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Ermanno Brignolo

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Risposte pubblicato da Ermanno Brignolo

  1. Scusate la provocazione: io ho alcuni amici laureati in ingegneria (con diverse specializzazioni) che stentano a trovare un'occupazione inerente al loro titolo di studio... ed è la tanto blasonata ingegneria, che nell'immaginario collettivo provoca contratti d'assunzione dirigenziale prima ancora della laurea... Non è (più??) vero che una laurea "convenzionale" dia più sicurezze di una laurea in Conservatorio. Ogni anno escono dalle università tanti ingegneri, medici, avvocati e dottori di varia specie che il mercato, se non è già saturo, lo sarà molto in fretta (ed è anche il motivo per cui, per farsi cambiare la vaschetta del water a Milano si spendono anche 500€!!).

    Potrà anche sembrare un'uscita banale e scontata, ma al lato pratico uno il proprio mestiere se lo crea con pazienza, intraprendenza, costanza e ammettendo una dose di rischio. Le regole del gioco sono queste, qualsiasi sia il titolo di studio che si possiede. Se non le si accetta, allora ci sono due uscite: vincere al superenalotto o lasciar perdere.

     

    EB

  2. Scusate il disfattismo... ma come si spera che questi ragazzi possano venire educati o quanto meno spronati ad una benché minima elevazione culturale se alla prima insufficienza - anche leggera - la mammina è subito pronta a sguainare la spada e partire, lancia in resta, a muovere guerra all'infame professore che si è permesso di dare un'insufficienza "al mio povero pargolo" ("oooh, baby, you'll always be baby to me")?

     

    La soluzione che adotterei sarebbe quella di mettere alla porta allievo/a e genitore. Senza mezzi termini.

     

    Sarebbe anche la più auspicabile e la più ovvia per un ruolo istituzionalizzato. Manca, tuttavia, da parte di molti, la forza o il coraggio per farlo. La forza, perché occorre saper far valere la propria posizione con autorità (che non può prescindere da una certa dose di autorevolezza...); il coraggio, perché, essendo la scuola gestita come un'azienda sia come gerarchia sia come finanze, ad un'azione simile seguirebbero rappresaglie anche gravi da parte della dirigenza scolastica, e per un padre di famiglia potrebbero esserci priorità che vanno oltre all'istruzione di un estraneo. Fatta questa premessa, spesso manca l'interesse, da parte dei docenti, di trasmettere qualcosa in più: si può chiamare passione, vocazione all'insegnamento, pathos, coinvolgimento emotivo... in buona sostanza, è la differenza tra un docente valido ed uno mediocre.

     

    EB

     

    PS: comunque, anche se in ambito privato, io me la sono presa la soddisfazione di cacciare di casa madre e figlia che si lamentavano della mia "eccessiva" severità... Che liberazione!!!

  3. Scusate il disfattismo... ma come si spera che questi ragazzi possano venire educati o quanto meno spronati ad una benché minima elevazione culturale se alla prima insufficienza - anche leggera - la mammina è subito pronta a sguainare la spada e partire, lancia in resta, a muovere guerra all'infame professore che si è permesso di dare un'insufficienza "al mio povero pargolo" ("oooh, baby, you'll always be baby to me")?

    L'immagine che Cristiano ha pubblicato è un'istantanea del tempo che viviamo. Non è l'unica, fortunatamente, ma ne è comunque uno spaccato e rappresenta una realtà piuttosto diffusa... talmente diffusa che - mi risulta - alcuni professori nei licei (beceri cialtroni superficiali corresponsabili della rovina del Paese) stanno iniziando a tollerarla anche nei temi e negli elaborati. Non sono i firmatari di queste perle i primi a dover essere bacchettati.

     

    Chiedo venia per lo sfogo.

     

    EB

  4. Questa melodia ha senso in un contesto, quello originale. Il disco Creuza de ma riporta allal uce una tradizione popolare genovese antica, che viene enfatizzata dall'uso di un dialetto che non è quello parlato attualmente, ma ha dfelle forme più arcaiche. In fin dei conti, riprende i canti dei pescatori, persone semplici che passavano la loro vita tra il mercato del port ed il mare. In quest'ottica, e con gli strumenti usati dall'autore, il brano ha un senso... poi, può piacere o meno: questo è tutt'altro discorso.

    Sono un pò sorpreso che ti abbiano affidato proprio questo come lavoro, e a sorprendermi sono tanto la scelta del brano quanto lo stile del pezzo stesso. Se l'intento è quello di formarti come arrangiatore di musica leggera, gli strumenti da mettere a tua disposizione devono necessariamente essere altri; se invece, l'intento è quello di formarti come compositore e farti esercitare nelle trascrizioni, allora potrebbero anche darti del materiale più interessante (se non erro, è a te che fu data da arrangiare "nel blu di pinto di blu", o sbaglio? Anche quella non fu certo una scelta felice).

    Credo che trasporre in uno stile "classicheggiante" un brano del genere sia a tutti gli effetti una perdita di tempo - visto il basso risultato stilistico che si potrà ottenere - e cercare di renderlo più interessante trasformandolo richiederebbe da parte degli esecutori un impegno spropositato.

    Se mi ci dovessi cimentare io, credo che impiegherei moltissimo tempo nel decidere quali timbri ricercare su ogni strumento, fatto questo, intessere un discorso lì sopra sarà arduo... e renderlo quantomeno piacevole sarà un'impresa titanica!

