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Ermanno Brignolo

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Risposte pubblicato da Ermanno Brignolo

  1. Suggerisco, come qualcuno propose saggiamente per il manuale, di aspettare l'uscita della recensione prima di criticarla. Se è ovvio attendersi un giudizio che non si discosti da quanto abbiamo letto su queste pagine, è altrettanto onesto attendere che lo scritto del M° Picardi venga pubblicato (e, su questo, sono convinto anch'io che un crivello editoriale sia necessario... magari non cambierà una virgola di quanto scritto, ma un preallarme in redazione è molto probabile se non auspicabile).

     

    Quanto ai commenti istantaneamente comparsi all'annuncio dell'uscita del testo, credo fossero ovviamente scontati: era da tempo che si attendeva questa pubblicazione, e l'annuncio della disponibilità per la vendita è stato accolto con entusiasmo.

    Si badi bene, però: entusiasmo, e nulla più. Si è detto "da acquistare subito", si è detto "si compra e basta" (e non mi stupirei se chi ha detto questa frase avesse già letto il testo). Uno dei primi giudizi di valore è arrivato proprio da Lei, M° Picardi, che ha criticato il testo dopo una prima scorsa dell'indice. Dunque, guardiamo a ciò che è stato scritto in queste pagine con criterio: "da comprare subito" non indica altro che la fine dell'attesa per un testo la cui riedizione, da tempo vociferata, aveva causato quanto meno curiosità negli utenti.

    Mi ripeto, lo so, ma molte delle frasi che si sono, purtroppo, lette su questa piattaforma sembravano già pronte prima ancora che l'indice venisse pubblicato, e a nulla sono valse le spiegazione data dagli stessi autori del testo, i cui interventi sono stati commentati con inutilità, supponenza ed arroganza.

    Credo che quanto emerso qui sia un esauriente e pittoresco spaccato della chitarra in Italia, e dia una chiara motivazione al fatto che i chitarristi non compaiano quasi mai nelle stagioni concertistiche di ampio respiro.

     

    EB

  2. Io non vedo in tutto ciò nulla di male, anzi secondo me è compito di una rivista, il cercare di andare incontro alle esigenze di un target ampio lettori.

     

    [OT]

    Tutt'altro che male: una rivista che si occupa di musica in generale, e di chitarra in particolare, ha due strarde: la nicchia dei professionisti della classica (es. Il fronimo) oppure un pubblico più ampio (es. Chitarre, Seicorde, Guitart). Il fatto che la rivista si rivolga ad una platea eterogenea non pregiudica assolutamente i contenuti e la loro trattazione, anzi: se tra i lettori i dilettanti trovano spunto e sprone per approfondire la loro conoscenza dello strumento e degli ambiti in cui questo si esprime (elettrica, jazz, fingerstyle, fusion...), allora la rivista avrà raggiunto un successo impagabile, che va al di là dei soli proventi (che comunque la mantengono in vita): avrà "fatto cultura".

     

    EB

     

    [/OT]

  3. Meno male che c'è il correttore di bozze.

     

    Ma lei che c'entra? O considera il sig.Brignolo un incapace?

     

    Non c'entro né più né meno di Lei. E' un forum pubblico. Se vuole discutere privatamente col Sig. Brignolo (che non conosco, quindi di certo non posso considerare un incapace), gli scriva privatamente.

     

    Gentile Matteo,

     

    pur comprendendo il Suo desiderio, scongiuro di dover leggere anche nella messaggistica privata le stilettate dell'illustre censore: sono già abbastanza noiose da leggerle qui: come tutti possono notare, nulla mai aggiungono alle discussioni, se non tedio.

     

    EB

  4. Il forum rappresenta l'agorà del XXI secolo, ma purtroppo a volte questa agorà si trasforma in uno stagno, dove le idee invece di rimbalzare l'una sull'altra e dare vita a qualcosa di nuovo, tendono a sedimentarsi a reitearsi in un assoluto immobilismo che non può che nuocere al nostro strumento.

     

    Così in questo stagno io mi diverto a gettare sassi, a smuovere le acque, naturalmente le "ranocchie" saltano e gracidano da tutte le parti e il "vecchio rospo" (l'unico che possiede la verità...) "pontifica"!

     

    Comunque questa agorà è pur sempre virtuale, purtroppo il mondo reale, cari Alessio ed Ermanno è ben altra cosa, e se ancora non ve ne siete resi conto spero che (nel vostro stesso interesse) lo facciate al più presto.

     

    Gli editori non stanno a braccia aperte ad aspettare nuovi lavori, i discografici non aspettano il cd che possa "risollevare" le vendite del loro catalogo, le riviste non fanno a gara ad intervistare i musicisti esordienti e tanto meno i festival ad invitarli e magari rischiare il successo di una manifestazione!

