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Ermanno Brignolo

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Risposte pubblicato da Ermanno Brignolo

  1. Il clima terrestre ha sempre subito mutazioni con ritmi irregolari. Se è vero che attualmente la temperatura del pianeta si sta alzando, credo che le conoscenze in nostro possesso per determinarne le cause siano troppo poche e approssimative. Indubbiamente, l'immissione di gas serra e agenti inquinanti nell'atmosfera ha provocato un'accelerazione del processo di incremento della temperatura media (le cui conseguenze - dell'accelerazione - non sono note), ma è sempre il caso di chiedersi se la responsabilità di questo cambiamento climatico sia interamente legata all'attività umana. Non dimentichiamoci che un migliaio d'anni fa la Groenlandia era ricoperta di fitte foreste... e allora il petrolio era ancora tutto ben nascosto nel sottosuolo.

    Con questo, non voglio dire che il prolema sia da minimizzare, bensì che a cicli di riscaldamento hanno sempre fatto seguito cicli di raffreddamento tali da mantenere, nel lunghissimo periodo delle ere glaciali, un equilibrio biologico e geotermico.

     

    EB

  2. Perdona l'intromissione, Giovanni, ma mi sembra che ci sia una contraddizione di fondo... Ovviamente per parlare di musica si deve partire dalla partitura: è l'unico punto di partenza. Ma se è proprio la partitura ad essere messa in dubbio (cosa che hai fatto tu all'inizio del 3D), allora è lecito parlare - come hai chiesto espressamente - di possibili interpretazioni le quali, qualora debitamente argomentate, posono arrivare ad essere legittimate.

     

    EB

  3. A mio avviso, innanzitutto, l'artista no può prescindere da quelli che sono i propri limiti ed i propri punti di forza sia tecnici, sia espressivi ed emotivi.

    Da qui in poi, il filo logico si può trovare quasi in tutto: si può discutere sulla logica scelta dall'interprete che, ad esempio, affianchi Bach ed i Beatles su chitarra contralto ad undici corde, ma detta logica è del tutto personale, e quando non lo è, viene dettata dagli organizzatori dei concerti e dagli agenti/impresari... ahimè.

     

    EB

  4. ...è pericoloso per tutti coloro che si avvicinano alla musica passando da uno studio serio: trovarsi di fronte una affermazione simile e nessun intervento in contraddizione può persino incuriosire.

    ...

     

    Sono ottimista: chi passa per uno studio serio ha i mezzi per acquisire un certo discernimento che placherà immantinente la curiosità tosto creatasi, portando il curioso discepolo ad una personale verifica ed acquisizione di cognizione.

    Voglio credere che lo studio serio, da Lei giustamente citato, sia ancora un mezzo potente grazie al quale un musicista sappia riconoscere, inquadrare e, all'occorrenza, smascherare ciò che si approccia alle sue orecchie.

     

    EB

  5. Scusate se intervengo protraendo una discussione trita e ritrita... Ogni volta che compare i nome di Allevi si scatenano diatribe e accesi diverbi che divampano velocemente e, spesso, altrettanto velocemente si acquietano, in attesa di un ritorno di fiamma... quasi che il nome di Allevi sia un flame.

    Io ho, mio malgrado, dovuto ascoltare buona parte delle opere edite di Allevi... si tratta di canzoncine da radio, né più né meno: melodie semplici e facilmente assorbibili da pubblico, armonia ai limiti del banale... intorno a lui, la discografia ha creato un personaggio che deve vendere, e ne hanno curato anche i dettagli, sapendo che certe cose fanno molta presa e sensazionalismo (basti ricordare che fa concerti con il suo Bosendorfer... caratteristica che, inverosimilmente, lo dovrebbe accomunare ad un grandissimo pianista di ben altra levatura... Mah!!!).

    In questo caso, ad onor dell'onestà, parrebbe quantomeno inadeguato parlare di grande musicista o - peggio ancora - di genio: di musica ce n'è veramente poca e mal copiata: si tratta di un banale caso discografico che deve vendere il massimo possibile finché il pubblico non si sarà stufato e bisognerà cercare dell'altra merce da propinargli.

    Credo, infine, che non valga la pena prendersela perché quella di Allevi viene definita "musica di qualità": in primis, chi vuole ha la possibilità di valutare che non è così (non serve aver studiato poi molto per capirlo); in seconda battuta, il guidizio ad un fenomeno del genere viene sempre da persone (pubblico, discografici, produttori...) che non hanno interesse nella musica ma nel mero vile denaro.

    Diciamo che Allevi vende tanto e fa guadagnare bene il suo staff: questo è vero... che la sua musica sia ai massimi livelli è una panzana!

     

    EB

  6. ]Purtroppo, fino a che i lettori-chitarristi scambiano gli stracci per seta, sarà ben difficile che la sua musica trovi spazio nei programmi.

