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Angelo Gilardino

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Tutti i contenuti di Angelo Gilardino

  1. E' un'esperienza compositiva attraente ma limitata. Dopo il quarto lavoro "multichitarristico", mi sono reso conto del fatto che in quel lago non c'erano più pesci, e ho virato verso altri lidi. dralig
  2. Dev'esserci stato di mezzo un montaggio, perché il video inizia con l'uscita dei componenti il gruppo (magri) e di Diodovich (lasciamo perdere), salutati dall'applauso del pubblico. Ma questo non può essere avvenuto prima del terzo movimento del concerto. dralig
  3. Tredici anni fa. Eseguito in prima da Biscaldi con l'orchestra "Benvenuto Terzi" di Bergamo (dir. Pier Luigi Capelli) e poi da Attademo, Tampalini, Sabbadin, Diodovich, e vari altri caballeros stranieri, con i rispettivi gruppi e direttori. Si noti che Diodovich suona a memoria. Pazzo furioso. dralig dralig
  4. Sì, Mario Gangi nel 1958. Registrazione scomparsa dalla circolazione. Ne esiste anche una versione radiofonica RAI che ogni tanto andava in onda, diretta dallo stesso Porrino. Ritengo di non infrangere nessun segreto anticipando che avremo presto una nuova registrazione del "Concerto dell'Argentarola" grazie a Cristiano Porqueddu, che inciderà il lavoro del compositore suo conterraneo insieme a un altro concerto, non di autore sardo, ma ispirato a un luogo della Sardegna..."Concerto di Olliena". dralig
  5. Effettivamente, c'è un problema di stupidità, ma non risiede nel pezzo. dralig
  6. No, le "Bachianas Brasileiras" sono scritte per diversi organici (dal duo di flauto e fagotto fino alla grande orchestra), ma nessuna è originale per voce e chitarra. L'"Aria" cantata in questo video è tratta dalla "Bachianas Brasileiras n. 5", originale per soprano e otto violoncelli, e venne trascritta per voce e chitarra dallo stesso autore, per la cantante-chitarrista brasiliana Olga Coelho, che fu compagna di Andrés Segovia per alcuni anni. In realtà, non era nemmeno interamente originale per l'organico voce-violoncelli. Per questa formazione fu scritto originariamente soltanto il recitativo centrale, mentre la sezione principale, prima vocalizzata e poi da cantare a bocca chiusa, fu scritta prima per violino e orchestra, e poi utilizzata per la Bachianas n. 5. Si, certo, anche se, per l'emissione della voce, la postura da chitarrista non è l'ideale. Cantare accompagnando se stessi con la chitarra è una pratica antica. Lo faceva già Legnani, e non era certo il primo. Va cantato a bocca chiusa, così prescrive l'autore. Siccome adoperava un suo vecchio pezzo strumentale, non sarebbe stato facile forzare un testo poetico sulla linea melodica, e così prescrisse il vocalizzo sulla "a" nella prima esposizione e il canto a bocca chiusa nella seconda. La cantante del video deve perfezionare l'intonazione. dralig
  7. Non esistono altre edizioni. Tuttavia, Zigante lavora sui manoscritti di Tansman, e quindi le sue esecuzioni sono basate sul testo originale, e non sulla versione di Segovia (pubblicata da Schott). Originariamente, la Cavatina fu scritta un tono sotto. Fu Segovia (saggiamente) a trasportarla, e Tansman accettò tale modifica. Nel volume "Alexandre Tansman - Posthumous Works for Guitar" pubblicato dalle Edizioni Bèrben nella collana "The Andrés Segovia Archive" è pubblicato un saggio di Zigante di sicura utilità. Tale volume contiene inoltre la riproduzione in facsimile dei manoscritti originali, oltre a un testo pronto per la lettura e l'esecuzione (preparato da Angelo Gilardino e Luigi Biscaldi). Il confronto tra i manoscritti e l'edizione permette di comprendere a fondo il modo di scrivere per chitarra di Tansman. dralig
  8. Certo. E' stata la prima esecutrice del mio concerto per mandolino, chitarra e orchestra "Fiori di novembre". Da tempo, suona in duo con la chitarrista Piera Dadomo, e hanno recentemente pubblicato un bellissimo CD dedicato interamente alla musica di Bach. dralig
  9. La mandola impiegata in questo quartetto è tenore, ossia è un mandolino più grande, accordato un'ottava sotto il mandolino. Nei quartetti classici, si usa invece la mandola contralto, accordata una quinta sotto il mandolino (come la viola rispetto al violino). Ugo Orlandi è il più famoso mandolinista italiano, docente al conservatorio di Padova, e suona di norma con i Solisti Veneti. dralig
  10. E' una composizione scritta per il cosiddetto "quartetto romantico". Viene così denominato il quartetto formato da due mandolini, mandola tenore e chitarra, mentre il quartetto a plettro classico è formato da due mandolini, mandola contralto, mandoloncello (senza chitarra). "Castello" è una costruzione, quindi il nome, adoperato come titolo di una composizione musicale, diviene metafora che rappresenta un lavoro fortemente strutturato, non "informale". Tuttavia, il suono particolare della formazione, e il modo con cui tale suono è stato trattato compositivamente, tendono a far percepire qualcosa di scorrevole, di fluido: qualcosa di cui l'acqua diventa metafora. E' quindi un titolo metaforico. "Le strutture ci sono, ma ho fatto in modo che non si percepissero", diceva Debussy a proposito de "La mer". Il secondo tempo del quartetto s'intitola "Notte stellata - Ricordo di Vincent". La composizione è dedicata all'esimio mandolinista Ugo Orlandi, a capo di diverse formazioni di strumenti a plettro, tra cui anche un quartetto romantico. dralig