     

    EB

  5. Per quanto so, la strofa è in alternanza 5/4 - 3/4, mentre il ritornello è in alternanza 5/4 - 6/4 - 5/4 - 5/4.

    Tutti quegli strumenti, con così poco materiale, avranno ben poco da fare... forse poterbbe esserti utile, per prendere qualche spunto, ascoltare l'arrangiamento che aveva proposto lo stesso de Andrè nell'ultimo concerto andato in onda in tv poco prima che morisse. E' piuttosto facile da reperire.

     

    Buon lavoro

     

    EB

  6. Il fenomeno descritto dal M° Gilardino e da Fernando ha un fondamento fisico ben preciso, strettamente collegato alla natura fisica del suono ed in particolare del timbro.

    Come noto, un suono è un'onda non pura, ma formata, a sua volta, da altre onde (formanti armoniche) che, con frequenze in qualche modo collegate alla fondamentale, vibrano contemporaneamente alla fondamentale stessa. Il materiale, la forma, le anomalie, le discontinuità e svariate altre caratteristiche del corpo vibrante consentono - o agevolano - e talvolta enfatizzano la risonanza di alcune di queste formanti smorzandone - o impedendone - altre.

    La somma delle formanti (intesa come somma algebrica punto a punto riportata poi su un grafico tempo/spostamento) genera la forma dell'onnda, che il nostro orecchio percepisce non solo come altezza o intensità, ma anche (ed è a questo che la forma è legata in senso stretto) come timbro.

    Introdurre, nella tavola o comunque nello strumento (qualunque strumento), una variazione strutturale come lo spessore locale della tavola, un elemento esterno, lo spostamento di una catena o dell'anima, un materiale differente, produce un nuovo modo di vibrare del sistema "strumento", e quindi ne altera la forma d'onda risultante e, quindi, il timbro.

    Conseguenza di questo è quanto già evidenziato: apportare una modifica, anche piccola, nello strumento può enfatizzare note "nascoste" o "azzittire" vibrazioni indesiderate.

     

    EB

  7. Sono alle prese con la trascrizione del Concierto juglar di Bernardo Julià, e pensavo di includere, nella stampa che consegnerò al coro che lo eseguirà con me, una pagina contenente il testo e la traduzione a fronte ma... in che lingua è scritto il testo? Indubbiamente non è spagnolo, ma a quanto mi risulta non è neppure catalano...

    Qualcuno mi può aiutare?

    Grazie

    EB

  8. [OT]

     

    Scusi, Fabbri, ma è mai possibile che nessuno capisca mai a fondo (o del tutto) i suoi interventi? Non varrebbe, forse, la pena prevenire l'insorgere di possibil fraintendimenti ed equivoci spendendo in prima battuta alcune parole di contorno che possano mettere luce laddove ci sia il sospetto di una difficile e non univoca comprensione?

    Prendo, ad esempio, questo suo ultimo intervento: messa sotto questa luce, la sua spiegazione ha un'altra sfumatura rispetto alla precedente per la quale le è stato risposto. Comprendo che lo studio della musica di Morricone le stia portando via molto tempo ed energie e che no ha molto tempo da dedicare ai forum, ma credo, a maggior ragione, che spendere due parole in più prima ne possa far risparmiare venti dopo...

     

    [/OT]

  9. in effetti alcuni brani perdono quella "grinta" che li contraddistinue nelle versioni originali)

    bè è il minimo, vuoi mettere Mercury a torso nudo con l'asta del microfono in mano che canta we will rock you davanti all'arena di Wembley con 100mila watt alle spalle? difficile che una chitarra classica trasmetta questo spirito. Sul resto non entro in discussione :D

     

    quel concerto a Wembley dei Queen è uno dei più bei dischi live rock di tutti i tempi [smilie=emoticon_227.gif]

     

    [OT]Come darti torto... ed immancabilmente c'è che attende con ansia e smania "I want to break free" per additare con orgoglio inquisitorio la stecca di Freddie Mercury, beandosi della sua imperfezione... :D

     

    EB

     

    [/OT]

  10.  

    può essere di interesse anche per altri capire come si può suonare la chitarra essendo mancini, senza invertirte le corde? Ho osservato attentamente il filmato ma mi piacerebbe capire meglio proprio la tecnica: mi sembra così difficile...

     

     

     

     

     

    Butterfly

     

    La tecnica è la stessa, cambia tutta la diteggiatura. E' difficile per un destrimane.

     

    dralig

     

    Conobbi, molti anni fa, un ragazzo di cui rammento solo il nome di battesimo (Luca), animatore della parrocchia che all'epoca frequentavo. Costui era (e credo sia ancora) un chitarrista mancino che, conscio della sua "anomalia" e consapevole del fatto che, in ambito oratoriale, era assai improbabile trovare chitarre con le corde montate in ordine inverso, aveva imparato a suonare - sempre tenendo il manico della chitarra rivolto verso destra - indifferentemente con le corde invertite o meno. Ricordo che rimasi molto colpito (all'epoca avevo poco più di dieci anni) dalla sua spigliatezza nel suonare (seppure fossero solo canzonette e qualche semplice melodia accompagnata) badando alle note e non alla diteggiatura, che subiva variazioni con l'inversione delle corde; così come ricordo che canzonava noi strimpellatori "normali" per il fatto che lui avrebbe potuto farsi prestare una chitarra da un destrimane, ma noi da un mancino mai!

    A quanto so, però, la sua passione fu per altri strumenti, tanto che meno di tre anni fa lo vidi su un palco in provincia, dove figurava come tastierista di un gruppo metal locale.

     

    EB

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