    [...] ma c'è ancora tempo per rimediare, le cose cambieranno presto...

     

    Che cosa te lo fa pensare? Io conosco alcuni direttori artistici di associazioni che organizzano concerti e manifestazioni, e da tutti si sente la solita nenia anti-chitarristica. Un mio conoscente rifiutò di assoldare un concertista (anche bravo) in quanto il suo programma "non conteneva nemmeno un pezzo da pubblico".

    Se, da un lato, è vero che la spinta verso la promozione di un certo repertorio deve partire da chi ne ha la capacità (i chitarristi concertisti in primis), dall'altro, l'incentivo a promuoverlo deve essere frutto della cooperazione con gli impresari i quali, per la maggior parte, temono come la peste di essere criticati per le scelte artistiche.

    Mi piace molto l'ancorché amara descrizione che il M° Gilardino fa del panorama culturale attuale, ma temo fortemente che questa forte lacuna non sia solo propria dei chitarristi, così come dubito che siano solo i concertisti ad essere attaccati morbosamente al soldo, tanto da anteporlo, talvolta, alla qualità dei concerti proposti.

     

    EB

  7. Ritengo utile citare un nome che tra i musicisti del nord Italia è molto noto: Renzo Mantero, di Savona.

    So che non è propriamente vicino alla Campania, ma mi dicono essere un chirurgo molto bravo nel suo settore.

    Il sito web è: http://www.chirurgiamanomantero.it

    Inoltre, a Modena, esiste un centro specializzato in chirurgia della mano, ma al momento non ricordo gli estremi: mi riservo di chiedere ulteriori informazioni e comunicartele.

     

    Spero questo possa essere di qualche aiuto per il tuo allievo.

     

    EB

  8. Lo studio "assiduo" di un brano rischia di diventare "incaponimento", i cui frutti sono spesso deleteri.

    I problemi tecnici, solitamente, si risolvono in modo molto graduale, impostando, sotto la guida del proprio insegnante, un cammino strettamente personalizzato che possa condurre l'allievo al raggiungimento dei risultati previsti.

    Talvolta non è detto che questo sia possibile per via delle caratteristiche fiosiologiche e psichiche di ognuno (c'è chi non è portato per le velocità estreme pur restando un grandissimo interprete... a tal proposito, mi sovvengono alcune incisioni di Julian Bream, in cui la velocità non è certo elevata come quelle raggiunte, ad esempio, da Williams, ma la musicalità...!!!!), tuttavia, fermi restando i propri limiti naturali, certi risultati si raggiungono con esercizio graduale.

    Se si stenta a raggiungere un risultato soddisfacente in un brano, può anche voler significare che le basi per poter affrontare detto brano sono troppo poco solide, pertanto puà essere utile affrontare brani diversi con finalità propedeutiche per ciò che si desidera raggiungere successivamente.

    Indubbiamente, poi, le proprie attitudini e le proprie caratteristiche giocheranno un ruolo fondamentale nella scelta del repertorio.

     

    EB

  9. Protagonisti sarebbero l'Orchestra della Magna Grecia e tre solisti(uno per ogni serata): Lorenzo Micheli, per il Concerto in Re di Castelnuovo-Tedesco, Dimitri Illarionov, per il Concerto di Novgorod di AG, Cristiano Porqueddu, per il Concerto di Oliena di AG. La parte di programma non occupata dai concerti con orchestra verrebbe affidata alla chitarra sola, quindi il compito dei tre concertisti, che dovranno eseguire, nella stessa serata, un concerto con orchestra e un mezzo recital, sarà particolarmente severo.

     

    l'orchestra zitta e i solisti suonano?

    ma che senso ha un concerto così lungo? sei ore???

     

    Non è una soluzione infrequente, anzi, Barrueco, per la televsione francese, ha registrato un concerto in cui eseguiva Aranjuez e, nella seconda parte, un recital.

    Dopo tutto, in termini di mera durata, un concerto per chitarra e orchestra non credo che superi i 30-35 minuti, e la seconda parte può comodamente contenere il secondo tempo di un recital solistico di altrettanti 30 minuti.

    Indubbiamente, per i solisti è un'impresa non da poco, tant'è che la commissione è stata affidata a personaggi con una solida preparazione.

     

    Dubito fortemente, e dalle parole del M° Gilardino si evince che non sarà così, che i tre solisti si esibiranno nella stessa serata...

     

    EB

  10. Ho letto solo ora il programma e devo dire che, seppure lo ritenga decisamente impegnativo, credo sia anche incredibilmente stimolante ed interessante.

