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Ermanno Brignolo

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Risposte pubblicato da Ermanno Brignolo

  1. A quanto ricordo, si può, ma c'è un PERO' bello grosso: siccome solfeggio è un'esclusione del V (vale a dire che non puoi sostenere il secondo se non hai dato il primo), se li sostieni nella stessa sessione, hai l'obbligo di passare solfeggio, pena l'annullamento di un eventuale buon esito del V.

    Se ho detto fesserie, correggetemi, così avrò imparato qualcosa di nuovo... :)

     

    EB

  2. Un altro ragazzo ha perso la vita in seguito a scontri tra tifosi… una baruffa in autogrill, l’intervento della polizia, un colpo partito per caso e una vita terminata. E tutto per che cosa? I colori di una squadra di calcio: qualcosa per cui vale la pena morire a 28 anni? Qualcosa per cui vale la pena anche solo litigare?

    Non lo so: del calcio non me ne frega niente e guardo a questi eventi con un certo biasimo e disprezzo. Biasimo per chi ha sparato, uccidendo un giovane (per carità, per errore… come un errore è stato aumentare la temperatura del quarto reattore di Cernobyl?), distruggendo la vita di molte persone… e disprezzo per chi ha generato un “tafferuglio” (come lo chiama ANSA) provocato dal parteggiare per una squadra di calcio o per un’altra… una squadra di calcio.

    UNA SQUADRA DI CALCIO!

    Ci sono persone che insultano uno sconosciuto perché indossa una maglia diversa dalla loro… non è nemmeno più il colore delle pelle (ben inteso, senza nessun intento razzista), ma è il colore del vestito. Mi piace pensare che le stesse persone che si sono trovate “l’una contro l’altra armate” (forse non è proprio il caso di parafrasare il Manzoni per simili porcherie…), il giorno prima abbiano avuto la possibilità di incontrarsi senza saperlo, magari in un altro autogrill, e uno abbia gentilmente ceduto all’altro il posto in fila per andare in bagno… vestiti in jeans e camicia a quadretti. Lo stesso cambiamento di Rolf in “The sound of music”.

    Eppure è successo, e continua a succedere da anni… molti… troppi… il calcio è malato, si alza la tensione, ci scappa il morto, si corre alla ricerca del colpevole, tutti scandalizzati ed inorriditi… e poi torniamo placidamente alla nostra routine dimenticandoci di tutto e di tutti fino al morto successivo.

    E la polizia? I carabinieri? Guardano. Impotenti assistono allo spettacolo degli spettacoli: la vera manifestazione dell’istinto bestiale dell’uomo che aspetta un pretesto qualunque per sfogarsi di tutte le sue frustrazioni prendendo a capo espiatorio qualcuno di diverso, non importa in che cosa. Poi, se le situazioni si complicano, devono intervenire, e si trovano davanti ad un dilemma: 1. se intervengo e ferisco/uccido qualcuno divento un mostro (infangando tutto il corpo, o l’arma) perché ho commesso una grave offesa ad una persona fisica; 2. se non intervengo e ci scappa lo stesso il ferito/morto (perché è questo che succederebbe, siamo sinceri), vengo processato per omissione di servizio e divento un mostro (infangando tutto il corpo, o l’arma) perché non sono intervenuto (con tutti i commenti del caso: “ma che cosa vo pagano a fare?” etc…).

    E allora mi chiedo: è proprio questo il nocciolo della situazione? Che cosa dovrebbero fare le forze dell’ordine: lasciar correre? stare a guardare e richiamare con parole dolci e suadenti coloro i quali creano scompiglio? “Per favore, fate i bravi: datevi la manina e fate pace”. E ancora, è proprio necessario costringere la polizia ad intervenire “sparando colpi d’avvertimento in aria” per sedare una “baruffa” tra tifosi? Non c’è proprio niente di più elevato di una squadra di calcio nelle nostre scale di valori? O c’è dell’altro? Ci sono dei mali ben più radicati e profondi nell’animo dell’uomo, che urlano e strillano per uscire e cercare una soluzione (there are things inside that scream and shout, dicevano i ‘tallica) e appena possono si sfogano con queste valvole di sfiato perché le soluzioni che cerchiamo sono fallaci e caduche, specchio di esistenze vuote e senza mète?

