Vai al contenuto
Novità discografiche:

Angelo Gilardino

Membri
  • Numero contenuti

    2241
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    37

Risposte pubblicato da Angelo Gilardino

  1. Il pezzo fu scritto nel 1920, e -lessi non ricordo dove- che ha "aperto" la ricca produzione di musica -per chitarra- moderna composta da compositori NON chitarristi.

    Chiedo conferma ai Maestri.

     

    La linea era già stata aperta una decina d'anni prima (almeno) da Respighi. Prima di Falla, cronologicamente, giunsero Moreno-Torroba e Jaume Pahissa (1919). Comunque, l'Homenaje fu fondamentale, perché rivelò un aspetto della chitarra che prima non era mai stato toccato.

     

    dralig

  2. Guarda, se sei un compositore i libri ti possono anche, volendo, servire...ma non dicono niente sulla composizione, enunciano una serie di regole armoniche...poi, cosa farne sono affari e problemi tutti tuoi...avvertire dentro di sè la necessità di usare delle "combinazioni di note" piuttosto che altre è una roba talmente inafferrabile...non può essere spiegata attraverso un libro...

     

    Non intendo organizzare soccorsi al malcapitato Akaros, ma vorrei far notare che lui ha chiesto consigli su testi che trattino la composizione come materia di studio destinata, non a chi vuole comporre, ma a chi vuol suonare con cognizione di causa. I manuali di composizione non garantiscono ls discesa dell'ispirazione sulla testa del lettore, ma servono a far capire che cos'è un motivo, come si costruisce una mezza frase, una frase, un periodo, una sezione, un inno, un lied, un rondo, un tema con variazioni, etc etc

     

    Akaros, il Suo insegnante è uno dei pochi chitarristi in grado di analizzare una sonata o una fuga: chieda lumi a lui.

     

    dralig

  3. Nella pagina http://www.speakers-corner.it/speakerscorner/leggiscintille17.spm leggo una recensione di un concerto a Gaeta....

    il pezzo a cui si riferisce la cervone in apertura è Leyende di un compostore che si chiama Manjon... non conosco nè il pezzo nè il compositore... :oops:

    Oppure è Leyenda (come asturias?)

    Ciao

     

    Antonio Giménez Manjon (1966-1919), figura torreggiante del romanticismo chitarristico spagnolo, è poco conosciuto. Nativo di Villacarrillo - dove Segovia abitò da bambino - in provincia di Jaén, era cieco da tenera età. Grande concertista viaggiante, poliglotta, uomo colto e brillante, fece scuola in Argentina (infatti morì a Buenos Aires). La sua musica è tutt'altro che banale, di grande impegno virtuosistico (suonava una chitarra a 11 corde), e armonicamente densa.

     

    E' rimasto nella memoria dei chitarristi per fatti tutto sommato marginali: nel 1912 Barrios gli chiese (e ne ricevette) lezioni. Poco dopo, Manjon tornò temporaneamente in Spagna. Manuel Ramirez gli aveva preparato una splendida chitarra - costruita dal suo liutaio-principe, Santos Hernandez. Manjon incominciò a tirare sul prezzo, il liutaio si spazientì e fece rifare il manico allo strumento - trasformandolo in esacorde. Suonava come e meglio di prima. Di lì a poco, capitò in negozio un giovanotto dalla folta chioma che voleva noleggiare una chitarra - non potendola acquistare - per un concerto che doveva dare pochi giorni dopo all'Ateneo madrileno. Ramirez gli fece provare la Hernandez e, ascoltatolo, gliela regalò. Vecchio volpone. Mai regalo fu speso meglio come azione di marketing. Il tipo, infatti, si chiamava Andrés Segovia.

     

    dralig

  4. Da noi ,Cristiano, le meringhe di Arione (la pasticceria di cui parlavo) sono una bomba.

    Mangiarne due è un'impresa ardua.

    Si narra che il record sia diciassette.

    Una follia.

     

    Suvvia, Maestro Gilardino, le farò avere i Cuneesi e le meringhe se passa per Cuneo.

