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Alfredo Franco

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  1. CaffE' no, casomai una tazza di liquido di color scuro con capacità ravvivanti il raziocinio.
  2. Io non ho assolutamente messo bocca sulle tue preferenze, ripeto, ho obbiettato ad un giudizio di carattere storico-estetico da te formulato. Citi Ponce, Turina e Villa Lobos opponendoli a Martin; secondo me sono tre compositori stilisticamente molto diversi, e hanno raggiunto differenti risultati anche nella scrittura per chitarra. Perchè, ad esempio i "Douze etudes" di Villa Lobos debbano veicolare qualcosa di più "vecchio" rispetto a Martin, non riesco a coglierlo.
  3. Baggianate ne scrivo anche io, capita; ti ho fatto un osservazione di carattere storico, hai fatto una considerazione? bene, permettimi di dissentire perchè la ritengo priva di fondamento.
  4. E chi era 'sto professò? MMario BBrega??? Non sapevo dei 3 concerti di Barbieri, ero convinto che avesso scritto "solo" "la serra"...anche quella dovrò leggerla prima o poi... Qualcuno ha inciso i suoi lavori? non mi dica di no...
  5. Forse non è il caso di prendere una composizione come pietra di paragone per il resto del repertorio chitarristico del primo '900 e delle sue correnti musicali . Forse è meglio avere le idee chiare.
  6. Respighi...se non erro le sue variazioni sono un lavoro giovanile...meritano? Comunque almeno in questo filone novecentesco la chitarra non è rimasta a mani vuote o a esempi occasionali, la costanza di MCT non fa rimpiangere il mancato apporto di altri musicisti più o meno riconducibili alla generazione dell'80 o seguente... Tuttavia, nel caso di Casella non posso non pensare ad una "Scarlattiana" per 2 chitarre e orchestra... Perchè non la fa lei?
  7. Perchè Alfredo Casella non scrisse nulla per chitarra? Forse perche Segovia non glielo chiese? La domanda mi è venuta perchè la sua scrittura, a tratti, mi sembra molto chitarristica.
  8. Non dimentichiamo i pappagalli, ai quali Villa-Lobos era particolarmente affezionato e con i quali intratteneva, a suo dire, istruttive conversazioni. La "Bachianas Brasileiras n. 2, contenente la "Tocata" con il titolo "O Trenzinho do Caipira" fu scritta nel 1929. E' la risposta "brasiliana" a "Pacific 231" di Arthur Honegger, composizione del 1923 che HVL aveva avuto modo di ascoltare assai probabilmente a Parigi. dralig Uh! Non ci avevo pensato! Ma lei mi fa venire in mente anche quell'altro lavoro...mi pare una sonata per piano...Concorde, se non erro..di...Ives?
  9. Dunque, un compositore degno del suo ruolo non deve avere problemi di sorta nel saper descrivere oggittivamente un dato reale. In questo senso, un buon compositore è in grado di far suonare agli strumenti qualsisi cosa, treni, navi, automobili, caffettiere. La differenza sta però nel descrivere la realtà o nel rappresentarla in forma traslata. La locomotiva di Villa LObos resterebbe un semplice quanto complesso esercizio di orchestrazione se non ci fosse quella "musichetta" che il treno trasporta, lì è la differenza. Si tratta insomma di decidere se di vuole descrivere il mondo ( la cosidetta musica descrittiva) o narrarlo. La musica orchestrale di Villa Lobos è narrativa, non descrittiva. Le mie remore si riferiscono al fatto che ci sono critici o compositori che giudicano un pezzo come questo troppo scopertamente effettistico, fine a se stesso, teso a rendere l'ascoltatore stupefatto. Gran parte della critica dei decenni passati ha elogiato la stringatezza di Webern e la sua capacità di concetrazione musicale, catalogando lo stile di Villa Lobos (ad esempio), come superfluo, superato. Per questa cricca, il pezzo in questione è troppo semplice, non abbastanza diffcile.
  10. Villa Lobos era un artista convinto delle proprie idee. Questo monolitico assioma lo si ricava scoltando il quarto movimento della Bachiana brasileira n.2, un viaggio in locomotiva a vapore. C'è proprio tutto: i pistoni, le rotaie, il fischio della ciminiera e anche gli irrispettosi sbuffi di vapore...e a dar retta alla melodia, su quei vagoni deve esserci un'umanita varia e spensierata, signore con l'ombrellino e ragazzini a piedi nudi. Tutto bene, almeno fino all'arrivo alla stazione; il treno rallenta, i vapori cessano, i freni emettono il loro ultimo flebile rantolo. Ma all'improvviso la mazzata dell'accordo finale in minore ci scatena un pensiero terribile: un povero facchino deve essere finito sotto al treno! Qualcuno, nell'ascoltare questa musica storcerà la bocca, il naso e anche le orecchie, ma per me anche questo è genio.
  11. Grazie per gli auguri! E anche per la compositrice...vedo di raccattare qualcosa... declinazione chitarristica della tonalità, sarebbe a dire, dunque... Penso che nella chitarra le tonalità siano indissolubilmente legate alle particolarità dello strumento. Non è un caso che nella letteratura chitarristica, le raccolte che le indagano tutte e 24 siano decisamente poche: nell'800 mi pare solo Legnani, e Molino ma forse non completamente...nel '900...Ponce, Farkas, MCT x 2 chitarre...sicuramente altre... cosa significa allora scrivere un pezzo in sib minore sulla chitarra? per quanto mi riguarda non mi interessa la tonalità in sè, quanto la sua applicazione, il suo riversamento sullo strumento, le possibilità melodico-armoniche che una tonalità (intesa comunque in senso molto ampio) porta con sè nella declinazione strumentale.
  12. Alfredo Franco