    Chiarisco, infine, che il mio non vuole essere un attacco politico, né tantomeno un riferimento a persone reali e specifiche: ho solo voluto esprimere un’opinione molto amareggiata per l’ennesimo episodio di tragedia generata dalla superficialità del nostro tempo, sperando che possa dare uno spunto per riflettere un po’ sul valore della nostra esistenza.

     

    EB

     

    - edit - ho eliminato una piccola parte. spero che sia più confacente al manifesto. Grazie aCristiano per la correzione.

  3. Chiedo venia per la vanità alla quale mi abbandono: ben di rado, nelle recensioni che lo riguardano, un compositore ha modo di specchiarsi e di riconoscersi, perché le parole del critico lo hanno effettivamente identificato e non elogiato o biasimato con espressioni che si applicherebbero benissimo a un centinaio di altri autori, o magari anche a un avvocato o a un camionista. Quindi, le recensioni si leggono in genere con poche speranze: fanno parte del gioco, ma non toccano quasi mai le corde della verità.

     

    Allora, mi sia concesso - anche se mi vergogno un po' nel farlo - di riportare un periodo da una recensione appena letta, apparsa recentemente sul mensile "Musica" (rivista non chitarristica), la cui lettura mi ha fatto trarre un sospiro di sollievo:

     

    "In effetti fin dalle prime note di una qualsiasi opera di Gilardino si comprende subito come nel suo caso si tratti di un vero compositore, e non di un chitarrista prestato alla composizione."

     

    Non sarò una star da festival della chitarra e da incontri chitarristici - mi sta bene - ma vivaddio qualcuno che capisce si trova ancora.

     

    dralig

     

    Manibus date lilia plenis

     

    Caro Angelo, questo è il giusto riconoscimento alla Persona e al Musicista: il Tuo operato contribuisce a conferire alla chitarra un nuovo splendore ed alla musica un'espressione ritrovata. Sia onore al merito di chi ha saputo guardare alle Tue composizioni andando oltre alle convenzioni e ai pregiudizi del senso comune, e sia onore a Te, stimato Maestro, per la perseveranza, la coerenza e l'impegno con cui porti avanti il Tuo mirabile cammino anche se, talvolta, osteggiato o adombrato.

    Sia questo un esempio per molti musicisti.

     

    Complimenti

     

    Ermanno

  4. Come caratteristiche "ideali", la risposta è molto semplice, come - credo di capire - tu ben sai: l'idealità è frutto di un'ambizione cui vorremmo tendere se potessimo evitare di fare i conti con la realtà, quindi è lo scopo ultimo dei nostri studi, qualsiasi essi siano. La ricerca, poi, in delega a chi sia competente in materia, si rivolge all'indagine delle caratteristiche generali dei signoli materiali traducendo una certo numero di test in un'analisi stocastica dei risultati che vengano, poi, normati secondo un certo numero di criteri. Di questa fase, io personalmente non mi occupo minimamente.

    Va da se: i risultati che si ottengono con questi strumenti - e mi si scusi la ripetizione, ma a quanto pare si rende necessaria - servono a paragonare in sede di progetto, un modello iniziale e le sue possibli varianti per capire, prima di spendere soldi (tanti) quali possano essere le diferenze, in prima approssimazione, tra le idee che sono scaturite dall'immaginazione del costruttore. Detto paragone viene, ovviamente, effettuato a parità di condizioni al contorno, e variando un solo parametro per volta (il materiale, i vincoli, la geometria, le masse...), così da avere un'idea (che, comunque dovrà essere supportata da una sperimentazione - o prototipazione - successiva) di quanto potrebbe accadere.

    In questo, sicuramente le soluzioni sono attendibili. Il fatto che uno ci voglia credere o meno dipende dalle conoscenze che questo utente ha dello strumento che ha in mano. Per capirci: ANSys, ad esempio, è un software potentissimo, al pari di Nastran o Femlab, ma se non lo si conosce (e per conoscere non intendo saperlo solo usare, ma sapere come ragiona, quali sono i suoi limiti, come fare per superarli...) non se ne cava fuori niente.

     

    Nota a margine: questi risultati non si ottengono, ovviamente, solo con i software: nessuno vieta di fare i conti a mano. E' una semplice questione di scelte. Fare i conti a mano comporta molto più tempo, ma potrebbe portare a risultati più precisi; lasciar fare i conti al pc significa accettare un'approssimazione sotto alla quale non si può andare, ma in tempi molto più brevi; bypassare entrambi, oltre ad essere un atteggiamento un pò miope, comporta una spesa eccessiva per i modelli reali (ore di lavoro, materiali sprecati...) che potrebbero risultare poi da buttare, o peggio, se entrassero in circolazione ad uno stato di non completo sviluppo, potrebbero ledere l'immagine del costruttore stesso, come successo in alcuni casi che, per rizspetto, non cito.