    A mio parere, la contestualizzazione degli autori fin dal primo anno è un ottimo strumento per mettere l'allievo nelle condizioni di affrontare le tappe previste nei sette anni di corso. E' indubbio che un simile percorso richieda all'allievo un impegno notevole, sia dal punto di vista "teorico" della ricerca e della lettura di saggi e biografie, sia dal punto di vista più "tecnico/pratico" legato all'esercizio sullo strumento, tuttavia è parimenti vero che il docente, per parte sua, avrà il suo bell'impegno nel seguire passo passo i progressi dell'allievo che, in un cammino così arduo, non saranno facili, soprattutto all'inizio.

    Non ho potuto esimermi dal calarmi nell'ipotesi di seguire un simile corso e paragonarlo al percorso che seguii io anni fa (circa undici anni come privatista dal nulla al diploma... con in mezzo il liceo, il politecnico di Torino, il lavoro in casa discografica e tutto il resto), e credo che non sia molto diverso, in termini di fattibilità... credo che l'ostacolo più grande da superare sarà convincere i ragazzi che studiare chitarra è molto (ma moooolto!!!) meglio che intontirsi davanti a TV e game-box di qualsiasi fattezza... fatto questo, le porte si spalancano.

     

    Non mi resta che dire: buona fortuna per il suo corso, caro Cristiano, e non manchi di farci sapere i risultati.

     

    Ermanno

     

    PS: è prevista un'età minima dei partecipanti cui il corso è destinato?

  11. Magari è servito per la determinazione degli intervalli nel sistema temperato...

     

    No. Il sistema temperato parte dal rapporto di frequenze dell'ottava (2) e lo suddivide in dodici parti, seconod la legge matematica della progressione geometrica di ragione q=2^(1/12) [leggi radice dodicesima di due] secondo cui la frequenza del termine n+1 è pari a n*q... in questo, phi non ha niente a che fare...

     

    EB

  12. L'argomento è interessante: so parecchio sul numero d'oro (per inciso, se inverti 0.618 ottieni 1.6131... non eravamo lontani) in geometria, in fisica, in matematica, chimica, filosofia... ma effettivamente il suo utilizzo e i suoi legami con la composizione mi mancano...

     

    EB

  13. Assolutamente.....sono le stesse mi sembra !!!

     

    Tiro fuori la magia perchè alcuni maghi della storia, sostenevano già 2000 anni prima queste teorie ! una di queste che diceva che il suono modifica strutturalmente la materia (qualunque esso sia) si è rivelata esatta !

     

    Si potrebbe avere qualche dettaglio in più a riguardo... eventualmente aprendo un nuovo topic per evitare OT?

     

    EB

  14. Qualcosa di vero, infatti, c'è. Ogni suono, come effetto ondulatorio meccanico (somma di alcune formanti findamentali, o armoniche) che si propaga atraverso un mezzo "continuo" ed elastico, può essere rappresentato come "forma d'onda" che, in virtù della natura periodica di ognuna delle sue formanti, si annulla in punti ben precisi che dipendono strettamente proprio dalle frequenze e dalle fasi delle formanti e dalla loro combinazione lineare. Detti punti, o luoghi di punti, possono essere variabili o fissi, a seconda delle formanti. Senza timore di sensazionalismo, è quello che banalmente succede se cospargiamo di sabbia fine la tavola della chitarra e poi mettiamo in vibrazione una corda: questa si disporrà secondo forme ben precisa che variano a seconda della frequenza della forzante (o altezza del suono, se è più chiaro). Alcuni esempi di questo si trovano sul sito di Greg Byers, liutaio americano.

    Dette linee sono le "zone" stazionarie" del corpo vibrante, cioè i "luoghi geometrici" dei punti del piano in cui la somma algebrica delle armoniche è sempre nulla, oppure le zone i cui l'energia cinetica non varia, o quelle a minor potenziale... insomma, quelle che non vibrano (linee nodali) e che quindi costituiscono, per la sabbia su piano vibrante, il punto ad entropia più bassa, e quindi quello in cui la sabbia si posizionerà per via delle solite leggi che regolano tutto il creato (la buona vecchia termodinamica).

    Questa è la spiegazione più o meno scientifica (più o meno perché non si può approfondire più di tanto in questo ambiente) del fenomeno delle linee nodali. Non stupisce che, vivendo noi in un mondo con un numero di dimensioni n>2, ci sia qualcuno che ha ipotizzato di parlare di piani, ovvero superfici nodali. In 4 dimensioni si parlerà di solidi e ipersolidi nodali, etc... non ci sono limiti!

    Attenzione, però: questa è la definizione puramente scientifica e materica del fenomeno. Se sia o meno vero che esistano fonemi, o gruppi di fonemi, che, se corretamente pronunciati, mettano in movimento forze o energie di qualche natura non meglio definita è tutto da vedere... in primis perché chi parla di queste "energie" molto spesso non sa nemmeno dire che cosa sia un'energia e come si riesca a misurare o descrivere, il che, a mio modestissimo parere, fa vacillare pericolosamente la credibilità tanto della teoria quanto del teorizzatore.

     

    Saluti

     

    EB

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