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Inviato

 

Sinceramente dopo il quinto anno non ho dedicato molto tempo delle mie giornate agli esercizi di tecnica, preferendo affrontare con spirito rigoroso le composizioni da suonare.

 

In vista del diploma però, sento l'esigenza di migliorare le mie capacità tecniche e la padronanza dello strumento, per giungere nell'aula dell'esame con la massima rilassatezza fisica.

 

Dunque, oltre ad uno studio particolarmente analitico del repertorio, ho deciso di dedicare circa un'ora e mezza della mia giornata ai noti esercizi tecnici (anche a mo' di riscaldamento), sperando in qualche effetto benefico (che già sto avvertendo).

 

...però con la televisione spenta... :P

 

Andrea

 

Benissimo, non c'è niente di utile, quanto quello che facciamo perché ne avvertiamo l'esigenza. Ciò premesso, tra la tecnica di fondazione che si impara nei primissimi anni di studio e quella che si impara a rinforzo o a complemento, successivamente, c'è una differenza. La prima, si esercita impersonalmente sui vari aspetti della nomenclatura dello strumento: scale, arpeggi, note ribattute, accordi, legature, etc., è una sorta di scuola elementare uguale per tutti. La seconda, sorge dalle specifiche, personali e ben individuate necessità: poiché tutti gli esecutori hanno tecniche favorite e tecniche ostiche, non servirà loro esercitarsi sui capitoli che non presentano problemi, e dovranno invece, non soltanto esercitarsi su quelli che oppongono resistenze, ma farlo in modo molto acuminato, cioè dopo aver diagnosticato la radice della difficoltà e aver escogitato i rimedi giusti. Se un esecutore ha problemi in un tipo di arpeggio, non gli basterà studiare quella formula: dovrà capire qual è l'origine del problema e, sulle conclusioni, escogitare degli esercizi risolutivi molto più forti, che serviranno a lui e non ad altri.

 

Quindi, alla base c'è la tecnica, e ai vertici ci sono le tecniche, una serie di tecniche per ogni esecutore. La prima, si impara dai maestri e dai manuali, le seconde si imparano da se stessi.

 

dralig

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Miglior contributo in questa discussione

Ospite Nicola Mazzon
Inviato

Come la penso io...il compito dell'insegnate e dei manuali servono ad aiutare lo studente a conoscere non solo la tecnica chitarristica ma anche se stesso, e di questi avrà bisogno fino a che non ha conosciuto i propri limiti e il modo di risolverli contando solo nella propria conoscenza.

 

fernando

Ospite Caterpillar
Inviato

Mi è stato segnalato di porre le domande di tipo "scontato" o "noioso" per chi le ha già sentite tante volte, nelle sezioni del forum riservate alla richiesta di suggerimenti tecnici; non appartenendo a nessuna delle categorie indicate in quella sezione e non potendo partecipare a questa conversazione, mi ritiro dal dibattimento, sinceramente un pochino delusa, ma piu' per l'aspetto umano che non per la questione in sè.

Butterfly

 

Scusa butterfly ma... che lagna.

Ogni volta che ti si contraddice tiri fuori 'ste storie di umanità.

Discutiamo tranquillamente dai..... Sei davvero troppo permalosa.

Nessuno ti ha detto che fai domande inutili lo dimostra il fatto che molti ti hanno risposto... ma se le risposte non ti vanno bene non puoi lagnarti.. Impariamo da chi ne sa più di noi.

 

Kater.

Ospite Caterpillar
Inviato

Quindi, alla base c'è la tecnica, e ai vertici ci sono le tecniche, una serie di tecniche per ogni esecutore. La prima, si impara dai maestri e dai manuali, le seconde si imparano da se stessi.

 

Egregio Maestro... io imparo molto dalle sue parole.

I suoi allievi sono un esempio lampante di quello che dice e tutti (parlo di quelli che ho sentito in concerto) hanno impostazioni tecniche di altissimo livello: senza fronzoli o sbuffi e perdite di energia.