     

    Per le colpe di cui ti sei macchiato nei miei confronti, non ti basterà portarmene di persona una dozzina di confezioni, indossando un saio e inginocchiandoti sulla porta di casa mia. Ti farò sbranare dal gatto.

     

    dralig

  5. mentre per quanto riguarda le scale o esercizi specifici su corda singola che non siano apreggi?

     

    .....

     

    Ci si deve occupare della preparazione, dell'esecuzione e del controllo dei movimenti, non tanto della loro applicazione a sequenze di note comunque disposte (scale, arpeggi, etc.). Se il movimento è ben preparato, eseguito economicamente e perfettamente controllato, non importa a quale sequenza si applica. Le tecniche che prescrivono sostanziali differenziazioni di movimento nelle varie applicazioni sono mal fondate.

    dralig

     

    Potrebbe gentilmente farmi capire meglio l'ultima frase? La tecnica del movimento in sè prevale sull'applicazione specifica perchè predispone ad affrontare qualunque tipo di sequenza... vuol dire questo?

    I famosi 120 arpeggi di Giuliani come si collocano in questo processo?

    Grazie!

     

     

     

    Butterfly

     

    Si. Che si suonino note singole, scale, arpeggi, accordi, tremoli, finanche rasgueados, il movimento delle dita della m.d. fondamentalmente è sempre lo stesso e varia soltanto nel modo di applicarsi alle corde. La radice è costante, le terminazioni diverse. Quando leggo discussioni riguardanti il fatidico tremolo - croce e delizia dei chitarristi - mi domando perché se ne debba discutere specificamente, come se si trattasse di una tecnica a sé.

     

    dralig

  6.  

     

     

    Per me va benissimo. L'unica cosa è che non so dove sia e chi abbia questa registrazione...

     

    Ce l'avrei io. Allora, la mando all'onnipotente Cristiano, che provvederà a metterla on line. L'ho riascoltata per l'occasione e devo dire, o Giulio, che eri in serata devastante: una belva. Ti facesti un boccone solo del Gran Solo e anche del trio d'archi, che ti seguiva come un portaborse segue un ministro.

     

    dralig

     

    Aggiornamento: sarà on line stasera dopo cena (Cristiano cena verso le 23.45, credo).

  7. Salve a tutti, ho trovato in rete un catalogo di pubblicazioni di compositori in cui vi era anche questo brano. è un errore o esiste davvero? M°Gilardino, potrebbe spiegarmi/ci di cosa si tratta? l'op.14 è il GranSolo giusto? è per formazione da camera se non ho letto male vero? qualcuno lo ha mai inciso?

     

    Aspetto vostre notizie,

     

    Marco

     

    Le mie notizie sono: qui, calma piatta - il vostro dev.mo servo geme come di consueto sotto lo spietato esercizio della tirannide domestica da parte del gatto Bombo (tre scatolette al giorno, più croccantini a gogo, latte, e stanotte, pur di non darla vinta al suo indifeso padrone, pure un cuneese al rhum: aberrante estensione della dieta di questo insaziabile felino, che non arretra nemmeno di fronte all'alcool). Ieri, visite di graditi ospiti, partecipazione - brreve e stralunata - a un evento letterario stracittadino e, in serata, visita a domicilio del medico di famiglia, per controllare la pressione, risultata normale, nonostante l'assunzione tardopomeridiana di alcune prose liriche di un autore della decadenza mitteleuropea.

     