  11. Non mi risulta. Se non lo fece, non fu certo perché temeva il pezzo... dralig http://web.telia.com/~u85420275/alphabetical.htm A quanto pare dovrebbe esistere una registrazione... In quel link c'è la discografia di Horowitz e alla lettera B ho trovato: "Balakirev, Mili Islamey - Oriental Fantasy (Edited by Horowitz) * January 23, 1950: Carnegie Hall, New York City, New York (Live) - Unreleased " Probabilmente c'è la registrazione ma non è stata pubblicata.. Saluti. Grazie Akaros. La cercherò. Edited by Horowitz vuol dire che il demonio non si è accontentato di suonarla com'è, e che ci ha aggiunto altre diavolerie, come fece con i "Quadri di un'esposizione". dralig
  12. Non mi risulta. Se non lo fece, non fu certo perché temeva il pezzo... dralig
  13. Caro Vladimir, non funziona così. Poiché i movimenti fanno parte di una catena di causa-effetto alla fine della quale sta il suono, il nostro cervello apprende i movimenti, e dopo averli appresi li comanda e li controlla, inglobando nella stessa nozione e nello stesso impulso tutta la catena, non solo il movimento fisico. E' per questo che non si può fare un paragone tra movimenti applicati a "catene" differenti: non esiste un esecutore "neutrale" che scompone la sequenza in segmenti, e separa la causa dall'effetto. dralig
  14. Ecco, io istituirei paragoni limitati di difficoltà tra musiche appartenenti alla stessa estetica e cultura strumentale. Ha senso comparare le difficoltà della musica pianistica di Mozart con quelle della musica di Chopin? Secondo me, no. Quindi, un paragone tra una trascrizione da Kachaturian e la Fantasia di Balarirev, pur in presenza di una sfasatura temporale, regge, perché c'è in comune qualcosa, pianisticamente parlando. Un paragone tra la musica di Balakirev e gli studi di Ligeti non sta in piedi. dralig
  15. Khachaturian, come Ravel, è diventato famoso con un pezzo che si era pentito di aver scritto. Il pezzo più terribile per un pianista è la fantasia "Islamey" di Mili Balarikev. Esecuzioni famose: Claudio Arrau, Julius Katchen, John Ogdon, Andrej Gavrilow (quest'ultimo al confine della follia). dralig
  16. E' un lavoro di qualità - non poteva non esserlo, data la statura del compositore - ma un po' problematico: nelle sezioni a scrittura uniforme (p. es. una trama di arpeggi) passa da momenti scorrevoli e sonori a momenti aridi e difficoltosi, mentre la musica in astratto richiede la stessa sonorità. Benissimo sulla carta, molto meno nell'arena. dralig Capito. Ne esiste una registrazione? Ho visto che scrisse anche un concerto x chitarra e orchestra. E una Sonata per flauto e chitarra. dralig
  17. Sikorski. Formato grande. dralig
  18. E' un lavoro di qualità - non poteva non esserlo, data la statura del compositore - ma un po' problematico: nelle sezioni a scrittura uniforme (p. es. una trama di arpeggi) passa da momenti scorrevoli e sonori a momenti aridi e difficoltosi, mentre la musica in astratto richiede la stessa sonorità. Benissimo sulla carta, molto meno nell'arena. dralig
  19. Dal momento che possiamo ascoltare (e leggere) le opere di tutti e tre, non siamo obbligati all'esercizio della preferenza. E' meglio non preferire nessun autore, e ascoltarli tutti. dralig eheheheh mi aspettavo proprio questa risposta Maestro. magic guitar Evidentemente, perché è la stessa risposta che avrebbe dato anche Lei. Forse, potremmo aggiungere, a titolo di precisazione (e sorridendo) che la preferenza tra Brahms e Wagner può essere determinata dalla situazione ambientale: un salotto viennese arredato in stile biedermeier, con un bel Bosendorfer al centro, ideale per l'ascolto degli Intermezzi dell'ultimo, e un po' estenuato, Brahms, risulterebbe - come dire? - un po' strettino per Walkiria o Gotterdamerung (anche se il proprietario fosse disposto a mandarlo a fuoco). dralig
  20. Dal momento che possiamo ascoltare (e leggere) le opere di tutti e tre, non siamo obbligati all'esercizio della preferenza. E' meglio non preferire nessun autore, e ascoltarli tutti. dralig
  21. Johannes Brahms, Akademische Festouveture op. 80, 1881. Nota nei programmi italiani come Ouverture Accademica. dralig La ringrazio, vedo cosa posso trovare per ascoltarla, ma c'è la possibilità di trovarla impreparato su un argomento ??? Per un compositore, non conoscere la musica di Brahms sarebbe una lacuna molto grave. dralig
  22. Johannes Brahms, Akademische Festouveture op. 80, 1881. Nota nei programmi italiani come Ouverture Accademica. dralig
  23. Si, è un'indicazione "letteraria". Oggi non lo scriverei più. dralig
  24. Non mi consta che esista un'altra edizione. L'opera è di proprietà della Bèrben, ed è protetta da copyright. Può dirmi qual è la fonte della Sua informazione? dralig
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