     

    Ripeto: la scelta è individuale.

     

    EB

  5. I modelli vengono simulati nella loro interezza: io sono solito analizzare prima i sigoli componenti, poi assemblarli imponendo il tipo di vincolo e legame tra gli stessi e, quindi, rieseguire un'analisi sul complessivo, compreso manico, meccaniche, ossicin reggicorde, filetti, barrette, corde etc...

    Per avere risultati soddisfacenti si deve tener conto di tutti i fenomeni che intervengono, investigarli a fondo per conoscerli in tutti i possibili aspetti e conseguenze, e solo dopo si può procedere con il calcolo.

    Inoltre, si tiene anche conto delle possibli variazioni di densità e elasssticità dovute a trattamenti in temperatura...

     

    EB

  6. Credo che non sia molto difficile capire quello che dici, e sono pienamente d'accordo, ma con le debite considerazioni che è opportuno non traslasciare.

    Immagino, o meglio spero, che nessuno voglia sostituire la pratica con la realtà virtuale (per quanto molte tendenze siano in netto disaccordo con questa mia speranza), tuttavia si può ottenere, grazie alle tecnologie "odierne", una discreta (non in senso matematico) approssimazione della realtà, come dire un'idea di massima del comportamento del nostro progetto, sia esso legnoso, plastico o metallico.

    Osservando le descrizioni e le presentazioni tecniche di tutti i software di analisi FEM, FVM, Multibody ecc, si nota che nessuno ha la pretesa (e ci mancherebbe!!) di abolire i prototipi: il concetto è solo quello di limitarne il numero (e quindi i costi) indagandone le caratteristiche salienti. Ad esempio, per voler essere pignoli, nessun fluido, né areriforme né liquido, può essere definito continuo, ma se accettiamo la definizione di "particella" come unità fondamentale conservante le carattertristiche chimico-fisiche del mezzo in esame, anche un fluido può diventare un mezzo continuo. Se non la accettiamo, facciamo crollare tutta l'idraulica, a partire dal teorema di Bernoulli. Su queste basi, si sono costruiti modelli piuttosto complessi che consentono di approssimare addirittura il corso di un fiume, in cui le variabili aleatorie sono in numero decisamente superiore rispetto ad un calcolo meccanico sul legno.

    Fatte queste premesse, e per non tediare chi malauguratamente incappasse in questo mio scritto, devo considerare che una volta svolta l'analisi preliminare, io non so quale sarà il timbro dello strumento che ho disegnato, ma so esattamente quali saranno le sue frequenze naturali e quali le sue linee nodali (ovviamente, a meno delle disomogeneità del materiale). Ci sono poi parametri che consentono di tenere in considerazione l'anisotropicità del materiale, esiste la possibilità di raccogliere dati e creare curve e librerie personali basate sulla sperimentazione; è possibile addirittura ottenere, mediante sviluppo in serie e integrali di convoluzione dei risultati, una forma d'onda che può dare idea di come potrebbe essere il timbro ("potrebbe essere", non "sarà").

    Detto ciò, la scelta sta all'utenza: ci sono costruttori (Byers, Mueller...) che usano questi sistemi e ne traggono dei giovamenti; altri che non ne vogliono sentire punto parlare (Connor, Langenbacher...) e ne traggono altri giovamenti, altri ancora che non sanno che cosa siano...

     

    EB

  7. Questo sistema che hai progettato tiene conto anche delle caratteristiche del legno o è un calcolo fatto su di un materiale "ideale"?

     

    Il legno è un materiale molto ricco di discontinuità e come tale poco approssimabile. Tutavia esistono, come per i metalli - per i quali lo studio delle caratteristiche meccaniche è molto più avanti - tabelle che raccolgono dati come resistenza meccanica a trazione e a compressione, elasticità longitudinale, tangenziale e trasversale, densità... Il vero problerma è che per ora i dati sul legno sono ancora pochi, ma qualcosa si trova. Ad esempio, i risultati sono diversi simulando la stessa tavola con abete e cedro, e ancora, laminato e massello...

