gilardino dentro al concerto, lo si sente bene. Ma non è certo un altro Gilardino. Innanzi tutto grazie per la risposta. E' bello poter discutere di questi argomenti. Non mi trovi d'accordo Vladimir. E per due motivi. Il primo è quello che ho messo in evidenza nel mio post. L'elemento sonoro (inteso ovviamente come escursione e non come quantità) del concerto (chitarra e chitarra+orchestra) è nuovo rispetto ai precedenti lavori non solo grazie allo studio sulla eptacorde ed il suo accostamento ad un'orchestra ma per i diversi livelli timbrici che compongono l'intera opera. Ad un ascoltatore attento come te non saranno certo sfuggiti i richiami caleidoscopici di interi temi o di cellule di questi (il terzo tempo è indicativo, in questo senso) che sono certo trattati come nel "Star of the Morning" o nel "Liederkonzert" (per citare due lavori con organici simili). Certo, è ovvio che vi sia la ricerca e lo studio e che grazie a questi fattori il compositore plasmi differentemente un'idea musicale (sia essa un tema o il modo di svilupparlo) nel corso degli anni in maniera quasi inconscia, ma è anche vero che proprio grazie a questo percorso, il concerto di Novgorod, crea quello che gli informatici chiamano una "rottura di codice" (un cambio nella lettura di un file che causa azioni differenti da quelle previste). Dico questo in vantaggio su di te, lo riconosco, per il semplice fatto che sto lavorando da un mese circa al Concerto per Chitarra e Orchestra successivo e la ricerca di quella sonorità - discostamenti tematici, anticlimax e allegorie musicali - ha fatto maturare dei frutti nuovi. Saporiti. Il secondo si basa sull'ascolto personale e sulle sensazioni, che hanno quindi ben poco peso in una discussione come questa. Noto, nel Concerto, una caratterizzazione basata sulla quiete e sulla contemplazione priva di turbamento, quasi arrendevole. L'interprete e prima di lui il compositore si sollevano (finalmente?) dalla pasta terrena oscura e non lottano più per darle forma ma per osservare e apprendere, con dolore, che ciò che rimane nelle loro mani è un'illusione. Funesto spirito Che accendi e turbi amore Affine io torni senza requie all'alto Con impazienza le apparenze muti, E già, prima ch'io giunga a qualche meta, Non ancora deluso M'avvicini ad altro sogno. Uguale a un mare che irrequieto e blando Da lunge porga e celi Un'ísola fatale, Con varietà d'inganni Accompagni chi non spera, a morte. Giuseppe Ungaretti (1888 – 1970) Al di là di tutto questo, non intravedi nessuna nuova strada neanche nel secondo movimento?
  11. http://www.youtube.com/watch?v=V7anPrITxLs E per la par condicio: http://www.youtube.com/watch?v=N6kfxCChzHM
  12. Non si può lanciare un mattone e nascondere la mano!
  13. Il sito http://www.krazydad.com/colrpickr/ ha dell'incredibile. Cerca le foto sul celebre sito Flickr (uno degli archivi fotografici Creative Commons basati sul Web 2.0) in base al... colore. Permette infatti di cercare le immagini in base alla tonalità predominante, scegliendo da una ruota di colori simile a quella dei programmi di editing grafico.
  14. Ecco perchè, Ermanno, è un mondo che per quanto mi riguarda ha una distanza dall'Arte pari a quella che può avere una software house.
  15. Come no. E le strategie di marketing, la penetrazione del prodotto nel mercato, il pricing, le tattiche di vendita, le politiche e lo studio pubblicitario e promozionale nonchè l'intero motore distributivo si sono adeguate al fatto che a lui andava di farlo. E basta. Dietro un prodotto di quel tipo 'l'andare di farlo' è ridotto ai minimi termini. L'entourage manageriale che ha curato tutto (e la casa discografica che ha vagliato le singole tracce). Quello stabilisce cosa va fatto.