    La composizione in oggetto nacque nell'a.d. 2000, come conseguenza di una discussione in una mailing list di chitarristi (in lingua inglese). Matanya Ophee riportò in evidenza un'ipotesi del musicologo-chitarrista americano George Warren, secondo il quale il "Gran Solo op. 14", nelle sue varie redazioni, non sarebbe (a onta del suo titolo) un solo, ma la parte di chitarra - poi pubblicata come solo - della perduta "Concertante" per chitarra, violino, viola e violoncello, che Sor aveva composto per se stesso, in occasione di un concerto che tenne alla Argyll Room a Londra nel 1818. Di questa composizione, non c'è più nemmeno l'ombra. Matanya non corroborava questa tesi in senso musicologico, ma ne sottolineava la fondatezza in senso strettamente musicale. Il sottoscritto, a quell'epoca non ancora gemente sotto il giogo del felino che avrebbe preso possesso di casa sua tre anni dopo, e che quindi credeva ancora nel divertimento, affermò temerariamente che, a lui, l'idea di ricostruire la Fantasia per chitarra e archi intorno al residuo "Gran Solo", cioè di fare di un pezzo per chitarra un quartetto, non metteva nessuna paura. Fu preso in parola da Matanya, che lo invitò a dimostrare nei fatti che la sua non era una sparata. Lui sarebbe stato il giudice del risultato: se soddisfatto, sarebbe divenuto anche l'editore del pezzo. In caso contrario, il vostro dralig si sarebbe (secondo la delicata descrizione data da un altro partecipante alla discussione) sp......nato da solo agli occhi di alcune migliaia di spettatori. Seguirono dieci giorni di alacre impegno - a Vercelli fu ampliata la zona pedonale fino all'estrema periferia, per non molestare il maestro con i rumori delle auto, e alla fine il pur severo giudice di Columbus, non solò approvò la composizione nata dall'ordalia, ma la pubblicò pure. Di lì a poco, il prode Tampalini l'avrebbe tenuta a battesimo, tirando il collo a tre strumentisti ad arco, che per tenere il suo passo rischiarono l'asfissia.

     

    Va precisato che la litografia riprodotta nel frontespizio dell'edizione riproduce a mezzo busto con chitarra l'irascibile currutaco barcellonese, non il compositore piemontese, che non è per niente stretto di spalle e che, qualora decidesse di impiccarsi, userebbe una normalissima corda, e non una camicia.

     

    dralig

  8. C'è solo un punto dove il compositore ha dovuto togliere una nota di troppo, che nel manoscritto e nell'edizione non figura più, ma che si sa che c'era nella minuta. Io so dov'era quella nota, e lo sa anche almeno un'altra persona, che come me, studiando il testo, ha trovato il piccolo vuoto. Vediamo se qualcun altro ci riesce. Scommetto di no.

     

    Pagina 6, primo rigo, seconda battuta, accordo (dal basso) Mi-Sib-Do#-Fa#

     

    Osservazione intelligente, ma non è quello il punto.

     

    dralig

  9. Se non sbaglio ( i Maestri ovviamente sapranno confermarmi o smentirmi), fu per questo duo che -nel '62- MCT scrisse "Les guitares ben tempérées".

    Abbiamo registrazioni - di Presti e Lagoya- di questi preludi e fughe? Mi interesserebbero moltissimo.

     

    Confermato, il ciclo de "Les guitares bien tempérées" fu scritto da MCT per il duo Presti-Lagoya. Essi registrarono soltanto, che io sappia, il Preludio e Fuga in mi maggiore.

     

    dralig

     

    M° sa allora, se qualche duo ha registrato questi lavori? Forse il duo Fragnito-Matarazzo -revisori dell'opera per la Bérben- ?

     

    Posso confermare che il duo FragMata eseguiva l'intero ciclo in concerto - cioè in due concerti consecutivi - e a una di queste esecuzioni mi fu dato assistere di persona un 25 anni or sono. Poi, il duo si sciolse. Registrarono, ch'io mi sappia, soltanto il Preludio e Fuga in Mi maggiore già registrato da Prestilagoya e il Preludio e Fuga in Sol. Un altro duo italiano - anch'esso sciolto - , Bocchino-Ghidoni, registrò i primi due quaderni.

     

    Un integrale discografico de "les Guitare" è quello del Duo Favori, registrato per l'etichetta tedesca - dal nome vagamente intimidatorio - "Tacet".

     

    Può darsi che ne esistano altri. Dovrebbero.

     

    dralig

  10. 1) l'immondizia musicale accumulatasi nel suo repertorio

     

    M° mi interesserebbe molto sapere nello specifico quali autori - o quali loro musiche- hanno contribuito alla creazione di questa immondizia, secondo Lei. Spero non avrà problemi a riportare pochi esempi pubblicamente.

     

    ..è utile sapere da chi o cosa..tenersi lontani :)

     

    Come si fa, mentre regna Nerone, a elencare i nomi dei cattivi poeti?

