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Alfredo Franco

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  1. Con tutto il rispetto che nella mia piccolezza nutro per l'immenso Segovia, le sue affermazioni su Giuliani mi suonano assai..."segoviane"! Comunque interessanti, capisco cosa volesse dire...evidentemente a Segovia spiaceva l'uso reiterato di certa retorica da parte di Giuliani...se si leggono le Rossiniane in quest'ottica viva i roghi... Giuliani, scuola napoletana, era anche un ottimo contrappuntista, basta leggere gli studi (bellissimi) dell'op.51...chiaro, Segovia avrebbe voluto un brano di 20 minuti scritto così...infatti registra il primo tempo dell'op.15...che di Giuliani è la pagina "concertistica" meno virtuosa in assoluto...anzi è appunto così compita e a modo...
  2. Sor e Giuliani sono i "nostri" 2 grandi chitarristi-compositori propriamente classici. Il chitarrista che non li conosce a fondo farebbe bene ad andare a raccogliere l'uva (la stagione della vendemmia si avvicina). Io non esprimo una preferenza, entrambi hanno sviluppato un inequivocabile stile personale degno di grande rispetto ed ammirazione.
  3. Per quanto mi riguarda sono certo che Regondi non avrebbe apprezzato " 'u mandulillo" della chitarrista cinese. Il pensiero dell'autore infatti lo si trova scritto nelle note...ovviamente bisogna essere in grado di leggerlo...nel caso di Rgondi, mi pare il suo, uno stile tanto limpido quanto (quasi sempre), profondo. Perchè mai allora trasformare une Rêverie in una serenata di grilli?
  4. Non direi. Interpretare con il respiro appropriato un brano romantico dell '800 non è affatto una questione di gusto ma di conoscenza stilistica. Eseguire Regondi in quel modo significa fare una parodia del pensiero del compositore.
  5. Una serie di interventi di alto profilo, la sua. I moderatori sono tutti in spiaggia?
  6. Mah...sono andato sul sito della cinesina ed ho ascoltato l'op. 19 di Regondi. Come direbbe un mio amico napoletano, la sezione del tremolo pare "'u mandulillo"...
  7. Grazie a voi per l'apprezzamento. Io vado avanti (spero non indietro...), nella mia ricerca di scrittura.
  8. Ciao a tutti/e, prima di partire per la tanto sospirate lande marine del sud ho trovato il tempo e la forza (nonostante l'afa terrificante), per scrivere questo piccolo omaggio a Syd Barrett. Nel brano sono presenti 2 microcitazioni da "See Emily play" e da "Mathilda mother". A scopo puramente indicativo, nel file .zip è presente anche un mp3. Un grazie particolare a Cristiano per le possibilità offerte da questo portale. Buone vacanze a tutti/e! Alfredo
  9. Barrett è stato grande anche con le parole, aveva stile da vendere anche con la lingua inglese e basta leggere i versi dei suoi testi per rendersene conto. Una personale mistura di nonsense e surrealismo alimentata dai suoi eccessi con l' lsd che spesso determina la stessa struttura ritmica delle canzoni, che non a caso tende a divenire sempre più aleatoria mano a mano che il disagio mentale cresce. A questo propsosito mi viene in mente un episodio inquietante. Pare che durante una delle ultime prove in sala di incisione con il resto della band, Barrett propose una nuova canzone intitolata "have you got it yet?" (l'hai capita adesso?). Il pezzo consisteva in questa frase cantata in continuazione su una musica che cambiava incessantemente. Inutile dire che gli altri membri della band non riuscirono ad impararla... Il testo che citi (con quelli di vegetable man e scream thy last scream) ha a che fare con il suo stato di dissociazione mentale che avanzava impietosamente...un trittico di spietata autoanalisi. E non dimetichiamoci del suo interesse per le arti figurative: http://www.sydbarrett.org/artbysydbarrett.htm
  10. Grande pezzo Jugband blues. La sezione con gli ottoni venne realizzata da un gruppo dell'esercito della salvezza e il contrasto con i bisbigli psichedelici che vengono subito dopo è meraviglioso. Ciò che mi ha sembre sedotto della poetica di Barrett è la forma. I suoi singoli con i pink floyd, the piper at the gates of dawn e i pochi pezzi che vengono dopo (jugband blues, vegetable man, scream thy last scream) sono ancora oggi un unicum. Perchè a differenza di molta musica dell'epoca, buona per rintronarsi di cannoni, nei pezzi di Barrett è presente una sorta di aura terrifica che ti mette, come ascoltatore, in una posizione piuttosto sconcertata. Riuscire a dare una forma musicale ai meandri della propria coscienza dandone la consapevolezza a chi ascolta è raro. Aldilà del genere musicale.