  16. E io adesso faccio bannare Giulio a vita. Scusa, Neuland, è una frase provocatoria o dici sul serio? Perchè se dici sul serio mi arrendo.
  17. Quando parli di 'gente' a cosa ti riferisci?
  18. Premesso che la discussione non è una sentenza, il tentativo di sostituire il gusto personale ('a me piace') ad un concetto legato a motivazioni che vanno ben oltre il 'piacere personale' (o ancor peggio al 'successo' di un prodotto) mi sembra orientato alla ricerca della giustificazione per cui si dovrebbe preferire un CD di Sting perchè 'più popolare'. A parte l'evidente OT - il thread ha come oggetto l'importanza della musica rispetto al tentativo di piegarla ai 'gusti personali' spiegati proprio da un 'a me piace' - mi sembra ovvio che il messaggio del CD che cita è senza dubbio più profondo del messaggio che può avere un CD come (che so) i concerti per pianoforte e orchestra di Scott diretti da Bernard Herrmann visto che il 'successo' del primo è così palese. Tutte queste belle cose sono state dette, ridette e stradette (a parte il fatto che non ho ben capito che cosa sia la 'Musica d'arte') ma portano solo in luoghi comuni zeppi di frasi fatte. Nessun sacrilegio. Era quello che Sting voleva fare. Buon per lui e soprattutto per la casa discografica, ma non colgo il nesso tra repertorio della chitarra e il CD di Sting.
  19. Questo dimostra pubblicamente che passi troppo tempo davanti al monitor del PC. Ma come diavolo hai fatto? Sei un pazzo.
  20. Già, ma non credi che nel caso della chitarra, il repertorio sia stato "piegato" alle esigenze dello strumento? Semmai alle esigenze dei suoi strumentisti e del pubblico che si è creato conseguentemente. L'innegabile valore che la 'trascrizione' ha avuto nel momento della diffusione dello strumento è ora un elemento di cui parliamo - fortunatamente - con qualche dubbio in più. Quella fase è terminata da un pezzo: nuove scuole di pensiero, validi musicisti e compositori hanno fatto capire che non occorre più prendere i preludi di Chopin e (orrore!) trascriverli per le sei corde per fare in modo che il pubblico si entusiasmi(perchè lo scopo è per molti soltanto quello). Sul 'ciarpame' sudamericano vario non mi esprimo. Se per chitarrismo intende i musicisti chitarristi la risposta è semplice: quelli preparati si, quelli non preparati no. Come? Puoi dare tantissime risposte. Iniziando a leggere e ascoltare musica valida, studiando altre forme d'arte, lasciar perdere gli effetti speciali ed evitare la prostituzione musicale (azione del musicista che pur di essere apprezzato dal direttore artistico scemo, si esibisce con musicaccia da balera di quart'ordine). Evitando, insomma, di dare ascolto a tutto ciò che non può renderci migliori.
  21. E' proprio un paradosso, Alfredo, visto che nella storia della musica e nel mondo musicale che ci circonda lo strumento è il suo repertorio.
  22. Uso una frase di Angelo Gilardino di questo thread: http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?t=2976 per iniziarne un'altro. Senza contare la noia mortale che ne deriva sia in fase esecutiva che di ascolto. Colgo la palla al balzo (è un argomento che mi interessa molto) per aggiungere a quello che è stato detto che uno degli elementi che dovrebbero caratterizzare l'attività di un concertista (se non la personalità) è l'essere curiosi dell'universo artistico che lo circonda e lo sovrasta.
  23. In Argentina è stata costituita la Asociación María Luisa Anido (1907 Morón, Buenos Aires - 1996 Tarragona, Spagna) in onore della "Gran Dame de la guitare", alunna di Miguel Llobet. L' Associazione - il cui sito internet è http://www.asociacionanido.com.ar - è presieduta dalla ricercatrice Cristina Cid, autrice anche di un testo ancora inedito sulla chitarrista.
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