     

    dralig

  11. viva il linguaggio c!!!

     

    il M° Gilardino ha detto bene...ma la mente musicale si costruisce, si allena, e non tutti sono pronti a farlo, mentre tutti sono pronti a fare la ginnastica delle dita..

     

    Nobilissimo esercizio. Fu sostenuto da autorevoli antropologi che la facoltà di esercitare la funzione prensile era all'origine della supremazia della specie umana, seguita da presso da quella dei primati. Sarà per questo che i volteggi di un cercopiteco tra le liane e un concerto di chitarra standard procurano all'incirca la stessa emozione, e trasmettono uguali valori.

     

    dralig

  12. max 3 punti forti

    max 3 punti deboli

     

    Punti forti: 1) la qualità della musica che le si affida; 2) la mente musicale e le dita dei chitarristi più meritevoli; 3) la buona volontà, l'intelletto e l'orecchio musicale degli ascoltatori.

     

    Punti deboli: 1) l'immondizia musicale accumulatasi nel suo repertorio; 2) l'esibizionismo fatuo e vuoto di una parte notevole dei chitarristi; 3) la pigrizia ottusa degli ascoltatori che vogliono divertirsi e nient'altro.

     

    dralig

  13. Se non sbaglio ( i Maestri ovviamente sapranno confermarmi o smentirmi), fu per questo duo che -nel '62- MCT scrisse "Les guitares ben tempérées".

    Abbiamo registrazioni - di Presti e Lagoya- di questi preludi e fughe? Mi interesserebbero moltissimo.

     

    Confermato, il ciclo de "Les guitares bien tempérées" fu scritto da MCT per il duo Presti-Lagoya. Essi registrarono soltanto, che io sappia, il Preludio e Fuga in mi maggiore.

     

    dralig

  14.  

    Siamo in due a pensarla in modo simile, ed è un nostro diritto non entrare nei nostri panni e approfondire il più possibile l'argomento.

    Io non critico tutti i docenti (ne ho trovati anche di validi) ma la astuzia di molti a discapito del giovincello che va per imparare qualcosa che ama.

    Per quanto riguarda i docenti : tutti quanti (anche scolastici) !!!!!!!!! pochi dimostrano di saperci fare, molti invece pensano di saper fare grazie al titolo di docente proprio come il neodiplomato che pensa che solo per il fatto di aver preso il diploma non deve abbassarsi a fare lavori umili.

    Poi, se ha uno sta bene quello che dico bene, se non sta bene LO DICO LO STESSO ma ascoltando quello che dicono anche gli altri, potendo se è possibile crescere.

     

    In una discussione intitolata al maestro ideale, ci si attende di leggere apprezzamenti sul modo con cui siffatto maestro esplica il suo compito, sulle qualità e sull'impegno che lo abilitano a farlo, sulle metodologie che adotta, sui modelli che offre agli allievi, sui testi che adopera come supporto didattico, su quelli che eventualmente ha scritto e pubblicato, sull'interazione tra la sua metodologia e quella di altri didatti, etc. etc. - un campo vastissimo di osservazione, che offre spunti infiniti. Che cosa hanno a che fare con tutto ciò gli sfoghi lanciati contro supposti, anonimi maestri, le lamentele sulle loro malefatte e sui loro soprusi e le loro manchevolezze? A chi giovano? Dove portano? A quale utilità rispondono?

    E' certo possibile crescere (senza alzare la voce, la maleducazione non è segno di forza, ma di debolezza), ma è da escludere che coloro che leggono messaggi del genere possano trovare stimoli per la loro crescita: trovano invece deprimenti manifestazioni di malanimo e di stizza, leggono affermazioni pesantissime - la cui veridicità non è provata né dimostrata - dirette non si sa bene a chi, non si sa bene a quale scopo,

    in termini che non inducono certo il lettore a considerazioni positive nei confronti di chi li adopera.

     

    dralig

  15. Oltre a questo trovi degli insegnanti che non ti fanno sentire come suonano, e appena dici "dai suonami un pezzo" ti trovano qualche scusa per non suonarlo.