Dovremo far riferimento a loro per lezioni di tecnica o lei ne fa ancora durante i suoi corsi o master?

Ospite Caterpillar
Inviato
Partiamo da un dato significativo di base... i concertisti, da sempre, che sulla faccia della terra hanno fatto parlare di sè sono dei virtuosi del proprio strumento (e mi riferisco a coloro che posseggono una bella tecnica fatta di rapidità - soprattutto - precisione, potenza e così via).

nte la musica e non diventare l'unico scopo del fare musica.

 

Scusi M° ma non sono d'accordo.

Hanno fatto parlare di sè al popolino. A me e a moltissimi miei amici non impressionano le galoppate fini a se stesse.....


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Inviato

Mi è stato segnalato di porre le domande di tipo "scontato" o "noioso" per chi le ha già sentite tante volte, nelle sezioni del forum riservate alla richiesta di suggerimenti tecnici; non appartenendo a nessuna delle categorie indicate in quella sezione e non potendo partecipare a questa conversazione, mi ritiro dal dibattimento, sinceramente un pochino delusa, ma piu' per l'aspetto umano che non per la questione in sè.

Butterfly

 

Scusa butterfly ma... che lagna.

Ogni volta che ti si contraddice tiri fuori 'ste storie di umanità.

Discutiamo tranquillamente dai..... Sei davvero troppo permalosa.

Nessuno ti ha detto che fai domande inutili lo dimostra il fatto che molti ti hanno risposto... ma se le risposte non ti vanno bene non puoi lagnarti.. Impariamo da chi ne sa più di noi.

 

Kater.

 

Mi spiace Butterfly ma do ragione a Cateripillar per una volta...

Ogni volta che c'è un minimo di confronto ti ritiri dietro questa cortina fumogena.

Anche io non ho intravisto alcuna offesa nè tentativo di darti della "cretina" come tu dici o di fare "domande inutili".

Discutiamo senza star lì a contare i peli nell'uovo!


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Quindi, alla base c'è la tecnica, e ai vertici ci sono le tecniche, una serie di tecniche per ogni esecutore. La prima, si impara dai maestri e dai manuali, le seconde si imparano da se stessi.

 

Egregio Maestro... io imparo molto dalle sue parole.

I suoi allievi sono un esempio lampante di quello che dice e tutti (parlo di quelli che ho sentito in concerto) hanno impostazioni tecniche di altissimo livello: senza fronzoli o sbuffi e perdite di energia.

Dovremo far riferimento a loro per lezioni di tecnica o lei ne fa ancora durante i suoi corsi o master?

 

Consiglio vivamente di rivolgersi, per la propria formazione tecnica, ai maestri giovani. Hanno sviluppato cognizioni e capacità molto più avanzate di quelle di cui disponevo io come chitarrista, e nell'insegnamento - attività che tendo a ridurre a misura della crescita degli anni e del mio lavoro di compositore - ora mi occupo soltanto di interpretazione, e solo per esecutori dalla preparazione tecnica completa.

 

dralig


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mi ritiro dal dibattimento, sinceramente un pochino delusa, ma piu' per l'aspetto umano che non per la questione in sè.

 

 

Butterfly

 

Davvero non capisco che cosa c'entri l'aspetto umano. Qui, si sono confrontate delle idee e delle concezioni. Ci può essere accordo, convergenza, disaccordo, dissenso: è ovvio, naturale, salutare. Come tutto ciò possa implicare l'aspetto umano, personale, è del tutto incomprensibile, visto che nessuno ha fatto il benché minimo riferimento alle persone che partecipavano alla discussione al di là della loro veste di partecipanti alla discussione.

