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Alfredo Franco

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  1. E' un piacere poter ascoltare più chitarre che suonano insieme con cognizione di causa. Quando poi le chitarre non fanno pensare ad altro, ma ieraticamente ti rendono partecipe della loro natura, il piacere diventa qualcosa di profondo. Complimenti a tutti.
  2. Eh, molto interessante. Qualcuno dovrebbe incidere questi lavori; il linguaggio dei compositori russi è così interessante e peculiare... Si potrebbe fare una lista di lavori importanti?
  3. E' un lavoro di qualità - non poteva non esserlo, data la statura del compositore - ma un po' problematico: nelle sezioni a scrittura uniforme (p. es. una trama di arpeggi) passa da momenti scorrevoli e sonori a momenti aridi e difficoltosi, mentre la musica in astratto richiede la stessa sonorità. Benissimo sulla carta, molto meno nell'arena. dralig Capito. Ne esiste una registrazione? Ho visto che scrisse anche un concerto x chitarra e orchestra.
  4. Com'è questo lavoro di Denisov? Shostackovich nutriva grande ammirazione per questo compositore, che aimè, non conosco affatto.
  5. Sarà stato scritto da Lutero...
  6. Già. La scrittura chitarristica mi attira perchè da uno strumento con così tante implicazioni tecniche (che riguardano i "limiti" della sua stessa natura), è possibile, lavorando a sfavore, tirare fuori una marea di risorse. Nell'accoppiamento di più chitarre mi pare però di capire che si tratta di compiere un processo mentale diametralmente opposto e quindi di rimettere in discussione tutto l'operato.
  7. Devo farti visita.
  8. 24 o 26 corde...una quarantina di dita....il tutto da utilizzare in funzione della propria scrittura...si tratta di uno strumento mostruoso...
  9. Scrivere con cognizione di causa per 4 chitarre è qualcosa di tremendamente complesso. Ci si ritrova ad armeggiare con 4 strumenti polifonici, uguali. Quindi, non li si può utilizzare come 4 voci distinte, in questo caso la traslitterazione eidetica dal quartetto d'archi non è di alcun aiuto, ma allo stesso tempo si corre il rischio di creare un panino cacofonico terribilmente indigesto. Qualcuno mi cavi da questo impiccio.
  10. Queta bella riflessione mi ricorda che nella tradizione ebraica, il cuore è anche il centro dell'intelletto.
  11. Io credo che la mancanza di contorni, o di confini, sia qualcosa di insito nel linguaggio musicale. La musica strumentale non veicola mai un significato definito; porta del senso, quello degli innumerevoli grigi, anche quando i suoi colori appaiono accesi.
  12. Mi pare che un chitarrista tedesco trascrisse la V di Beethoven per tre chitarre...magari a qualco è venuto in mente di trascrivere lo Stabat MAter di Pergolesi...perchè stupirsi?
  13. Grazie mille della segnalazione!
  14. Non lo conosco. Degli Yes mi piace molto "Close to the edge".
  15. No! Le papillon è le papillon; l'op.46, cioè il mazzo di fiori, è appunto un'altra opera. Se vuoi fare bella figura dicendo qualcosa a proposito de Le papillon puoi dire che trattasi di una raccolta di brevi pezzi sotto la cui scorza è rinvenibile una sorta di traslazione in forma di galleria di un' immaginaria opera lirica. In fondo il papillone vola di fiore in fiore... Ovviamente assumendoti la responsabilità di ciò che dirai.
  16. L'opera "botanica" che citi è questa: Op 46 Choix de mes fleurs chéries ou Le Bouquet Emblématique; un'esemplare raccolta di pezzi bervi, stupidamente snobbata dai più.
  17. Ah, interessante. Non so se conosci il film "Uccellacci ed uccellini" di Pasolini. Nell'episodio in cui Totò deve predicare Dio a tutte le creature viventi e decide di parlare ai passeri, si dimostra come la forma mentis che ci condiziona vada a scapito del dialogo con chi parla un linguaggio diverso; Totò infatti, dopo mesi di mesi di immobili preghiere che lo vedono trasformarsi in sostegno per le piante di pomodoro, riesce finalmente a cinguettare...per poi accorgersi che il linguaggio parlato dai passeri è in realtà quello dei saltelli che compiono.
  18. Ma il gatto non se li è ancora mangiati?
  19. Qualcuno mi sa dare qualche informazione su quest'opera incompiuta di de Falla? So che ci lavorò per un lasso di tempo spropositato, praticamente abbandonando ogni altro tipo di lavoro e che nelle intenzioni del compositore avrebbe dovuto essere una sorta saga celebrativa della regione iberica. Si trova su cd?
  20. Certo che per dare dell'incompetente a quel sommo cesellatore che era Ravel, uno che su alcune composizioni ci ha lavorato per ANNI, ci va una bella faccia tosta! L'ego degli interpreti, a volte, rasenta la follia...d'altronde, Toscanini era fatto così...
  21. Ghiglia è un acuto interprete di Bach. Sentii questa suite in concerto alcuni anni fa e rimasi impressionato dalla profondità dell'esecuzione. Come ha detto Marcello, questa revisione risponde ad una visione. Però, forse sarebbe logico studiarla sotto la sua diretta supervisione: credo che questo tipo di revisioni, così rispondenti ad un modello estetico personale, perdano un po' di senso quando manca l'apporto diretto di chi le ha curate.
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