     

     

    Si esattamente Waller per non parlare invece di quelli che dicono :in questo pezzo non fai sentire bene il fraseggio senti come si dovrebbe fare.

    L'unico problema è che poi a te allievo data la dimostrazione penosa che hai appena avuto che magari era la dimostrazione dell' anti fraseggio ti verebbe voglia o di andartene subito o di prendere la chitarra del maestro e rompergliela in testa.

     

    il bravo insegnante, per me, prima di cominciare a dare una determinata impostazione all'allievo, deve prima portarlo a conoscenza del fatto che esistono svariate scuole chitarristiche

     

    Ah certo Antonio alcuni ti portano a conoscenza delle diverse scuole chitarristica ma è inutile dire che ognuno è convinto che la propia è la migliore facendo uscire fuori frasi insulse del tipo''questa didattica sta anni luce avanti a tutte le altre presenti in conservatorio(eh giusto dimenticavo che tu sei l'unico buono e tutti gli altri barcollano nel buio).Il problema è che se acchiappi uno che nutre questa convizione appartenendo ad una scuola buona il problema è relativo e si restringe ad una grettezza mentale che potrebbe essere tranquillamente superata .Ma nel secondo caso quello in cui il maestro è convinto che la propia scuola chitarristica è la migliore ma magari oggettivamente è la peggiore li si che ti viene la stizza.

    .

     

     

    Sarà appena il caso di ricordare a lorsignori che esiste una distinzione categorica tra il diritto di critica (il cui esercizio è del tutto legittimo anche nei confronti della categoria dei docenti) e il pettegolezzo da ballatoio che, sparso in un forum, mentre lascia intatta la reputazione di ignoti maestri, nei confronti dei quali la chiacchiera si spreca senza il minimo costrutto, dall'altra parte inesorabilmente rivela l'esistenza di categorie di allievi ai quali i maestri"ideali" senza esitazione indicherebbero la porta alla prima lezione. Lo stile è l'uomo, signori, e vi auguro che quello che si delinea in questa discussione non sia il vostro, ma solo un abito momentaneo. Sono convinto che, come me, molti lettori di questo forum si sentirebbero sollevati se voleste rientrare nei vostri panni. Tanto meglio quanto prima.

     

    dralig

  16.  

    Va bene novembrina, va bene melanconia (perché il titolo in italiano e il sottotitolo in inglese?), ma anatomia no. Disgustoso. Il pezzo è buono, non sgambettarlo con quella parola nel titolo.

    dralig

     

    anatomia per me è la cosa più bella di quel titolo

    compresa la mescolanza di lingue

     

    (a proposito di coincidenze Alfredo...sto scrivendo una cosa da camera piuttosto sfiancante, che gira intorno all'"anatomia") :lol:

     

    Lei è Ezechiele Lupo, e Alfredo è Gimmi.

     

    dralig

  17. Titolare una composizione è un momento piuttosto delicato, almeno per me.

     

    Se l'imput poetico è presente a priori, se è cioè qualcosa che suggerisce al compositore la necesiità di scrivere in relazione alla sollecitazione ricevuta, se ne esce con una certa facilità; al contrario, quando si tratta di legare delle parole a qualcosa che è stato scritto scaturendo da un recondito meandro della coscienza il discorso si fa più sottile.

     

    Si rischia di appiccicare un titolo che vale quanto un altro, e la cosa è grave.

     

    Allora bisogna fermarsi e cercare di capire da dove arriva ciò che si è scritto e perchè; nel caso della mia ultima composizione, un brano di 8 minuti con una sezione centrale tecnicamente temeraria, una settimana di riflessioni ha portato al seguente risultato:

     

    Novembrina (The anatomy of melancholy #1)

     

    Sorprendentemente, anche nel mio piccolo ho avuto a che fare con l'acqua, quella che picchiava sul terrazzo e quella che improvvisamente ha preso a trasudare dal muro, proprio come un incontenibile umore fisiologico della letteratura secentesca.

     

    Va bene novembrina, va bene melanconia (perché il titolo in italiano e il sottotitolo in inglese?), ma anatomia no. Disgustoso. Il pezzo è buono, non sgambettarlo con quella parola nel titolo.

    dralig

×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.