 

dralig


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Non capisco (riferimento ai post di Dralig) questa consuetudine di prendere esempi dai più disparati settori ed applicarli al mondo chitarristico, sicuramente serve a visualizzare il proprio concetto con maggiore chiarezza ma non credo sia così realmente applicabilea a livello reale, o perlomeno non sempre. Comunque stiamo al gioco: certo è verissimo che i poeti non parlano di grammatica, ma se proprio vogliamo fare il paragone con musicisti potremmo dire che nemmeno i musicisti discorrono del valore di una croma. La grammatica è immota, una croma è e sempre avrà lo stesso valore, la tecnica può essere in continuo movimento, come l'introduzione di scale a tre dita, come per l'appunto come si diceva nel post della sonata di paganini il trasporto di tecniche simili al violino, o altro. Gli scrittori discorrono di "stili" forse questo è più simile alla tecnica. Certo si può dire che non è l'argomento più interessante e credo sia raro sentire concertisti che discutono di tecnica, ma non lo trovo per niente sbagliato se capita e sopratutto se serve. Credo fermamente che tutti possono apprendere da tutti e non si arriva mai al livello in cui niente può migliorarci, o comunqe credo sia rarissimo e sicuramente limitativo e forse presuntuoso. Anche un concertista finito può aggiungere al proprio bagaglio tecnico una cosa nuova e quindi perchè no?

 

Riferito al post del M° Diodovich.

Io credo che occorre differenziare tra uno Yamashita e un Micheli, e scindere anche da chi si vuole imporre principalmenter per il proprio virtuosismo e viceversa chi vuole proporsi con altre doti più musicali e spostare l'attenzione in chi vede in un Micheli il virtuosismo come punto principale e non coglie invece il suo bellissimo fraseggio, l'aiuto della riscoperta di pezzi originali e tanto altro. Rispetto tutti i pareri per carità ma prendere il M° Micheli come esempio di virtuosismo sia peccare (a mio modestissimo avviso) di scarsa sensibilità musicale. Io stesso da piccolo, ignaro ed ingnorante, sentivo un Williams e mi impressionavo per la tecnica, però poi sentivo un Segovia e mi innamoravo. La crescita personale è per appunto personale, il punto di vista esterno deve essere ben distinto dal volere dell'artista. Crescendo vedo Williams in maniera diversa e capisco che sono io ad essere cambiato non lui. Distinguiamo quindi tra ciò che vuole esprimere l'artista da ciò che qualcuno può attribuirgli.


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Certo si può dire che non è l'argomento più interessante e credo sia raro sentire concertisti che discutono di tecnica, ma non lo trovo per niente sbagliato se capita e sopratutto se serve. Credo fermamente che tutti possono apprendere da tutti e non si arriva mai al livello in cui niente può migliorarci, o comunqe credo sia rarissimo e sicuramente limitativo e forse presuntuoso. Anche un concertista finito può aggiungere al proprio bagaglio tecnico una cosa nuova e quindi perchè no?

 

Non ha detto una parola fuori posto, Monch. Sono d'accordo su tutto.

 

Ma, come ho fatto già notare, fare una domanda sul "Come migliorare la propria tecnica" non ha molto senso. Sentirà darsi sempre ed eternamente le stesse risposte con litigio finale.

 

Ci sono delle aree del forum che riguardano la risoluzione di problemi specifici. Le problematiche tecniche vanno postate in quelle aree indicando con precisione quale è il passaggio o brano che causa difficoltà. Tutta la community, come è avvenuto fino ad ora, darà una mano.

 

Quello che non si dovrebbe fare in una community come questa è invece postare domande tipo

"Che lunghezza devo avere le unghie?"

"A quanto fate le scale?"

e via discorrendo.

Sono domande che non hanno ne' capo ne' coda, ripetute e stra-ripetute e alle quali non vi è risposta se non puramente soggettiva e quindi inutile a chi vuole imparare.

 

Ecco perchè è decisamente meglio postare la domanda nel luogo adatto, nella forma adatta e in modo che da quella si possa arrivare all'esercizio tecnico per la risoluzione del problema.

Vorrei evitare, come accade in tutti i forum dilettantistici, di leggere domande nelle quali si chiede cosa mangiate prima del concerto, che cosa bevete dopo il concerto e con quale sapone vi fate la doccia prima del concerto.

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