    The musical box

    Ebbene si, confesso di essere caduto nella trappola della scrittura di musica per bambini/e...musica infantile?... E' tuttavia tremendamente difficile isolare un pensiero musicale che sia al contempo semplice e non banale; sto scrivendo dei pezzettini molto brevi, in tutte le tonalità, o meglio nella declinazione chitarristica delle tonalità...si, forse è meglio definirla così... Mia figlia è ancora nella pancia di mia moglie, ma già sto rimbecillendo.
  13. E non si può perdere, l'abitudine?
  14. Ma c'è una motivazione storica a giustificazione di questa assenza? O è un problema di spazi sullo spartito?... Già ci sono le dita di due mani, le corde, le posizioni, l'agogica, i segni di espressione, quelli del compositore...
  15. Sbaglio se dico che chi suona il pianoforte adora il suo repertorio mentre chi suona la chitarra adora più lo strumento in sé che non il repertorio? Purtroppo è vero! Ed è un vero peccato, perchè la letteratura per chitarra, pur non disponendo dei sommi compositori dell'epoca classica e romantica, può comunque vantare un repertorio vasto e qualitativamente alto. Ci sono le eccezioni, e se da un lato bisogna assistere al delirio trascrivente che pare non avere fine, ci sono anche interpeti conosciuti o meno, che suonano e incidono le pagine pensate per il "nostro centrotavola".
  16. Beh, credo che se mi aggirassi in casa sua con una sega desterei qualche sospetto...già si altera se provo a posarci sopra un bicchiere di vino. Ma come tutte le pianiste belle e brave, sa che in realtà è invidia per la letteratura di cui il pianoforte dispone. Lei ha molta sensibilità per Brahms e Ravel; voglio dire, con 2 compositori così, che t'importa se qualcuno dice che suoni un mobile?
  17. Molto esauriente ed interessante, specialmente per l'episodio centrale in 4 parti che mi pare venga solitamente letto come tutto il resto. Vorrei suggerire di fare attenzione alle frasi del basso che ovviamente non stanno nella singola battuta...(mannaggia alla mancanza di legature di frase negli spartiti di chitarra...).
  18. eccomi degno del marchese se si pensa alla pesantezza di tutto il suo repertorio...a ciò che si trascina dietro...con tutte quelle note...a volte insopportabile, da mal di testa certe sproloqui romantici...ma si può sempre dialogare entro certe dinamiche ed è un bel pensiero quando si abbassano i toni...penso perciò al piano come percussione potrebbe fornire delle idee interessanti...anzi un percussionista che suona dentro la cordiera e il pianista prepara solo le armonie col pedale tonale e la chitarra ci cesella sopra, appunta...e rimanda......chissà ok. io porto la sega da legno. ahhh roba vecchia, componente troppo rumorosa pensavo a degli ebow, poi dei cunei in gomma o del blu tack su punti armonici in cordiera e almeno un archetto... Piantatela di fare versi, disgraziati. Un pianoforte è un pianoforte. dralig Ho una cara e bella amica pianista che quando cambia casa spende un patrimonio per il trasporto del pianoforte. E' a tutti gli effetti un pezzo della mobilia, come il letto, o la libreria.
  19. eccomi degno del marchese se si pensa alla pesantezza di tutto il suo repertorio...a ciò che si trascina dietro...con tutte quelle note...a volte insopportabile, da mal di testa certe sproloqui romantici...ma si può sempre dialogare entro certe dinamiche ed è un bel pensiero quando si abbassano i toni...penso perciò al piano come percussione potrebbe fornire delle idee interessanti...anzi un percussionista che suona dentro la cordiera e il pianista prepara solo le armonie col pedale tonale e la chitarra ci cesella sopra, appunta...e rimanda......chissà ok. io porto la sega da legno.
  20. E' un accostamento degno del marchese de Sade!
  21. Non ho afferrato scusa. In che senso? Nel senso che un compositore non scrive una raccolta di studi raccattando ciò che trova in casa ma li organizza in base al proprio stile. Se un compositore parla del mondo attraverso la sua musica, è chiaro che in questi 24 pezzi c'è un discorso sul mondo, un discorso che ha un inizio e una fine. Si possono estrapolare i singoli studi, certo, però si fa un discorso diverso.
  22. In questo senso non c'è alcuna differenza fra le 2 raccolte.
  23. L'op. 29 di Sor è la "seconda parte" dell' op.6. La numerazioni dei singoli studi parte infatti dal 13 e non dall'1... Alla luce di questa evidenza mi sento autorizzato a pensare che questi 24 studi debbano necessariamente formare un corpo unico, inscindibile, e da afferrare nella sua integrità stilistica. La stessa sequenza degli studi, inoltre, è sorprendentemente rivelatrice rispetto alle esecuzioni del pezzo singolo decontestualizzato. Ce la faranno i chitarristi a prendere coscienza della qualità stilistica di questo lavoro e riservargli la stessa attenzione che i pianisti riservano agli studi di Chopin? Dato per scontato che per alcuni grandi è già così, voglio sperare che un giorno lo sia per (quasi) tutti.
  24. NOME:Alfredo CHITARRISTA DAL: - al CHITARRISTA PREFERITO: Francesco Diodovich COMPOSITORE PREFERITO: Dimitri Shostackovich TONALITA' MAGGIORE O MINORE? modale STRUMENTO PREFERITO DOPO LA CHITARRA: violoncello MUSICA DA CAMERA O SINFONICA? entrambe BOSSA NOVA O FLAMENCO? percarità... JAZZ O ROCK? Rock dal '63 al '75
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