     

    Io almeno, e questo è un fatto incontrovertibile, ho dato spazio e voce a chi altrimenti difficilmente l'avrebbe avuta.

     

    Come? Attraverso i miei festival facendo suonare gli artisti emergenti, con la mia casa editrice pubblicando lavori di giovani musicisti, o attraverso la mia rivista parlando delle loro iniziative.

     

    Molti che leggono e sono iscritti in questo forum hanno beneficiato di tutto ciò, li invito quindi ad "esporsi" anche se consapevoli del "fuoco di fila" cui potrebbero essere sottoposti!

     

    Il resto sono solo chiacchiere...

     

    Roberto Fabbri

     

    P. S. Nella vita bisogna saper prendere posizioni, anche apertamente e non semplicemente inviando e-mail personali.

     

    Gentile Maestro,

     

    Lei mi chama in causa ed io rispondo con piacere: che cosa c'entra questo Suo ennesimo spot pubblicitario con il mio (o i miei) intervento(i)?

    Io continuo a leggere, nelle Sue affermazioni, sparate che sono la summa della sedimentazione - che Lei critica con tanta asperità - di idee ed ideologie, ancorché diverse dal modo di intendere la musica mio e di altri musicisti, iscritti o meno al forum essi siano.

    Capisco, pur non condividendolo, il Suo modo di approcciarsi all'arte: non è solo Suo. Come ho detto, non lo condivido, ma lo rispetto. Ciò che assolutamente non rispetto è il Suo modo di atteggiarsi ad "unico detentore del lume della speranza" per chi, come o diversamente da me, tenta di trovare un posto nell'empireo musicale italiano o internazionale. Le svelo un segreto, ammesso che Glie ne possa fregare qualcosa: sono consapevole della reltà in cui vivo, circostanziata o generale essa sia, così come sono consapevole dei miei mezzi, delle mie capacità, attitudini e, soprattutto, limiti (tanti limiti). So bene che cosa il pubblico (in senso lato: editori, discografici, spetttori, manager, direttori artistici...) vuole in diversi ambiti: mi occupo di classica come primo interesse e studio approfondito, ma sto lavorando ad un paio di dischi pop, un disco prog-rock, un musical inedito, sonorizzazioni per il teatro, jazz e molto altro con cui evito di tediare Lei e gli altri lettori, ed ho la fortuna di poter decidere se e quando mi sta bene farmi rinchiudere nelle "gabbie d'oro" che il pubblico impone, nel bene e nel male, e quando, invece, declinare l'invito.

     

    Non è di questo che si parla qui. La faccenda che pare piuttosto strana è che gli "epigoni" di una scuola il cui blasone è tanto ostentato e portato in trionfo s'incazzino tanto nello scoprire una lacuna musicologica in una pubblicazione che porta il marchio di quella stessa scuola. L'onestà intellettuale che tanto si richiede negli altri (sempre e comunque negli altri prima che in noi scriventi...) porta ad un'esegesi critica di questo aspetto: opere di altri autori sono state pubblicate con attribuzione di paternità errata. Non stiamo a vedere il per-che ed il per-come: è avvenuto, ed è, ogi, non più accettabile alla luce dei tanti progressi fatti dalla ricerca. Credo che (achtung: una frase che potrebbe sembrare in topic) questo sia stato il motivo per cui i primo autore, in accordo con l'editore, abbia deciso di non ristampare la precedente edizione del secondo volume del manuale di storia della chitarra: sarebbe stato inammissibile, infatti, oggi, pubblicare un testo che da come "perduta" la sonata di Desderi (ad esempio). Allo stesso modo, è inaccettabile che la fuga BWV1000 di Bach venga attribuita ad un compositore del XIX secolo. E' una trascrizione? E' un adattamento? E' un rimaneggiamento? Che cosa costa indicarlo apertamente in partitura?

     

    Quanto a chi si bea dell'aiuto ricevuto da qualche maestro... io, francamente, mi vergognerei a pubblicare un disco in cui i ghiribizzi di Paganini vengono presentati con arrangiamento techno, ma se per alcuni il successo vale questo scempio... c'è posto per tutti!

     

    Ossequi

     

    EB

  5. O, ancora, mi domando quanto possano sembrare quelle storie meno verosimili dei postulati della meccanica quantistica...

     

    EB

    Ermanno, questa frase non l'ho capita... forse la meccanica quantistica è più fantasiosa dei romanzi?