     

    EB

  8. Cercherò di essere breve...

     

    La meccanica dei corpi vibranti, o meccanica delle vibrazioni, come viene chiamata nei corsi di laurea, può essere utile al fine di avvicinarsi alla soluzione del problema comprendendo a fondo il meccanismo che si genera in un piano armonico.

    Partendo dall'ipotesi di una tavola priva di buche e catenature ed ancorata ai bordi, si nota che questa, sottoposta ad una certa perturbazione esterna esterna (spostamento, velocità e accelerazione iniziali) tenderà a vibrare con una precisa forma (detta modo di vibrare) e con una ben definita frequenza. La forma viene chiamata "modo di vibrare", mentre la frequenza è detta frequenza naturale, o pulsazione naturale, o frequenza di risonanza. Modo e frequenza dipendono SOLTANTO dalla massa, dalla rigidezza elastica e dal coefficiente di smorzamento (assimilabile agli attriti interni ed esterni) del corpo vibrante, E DA NIENTE ALTRO. Se si immagina che la tavola sia composta di tanti (infiniti) punti materiali di dimenzioni minime (infinitesimi), si ottiene un sistema formato da infiniti corpuscoli vibranti ognuno con le proprie caratteristiche e quindi con il proprio modo di vibrare. L'integrale di questi elementi infinitesimi (ossia, nel calcolo differenziale, la somma di infiniti termini di dimensioni infinitesime) estesa a tutta la tavola, da un'idea di quali siano i modi di vibrare della tavola stessa. Ho detti I modi di vibrare, perché ragionando in presenza di N corpi vibranti si avranno N modi propri di vibrazione. L'integrale esteso a tutta la superficie è il cosiddetto "integrale di convoluzione" che unisce tutti gli elementi infinitesimi.

    E' inoltre da considerare che la tavola, in corrispondenza dei vincoli, ha delle rigidezze e degli smorzamenti fortemente diversi dai parametri nel centro, così come moltissimo cambieranno i parametri in presenza di una catena (rigidezza locale superiore, discontinuità, introduzione di linee nodali, varizione di quelle esistenti, modifica dei precedenti modi) o del bordo di un foro (idem come sopra).

    Per poter sviluppare a fondo il problema, dunque, occorrono tonnellate di carta e inchiostro per sviluppare i calcoli (che tipicamente sono matrici di dimensioni ragguardevoli, trasformate di Fourier, sviluppi in serie... tutti lambiccamenti matematici piuttosto onerosi), oppure ricorrere all'analisi ad elementi finiti (F.E.M.) mediante appositi software.

    Con questi sistemi, si osserva che anche solo spostando di pochi gradi l'inclinazione di una stessa catena, i modi e le frequenze proprie cambiano notevolmente... come pure le linee nodali. Potrebbe quindi essere utile effettuare un'analisi modale su diverse tavole (diverse per buche, catenature e materiale) e comparare i risultati per poter definire una teoria operativa e comprendere a fondo che cosa comporti spostare una buca o scegliere una catenatura piuttosto che un'altra.

    Per chi fosse interessato, io ho a disposizione i primi risultati di un mio lavoro di test proprio per applicare queste tecnologie allo sviluppo di uno strumento utile ai costruttori.

     

    EB

  9. Ohibò... io ero a Firenze (a festeggiare con mia moglie il nostro primo anniversario di matrimonio) all'inizio di settembre, ed ho assistito per qualche minuto all'esecuzione del video: Asturias, Sons de carillohes e l'adagio del Concierto de Aranjuez... ricordo che mi aveva colpito la musicalità dell'interprete (che non conosco), ma non mi erano piaciute le trascrizioni, né la scelta del repertorio... opinione sicuramente non condivisa dalla considerevole folla che alle 17 affollava il "cantuccio", vuoi per l'incolpevole coda in ingresso alla biglietteria degli Uffizi, vuoi per diletto...

    Credo che per molti passanti sia stata una piacevole attrattiva, ma dubito che gli stessi che si sono fermati ad ascoltare abbiano scoperto un nuovo ardore per il repertorio chitarristico proprio grazie a quell'esibizione...

     

    EB

  10. Con chitarre provviste di cassa armonica "vuota", il larsen può essere evitato mediante applicazione di apposito "tappo" in materiale siliconico o plastico (alla peggio ligneo, ma bisogna farselo, e non è la cosa più semplice del mondo) sulla buca...