  11. http://www.youtube.com/watch?v=PS695M4_fGo&search=The%20Piper%20at%20the%20Gates%20of%20Dawn
  12. tristezza! http://arts.guardian.co.uk/news/obituary/0,,1817952,00.html
  13. Bream ha massacrato quasi tutto ciò su cui ha messo le mani (parlo ovviamente del repertorio ottocentesco: Sor, Giuliani, Diabelli...) anche se è vero che quando si è "limitato" a leggere il testo del compositore, ci ha lasciato grandi interpretazioni anche in questo ambito. Fare un operazione del genere oggi, sarebbe una follia. Ve lo immaginate un pianista che taglia una sonata di Schubert perchè a lui piace di più cosi? Sor è un compositore di una certa complessità, la sua apparente linerarità di scrittura è frutto di un pensiero estetico preciso e oserei dire anche filosofico, dato che come ha evidenziato il Maestro Gilardino, Sor trasfigura sulla chitarra un principio eidetico che parte dalla musica vocale sacra (Montserrat). Se si vuole suonare Sor partendo da questo principio, la sua musica diventa strumentalmente quasi trascendentale e si capisce chiaramente perchè ghiribizzi e scale a mitraglia non facciano parte della sua estetica.
  14. gli ultimi saranno i primi.
  15. E, se mi posso permettere, evitando di fare un collage delle 3 versioni.
  16. La moglie di Sor era una ballerina. Un po' isterica a quanto pare...mi sa che i volubili valzerini di Fernando siano stati composti con il compito di tenerla buona.
  17. Direi che giunti ad un certo punto diventa necessario fare delle scelte. Il concetto fondamentale è riuscire ad individuare ciò che è inutile, perchè la differenza fra lo scrivere musica e scrivere la propria ed unica musica prevede necessariamente un impoverimento delle proprie potenzialità. Quindi, bisogna essere tanto ricchi "in astratto" da risultare riconoscibili nella scelta di povertà della partitura.
  18. No, è che le quinte parallele mi fanno pensare agli spaghetti nella casseruola...le ottave ai tagliolini. in nuages aleggia a tratti il fantasima di Debussy...ho fatto una certa fatica a tenerlo a bada.
  19. Però se perdiamo non dare la colpa al compositore.
  20. Attento alla digestione...hai visto mai che trovi delle quinte parallele! Sorry, mi sono accorto che nel primo tempo c'era un po' di raminga diteggiatura delle corde andata a ramengo. Ho provveduto.
  21. Ho inserito il mio ultimo lavoro nella sezione "musica in pdf". Ci ho lavorato (e rilavorato) a lungo e mi pare che la spemitura di meningi abbia dato qualche frutto. Buona lettura.
  22. Gli "artisti" sono tutti dei "disturbati". Tendenzialmente maniaco-ossessivi con ricorrenti sintomi schizofrenici (mai visto nessuno passare con più facilità dal delirio di onnipotenza all'autoflagellazione in ginocchio sui ceci). Parlando un po' più seriamente, cosa spinge un essere umano a salire su un palco se non il proprio (smisurato) ego? Artisti: Animus e Anima frullati. Comunque meglio esplodere che implodere.
  23. guardate cosa vi ho trovato http://www.bbc.co.uk/radio3/discoveringmusic/audioarchive.shtml ovviamente il commento/analisi dei lavori è in inglese.
  24. Per il momento lo "conosco" solo fino alla cadenza del primo movimento (esclusa)...ma io mi ricordo un incipit di timpani...o forse è il caldo ottundente dell'après-midi?
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