     

    No, ovviamente, ma le conclusioni cui arriva, o le affermazioni che dimostra sono molto distanti dalla nostra percezione della realtà. Se già sono ostici da digerire i risultati della teoria della relatività (ristretta e generale), le conclusioni della meccanica quantistica sono, per alcuni, del tutto inverosimili (penso, ad esempio, ai dubbi che si sono sollevati, in alcune discussioni con amici, sul principio d'indeterminazione di Heisenberg, o sul celebre "Gatto di Schroedinger")... eppure, per quanto apparentemente inverosimili, quei concetti sono addirittura dimostrabili (e non mi stupirei che, un giorno, venissero addirittura falsificati come le leggi di Maxwell sui campi magnetici). Li ho richiamati non certo per asserire che siano "strampalati", quanto per sottolineare i miei dubbi sul concetto di verosimiglianza, la sua percezione ed il suo confine con la pura fantasia... tutto qui.

     

    EB

  6. Non ho mezzi e conoscenze sufficienti per giudicare questa affermazione, ma mi domando il limite della verosimiglianza, e nel pormi questo dubbio penso ad Asimov, e a quanto potevano sembrare inverosimili i suoi romanzi, salvo poi essere quanto meno un'ispirazione (come parte di quella fantascienza "buona" che si riscontra nella letteratura) per ricercatori o "inventori" dei nostri tempi. O, ancora, mi domando quanto possano sembrare quelle storie meno verosimili dei postulati della meccanica quantistica...

     

    Mi lascia un pò perplesso...

     

    EB

  7. Personalmente, credo che l'indicazione iniziale sia uno dei più forti segnali che il compositore possa dare all'interprete. Se da un lato indicazioni troppo prolisse possono confondere, indicazioni troppo stringate o rigide (un'indicazione metronomica, ad esempio) rischiano di essere poco esaustive.

    Io preferisco una via di mezzo: trovo molto agevole un'indicazione del carattere (il "Brumoso" che citi, magari affiancato ad un'indicazione più usuale come "andante brumoso") affiancata ad un possibile range di velocità (x ÷ y) o un'indicazione di massima (~xx; almeno xx...).

     

    EB

  8. Non ho ancora fatto il lavoro. Probabilmente userò le librerie VSL, che conosco bene, sia per l'orchestra sia per la chitarra, tuttavia sto valutando in questi giorni le EWQL, che sono decisamente interessanti.

     

    EB

     

    Scusi la domanda da "dilettante": che software usa per riprodurre le partiture sul computer? [smilie=emoticon_35.gif]

     

    Per il Midi uso Cubase 5, per l'audio, se il chitarrista sarà vero, userò Pro-tools.

     

    EB

  9. Wow... questa è una notizia che fa assolutamente piacere.

    Non ho soltanto capito se la versione piena verrà suonata da qualche chitarrista-e se sì, chi?- oppure anche questo attraverso sequenze!

     

    Non lo so. Una cosa è certa: se la parte di chitarra verrà registrata da un chitarrista "vero", questi dovrà essere molto bravo, perché il lavoro da fare è più complesso di quanto potrebbe sembrare gettando uno sguardo sulle pagine della partitura.

     

    dralig

     

    Questo fuga ogni dubbio... ;)

  10. Wow... questa è una notizia che fa assolutamente piacere.

    Non ho soltanto capito se la versione piena verrà suonata da qualche chitarrista-e se sì, chi?- oppure anche questo attraverso sequenze!

     

    Grazie ancora della notizia e complimenti per questo suo lavoro di ricostruzione ed orchestrazione!

     

    Mi permetto di rispondere: il M° Gilardino mi ha affidato l'incarico (che io ho accettato con sommo piacere) di realizzare, mediante sequencing e ricorrendo alle librerie di campioni, un'esecuzione virtuale del concerto. La finalità è quella di consentire, a chi s'accinga a studiare l'opera, di avere un'indicazione d'ascolto (tracce complete) ed una base orchestrale (tracce vuote) su cui esercitarsi in assenza dell'orchestra.

    Non so ancora se avrò il tempo di suonare fisicamente la parte di chitarra o se anche per essa ricorrerò al campionamento, tuttavia devo dire che, dalle parole del M° Gilardino, mi sembra che la parte solistica sia piuttosto ardua, quindi, pur non avendo ancora io la partitura, prevedo che sia più probabile il ricorso al sequencing anche per essa. Dopo tutto, va tenuto in considerazione che non si tratterebbe di una "prima registrazione", ma di un sussidio per gli interpreti che intendessero studiare il concerto: quindi, tenuto conto della finalità, credo sarebbe da preferisri un'esecuzione non personale qual è quella di un sequencer.

     

    EB

  11. Dulce et decorum est pro patria mori. Da tanti (troppi? Evidentemente non ancora...) anni, il mondo della chitarra perpetra crociate che, spesso, trascendono le cause e scadono nel ridicolo.

    Questa è l'ennesima, e non fa che confermare la condizione in cui versa l'ambiente o, almeno, parte di esso.

    Credo che, di fronte a tanti esempi (non solo questo, per carità), non possano che diradarsi, in qualche misura, le nebbie che rendono incomprensibile, ad alcuni, l'assenza della chitarra nei cartelloni.