     

    EB

  11. Studio privato in casa privata: Quanto costa? Problemi durante la registrazione: il rumore fuori dalla chiesa.

     

    Il resto sono tante parole su operazioni standard nel registrare. Complicato, ma normale per chi registra, mi sembra.

     

    Scusate se mi intrometto, ma mi sembra un'affermazione un pò superficiale.

    A parte il fatto che, casa o no, gente come Sting & co, quando vuole registrare, uno studio se lo compra, non se lo va certo ad affittare a ore... quindi comunque il problema del costo dello studio è relativo. In ogni caso, casa o no, le persone che ci lavorano si fanno pagare (come è giusto che sia) per il tempo impiegato e per il livello qualitativo. Parliamo di personaggi che lavorano per compensi giornalieri che passano il migliaio di sterline, in media, salvo accordi a forfait per nomi di grande calibro... ma comunque non si discostano troppo da questi valori... Più le utenze (luce, riscaldamento e telefono non li regalano neppure a Sting), gli strumenti, eventuali affitti di materiale di rapida evoluzione e le buone vecchie varie ed eventuali.

    Questa è l'idea di quanto costa registrare in uno studio professionale, benché realizzato nel proprio sgabuzzino...

    In seconda analisi, i rumori fuori della chiesa non sono di poco conto: microfonare l'ambiente e gli strumenti nell'ambiente, gestire fasi e controfasi di uno spazio non controllato, gestire risonanze cui non si è abituati, studiare ex novo un ambiente sonoro... e magari un cane abbaia, un trattore in fondovalle ara un campo, un'ambulanza accende una sirena, scatta un antifurto... e si ricomincia...

     

    Sarà anche normale per chi registra, sono d'accordo, ma non è certo poco costoso, né impegnativo.

     

    EB

  12. Ho provato un pò di anni fa a suonare in gruppo rock...dopo 3 mesi mi ero già stancato.

    Se mi chiamassero a suonare con Vasco Rossi o Bono degli U2 o qualsiasi altro capoccione di quel mondo non ci andrei peerchè...francamente non mi interessa per niente. Preferisco insegnare e suonare quello che voglio io. ;)

    Anche nella musica classica ci sono volte in cui si scende a compromessi perchè ti si chiede un repertorio un pò fuori dalla norma, in quel caso sono d'accordo, ma non musica commerciale.

    Mi permetto di dire che suonare con un gruppetto rock, anche detto "garage band", è un pò diverso dal suonare con musicisti del calibro menzionato... sono modni che non hanno niente in comune, a parte, forse, i tioli del repertorio.

    Cionondimeno, non vedo differenza tra lo scendere a compromessi nel reperorio "leggero" e in quello "classico"...

     

    EB

  13. Guarda che quel cd è costato molto poco in termini di produzione: musica già composta, un liutista, un cantante (che non hanno neanche bisogno del overdubbing), 2 effetti di vocoder ed è fatto. Niente session di registrazioni lungo settimane o mesi, come può anche succedere. Poi ad uno come Sting lasciano fare anche un ghiribizzo, se gli va (che poi aggiunge un surplus all'immagine dell'artista); non è l'ultimo arrivato che deve rendere o starsene zitto.

     

    Ma ne siamo proprio sicuri, o è una supposizione perché non si sa come è stato realizzato...?

    Siamo certi che non ci sia overdubbing? Che non ci sia postprod? Che sia bastato un pc da casa per fare un disco simle? Che - per come è stata messa - l'avrebbe potuto realizzare qualunque imbecille col proprio portatile? ... e a che cosa sarebbe servito un vocoder con la musica rinascimentale?

     

    Non è così facile!!

     

    EB

  14. Ma è proprio tutto qui? La voglia di fare musica cercando di mantenere una certa coerenza personale deve essere soggiogata da un pò di lustrini e pailletes, qualche foto in copertina e un pò di soldi? Perché poi, diciamoci la verità: i soldi arrivano copiosi se si è a livelli mooooooooooooolto alti... un turnista anche solo bravino non ci campa!! I musicisti miliardari hanno vite da schifo, e accettano compromessi improbabili che non sono da discutersi - né da dirsi - in questa sede.

