Stimolato dalla lettura del del topic su Scarlatti e le sue trascrizioni/derivazioni chitarristiche vi propongo una riflessione che vorrebbe riguardare il concetto di trascrizione in senso più ampio. In particolare sto pensando al lavoro, ormai storicizzato, di alcuni chitarristi di inizio secolo che ne fecero un aspetto non secondario della propria vena creativa, mi riferisco, per scendere in un ulteriore particolare, a Llobet ed ai suoi lavori di trascrizione di Albeniz, Granados, de Falla ed altri "minori" del milieu catalano dell'epoca. Leggendo queste pagine, ed ascoltandole attraverso il lavoro che Grondona sta portando avanti nei suoi cd dedicati a Llobet, mi sono fatto persuaso della necessità di rivedere con occhio criticamente diverso questa particolare concezione di chitarra intesa quasi come medium, mezzo, tramite per mettere in relazione realtà differenti. Cosa ne pensate?