    Non so - e non mi interessa - se in altri ambiti la situazione sia diversa. Così è tra noi chitarristi, chitarrai e schitarranti, e tanto mi basta per trarre qualche conclusione, quanto meno ad uso mio personale.

     

    EB

  12. Se ben interpreto, ti meravigli di trovare tutte quelle note in una sola battuta da 6/8. In realtà, è corretto: le voci sono sovrapposte. La minima puntata (credo sia un SIb: la tonica su cui si articola l'arpeggio) è nella voce grave, mentre le sei crome (una pausa seguita da 5 note sulla triade maggiore) sono nella voce acuta. Sul pianoforte, il basso viene solitamente affidato alla mano sinistra, mentre l'arpeggio (che in alcune edizioni è notato a note doppie) viene eseguito con la mano destra.

     

    EB

  13. [...] avrei mosso gli stessi appunti dopo averlo sfogliato....

     

    Ecco... era l'impressione che avevo avuto fin dall'inizio: per come alcune frasi sono state formulate, mi sembra che alcuni dei commenti che sono stati scritti fossero già preconfezionati anche prima di leggere l'indice.

    Sarebbe stato quanto meno più elegante ed intellettualmente onesto seguire il consiglio del M° Bonaguri e leggere il libro prima di scagliarsi contro di esso e presunte cospirazioni ad esso associate con tanta acrimonia. Così non è stato, quindi pazienza.

    Una domanda: chi ritiene che un simile testo non sia attendibile, sta operando in modo attivo per proporre qualche alternativa di sorta? Credo sia un pò troppo comodo sminuire il lavoro degli altri senza fare nulla né per comprenderlo a fondo, né per proporre un'alternativa.

     

    Con rispetto

     

    EB

  14. Ecco una semplicissima dimostrazione che tutti possono ricavarsi..

    una volta superato l'inganno dell'apparente "arpeggio" alla Giuliani o Carcassi .. (sempre che si voglia suonare anche in Carcassi o Giuliani ciò che sembra) ..

     

    Osservando il primo staff abbiamo quello che vediamo normalmente e potremmo "ricavare" al massimo due sole linee, una nel basso e l'altra, tutto l'arpeggio in una "melodia-armonica" (come spesso avviene).

    L'altra è di procedere allo "spiegamento delle "linee" (o parti/voci) interne esemplificato nei pentagrammi dal quarto al settimo.

    I due pentagrammi centrali - (il secondo)- rappresenta la formula dell'arpeggio applicata sulle corde a vuoto; il terzo, la successione armonica che realizza l'arpeggio, ma dato per scontato queste cose, nella fase di apprendimento del brano, sicuramente il "gioco" interessante rimane lo sviluppo delle "voci/parti" dell'arpeggio, che con la loro figurazione ritmica estrapolata dall'apparente regolarità della scansione delle semicrome, assume invece, nel "continuum" polifonico...l'aspetto più interessante e intrigante nel .. suonarlo..

    e nello sviluppo tecnico: provare a non perdere una delle figurazioni ritmiche nel suonare il brano completo e man mano .. sovrapporre i disegni riuscendo a percepirli tutti.

     

    buona musica

    m

     

    Proprio sulla sarabanda della suite BWV 995 si trova lo stesso lavoro di "scomposizione" ed analisi nel booklet dell'ultimo disco di Oscar Ghiglia. Il procedimento è decisamente interessante: c'è sempre qualcosa "dietro", ed è bello scostare il primo strato d'apparenza per scoprire se cela altri significati più in profondità... e Marcello, in questo, si è dimostrato in numerose occasioni uno che sicuramente no si ferma ai primi strati...

     

    EB

  15. Diciamo anche che il "mondo" si è lasciato rincretinire senza opporre resistenza alcuna: quello che appare chiaro e lampante oggi è il frutto di ciò che è iniziato alcuni anni fa.

    Riprendendo quello che aveva già scritto Cristiano in un'altra discussione, constato che oggi pochissimi si fanno ancora delle domande e cercano riscontro tra fonti diverse. Non è solo la TV ad essere la summa incontestabile del sapere, ma come essa tutto il resto. Se alcuni Milanesi si ponessero il problema di ragioanre sugli interventi degli idraulici e sul loro effettivo valore monetario, non pagherebbero mai 500€ per la sostituzione della vaschetta del water; se le superstizioni che attribuiamo per antonomasia al medioevo fossero rimaste relegate in quei secoli, non esisterebbe la possibilità che un "luminare" della levatura di Giacobbo sveli all'umanità le verità su ciò che ci attende nel 2012...

    Se i lupi sono diventati tanti, è anche perché molti di più si sono comportati da agnelli.

     

    EB

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