    Bello, magari, per i primi tempi, quando ci si vede circondare da gente "importante", quando si fanno lavori destinati a SanRemo, o al FestivalBar o ca...te del genere... poi un mattino, mentre vai a dormire, ti guardi allo specchio, e ti rendo conto che non hai niente in mano: che sai cose che nessun produttore nemmeno si immagina, in campo musicale, che sapresti scrivere o suonare cose scarse che sarebbero ben migliori di quello che ti chiedono di fare... e allora che cosa fai? Puoi metterti un prosciutto intero sugli occhi e continuare a fingere che "ho sempre sognato di fare questo: di essere l'ultima ruota del carro, un galoppino con enormi potenzialità, cui viene chiesto di fare due accordi e un assolo in distorsione", oppure di ammettere che sei più infelice così, piuttosto che a studiare di notte facendo di giorno un lavoro che non ti piace, ma che ti consente di mantenere il tuo studio... Scelte, doverose e completamente personali, e come tali tutte legittime, purché debitamente argomentate e fondate su basi oneste.

    Io arrangiavo pezzi per orchestra, talvolta. In uno, in particolare, mi adoperai intessendo una trama orchestrale con archi (6+6+5+4+3), legni (2fl, 2ob, 2cl, 1fag), ottoni (3tpt, 3tr, 3hr in FA), timpani, arpa, piano... per un novello Bocelli che non ha poi combinato niente... e quando presentai il lavoro mi dissero che era troppo complesso: che sarebbe stato meglio elaborare meno "gli accordi"... perché non esistono le armonie, i gradi o gli intervalli, ma solo gli accordi... possibilmente tutti maggiori o minori e senza rivolti... Onestamente non mi andava bene!

     

    EB

  15. Già, concordo... tant'è che me ne sono scappato a gambe levate!

    Tuttavia, spesso, nelle software house, gli sviluppatori sanno quali possono essere le esigenze artistiche (talvolta sono musicisti) e creano strumenti per aiutare chi dovtrà, tramite quei programmi, realizzare dell'arte e renderla fruibile agli utenti finali, cioè il pubblico.

    Nelle case discografiche, per quanto riguarda la musica leggera, si è arrivati ad una decadenza tale per cui un numero imprecisato di strumenti si preoccupa di ripetere lo stesso "accordo" con n suoni di versi... discorso lungo che meriterebbe - davvero? - un topic a parte.

    Il tutto per dire che, almeno, una software house musicale, alla musica porta un apporto di qualche tipo... il resto, no!

     

    EB

  16.  

    Questa proprio non la immaginavo. Però, qualcuno che fa la prima esecuzione dovrà pur esserci, e allora come fa?

     

    Fa da solo, cara Butterfly; e credo sia questo a rendere famosi e "immortali" alcuni interpreti, mentre l'emulazione di cui parlava Alfredo (la cui esistenza non puo' essere messa in dubbio, putroppo) credo sia la causa del fatto che troppo raramente la lista di questi grandi interpreti venga aggiornata.

     

    C'è poi la ben più triste realtà di chi, colto da un incipiente spirito di emulazione nei confronti del proprio beniamino, tenta di imitarne lo stile, la tecnica e l'esecuzione - tipicamente senza porsi troppe domande - arrivando poi con soddisfazione ad inneggiare alla propria superiorità per aver individuato in una registrazione una "nota sbagliata", in quanto non conforme all'unica edizione (magari scaricata da internet) di cui l'emulatore possiede la partitura. Da qui ad arrivare a modificare arbitrariamente la scrittura di un brano "perché anche Williams cambia le note" il passo è molto breve... e come tale molto frequente!

    Spesso il primo problema di un esecutore (ben inteso, so di molti casi che esulano da questo discorso) è il piegare il brano alle proprie comodità e meccanica esecutiva, anziché ricercare nel proprio animo per meglio conformare la tecnica alla realizzazione di un'opera.

     

    EB

  17. Certo che però l'elenco dei brani,se pur validissimo,è molto restrittivo.Non è giusto che di Petrassi ci sia solo Nunc,di Bogdanovic solo Introduzione Passacaglia e fuga,di Gilardino solo le Variazioni sulla follia.

    Perchè non allargare l'elenco?Ci sarebbero più iscritti.(senza naturalmente deviare dall'impostazione del concorso)

     

    Vero, ma a procedere di questo passo, l'elenco dei brani risulterebbe decisamente lungo. Credo (immagino, perché non posso fare altro) che di anno in anno gli organizzatori operino una scelta tra i moltissimi brani "di rilievo" del nostro repertorio, limitando l'elenco a poche decine; elenco che altrimento, supererebbe abbondantemente il centinaio di titoli.

     

    EB

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